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Un ragazzo esce di casa

di Ernest - idiaridelloscooter




Un ragazzo esce di casa.
Scende le scale, esce nel suo quartiere come al solito.
Ha in mente i suoi sogni, i suoi progetti, speranze per costruirsi una vita, una famiglia.
Un ragazzo esce di casa e spera che almeno questa volta le cose possano andare meglio, non trovare come al solito porte sbarrate, dei continui NO, delle risposte di cortesia o delle risposte che a volte è meglio scordare.
Esce di casa con i suoi fogli, i suoi studi scritti nero su bianco su un curriculum che spesso non viene letto.
Un ragazzo esce di casa convinto che se l'Italia è un paese fondato sul lavoro, lui lo dovrebbe avere a trent'anni.

Un ragazzo esce di casa.
Alle 5 del mattino. Prende l'autobus o un treno che arriva una volta si e due no.
Ha in mente la sua famiglia, i suoi progetti, le bollette si ma anche tutto il resto, il fatto di essere uno di quelli che l'assurdità di questo paese ci ha insegnato a chiamare privilegiati solo per il fatto di avere un lavoro a mille euro.
Esce di casa, un ragazzo. E come esce quel ragazzo dovrebbe tornare a casa.
Dovrebbe già se questo fosse un paese normale, se si parlasse di queste cose, se discutesse su questo cose.
Un ragazzo esce di casa e non torna più... ha trent'anni... e questo paese fa schifo.

Queste sono cose che non devono apparire, sono vite e morti scomode, che devono rimanre nascoste, perchè qui va tutto bene, qui si sta bene e il silenzio deve accompagnarci,

L'Italia è un paese fondato sulla pelle dei lavoratori.

dal sito http://idiaridelloscooter.blogspot.com/

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