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presa per il culo


Pubblicato da paolo lombardi su www.insertosatirico.com

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L'inno del corpo (elettorale) sciolto

di Lameduck



Ieri il malefico ha nominato i "sondagi", giustificando la mossa antidemocratica e decisamente vigliacchetta di voler togliere la parola agli elettori del referendum antinucleare con la scusa che costoro sarebbero scossi dalla tragedia di Fukushima e quindi si troverebbero più o meno in stato confusionale, con il rischio di rigettare anche il legittimo impedimento che riguarda le sue costose terga. Un comportamento da pischello di sette anni che, siccome il pallone è suo e non vogliono farlo giocare, è disposto perfino a bucarlo e portarselo via.
Abituato a vincere facile e con la roulette truccata più di lui, il piccolo vuole il 2-0 a tavolino. Perché? Perché sa che i referenda li perderebbe e che forse rischia la mutanda piena anche nelle elezioni normali, politiche ed amministrative. 
Lo dimostrerebbero i risultati dei sondaggi condotti dalla Università LUISS, Centro Italiano Studi Elettorali, pubblicati ieri. Manca solo che i media televisivi e cartacei ne diano notizia ma, in presenza di cotanti maggiordomi pietosi che preferiscono lasciare il vecchio all'oscuro e prigioniero dei suoi deliri, lasciamo che siano i blog a riprendere la notizia. (Io l'ho trovata su Facebook).

Come vediamo nel primo grafico, a differenza dei referenda scorsi, che di tendenza attiravano sempre meno elettori fino a non raggiungere il quorum, questa volta, nonostante la domenica di giugno, il mare e tutto il cucuzzaro festivo, un sorprendente 87% di intervistati dichiara di voler andare a votare per i referenda. Quorum assicurato se il risultato dovesse mantenersi tale nella realtà. 
Le intenzioni di voto per tutti e quattro i quesiti sono per il SI, ovvero per l'abrogazione delle leggi relative: ritorno al nucleare, entrata dei privati nel settore dell'acqua pubblica e legittimo impedimento.


Alla domanda se in Italia si dovrebbero costruire nuove centrali nucleari, il69,9% degli intervistati risponde con un no risoluto.


Il 64,3% degli intervistati si dichiara contrario ad affidare la gestione dell'acqua pubblica ai privati.


Infine, riguardo al legittimo impedimento, il 56,5 degli intervistati si dichiara per niente d'accordo con la pretesa dei membri del governo di rinviare i processi a loro carico. Si noti che non viene nominato B. ma si parla in generale di membri del governo. 
Come si dice? En plein?

Alla domanda più generale, se fosse auspicabile reintrodurre l'immunità parlamentare, il 63,7% del campione ha risposto no. Altro segno che i privilegi di casta sono sempre meno graditi dall'elettorato.

E le intenzioni di voto per le elezioni politiche? Per chi voterebbero oggi gli italiani del campione intervistato dal CISE? Anche qui il risultato è abbastanza sorprendente. Il centrosinistra è al 44,1%, il centrodestra al 41,2%.
Non dite a Bersani che rischia di vincere, però. Se no si caca addosso.

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Mi sembrava.

di Wil - nonleggerlo.blogspot


Baci, abbracci, sorrisi, cordialità, zero gaffe e convergenza profonda su tutti i temi, dalla Libia a Lactalis: questo abbiamo visto l'altro ieri, nel sorprendente bilaterale romano tra Berlusconi e Sarkozy. Ecco, diciamo che questa era solo una parte dello spettacolo. Noi non abbiamo visto l'altra, il dietro le quinte, il cuore del vertice, raccontato da alcune fonti del Corriere della Sera ...
... Il capo di Stato francese si sarebbe presentato urlando, arrabbiato per la copertina del 31 marzo di Panorama, testata di Berlusconi ... Sarkozy si è lamentato della descrizione del suo Paese data su molti mezzi di informazione italiani, in particolare del Cavaliere. Attacchi inaccettabili, secondo il presidente della Francia, uomo di destra che dietro le porte chiuse dell'incontro ha elencato al capo del governo e del centro-destra italiano una lista di richieste con toni ultimativi.
Il nostro Premier non solo ha chinato la testa ed accettato tutte le condizioni poste da Sarkò, ma ha preferito spostare l'attenzione su altre tematiche. Nordafrica? Bombardamenti? Nucleare? L'opa su Parmalat?
... Sta di fatto che il presidente del Consiglio italiano ha portato all'ordine del giorno del vertice il Bunga Bunga. Berlusconi si è messo a spiegare la sua versione sull'origine gheddafiana di questa espressione ... Il presidente francese Nicholas Sarkozy è parso in imbarazzo ... Il ministro francese dell'Economia Christine Lagarde, donna elegante con i capelli argentati, si è girata dall'altra parte.

dal sito http://nonleggerlo.blogspot.com/ 

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I SOLITI LIBERISTI CON IL CULO DEGLI ALTRI

di Mazzetta

Nicola Porro prova a scrivere un'ode al liberismo, per convincere i berlusconiani che la Caporetto di Parmalat è una grande vittoria del liberismo del governo liberista.

Peccato che non ci riesca, perché al netto del ridicolo di un dipendente di Berlusconi che cerca di convincere gli italiani che prenderlo in saccoccia è bello e desiderabile, c'è sempre quel sottile dettaglio per il quale il suo datore di lavoro e le sue aziende rappresentano un insulto al liberismo e al liberalismo senza paragone nei paesi sviluppati.
Dettaglio sul quale Porro sorvola necessariamente e dolosamente.

Liberisti sì, ma con il culo degli altri, come al solito
.



dal sito http://mazzetta.splinder.com/

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Folle inferocite

di Debora Billi


Sicuramente non ne avete sentito parlare. L'evento del 16 Aprile scorso, nel grande centro commerciale Porta di Roma, rappresenta sicuramente un'indicazione che qualcosa sta cambiando nel nostro Paese.
Antefatto: un servizio delle Iene racconta che in un negozio di intimo Tezenis del centro commerciale romano, la titolare ha picchiato una giovane commessa che aveva avuto l'ardire di chiedere il pagamento delle ore straordinarie. Calci e pugni chiusa in magazzino, e urla del tipo "Non mi fanno pena neanche i cani, io mi inchino solo al Duce."
In seguito alla denuncia televisiva, non interviene il sindacato, non intervengono le autorità, non interviene la Polizia. Il negozio resta aperto e continua a lavorare come sempre, con le commesse mute e sottomesse e la titolare che imperversa. Ma gli spettatori televisivi, per una volta, decidono di non restare tali: e si organizzano. In pochi giorni, riescono a mettere su un sit in di sabato pomeriggio davanti al negozio incriminato. Nel video qui sotto potete vedere il risultato.
Vi prego di ricordare che qui non si tratta di centri sociali o di disoccupati organizzati. Sono spettatori Mediaset, quelli che periodicamente accusiamo di rimbambimento. Centinaia di cittadini inferociti capaci di far chiudere un negozio, di far cacciare una titolare despota, e di infangare per tutta la Rete un marchio commerciale che ora ha il suo bel daffare per rifarsi l'immagine. La rabbia viscerale espressa nel sit in, e anche nell'affollatissimapagina Facebook, le urla "fascista, fascista", l'organizzazione (riuscita!) di un secondoaffollatissimo sit in il sabato successivo, la determinazione mostrata nel voler punire l'ennesimo cialtrone che sfrutta e sottopaga la gente, stanno a dimostrare che il malessere serpeggiante e finora tenuto a bada sta cominciando ad esplodere.
In Inghilterra succede lo stesso, coi negozianti infuriati che impediscono l'apertura dell'ennesimo Tesco nel loro quartiere, un mall che oltre a far loro concorrenza compra anche oro e preziosi dai clienti indebitati.
Ho detto molte volte che siamo ormai lasciati soli, a vedercela con una realtà sempre più deteriorata dalla crisi. Chissà che non si riesca a dimostrare che da soli riusciamo a farci valere di più.
Forse è per questo, che non ne avete sentito parlare.

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Fukushima forza 7

di Beppe Grillo

L'allarme a Fukushima è arrivato al livello 7. Lo stesso di Chernobyl. Lo ha detto la Tepco. Quando lo denunciavano Greenpeace e altre organizzazioni si poteva dubitare. Ora non più. Fukushima ha acceso la spia di sorpasso rispetto a Chernobyl. Ma dopo il livello 7 che altro c'è? Cosa ci aspetta? C'è un livello 8, un livello 9? Lo sapremo solo vivendo. Un disastro nucleare, ambientale di questa portata non è mai successo nella Storia. Ipotesi verosimili prevedono una contaminazione sempre più estesa verso la grande Tokyo. In questo caso si dovrebbero sfollare 35 milioni di persone. Il Giappone si trasformerebbe in una Nuova Atlantide alla luce del sole. Il nocciolo sta fondendo. Sta penetrando nel terreno e se incontrerà delle falde acquifere esploderà rilasciando nell'aria una nuvola da far impallidire "La Nuvola nera" del romanzo di Fred Hoyle. La nuvola andrà dove la porterà il vento, in Corea e in Cina oppure in California dove sono già state trovate tracce di radioattività nel latte. Fukushima non è un problema dei giapponesi, è un problema dell'umanità. L'ONU ha trovato il tempo per far bombardare la Libia, ma non per affrontare le conseguenze di Fukushima. Il mondo è dominato da lobby a scopo di lucro. Il nucleare rende bene, così bene che Fukushima è scomparso dall'informazione. Non sta bene parlare del morto in casa, fa scappare i clienti e gli inserzionisti, come l'ENI e l'Enel, per fare degli esempi, o il codazzo delle imprese che fa riferimento a Scajola e alla Marcegaglia. Una parte del Giappone è morta per sempre. Fa impressione sentire queste parole: "Per sempre", le sentiamo, ma istintivamente le respingiamo, non ci crediamo. Oggi pubblichiamo un video giapponese, un viaggio nell'Inferno intorno a Fukushima, dove tutto è silenzio, un immenso cimitero nucleare senza segni di vita, per decine e decine di chilometri.

Ernesto Burgio e Angelo Baracca mi hanno inviato una lettera contro le affermazioni di Veronesi, l'irresponsabile sponsor del Pdmenoelle del nucleare, nonché suo ex senatore. Veronesi deve dimettersi dall'Agenzia per la sicurezza nucleare italiana. Lo faccia per noi e per il suo passato.

La sicumera di Veronesi (espandi | comprimi)
L’intervista rilasciata da Umberto Veronesi a La Stampa lascia allibiti per la sicumera con cui il professore si lascia andare ad affermazioni prive di supporto scientifico, rischiando di banalizzare una tematica estremamente complessa e di condizionare con la propria “autorità” l’opinione pubblica, sempre più costretta a subire l’offensiva mediatica della potente lobby nuclearista.

Incidenti nucleari in aumento (anche in Francia) (espandi | comprimi)
E infatti gli incidenti alle centrali sono in aumento in tutti i paesi (altro dato che il Professore evidentemente non conosce o trascura): al punto che persino in Francia, che rappresenta nell’immaginario collettivo il paese del “grande consenso” al nucleare civile e militare, stanno crescendo i dubbi e le ansie, dopo che alcuni sevizi televisivi sono riusciti a divulgare i dati concernenti il quadro preoccupante della contaminazione radioattiva del territorio.

Residui nucleari italiani, una bolletta da 400 milioni all'anno (espandi | comprimi)
E infine il “banale” problema dei residui nucleari, che costa ancora agli italiani 400 milioni di euro l’anno (almeno 10 miliardi dal 1987, e chissà per quanti anni ancora). Come può il professore non sapere che nessun Paese al mondo ha ancora trovato una soluzione per il problema delle scorie nucleari e che depositi geologici sicuri esistono solo nell’immaginazione di alcuni “nuclearisti”; che Yucca Mountain dopo decenni di lavori e milioni di dollari spesi è stato definitivamente accantonato.



dal sito www.beppegrillo.it

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INTA LU CULU AL PIL

di Giorgiofra


Di mese in mese sta aumentando il numero di persone che conosco che hanno iniziato la vera rivoluzione, l'unica che può davvero far crollare il sistema in modo non violento.

Nel momento in cui si sono resi conto che erano oramai diventati degli schiavi ( dello stato, dell'esattoria, dell'ufficio imposte, delle banche, delle finanziarie, dei bisogni futili) e che comunque avevano sostanzialmente perso quel pò che avevano, e che , nell'illusione di non perdere quel poco avrebbero fatto una vita di *** per decenni, hanno preso una decisione drastica.

Hanno deciso di non pagare più nulla. Si sono resi conto che potevano ancora guadagnare quanto gli bastava per vivere dignitosamente ma non abbastanza per far fronte alle richieste sempre più esose dei vari predatori.

Si lasciano pignorare tutto. Nel momento che non hanno più nulla cessano tutte le loro ansie, dormono sonni profondi, si sentono invulnerabili. Riducono al minimo le esigenze, scoprono la cucina povera ma buonissima e sana, affittano una casa piccola e la arredano con l'essenziale, acquistano una macchina usata e la intestano ad altrui. Iniziano a rigodere di nuovo delle loro giornate, hanno ritmi più lenti, rapporti più rilassati e, debbo dire, diventano più buoni e disponibili. Un pò di soldi sotto il materasso non gli mancano mai.
Penso che anch'io opterò per la loro intelligentissima scelta.



dal sito http://www.cobraf.com

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Orafi Vicentini e Borse da 70mila Euro per i Cinesi


  • Il Financial Times ieri aveva un reportage sugli artigiani a Vicenza, gli orafi decimati da una parte e il successo di Bottega Veneta dall'altra. A Vicenza c'erano più di 1.300 artigiani orafi e la concorrenza cinese a basso prezzo nonostante il boom del mercato e del prezzo di oro ed argento che creano più lavoro nel settore nel mondo li ha letteralmente decimati. La metà degli artigiani orafi di Vicenza sono ora disoccupati ed è stato un crollo catastrofico avvenuto un pochi anni da quando nel 2001 si è aperto completamente alla Cina. Poi a parziale compensazione per fortuna c'è il piccolo miracolo delle borse di extra-lusso in pelle da 75mila euro che per ora vengono prodotte solo in Italia appunto a Vicenza e che godono di una forte domanda dai ricchi cinesi. Nonostante costino quasi come una casa queste borse vanno a ruba tra i nuovi ricchi cinesi ed asiatici per cui ci sono assunzioni di artigiani per fare questo lavoro

    In generale però l'Italia sta soffocando lentamente perchè la sua base di artigiani e piccole imprese che le ha dato la ricchezza è strangolata da:

    i) Burocrazia sempre più asfissiante con nuove minuziose regolamentazioni ogni mese spesso imposte e ispirate dalla UE ma anche dal fatto che ci sono 4 milioni di funzionati statali (vedi le Opere Complete di Lanci qui sul forum. Consiglio ad esempio "Dal 31 Dicembre su con le Recchie"

    ii) Tasse sempre più esose che non si evadono più (contrariamente a quello che si racconta) per pagare l'enorme debito pubblico (e con Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna che vengono spremute il nostro turno per un altra stretta sta arrivando velocemente)

    ii) Globalizzazione cioè "arbitraggio" verso il basso del costo del lavoro mondiale nel mercato unico globale avendo aperto il nostro mercato a un miliardo e mezzo di cinesi, indiani, vietnamiti, egiziani.... Un crimine per cui occorrebbe processare i responsabili come a Norimberga. Gli economisti che lo hanno denunciato come il genio Maurice Allais non vengono semplicemente pubblicati, non trovano nemmeno la casa editrice anche quando sono Premi Nobel. Maurice Allais è probabilmente la maggiore mente economica del dopoguerra e non lo hanno tradotto in italiano. Nessuna biblioteca in inglese ne porta i libri e nelle università che contano non ne sanno nemmeno il nome. Perchè ha scritto opere intitolate "Globalization: the destruction of employment and growth. The empirical obviousness che sono tabù. Questo però non è un caso, le tre riviste economiche di lingua inglese che dettano legge non lo nominano e non nominano chi critica la globalizzazione

    iv) la moneta unica, l'Euro, sempre parte della Globalizzazione, che ha fatto salire il cambio della nostra valuta del 20% contro quella cinese dal 2001 e del 28% contro il dollaro. Non c'è una sola valuta asiatica, dollaro taiwanese, won coreano, yuan cinese, dollaro di hong kong, rupia indiana contro cui la nostra valuta non sia salita. Il che è alluncinante se pensi che loro esportano già a costi più bassi per cui se ci aggiungi un altro 10 o 20% di vantaggio sul cambio ti massacrano

    Il filo conduttore di questo lento strangolamnento è la Globalizzazione, un tabù imposto dall'elite globale che domina il discorso intellettuale ed economico totalmente e che non viene nemmeno discusso. Nonostante il peso del debito pubblico, della burocrazia e del sud (in senso lato come mentalita) l'Italia potrebbe caversela. Ma non se viene incastrata nell'euro senza la sua moneta e se è costretta ad aprire ai prodotti della Cina
  • dal sito 
http://www.cobraf.com/

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RINUNCIARE PER RICOMINCIARE – LA SCHIAVITU’ DAL BISOGNO


di Gianni Tirelli
Oltre la Coltre
“Potrai educare tuo figlio nel migliore dei modi e insegnare lui tutto il bene del mondo ma, quel giorno, la fuori, la “bestia liberista” farà carta straccia di tutto il tuo lavoro, impegno e sacrificio.
“E se mai tuo figlio, miracolosamente, dovesse sopravvivere alla “bestia”, allora sarà accusato di complottismo, messo all’indice e alla gogna, come eretico, sovversivo e rivoluzionario, e per lui sarà la fine”.
Lo spettro della povertà e la paura di perdere il posto di lavoro, costringe gli individui, delle società moderne, ad obbedire, senza discutere, agli ordini del padrone che mira, esclusivamente, al suo profitto personale (sempre maggiore), eludendo ogni regola di mercato e principio etico. L’arma di ricatto di un possibile allontanamento dal lavoro, fa precipitare l’individuo in uno stato di prostrazione e frustrazione, alimentato da una totale perdita di dignità e di quel minimo di autonomia, che gli consentirebbe la possibilità di una esistenza più consona ai suoi bisogni reali e alla sua morale.
Questo individuo, ha svenduto, anno dopo anno e pezzo dopo pezzo, la sua autonomia fino all’azzeramento, delegando al Sistema tale incombenza e illudendosi che questi (il Sistema), avrebbe tutelato il suo diritto ad esistere, il suo stato sociale, e ogni suo legittimo bisogno.
Le cose, in verità, stanno diversamente e, il Sistema, consapevole di questo, impone le sue logiche liberticide, relegando l’uomo meccanico dentro una nuova e rivoluzionaria forma di schiavitù, senza catene: la schiavitù dal bisogno.
Gli individui moderni, figli della rivoluzione industriale, abbagliati dai presunti miracoli economici, dall’illusione di un’esistenza più degna e stregati dalle chimere di una propaganda becera, che esaltava le opportunità del nuovo mondo tecnologico e mortificava il lavoro della terra e di tutte le sue ragioni, hanno ceduto al Sistema ogni loro capacità di autosufficienza, in cambio di una vita svuotata da ogni vera gioia, motivo, e futuro.

Il MERCATO ci ha “suggerito” di acquistare azioni, obbligazioni, titoli americani ed altro, ma noi dobbiamo investire in terra, in campi di patate, in uliveti, pecore e maiali.
Lo scollamento radicale dell’uomo dalla terra, è la sola e vera causa della tragedia umana, morale e di civiltà che, presto, esploderà in tutta la sua potenza con tutte le conseguenze del caso.
Quello che chiamano, “IL MERCATO”, in natura non esiste. E’ solo una costruzione giuridica: una mera invenzione!! Alla politica, è dato il compito di essere garante e controllore delle sue regole, e intervenire in maniera pragmatica qualora, queste regole, venissero eluse o violate.
Oggi, in Italia, il Mercato occupa gran parte del nostro parlamento, che controlla, legifera e detta regole in funzione del barbaro interesse dei soliti noti a scapito degli individui, ignoti e ignorati.
Ci vuole, come priorità assoluta, una legge che vieti tassativamente agli imprenditori, di qualsiasi razza e specie, di entrare in politica, e ci toglieremmo così per sempre dalle palle, tutta quella corte di servi e ruffiani scodinzolanti che delegittimano il nostro parlamento e screditano la sacralità della nostra costituzione.
Per tali motivi, non possiamo ridurre la destra a un colore politico o ad un programma di governo; sarebbe ingiusto, poco serio e culturalmente disonesto. “Destra”, significa, imprenditori, industriali, banchieri, finanzieri, faccendieri, Media, TV commerciali, corporazioni, consorterie, lobby e illegalità. Tutta questa brutta cricca, non solo è responsabile della deriva etica è morale del nostro paese ma, da decenni, indisturbata (come se ottemperasse ad un diritto inviolabile), avvelena fiumi, torrenti, laghi, mari, falde e territorio; e questo è un dato di fatto, incontrovertibile e assolutamente non politico.
La pubblicità televisiva, che ad ogni ora del giorno e della notte, si scaraventa, senza bussare, dentro le nostre case, è l’orrendo, scomposto e dissonante vociare di questa gente che, in veste di apprendisti benefattori, cercano in tutti modi di svuotare le nostre tasche in cambio della loro effimera mercanzia. Hanno poi trasformato lo spazio pubblico in un’industria privata, impestando di insegne e manifesti, ogni angolo delle nostre città; e questo è un dato di fatto, incontrovertibile e assolutamente non politico.
Ma l’intento vero di questa moderna e oscura borghesia del profitto (sempre e ad ogni costo), é di fare piazza pulita della cultura, che sia arte, tradizione o letteratura, avvertita come il solo, unico e vero ostacolo al loro piano di omologazione degli individui.
In certe regioni italiane, dove lo stato di diritto è del tutto assente, la criminalità organizzata diventa, paradossalmente, motivo di orgoglio. Nei territori industrializzati, al vuoto di valori e al disagio esistenziale, innescato da gravi patologie nevrotiche, i nostri giovani, compensano emulando certi comportamenti aberranti che, la televisione (e company), propaganda a “tambur battente”, nel nome del dritto all’informazione. Il dilagare dell’antisemitismo e dell’odio per il diverso, nelle democrazie occidentali liberiste, è il frutto marcio proprio di un atteggiamento di questo tipo.
Abbiamo perso la ragione, e quindi la capacità di discernimento e di valutazione delle circostanze. Immaginare, oggi, il programma di sterminio di massa, ideato a tavolino dal nazismo, sembrerebbe folle e impensabile ma, la televisione, rammentandocelo sistematicamente in virtù di una sovra- esposizione mediatica, ne innesca l’emulazione e il fanatismo, agendo sui lati peggiori degli individui, in maniera diametralmente opposta dallo scopo presunto. Questo succede per la droga, la pedofilia, la prostituzione e ogni tipo di nefandezza raccontata in forma epica e spettacolare. La cruda, amara e vergognosa verità, è relativa, a una perdita di valori e principi etici, senza precedenti, che abbiamo anteposto all’indice d’ascolto.
Il battage televisivo, a questo punto, sortisce l’effetto contrario, dando al nazismo un eccesso di visibilità e sdoganandolo come possibile ipotesi futura. La pubblicità televisiva, del resto, riesce a commercializzare prodotti di infimo ordine con la strategia della menzogna ripetuta ad oltranza, sostenuta da un martellante battage pubblicitario, da lavaggio del cervello. Violenza, arroganza, degenerazione, pornografia, morte, follia e ignoranza, sono gli ingredienti fondamentali dei programmi televisivi più visti. Quale stupido, si può meravigliare dell’incremento costante, relativo ai dati sull’antisemitismo, sulla droga, sulla prostituzione giovanile, sull’alcolismo, sugli stupri, e sul bullismo? Tutto ciò, è possibile in quelle società dove, il relativismo, ha fatto della licenza la libertà. Una ben confezionata “pubblicità progresso”, laverà le coscienze di tutti, come una salutare confessione domenicale.
Oggi, stiamo vivendo un momento drammatico sia dal punto di vista, morale, umano, sociale e ambientale. In una tale circostanza è più opportuno e salutare per tutti, non mettere altra benzina sul fuoco, e aspettare tempi migliori, dove società consapevoli (e per questo civili), siano in grado di distinguere il bene dal male e, della storia, fare maestra di vita.
Il Sistema Liberista Relativista, del resto, non è meno terrificante (se pur in forma diversa) del nazismo, anche se per certi versi, ancora più pericoloso e inquietante, sia per dimensioni che per crudeltà. Non esistono anticorpi per contrastare la sua avanzata, ne punti nevralgici da colpire per ferirlo a morte. Questo perché, noi stessi (tutti noi), siamo il Sistema, e la sua disfatta sarebbe la nostra.
C’è sempre un modo per uscire dalle crisi, oscurantismi e dalle derive socioculturali, catastrofi ambientali, innescati dai comportamenti umani. Oggi, il declino etico e di valori, che ipoteca il futuro delle nostre moderne società, ci appare irreversibile e, le misure per contrastarlo, insufficienti e inadeguate. Ci affidiamo a strumenti e soluzioni (palliativi di facciata), che peggiorano ulteriormente la nostra già precaria condizione, e rischiano di farla precipitare verso un punto di non ritorno. Ci sentiamo smarriti e inermi di fronte a tutto questo e, nel frattempo, un fiume inarrestabile di petrolio, proveniente dal fondo di un oceano, contamina e distrugge ogni forma di vita, ipotecando il futuro dell’umanità. Le centrali nucleari sono bombe ad orologeria che, presto o tardi, esploderanno sulle teste dei nostri figli!!
Si, tutto sembra oramai fuori controllo e privo di senso, a tal punto, che anche la più ingenua speranza ha per sempre disertato il cuore degli uomini.
In una situazione globale come quella attuale, non c’è più tempo per il retorico e sterile chiacchiericcio o ipotetiche contromisure, ma di un’azione forte, pragmatica e di radicale e totale riconversione del Sistema. L’uomo moderno deve riappropriarsi delle vere ragioni e in un moto di orgoglio, abbandonare per sempre le subdole e seducenti chimere di un liberismo selvaggio e schiavista, e scrollarsi di dosso ogni subdola dipendenza e insulsa comodità. Rinunciare per ricominciare. Questo dovrà essere il solo ed ultimo slogan dell’uomo di questo secolo nefasto.
Il liberismo relativista (all’opposto del concetto di verità e di giustizia sociale), non è l’ascesa verso la vetta assolata di una montagna incantata, ma il precipitare dentro il buio profondo di un baratro del quale, oggi, abbiamo toccato il fondo.
Per questo, parlare di crescita e di sviluppo, è indicativo della stupidità degli uomini, e del loro livello di consapevolezza. Perché le cose cambino per il meglio, l’umanità deve risalire velocemente la china di questo baratro e, finalmente “con i piedi per terra”, recuperare i valori etici, i principi e i parametri imperituri che, da sempre, hanno contraddistinto l’essere umano.

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Possedere un'auto


di Peppe Carpentieri
Il 7 gennaio 2011 ero fermo nel traffico, all’altezza di Roma, in autostrada A1. In un pomeriggio assolato, alle 16:15 un Ford Transit, guidato da un individuo in stato ebbrezza, si evince dal verbale della polizia stradale, mi tampona distruggendo la mia auto: Ford Fiesta 1.8 TD.
Il destino ha voluto che vivessi ancora, ho riportato danni biologici ma sono vivo.
L’auto è stata demolita ed ho fatto un paio di calcoli su quanto costi possedere un’auto per 10 anni. L’anno 2001 acquisto auto nuova dando in cambio la vecchia Fiesta: ricordo a memoria, spesi circa €9000. Volete sapere quanto costa l’assicurazione? Dal 2001 al 2010 ho speso €12000 di premi assicurativi. Nel 2001, il primo anno – in 14 classe - ho pagato €1542 annui, poi nel 2010 - 5 classe – pagavo €967 (senza il furto). Ho conservato anche le fatture di tutti i tagliandi di controllo e manutenzione, costo totale €3724,24. L’auto a diesel aveva percorso 176581 Km e fatto il calcolo di spesa media dedotta considerando anche la variazione prezzi del diesel ed il “tracciato” risultano €9530.
Aver avuto un’auto diesel 1.8TD per 10 anni mi è costato: €34254,24.
Cosa dimostrano questi costi? Possedere un auto è un sacrificio che i cittadini possono evitare se ognuno di noi si rendesse conto di quanto spende per avere un mezzo inquinante.
Lo Stato deve assolutamente intervenire per diminuire l’uso dei mezzi in circolazione e sostituire tutti i motori a combustione con quelli elettrici, obbligando le SpA che inquinano: chi inquina paga.
Una città civile con un serio piano di mobilità sostenibile dovrebbe partire da questa filosofia: prima cammino, poi in bici e poi coi mezzi quindi: chilometri di piste ciclabili, bike e car-sharing elettrico, parcheggi scambiatori e mezzi pubblici ecologici, ecco questa è una proposta pratica per disincentivare l’acquisto di auto nuove poiché si tratta di una mobilità integrata a sostegno del pedone e non dell’obsoleta automobile. Se nel 2001 la mia città fosse stata dotata di mezzi ecologici alternativi, con un abbonamento annuo di €150 avrei potuto risparmiare €2498/annui per spenderli, magari, in viaggi interessanti, libri o benessere fisico, invece no ho prodotto solo danni ambientali. Avrei risparmiato tonnellate di CO2 equivalenti ma soprattutto non avrei immesso nanoparticelle nell’atmosfera che possono far insorgere cancro e neoplasie.
Immaginate le famiglie dove hanno un auto a testa: il padre, la madre ed i due figli.
Da gennaio cammino a piedi o in bicicletta, uso il treno se devo cambiare città o il pullman se piove. Sto pensando di comprare un auto ecologica usata mentre le auto elettriche nuove costano intorno ai €33000, somma proibitiva, quindi sto pensando ad un’auto a metano. Sto ancora pensando se comprarla o meno poiché i costi di gestione sono alti (premi assicurativi e tagliandi di controllo) mentre il metano è decisamente meno inquinante dei derivati del petrolio (benzina, diesel e GPL) ed anche molto meno costoso, €/kg.
Nel 2011 comprare un’auto nuova non conviene. Se fossimo in un Paese normale il Parlamento introdurrebbe gli incentivi per sostituire i motori a combustione e non per le auto nuove. Ma purtroppo i Governi sono a servizio delle SpA e non dei popoli. E’ tempo di democrazia diretta!

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NO ALL’EUROPA DELLE BANCHE E DELLE GUERRE COLONIALI!

di Liliana Gorini


“Mi chiedo se davvero abbia senso restare in questa posizione, continuare a far parte dell’UE, un’istituzione che si attiva subito per salvare le banche e dichiarare guerra, ma quando c’è da esprimere solidarietà concretamente a un paese in difficoltà come oggi è l’Italia si nasconde”. Così ha dichiarato l’11 aprile il ministro Maroni, immediatamente richiamato all’ordine dal Presidente Napolitano, secondo il quale l’Europa non si tocca. Ma la domanda di Maroni è del tutto legittima, e deve aiutarci a puntare l’attenzione sui problemi più fondamentali dell’Unione Europea: l’imposizione di una politica economica lacrime e sangue stile FMI che non aiuta, ma peggiora, la situazione, e una struttura istituzionale in cui i poteri forti riescono facilmente ad utilizzare l’Unione per giustificare le loro politiche decise a tavolino.
Anche l’economista Paolo Savona, ex ministro dell’Industria nel governo Ciampi e oggi presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, pur non lasciandosi trascinare dall’emotività del momento, si è espresso criticamente nei confronti di questa Europa, ben diversa dall’Europa della libera circolazione di persone e capitali che si era auspicata all’inizio: “L’Unione Europea” afferma Savona in un’intervista a L’Occidentale, “è scivolata sempre più verso una ‘governance delle regole’ la quale, di per sé, è ricattatoria. Guardiamo a quello che è accaduto con Grecia, Irlanda e Portogallo: se un paese membro UE si trova in difficoltà e vuole che lo si aiuti, deve accettare i vincoli che gli vengono imposti, che peraltro peggiorano la loro situazione”.
Hanno ragione sia Maroni che Savona a dirsi scettici sulle istituzioni europee. Come il nostro movimento ribadisce da anni, opponendosi al Trattato di Maastricht ed al Trattato di Lisbona imposti con la forza a numerose nazioni europee recalcitranti, tra cui l’Irlanda, un’Europa all’insegna dei “salvataggi bancari” a spese dei contribuenti, sempre pronta a favorire chi ha provocato la crisi con la speculazione finanziaria, sul petrolio e sulle materie prime, ma assolutamente sorda alle esigenze dei meno ricchi, incluse le popolazioni del Nord Africa che fuggono dalla povertà e dalla guerra, è bel lontana dall’”Europa delle patrie” che auspicarono De Gaulle e De Gasperi. È l’Europa delle guerre coloniali, come la guerra voluta da Sarkozy e Cameron in Libia per appropriarsi delle materie prime, mettendo fine alla politica anti-coloniale di Mattei e dell’ENI. È l’Europa della Banca Centrale Europea, che ammette candidamente, nella persona del suo presidente Trichet, che potrebbe benissimo prendere misure per vietare la speculazione in materie prime e derrate alimentari, ma non ha alcuna intenzione di farlo (vedi “Pur ammettendo di poter agire contro la speculazione, il vanesio Trichet fa l’ignavo”). Pur sapendo benissimo che la speculazione sulle derrate alimentari è una delle cause delle rivolte nel Nord Africa, perché la gente non può più permettersi anche generi di prima necessità come il pane ed il riso, i cui prezzi vanno alle stelle a causa della speculazione, come ha ribadito più volte anche il ministro dell’Economia Tremonti. Ma secondo Trichet e l’Unione Europea, il diritto degli hedge funds a speculare è molto più importante del diritto alla vita dei cittadini tunisini che vorrebbero cercare fortuna in Francia o Germania, e vengono bloccati al confine pur essendo dotati di un permesso di soggiorno temporaneo che consentirebbe loro il “ricongiungimento familiare” coi loro parenti in questi paesi. Pur sapendo benissimo che gli sbarchi a Lampedusa sono solo il primo atto di un’ondata ben più grande, che includerà 15.000 libici che Gheddafi è pronto a mandare in Italia allo scopo di destabilizzarla, creando una situazione insostenibile per il nostro paese, l’Europa risponde sistematicamente “no” a tutti gli appelli alla condivisione di questo problema, che non è certamente un problema solo italiano.
Come abbiamo scritto sul nostro sito, e in numerose proposte per lo sviluppo del Nord Africa (vedi“Infrastrutture per impedire l’esodo biblico dal Nordafrica”), le misure da prendere per far fronte all’emergenza immigrazione vanno ben oltre i permessi di soggiorno temporanei o le tendopoli. Occorrerà un Piano Marshall per lo sviluppo del Nord Africa, che consenta alle popolazioni di questi paesi di restare dove sono, e partecipare allo sviluppo del loro paese, a partire dallo sviluppo infrastrutturale ed idrico, con progetti concreti come il progetto Transaqua ed altri progetti, come il “Progettoafrica” dell’ENEA per la bonifica del deserto del Sahara, o il tunnel tra la Tunisia e la Sicilia, per il trasporto di merci, progetti che potrebbero dar vita ad una ripresa economica sia nel Nord Africa che nel nostro paese. Occorreranno misure concrete per fermare i trafficanti di persone, una vera e propria mafia ricca di mezzi e violenta, come abbiamo visto dai servizi dalla Tunisia. Tale Piano Marshall costerebbe pochi spiccioli rispetto ai megasalvataggi bancari dell’UE. Basterebbe solo il 10% del Fondo di Salvataggio UE (EFSF, in futuro ESM).
Occorreranno accordi con i governi di questi paesi (Tunisia, il governo provvisorio a Bengasi in Libia, e tutti i paesi del Maghreb) per poter distinguere tra i migranti che cercano fortuna in Europa, gli evasi e i potenziali terroristi mandati da Gheddafi a fini di destabilizzazione.
Se l’Europa dirà finalmente “sì” ad un Piano Marshall per lo sviluppo del Nord Africa, invocato anche dai ministri Maroni e Frattini, avrà senso restare nell’Unione Europea. In caso contrario sarà meglio uscirne.

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Poltrone e sofà


Italia, land of opportunity. Non c’è solo la giovane Nicole Minetti che, in attesa di ascendere alla poltrona più alta della Farnesina, si esercita nella creazione di albi professionali (a breve anche quello, nuovissimo, di lap dancer in villa). Né c’è solo la più attempata Maria Grazia Siliquini, che ha appena opposto il gran rifiuto a lasciare il parlamento per entrare nel consiglio d’amministrazione di Poste italiane, azienda la cui complessità la Siliquini peraltropadroneggiava agevolmente.
Tra i ranghi dei Responsabili (il gruppo parlamentare che plasticamente rappresenta il disfacimento della politica italiana e quello del suo istrione in capo, Silvio Berlusconi, tanto più numericamente blindato quanto più politicamente castrato – tranne che per sue personalissime esigenze), si annida Antonio Razzi, il multicrinito chietino eletto nel collegio estero di Lucerna con l’Italia dei Valori di Tonino Di Pietro (l’uomo che ha un’innegabileexpertise nella selezione del proprio personale politico). Intervistato ieri l’altro da Danilo Scarrone per il Tg3, nel bel mezzo delle votazioni per il processo breve a cui i Responsabili hanno partecipato con grande impegno (“perché c’è la guerra in Libia e l’immigrazione dalla Tunisia, la crisi economica e non possiamo andare a votare ora”), alla domanda “Adesso che lei è qui a votare per la maggioranza, cosa si aspetta?”, ha risposto: “Un incarico di governo”. Ed alla successiva domanda: “Va bene, ma quale incarico? Cosa preferirebbe?”, ha replicato: “Non importa, basta che vado al governo”.
Perché le competenze specialistiche sono tutto, nelle società complesse.

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Feltri: “Il PdL? Una banda di arrivisti”

di Tommaso Caldarelli


Ma questo Vittorio Feltri, dov’era stato in tutti questi anni? Sepolto fra i berlusconismi corazzati del Giornale? Un vero peccato: poteva uscirsene prima, tutte le risate che ci ha fatto perdere non glieleperdoniamo. Però fa niente, l’importante è che ora il Vittorio Feltri fuori dalle righe non le mandi a dire a nessuno. Avete letto cosa scrive oggi sul PdL, sul suo futuro e sulla sua genesi? Nello spiegarci perchè Silvio Berlusconi, in realtà, non lascerà mai la presa; e il perchè la sua uscita su AngelinoAlfano futuro leader è niente più che una boutade propagandistica, il Vittorio nazionale ci spiega la suaopinione sul partitone di centrodestra.
Il Pdl non è un partito tradizionale. Non è neppure un partito. È un gruppo di persone impegnate a interpretare (male) le intuizioni del Principe nella speranza di non deluderlo e di ricevere un premio sotto forma di cariche e onori. Insomma il berlusconismo è uno stato d’animo, non una macchina politica. E reggerà finché il Principe sarà attivo, poi o si squaglierà o si trasformerà in qualcos’altro.
Niente partito: una corte di yesmen proni ad ogni desiderio del principe, col solo intento di ricevere qualche prebenda. Davvero un Vittorio Feltri fuori dalle righe.