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Da leggere al bisogno.


Al peggio non c'è mai fine.
Reclamizzato da spot su Mediaset, è uscito uno sconcertante libro
sul peggior premier degli ultimi 1500 anni. "Noi amiamo Silvio" ... ma noi chi ???















dal sito www.enteroclisma.blogspot.com

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Le "discutibili" ragioni di chi spinge per gli OGM

Guardate un pò cosa ha il coraggio di scrivere questo signore contro la decisione del ministro Zaia di opporsi alla sentenza del Consiglio di Stato che autorizza le coltivazioni OGM in Italia. Una bella infornata di cagate, talmente forzate che mi viene difficile non pensare che dietro la mano dell'autore ci sia qualche grosso "portafoglio".

A prescindere dalla provenienza politica di Zaia, questa volta sono d'accordo con lui, e la decisione di opporsi alla diffusione degli ogm è sacrosanta.
E sono abbastanza convinto che sono dalla parte di Zaia la maggior parte dei cittadini e degli agricoltori italiani.

Ricordiamoci che i principali fautori delle biotecnologie ogm sono le multinazionali che brevettano le sementi, e le grosse aziende latifondiste italiane.
Lo sapevate che esistono ancora i latifondi in Italia? Ci sono delle aziende agricole enormi, anche di migliaia di ettari, che spesso impattano sul territorio con criteri più industriali che agricoli, badando solo a massimizzare il profitto e perdendo di vista la naturale funzione di tutela del territorio dell'agricoltura tradizionale.

Vogliamo forse sacrificare una delle pochissime risorse sfruttabili rimaste al nostro disgraziato paese, cioè le nostre produzioni agricole tipiche e di qualità, per arricchire ulteriormente i soliti papponi arraffatutto??

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Un referendum nazionale contro il ritorno al nucleare deciso dal Governo

Non solo un referendum per abolire la caccia. Anche un referendum nazionale contro il ritorno al nucleare deciso dal Governo. Qualcosa si muove in questo senso: si raccolgono adesioni, si va verso la formazione di un comitato promotore.

C’è ancora tanta strada da fare, ovvio, ma la mia sensazione personale è che il fronte antinucleare vincerebbe, e che soprattutto verrebbe – stavolta sì! – superato il quorum.

Il referendum contro il nucleare si sta coagulando on line. Ecco chi lo tiene a battesimo, come si può aderire e la “road map”.

L’idea del referendum nazionale contro il nucleare fa capo al Coordinamento cremonese per il risparmio energetico e per le energie rinnovabili alternative al nucleare. Ne fanno parte AmbienteScienze, ACLI, Amici della Terra, Arci, C.G.I.L., Legambiente, Movimento Federalista Europeo, Rete Lilliput.

Ha trovato spazio su Welfare Cremona, che fa parte di Welfare News, un portale nato per dar voce ai valori della solidarietà, delle pari opportunità e dei diritti alla persona.

I quesiti referendari sono ancora da formulare. Redigere i testi non è affare semplice e ci vogliono degli esperti: ricordate il tenore delle domande scritte sulle schede in occasione degli ultimi referendum?

In ogni caso si vuole fare in modo che “nessun soggetto politico o associativo pretenda di partire per primo o di mettere il proprio cappello sull’iniziativa”.

Si vuole anche cercare “la più ampia possibilità di convergenza e di collaborazione tra associazioni ambientaliste, organizzazioni sociali, forze politiche ed economiche” che a livello nazionale dovrebbero dar corpo alla campagna referendaria.

Il comitato promotore del referendum, dice ancora la dichiarazione di intenti, dovrà auspicabilmente formarsi prima delle elezioni regionali previste per la fine di marzo: com’è noto, ben sapendo che la maggioranza degli italiani non vuole il nucleare (o almeno, non lo vuole vicino a casa), il Governo non renderà noti prima delle elezioni regionali i luoghi in cui sorgeranno le centrali nucleari.

Per adesso sono on line un gruppo su Facebook e una petizione “per sollecitare la definizione di una strategia referendaria nazionale efficace e condivisa” contro il ritorno al nucleare. La si sottoscrive inviando un’email a aderiscopetizione@welfareitalia.it . Io l’ho fatto.

dal sito http://www.blogeko.it

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Invece di chiudere Termini Imerese...

di Debora Billi

..."facciamo come gli americani". E' una frase che piace a tanti, sempre pronti ad imitare gli USA. Tranne, ovviamente, per le cose buone: quelle lasciamole a loro, mentre noi ci teniamo le nostre pessime e collaudate usanze.

Così, mentre noi ci si stende a zerbino nella speranza che Santa Madre Fiat ci faccia la grazia e tenga aperta Termini Imerese, in cambio magari di altri congrui incentivi da papparsi prima di chiudere definitivamente, cosa fa Obama? E' alle prese con lo stesso problema: auto in crisi, industrie che chiudono, lavoratori che finiscono a spasso e incentivi da elargire. Ebbene, Obama fa una cosa ovvia: elargisce incentivi alla Nissan (azienda non americana) perché costruisca auto elettriche sul suolo USA con operai USA.

Il governo americano ha allungato alla Nissan ben 1,4 miliardi di dollari per modernizzare ed adeguare l'impianto del Tennessee, destinato a produrre l'elettrica Leaf. Risultato? 150.000 auto elettriche l'anno e ben 1300 posti di lavoro in più.

Cosa aspettiamo a "fare come gli americani"?

dal sito http://petrolio.blogosfere.it

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Poveri italiani: solo 3 su mille con 150mila euro di reddito

E' una follia!

Insulti e imprecazioni sono ben accetti nello spazio commenti!


Sono dipendenti e pensionati che arrivano a dichiarare cifre del genere: i dati dell’Agenzia delle entrate sui redditi 2008. Che disegnano un paese talmente misero da non sembrare vero

Solo un contribuente su tre guadagna più di 150 mila euro l’anno. Questo 0,3% più ricco del Paese, che è rappresentato da 149 mila persone, è formato in prevalenza da lavoratori dipendenti e pensionati: tra i lavoratori autonomi o con redditi da terreni o fabbricati, infatti, solo 20.400 hanno dichiarato nel 2008 più di 150 mila euro. Questo è quanto emerge dai dati dell’Agenzia delle Entrate relative alle dichiarazioni dei redditi 2008 pubblicati in un articolo del Corriere della Sera a firma Enrico Marro.

POVERI IN CANNA - I contribuenti che hanno denunciato redditi da lavoro dipendente per l’anno d’imposta 2008 sono stati poco più di 21 milioni. Il reddito medio dichiarato è stato di 21.660 euro (1.805 euro al mese), l’1,12% in più rispetto al 2007 ma meno dell’inflazione che nel 2008 è stata del 3,3%. I redditi dei 15 milioni di pensionati, in media pari a 17.070 euro (1.422 euro al mese), sono cresciuti del 2,15%. La maggior parte dei lavoratori dipendenti si concentra tra 10 e 50 mila euro, ma ci sono circa 5,2 milioni di contribuenti sotto i 10 mila euro. Anche per quanto riguarda i pensionati, il gruppo maggiore, con 9 mln di persone, si trova tra 10 e 50 mila euro, ma quelle che stanno sotto 10 mila euro sono ben 5,7 mln. Dalle tabelle dell’Agenzia emerge inoltre che per quanto riguarda i professionisti tra il 2007 e il 2008 i redditi sono cresciuti in media del 3,3%. Hanno sofferto, invece, artigiani e commercianti che l’anno scorso hanno dichiarato un reddito medio di 17.977 euro, pari a 1.498 euro al mese, appena sopra quello dei pensionati, e solo lo 0,65% in più di quanto avevano dichiarato nel 2007.

dal sito http://www.giornalettismo.com

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La verità su B. raccontata dal suo ex avvocato

di Alessandro Gilioli

«Conosco bene il modo con cui Berlusconi chiede ai suoi legali di fare le leggi ad personam, perché fino a pochi anni fa lo chiedeva a me. E, contrariamente a quello che sostiene in pubblico, con i suoi avvocati non ha alcun problema a dire che sono leggi per lui. Per questo oggi lo affermo con piena cognizione di causa: quelle che stanno facendo sono norme ad personam».

Carlo Taormina, 70 anni, è stato uno dei legali di punta del Cavaliere fino al 2008, quando ha mollato il premier e il suo giro – uscendo anche dal Parlamento – a seguito di quella che lui ora chiama «una crisi morale». Ormai libero da vincoli politici, in questa intervista a Piovonorane dice quello che pensa e che sa su Berlusconi e le sue leggi.

Avvocato, qual è il suo parere sulle due norme che il premier sta facendo passare in questi giorni, il processo breve e il legittimo impedimento?
«La correggo: le norme che gli servono per completare il suo disegno sono tre. Lei ha dimenticato il Lodo Alfano Bis, da approvare come legge costituzionale, che è fondamentale».

Mi spieghi meglio.
«Iniziamo dal processo breve: si tratta solo di un ballon d’essai, di una minaccia che Berlusconi usa per ottenere il legittimo impedimento. Il processo breve è stato approvato al Senato ma scommetterei che alla Camera non lo calendarizzeranno neanche, insomma finirà in un cassetto».

E perché?
«Perché il processo breve gli serve solo per alzare il prezzo della trattativa. A un certo punto rinuncerà al processo breve per avere in cambio il legittimo impedimento, cioè la possibilità di non presentarsi alle udienze dei suoi processi e di ottenere continui rinvii. Guardi, la trattativa è già in corso e l’Udc, ad esempio, ha detto che se lui rinuncia al processo breve, vota a favore del legittimo impedimentoı».

E poi che succede? Che c’entra il Lodo Alfano bis?
«Vede, la legge sul legittimo impedimento è palesemente incostituzionale, e quindi la Consulta la boccerà. Però intanto resterà in vigore per almeno un anno e mezzo: appunto fino alla bocciatura della Corte Costituzionale. E Berlusconi nel frattempo farà passare il Lodo Alfano bis, come legge costituzionale, quindi intoccabile dalla Consulta».

Mi faccia capire: Berlusconi sta facendo una legge – il legittimo impedimento -che già sa essere incostituzionale?
«Esatto. Non può essere costituzionale una legge in cui il presupposto dell’impedimento è una carica, in questo caso quella di presidente del consiglio. Non esiste proprio. L’impedimento per cui si può rinviare un’udienza è un impegno di quel giorno o di quei giorni, non una carica. Ad esempio, quando io avevo incarichi di governo, molte udienze a cui dovevo partecipare si facevano di sabato, che problema c’è? E si possono tenere udienze anche di domenica. Chiunque, quale che sia la sua carica, ha almeno un pomeriggio libero a settimana. Invece di andare a vedere il Milan, Berlusconi potrebbe andare alle sue udienze. E poi, seguendo la logica di questa legge, la pratica di ottenere rinvii potrebbe estendersi quasi all’infinito. Perché mai un sindaco, ad esempio, dovrebbe accettare di essere processato? Forse che per la sua città i suoi impegni istituzionali sono meno importanti? E così via. Insomma questa legge non sta in piedi, è destinata a una bocciatura alla Consulta. E Berlusconi lo sa, ma intanto la fa passare e la usa per un po’ di tempo, fino a che appunto non passa il Lodo Alfano bis, con cui si sistema definitivamente».

Come fa a esserne così certo?
«Ho lavorato per anni per Berlusconi, conosco le sue strategie. Quando ero il suo consulente legale e mi chiedeva di scrivergli delle leggi che lo proteggessero dai magistrati, non faceva certo mistero del loro scopo ad personam. E io gliele scrivevo anche meglio di quanto facciano adesso Ghedini e Pecorella».

Tipo?
«Quella sulla legittima suspicione, mi pare fossimo nel 2002. Gli serviva per spostare i suoi processi da Milano a Roma. Lui ce la chiese apertamente e noi, fedeli esecutori della volontà del principe, ci siamo messi a scriverla. E abbiamo anche fatto un bel lavoretto, devo dire: sembrava tutto a posto. Poi una sera di fine ottobre, verso le 11, arrivò una telefonata di Ciampi».

Che all’epoca era Presidente della Repubblica.
«Esatto. E Ciampi chiese una modifica».

Quindi?
«Quindi io dissi a Berlusconi che con quella modifica non sarebbe servita più a niente. Lui ci pensò un po’ e poi rispose: “Intanto facciamola così, poi si vede”. Avevo ragione io: infatti la legge passò con quelle modifiche e non gli servì a niente».

Pentito?
«Guardi, la mia esperienza al Parlamento e al governo è stata interessantissima, direi quasi dal punto di vista scientifico. Ma molte cose che ho fatto in quel periodo non le rifarei più. Non ho imbarazzo a dire che ho vissuto una crisi morale, culminata quando ho visto come si stava strutturando l’entourage più ristretto del Cavaliere.

A chi si riferisce?
«A Cicchitto, a Bondi, a Denis Verdini, ma anche a Ghedini e Pecorella. Personaggi che hanno preso il sopravvento e che condizionano pesantemente il premier. E l’hanno portato a marginalizzare – a far fuori politicamente – persone come Martino, Pisanu e Pera. E adesso stanno lavorando su Schifani».

Prego?
«Sì, il prossimo che faranno fuori è Schifani. Al termine della legislatura farà la fine di Pera e Pisanu».

Ma mancano ancora tre anni e mezzo alla fine della legislatura…
«Non credo proprio. Penso che appena sistemate le sue questioni personali, diciamo nel 2011, Berlusconi andrà alle elezioni anticipate».

E perché?
«Perché gli conviene farlo finché l’opposizione è così debole, se non inesistente. Così vince un’altra volta e può aspettare serenamente che scada il mandato di Napolitano, fra tre anni, e prendere il suo posto».

Aiuto: mi sta dicendo che avremo Berlusconi fino al 2020?
«E’ quello a cui punta. E in assenza di un’opposizione forte può arrivarci tranquillamente. L’unica variabile che può intralciare questo disegno, più che il Pd, mi pare che sia il centro, cioè il lavorio tra Casini e Rutelli. Ma se questo lavorio funzionerà o no, lo vedremo solo dopo le regionali».


dal blog http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it

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Emblematico seppur non del tutto rappresentativo

della serie "Vai avanti tu che mi vien da ridere!"

dal sito www.metilparaben.blogspot.com



Andare a curiosare tra i commenti inviati ai vari blog e siti riconducibili ai movimenti politici è sempre di sicuro interesse (vedi Polverini). Questa notte, complice l'insonnia, è stato il turno dello "Spazio Azzurro" del sito del Popolo Delle Libertà, da sempre fonte di sicura ispirazione. I commenti sotto riportati -che assicuro non essere frutto di fantasia- potrebbero spingere magari anche voi a farci un salto.

da: antonio
con quale coraggio si può votare a sinistra se non sanno neanche l'italiano e non capiscono le frasi dette ansi le capovolgono pur di parlare a vampera
da: Antonino
la desuccapazione non è colpa di questo governo ma d'altri e scioperi inutili se non vi fosse stato questo governo i desoccupati sarebbero stati il doppio sens'altro
da: ADEGUIAMOCI
in tutta europa gli immigati,hanno provocato la nascita di partiti nazionalisti,razzisti e xenofobi.sono piu' furbi di noi ?che aspettiamo ?
da: NON SI PUO' DIRE..
quante delle malattie nuove,sconosciute,di ritorno ,sono dovute alla presenza di immigrati clandestini malati,non vaccinati ?PERCHE' NON SE NE PARLA ?
da: Da ex MSI
pRESIDENTE bERLUSCONI QUELLI CHE REMANO COTRO IN PRIMA FILA FINI CON AIUTO NASCOSTO CASINI, CREANO PROBLE.I PDL E LAZIO/PUGLIA DOPO ELE.FAREMO I CONTI!
da: Massimo Micozzi
Raccogliamo i voti anche in Svizzera, non sottovalutiamo la potenza di questa nazione...
da: MAS
BERLINGUER è indicato come politico integerrimo, ma prendeva o non prendeva i soldi dai nostri nemici URSS! E in caso di conflitto da che parete sarebbe stato???!!
da: agli amici spazio2
Tutti i diffamatori del presidente Berlusconi dovrebbero essere denuciati per attentato al voto degli Italiani. FINI ERA MEGLIO CHE STAVI ZITTO PESSIMA FIGURA
da: LEONE SABINO
A QUESTO PUNTO VOGLIAMO DEDICARCI AGLI OVER 50 E IN PARTICOLARE AI GIOVANI
da: Marcuse
Per evitare processi fasullu contro gli avverasri politici (chiunque) basta sottrar- re alla magistratura l'imprimatur dell'azione penale e darla alla polizia. Fine
da: PAZZI SCATENATI
qui sta passando il folle messaggioche,chi ha lavorato un po' in italia,poi non se ne va piu'.va integrato,mantenuto egli diamo pure cittadinanza e voto.CHI PAGA ?
Il mio preferito:
da: GiovanniSP
Caro Silvio!Non dare importanza al Tuo aspetto esteriore!!A noi piace quello che hai dentro,i tuoi nobili sentimenti e anche la ferita sul viso come un vecchio leone!.
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Odio e amore ai tempi di Feltri

Lo ammetto, quando sono arrivato alla fine dell'articolo ho provato una certa goduria!

di Massimo Fini

Da quando il Cavaliere ha lanciato, sia pure ancora solo nella sua fertile fantasia, il “Partito dell’Amore” la parola d’ordine di tutti i berluscones è: odio. Autoproclamarsi "Partito dell’Amore" è già una dichiarazione di odio. Se io infatti sono dalla parte dell’Amore tutti quelli che mi sono contrari cosa possono essere se non dei seguaci del partito dell’odio? Ma lasciamo perdere, non voglio trascinare i berluscones in una seduta di psicanalisi.

Vittorio Feltri, cui è stata indirizzata nei giorni scorsi, e peraltro recapitata a un indirizzo sbagliato, una busta contenente una misteriosa polverina bianca, addebita questo gesto intimidatorio, assieme all’attentato di Tartaglia e al fermo di un tipo che si aggirava nei pressi di una delle abitazioni di Berlusconi, al "clima d’odio" che si è creato in questo paese ad opera di coloro che si oppongono al Cavaliere.

Scrive Feltri: “Questo comunque è il bel clima che si è creato in Italia negli ultimi anni grazie al contributo di tanti odiatori professionali. Ciascuno porta il suo sassolino ‘odioso’ e presto avremo davanti agli occhi una montagna di odio e a quel punto ci accorgeremo che è troppo tardi per evitare un funerale”. Insomma un "delitto Matteotti" alla rovescia. Vittorio Feltri, che è sempre stato un giornalista di battaglia e che ha sempre usato, e usa, toni forti e molto spesso violenti, dovrebbe avere la cortesia di spiegarci oltre quale limite la critica diventa odio.

Il Codice penale come limite alla libertà di espressione non contempla l’odio, ma l’ingiuria, la diffamazione e la calunnia. E allora, essendo l’odio un sentimento, e come tale non misurabile, come facciamo a regolarci? Tutto ciò che è ostile a Berlusconi può essere odio. Anche il Palavobis, i "girotondi", il grande raduno di piazza San Giovanni di qualche anno fa che raccolse un milione di persone, non certo tutte di sinistra, contro le leggi “ad personam” e che si svolsero sempre nel modo più pacifico e controllato, senza il bisogno di ambigui "servizi d’ordine", sono stati bollati come “manifestazioni di odio” non solo da Pierluigi Battista ma dal ben più autorevole Marco Barbone, uno degli assassini di Walter Tobagi, che scriveva: "I girotondi costituiscono, che gli piaccia o no, il milieu culturale al cui interno una scelta sciagurata come la lotta armata trova appoggio, silenzio, conformismo omertoso di stampo mafioso" (Quotidiano Nazionale, 29/3/2002).

E così siamo sistemati. È fin troppo evidente che la categoria dell’odio serve per zittire ogni critica al manovratore, col ricatto di essere i mandanti morali di qualsiasi cosa accada allo stesso manovratore o ai suoi fedeli. Se si accetta questa intimidazione anche quel poco di libertà di stampa che è rimasta in Italia ha chiuso. Io non accetto la categoria dell’odio.

Ma visto che i berluscones ci trascinano per i capelli mi metterò sul loro stesso piano. Il più grande seminatore d’odio in questi anni è stato proprio Silvio Berlusconi. Non più di qualche giorno fa ha chiamato ‘plotone d’esecuzione’ i magistrati di Milano, dichiarazione che ne segue infinite dello stesso tenore. Sono manifestazioni d’amore? Qualche mese fa, da Praga, ha bollato come "farabutti" tutti coloro che nei giornali, nelle tv, in Parlamento gli sono ostili. Sono dichiarazioni d’amore? Tempo addietro definì "criminali" Luttazzi, Travaglio e Freccero.

Sono manifestazioni d’amore? Di Di Pietro disse "è un uomo che mi fa orrore". È una dichiarazione d’amore? In terra di Spagna, a proposito di Mani Pulite, parlò di "guerra civile", così evocandola. Ma soprattutto ha spaccato l’Italia in due: fra i suoi e gli altri, tutti comunisti e, naturalmente, “odiatori”.

Comunque sia è la prima volta nella Storia che il Capo di un paese pretende di essere amato. Hitler e Stalin volevano essere temuti, non pretendevano di essere anche amati. Sembrava troppo persino a loro. Noi invece dobbiamo voler bene a Berlusconi, ci è vietato detestarlo, questo vecchio, caro, simpatico, amorevole, innocente ragazzo, pena la discesa nel girone infernale degli "odiatori professionali". Feltri, vai "a dar via i ciapp", pirla. Ti odio.

da il Fatto Quotidiano del 30 gennaio

sul sito http://antefatto.ilcannocchiale.it

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Il solito ridicolo teatrino

Ieri pomeriggio, facendo un pò di zapping tv, sono incappato nell'ennesima buffonata del miglior presidente degli ultimi 150 anni.


Stavo sfigatamente sintonizzato su canale 5 quando la trasmissione è stata interrotta per lasciare spazio a un annuncio-scoop del berlusca in diretta dall'Abruzzo.


Già qui hanno cominciato a "girarmi", e distrattamente mi è sfuggito uno sfanculamento per l'uso politico/privato che l'omino nero fa delle sue televisioni. Dato che c'ero ho sfanculato pure i governi di sinistra, che quando ne avrebbero avuto la possibilità non hanno fatto la famosa legge sul conflitto di interesse.


A questo punto arriva la buffonata, quando dal supermegapalco il berlusca fa una sorpresona all'amico bertolaso e gli annuncia in diretta che sarebbe diventato ministro!! Eh si, qua in Italia i ministeri si regalano come fossero feste di compleanno a sorpresa!


Una sceneggiata ridicola, da far venire il maldipancia.
L'assurdo è che fino a 2 giorni prima il governo cazziava il bertolaso per aver osato fare delle osservazioni sulla gestione Usa degli aiuti ad Haiti. Non sapevo neanche che fosse tornato, evidentemente è stata una ritirata strategica.
Era più utile a Coppito, in Abruzzo, in occasione della visita n° xxxx del premier, c'era da fare un pò di sana propaganda politica!



Mi sono chiesto quale sarà il ministero regalato, probabilmente ne verrà creato uno nuovo, alla faccia dei propositi di semplificazione e ridimensionamento della macchina pubblica.


Osservando il palco dal quale parlava il berlusca mi sono pure quanti soldi saranno stati spesi per la sceneggiata, quanti soldi sono andati a sommarsi alle centinaia di migliaia di euro che sono già stati spesi per le riprese televisive dei suoi show televisivi.


Con buona pace degli aquilani che sono ancora senza casa!


Il tutto ovviamente non poteva che concludersi col solito inno all'amore e le solite accuse al partito dell'odio.


Caro Silvio, probabilmente hai ragione, ci saranno molti italiani che ti odiano, ma credo che ce ne siano molti che semplicemente si sentono offesi dalle tue quotidiane pagliacciate, semplicemente non ti sopportano più!

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Io Centro?


Il mestiere più antico del mondo: il politico.
Casini sembra irresistibilmente attratto dal potere, va dove lo porta il voto.
Un po' qui, un po' là. In Basilicata sta con De Filippo, altrove punta a destra, scodinzolando a un cenno del suo vero amore , Berlusconi.
Ma il centro-centro sembra non interessargli davvero.
Pierferdi ha accolto a braccia aperte veri e propri geronti della partitocrazia, scartati o scappati da altri partiti: da De Mita a Sanza, senza sdegnarsi di difendere a fronte alta (?) soggetti come Cuffaro (aspettando la cassazione). Insomma...

Nomen Omen!

su www.insertosatirico.com

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Se un giornale del PdC può creare una notizia dal nulla


Oggi ho qualche domanda per voi lettori. Può un giornale di proprietà del pluriprescritto Presidente del Consiglio inventarsi di sana pianta una notizia che “riabilita” il boss? Possono tutti i giornali e telegiornali del paese riprendere questa notizia come se fosse oro colato dal cielo? Può un giornale come il Corriere, che si dichiara neutrale, titolare a tutta pagina: “La D’Addario è indagata per complotto”? Può il TG1 censurare una notizia importantissima come la conferma di arresto per Cosentino e dare invece una bufala inventata da Panorama? Bene, tutto questo in Italia è possibile. Benvenuti nel paese dell‘informazione a uso e consumo di Berlusconi.

“La Procura di Bari non ha in corso alcuna indagine sull’esistenza di un ipotetico complotto per compromettere la reputazione del premier, Silvio Berlusconi, attraverso la escort Patrizia D’Addario. Lo riferiscono fonti giudiziarie baresi, interpellate dopo l’anticipazione diffusa da Panorama” (Fonte)

dal sito http://www.byteliberi.com

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Diossina nel latte materno a Pistoia

Sarei curioso di sapere quanti di quelli che si ostinano a difendere gli inceneritori vivono nelle vicinanze degli impianti.

Difficilmente una popolazione può accettare senza riserve la presenza di un inceneritore sul proprio territorio. E troppo spesso, la selezione dei rifiuti che poi dovranno essere bruciati non si svolge correttamente. Quanto comunicato, ieri sera, dal Comitato contro l’inceneritore di Montale, vicino Pistoia, ne è un esempio. L’impianto - peraltro già chiuso nel 2007 per superamento dei limiti di emissione previsti dalla normativa nazionale -è di nuovo al centro di una bufera dopo la comunicazione dei risultati di alcune analisi da parte dello stesso Comitato che- effettuate a proprie spese dai cittadini interessati - confermano la presenza di diossina nel latte delle mamme residenti nelle zone limitrofe all’impianto.
L’iniziativa è stata portata avanti a seguito del rifiuto reiterato da parte delle amministrazioni locali di effettuare indagini biologiche e sanitarie sugli individui le cui abitazioni si trovano presso l’inceneritore incriminato. In più di un’occasione, del resto, le istituzioni interrogate sulla vicenda hanno sempre negato la presenza di Pcb nelle emissioni. A contrastare decisamente con tale versione dei fatti però, già negli scorsi mesi, sono intervenute diverse indagini effettuate dall’Arpat e dalle Asl locali su carni di pollo allevati nella medesima zona e che portano profili emissivi del tutto sovrapponibili a quelli riscontrati nel latte materno.
La causa preponderante dell’inquinamento nella nostra terra è da ricercarsi inequivocabilmente nelle emissioni dell’inceneritore
concludono i membri del Comitato. La protesta va avanti.

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Servi sempre senza dignità…

Per un attimo, l’altra sera, abbiamo elogiato la denuncia del Bertolaso che aveva definito, con giusto disprezzo, una “fiera delle vanità” l’organizzazione “senza guida” degli aiuti umanitari gestiti dagli Usa ad Haiti.E per un attimo, nonostante l’immediata geniflessione del ministro Signor Nessuno alla Clinton, avevamo sperato in un decoroso silenzio del Cavaliere.
Ma così non è stato. Stupidi noi. Anzi, ignoranti.Non soltanto un ministro, o plenipotenziario, di Roma è stato subito bacchettato dalla Clinton come un “chiacchierone da bar”. Non soltanto il signor Nessuno si è genuflesso rigirando la frittata con un “apprezzamento alla leadership” Usa. Non soltanto la frittata rovesciata è stata poi ingoiata – era di certo amara – dallo stesso Bertolaso con profonde scuse ai Signori del mondo. Ma il mattone finale lo ha cementato sopra il malcapitato – “incosciente” – accusatore Bertolaso, lo stesso presidente del Consiglio.L’Ammerika non si critica. L’Ammerika è l’Ammerika.Se i marines sono stati abituati a trattare i popoli dove sbarcano come consumatori di gallette e chewing gum, come fornitori di segnorine e lustrascarpe, già: gli sciuscià… (o di petrolio, vedi Iraq), mica è colpa loro.I governi delle colonie atlantiche, sparsi nei quattro angoli del pianeta, debbono stare molto attenti: non hanno il diritto di irritare il pupo.Altrimenti… zac… in un batter d’occhio vengono sostituiti da sudditi migliori.Non è vero, Mr. Frattini? Non è successo anche al suo ex segretario di partito?

dal sito www.stampalibera.com

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La riduzione dei consiglieri? E' finita così: nel nulla

di Giorgio Frasca Polara

Esemplare storia di demagogìa da un lato e di corporativismo dall’altro. La legge finanziaria approvata a Natale aveva previsto la immediata riduzione del 20% del numero dei consiglieri provinciali e comunali, con un risparmio per l’erario dei poteri locali di 213 milioni, di cui tredici già quest’anno. Se non che – ecco la sorpresa, vecchia solo per gli addetti ai lavori parlamentari – il governo ha poi “accettato” (in un indecoroso gioco delle parti) di rinviare al 2011 l’entrata in vigore della norma per non turbare da un lato i sonni dei partiti e dall’altro l’Anci e l’Upi, le associazioni dei comuni e delle province.

Il bello, anzi il brutto, è che il 28 marzo, in coincidenza con le elezioni regionali, si voterà anche per il rinnovo di 1.031 comuni (su ottomila) e in 11 province, su cento e passa. Quindi per questi consigli nessuno sfoltimento, se ne parlerà alla prossima tornata, tra quattro-cinque anni. Ma proprio questi comuni e queste province saranno i primi a pagare le conseguenze del rinvio nell’applicazione della norma della Finanziaria. Il governo non intende infatti rinunciare ai tredici milioni messi in preventivo, e che fa? Avverte, cioè intima, che quei comuni e quelle amministrazioni provinciali graziate nei tagli del 20% dei consiglieri dovranno comunque pagare pegno: nei trasferimenti annuali dallo Stato ai poteri locali, la somma che sarebbe stata versata per pagare i consiglieri salvati dai tagli dovrà essere reperita dai comuni e dalle province con proprie, ulteriori misure fiscali.


Ecco allora i sei deputati radicali eletti nel gruppo Pd (Farina-Coscioni, Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Mecacci e Zamparutti) chieder conto al governo, e in particolare al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, tanto delle ragioni del rinvio nell’applicazione della norma – ragioni chiarissime: ma il governo abbia il coraggio di dirle, con risposta scritta alla loro interrogazione – quanto del come, nel concreto, si intendono reperire i tredici milioni di euro venuti a mancare per la mancata riduzione, già tra due mesi, dei consiglieri di tanti comuni e province.

A sostegno delle sacrosante ragioni della loro interrogazione, i deputati radicali ricordano che già nel 2005 il sen. Cesare Salvi, insieme ad un altro senatore del fu Pds, Massimo Villone, avevano scritto un libro a quattro mani (“Il costo della democrazia”) per documentare composizione e costo del mezzo milione di persone che, detta in soldoni, vivono di politica. Ora Salvi ha commentato con molto sconforto quest’ultima vicenda, come piccola ma esemplare prova della invincibile capacità di resistenza della “casta”. Come sarà possibile – si è chiesto – attuare una vera e incisiva riduzione delle tasse, per la quale secondo lo stesso Tremonti sono necessari tagli della spesa pubblica dell’ordine di 20-30 miliardi, se un governo, che nel proprio programma prevedeva tout court l’abolizione delle province, non riesce nemmeno a tagliare tredici milioni per far dimagrire intanto mille e passa pletorici consigli comunali e provinciali? Sarà interessante leggere la risposta di Tremonti: che non si faccia scudo, per carità, della resistenze di Anci e Upi….

dal sito http://www.libertaegiustizia.it

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Michael Nyman contro Berlusconi

Il grande compositore inglese Michael Nyman ha composto una canzone (cantata da David McAlmont) il cui titolo è "In Rai Dongiovanni" , sottotitolo: "ispirata alle tribolazioni di Veronica Lario".
Indovinate un po' di chi parla il testo?
Ovviamente del PEDONANO che attualmente ci governa.
Per farsi due risate vi posto la traduzione del pezzo che puo' essere ascoltato su you tube al seguente indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=wzCdEPr7y7k
ora ecco la traduzione come è apparsa sul "fatto quotidiano" del 24 gennaio 2010
"Ne ho abbastanza. E' potente e ricco ma dissoluto e vecchio.
I capelli non sono suoi e anche se i chirurghi gli hanno ritoccato gli occhi
non vede quanto sia diventato volgare.
Nella villa a Milano mi fa sentire un pezzo d'arredamento. Sempre in giro con i presidenti o con la sua squadra di calcio.
E ho saputo tutto della modella bionda e magra del sud ma se nn lo scopro dalla Bbc non me lo dice di certo lui.
Qualunque cosa pensino di lui...lui controlla la stampa.
Ed è solo una follia tutta mia il fatto di averlo amato.
Non posso amare un uomo che se la fa con sgualdrine
piu' giovani dei suoi figli"
Il testo si commenta da se. Ringrazio l'autore inglese di averci pensato e contemporaneamente mi chiedo: dove sono i nostri cantautori impegnati?
In un momento così buio sono convinto che l'arte possa quello che il mondo politico non riesce proprio a fare: svegliare le coscenze narcotizzate da tette e culi televisivi e calciatori dopati.

notizia dal sito http://eretici.blogspot.com/2010/01/michael-nyman-contro-berlusconi.html

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Salgono a 17 le Regioni contro il nucleare, e solo Lombardia e Veneto accetterebbero le centrali

e ti pareva, da buon cittadino veneto una notizia che non può che farmi piacere.....

Salgono da 15 a 17 (su 20) le Regioni contrarie al ritorno al nucleare deciso dal Governo. O per lo meno, alle sue modalità.
Fra le tre Regioni favorevoli, il Friuli precisa che non vuole centrali nucleari. Se ne deduce che esse potranno essere collocate in modo indolore solo in Veneto o in Lombardia.
O nel famoso giardino del ministro Scajola, che appunto lì ne vorrebbe una. Ma prima dovrebbe dichiarare la secessione dalla Liguria.
I dettagli.
Ieri all’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni c’era il parere sul decreto legislativo per la scelta dei siti nucleari.
La Conferenza è stata rinviata (le Regioni premono per lo sblocco dei Fas, fondi per le aree sottosviluppate), ma nei lavori preparatori le Regioni stesse hanno votato a stragrande maggioranza un documento che esprime parere contrario al decreto legislativo.
Oltre a Lombardia e Veneto, si è schierato a favore solo il Friuli, che però ha precisato di non volere le centrali: “Il nostro territorio è piccolo e non possiamo pensare di caricarlo di mille impianti”.
Quello richiesto alle Regioni è solo un parere. Significa che il Governo, se vuole, può continuare diritto per la sua strada. Ma è minimo minimo un netto avvertimento: quella strada sarà molto, molto in salita.
E si profila un’altra materia di contrasto: l’eredità della stagione nucleare chiusa con il referendum degli Anni 80.
Sergio Chiamparino, presidente dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni d’italia) e sindaco di Torino, con una lettera ha chiesto un incontro urgente con i ministri Scajola e Tremonti.
Bisogna parlare, dice Chiamparino, della “dismissione dei vecchi siti nucleari, a partire dalla necessità liberare le aree dai vincoli e individuare tutte le iniziative utili alla riqualificazione e rivalutazione dei territori interessati”. La lettera chiede “compensazioni” (tradotto: soldi) per gli enti locali.
Se queste istanze non fossero ascoltate, dice la lettera di Chiamparino, potrebbero portare ad ”azioni clamorose che potrebbero minare la credibilità delle istituzioni nei territori già oggetto di servitù, nonché in quelli che potrebbero esserne oggetto in futuro”.“Azioni clamorose”, anche se non meglio specificate. Un’altra bella gatta da pelare per il Governo che vuole tornare all’atomo.

dal sito http://www.blogeko.it/

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Francia: come ti baro con l’euro

Ricordiamo che la Francia, che è uno di quei paesi che non ha mai rinunciato completamente al reddito da signoraggio che ha comportato per gli altri paesi l’adesione all’euro, poiché controlla le banche centrali delle sue ex colonie che emettono moneta, conquista ulteriore reddito da signoraggio con questa trovata, che l’Italia potrebbe facilmente imitare.
Tutti sanno infatti che il reddito da signoraggio sulle monete metalliche spetta completamente allo Stato – contrariamente al reddito su banconote e moneta elettronica – e che questa constatazione, fatta a suo tempo dall’allora primo governatore della BCE, Duisenberg, gli costò probabilmente la vita.
NF
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cultura/2010/01/27/visualizza_new.html_1677730443.html
Francia: presto monete da 500 euro in oro – Da settembre anche i dieci euro in monete d’argento 27 gennaio, 16:40(ANSA) – PARIGI, 27 GEN – Pezzi da 500 euro in oro e da 50 in argento circoleranno in Francia da marzo. E’ la collezione ”oro e argento” della Monnaie di Parigi.La storica zecca della capitale francese, da settembre lancera’ sul mercato francese anche i 10 euro in monetine d’argento dedicate alle realta’ locali. Le monetine potranno essere utilizzate per gli acquisti quotidiani in Francia e saranno disponibili negli uffici postali in diversi milioni di pezzi fino al 2012.

dal sito http://www.stampalibera.com/

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Nessun problema, stiamo lavorando per voi!

La presidenza del consiglio dei ministri è all'opera, sta lavorando per noi. Veramente è all'opera da 60 anni, e gli effetti si sono visti si vedono e si vedranno.Le piccole medie imprese devono chiudere, non servono a niente e di solito sono piene di debiti, e poi basta con la fatica, la gente vuole riposarsi, pianificare bene le vacanze invernali, la settimana bianca e la settimana rossa, quella estiva dove le strade sono continuamente da bollino nero.
Ma i soldi per vivere? Per sopravvivere?Quello è secondario, è un dettaglio trascurabile. Aumenta la prostituzione, aumentano i reati di furto e aumenta la delinquenza in generale che già è piuttosto in fase crescente nel nostro paese, ma si sa (dice il premier) che la colpa principale è dei clandestini, quelli che raccolgono arance in nero. Ma sono sempre tutti dettagli trascurabili. Le ribellioni al sistema non potranno mai esserci in italia poichè il popolo italiano è un popolo tranquillo, remissivo, non esiste la cultura della ribellione, non abbiamo riferimenti storici con i quali possiamo fare confronti, non siamo la Francia.
Se qualche solitario paladino alzerà la testa gli verrà spaccata a manganellate, d'altronde a questo servono le forze dell'ordine, a tenere ordine, e fanno rigorosamente il lavoro per il quale sono sottopagati.
Per sperare in un cambiamento avevo deciso di confidare sul presidente della repubblica Sandro Pertini, ma mi hanno fatto notare che non c'è più, se ne è andato tanto tempo fa. Al suo posto c'è un pari età che però non ha la stessa lucidità mentale, è un pò stordito, un bravo anzianotto dal quale non si può pretendere nulla. Chissà perchè nel nostro paese li scelgono sempre semifreddi, sarà perchè li vogliono con molta esperienza, ma così ne hanno troppa.
Infondo ci vogliono bene, non vogliono farci stancare, non vogliono farci preoccupare, non vogliono che ci agitiamo, non vogliono che parliamo, non vogliono che pensiamo, non vogliono che ci informiamo, non vogliono che esistiamo. Nessun problema, di questo passo li accontenteremo presto, li abbiamo scelti, votati e messi lì....e loro lo sanno....e ci vogliono bene.

dal sito http://www.diciamolatutta.tv/articolo/28012010-nessun-problema-stiamo-lavorando-voi

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Berlusconi il mutante

Che vuoi che sia per uno che riesce a stravolgere anche le dichiarazioni ufficiali in meno di 24 ore con una nonchalance disarmante!

http://www.repubblica.it/politica/2010/01/27/foto/mistero_i_capelli_di_berlusconi_vanno_e_vengono-2093597/1/

certo che nella foto al centro fa abbastanza schifo.....
non è che tiene un sosia?
oppure non sarà che in realtà è un rettiliano??

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21 dicembre: San Silvio Berlusconi, vittima dell'odio politico

Il 21 dicembre non sarà più ricordato solamente come il giorno più corto dell’anno ma anche come la giornata nazionale delle vittime dell’odio politico. A un uomo corto una giornata corta verrebbe da dire, visto che a oggi la vittima è solo il Sommo Silvio.

Non è uno scherzo, è la realtà del disegno di legge 3138 presentato alla Camera il 22 gennaio dal deputato Girlanda, PdL. Fosse stato presentato dall’IDV uno potrebbe anche pensare a una legge-satira ben fatta: dedicare al presidente del consiglio più nano della storia d’Italia la giornata più nana dell’anno. Invece no, tutta farina del sacco PdL che in quanto ad idee non smetterà mai di stupirci.

Ora, non sappiamo cosa prevedano di organizzare queste menti superiori durante la giornata commemorativa ma se hanno utilizzato lo stesso spirito con cui hanno scelto la data allora possiamo fare qualche azzardo.

Possiamo immaginare che si terrà una manifestazione in pompa magna nei pressi del Duomo di Milano dove per l’occasione saranno chiusi tutti i negozi di souvenir. Gli unici partecipanti ammessi saranno i cittadini che si presenteranno indossando un grembiulino con compasso da mostrare all’ingresso. Se autorizzati, gli sarà data una tessera numerata, da escludere comunque la tessera 1816 perché ritirata in segno di riconoscimento verso il Sommo nano, come ha fatto il Milan con la maglia numero 5 di Baresi.

Possiamo immaginare che ci sarà un palco da dove sarà fatto il comizio per commemorare l’attentato al Sommo e per snocciolare i numeri degli ultimi sondaggi. Tra gli ospiti che prenderanno la parola ci saranno gli amici di sempre: Boniauti, Letta, Confalonieri e di nuova data come Capezzone che ha sposato subito gli ideali del PdL quando ha capito che in questo partito non era obbligato a estenuanti scioperi della fame per ottenere un briciolo di attenzione. Il gran sacerdote che presiederà la manifestazione sarà D’Alema, il lider maximo, che finalmente potrà manifestare il suo amore non corrisposto per il Sommo senza dover ricorrere a qualche Bicamerale per flirtare di nascosto.

Possiamo immaginare che durante la manifestazione ci sarà una processione come il trionfo che facevano i guerrieri romani ritornati a Roma vincitori sfilando davanti all’imperatore con i beni e gli schiavi conquistati. Nel nostro caso però la fila sarà aperta da veline, letterine, paroline e letteronze tra le quali il Sommo sceglierà le più bone per candidarle a qualche votazione, previo esame da sostenere sul lettone di Putin. In ordine verranno poi i nemici del regime con braccia, gambe e collo incatenati. Tra questi il Sommo nano ne sceglierà uno affinché sia sacrificato come offerta del partito dell’amore alla dea della Giustizia con la quale ha qualche debito da saldare. La vittima sarà portata sull’ara sacrificale e i sacerdoti Belpietro e Feltri dopo averla stesa su fogli de Il Giornale e di Libero per non sporcare di sangue l’altare procederanno al sacrificio: la vittima sarà ammazzata a colpi di stilografiche e informative. Infine, al termine della processione, saranno presentati i doni che il popolo italiano offre al Sommo: dal processo breve al legittimo impedimento per finire con il Lodo Alfano costituzionale.

La fine della processione concluderà anche la manifestazione ufficiale, mentre a palazzo Grazioli continuerà quella privata fino al mattino tra docce fredde e collanine. L’unica cosa tra tutte queste che però un po’ ci inquieta è che se istituiscono una giornata per commemorare il Sommo mentre è ancora tra di noi, cosa dovremo sopportare quando passerà a miglior vita?

dal sito http://voglioresistere.blogspot.com

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Fiat lux, per loro

by Anna Chiara Di Cagno

E mentre Lapo scorrazza con la sua Ferrari gialla e spende 300.000 euro, la FIAT continua a tenere l’Italia sotto schiaffo e mette in cassa integrazione un totale di circa 30.000 (trentamila) lavoratori.Dopo aver annunciato che un mito italiano come ALFA ROMEO verrà sostanzialmente azzerato, Fiat ha anche deciso che dell’Italia si interessa solo quando si tratta di incassare contributi. Ancora una volta gli amministratori FIAT dimostrano una incapacità nel produrre lavoro. Se è vero che una azienda non è una società di beneficienza ed i loro ammistratori devono fare profitto è anche vero che gli amministratori hanno come compito primario quello di cercare lavoro, far si che il lavoro aumenti e non affossarlo.

Credo, anche se sembrerà una proposta ideologica, che gli utili prodotti da un’azienda vadano, almeno in parte, investiti in azienda per il miglioramento dell’occupazione, i momenti di crisi, la riorganizzazione in modo da non richiedere al primo momento di crisi, incentivi, cassa integrazione, aiuti. E’ ora di smettere che c’è chi guadagna comunque alle spalle dei lavoratori e dello Stato che deve intervenire per la salvaguardia dell’occupazione, devono provvedere anche gli azionisti ed i finanziatori delle aziende che non devono solo godere degli utili e sfuggiere alle responsabilità quando ci sono difficoltà.

Sarebbe una politica chiaramente differente da quella Fiat che ogni due anni (mediamente) annuncia la cassa integrazione e ogni volta i governi ,di destra come di sinistra, intervengono con la concessione di sgravi e di incentivi. Questa volta il governo invece di concederli dovrebbe semplicemente fare uno scambio sociale:

  1. Incentivi in cambio della restituzione dei dividendi;
  2. Vendita dell’ultima acquisizione aziendale perchè altrimenti non si capisce per quale motivo si stanno facendo accomodare dolcemente gli operai nell’anticamera dei licenziamenti;
  3. Un impegno serio del governo nella salvaguardia della dignità degli operai che saranno via via licenziati.

Scambio che non avverrà perchè non ricordo nessun governo che non abbia ceduto alla Fiat in tutte le forme, concessioni di contributi, accettazione di casse integrazioni e forme varie di tutela. La Fiat si comporta come se fosse una industria statale, con la differenza che i dividendi se li sono sempre spartiti i privati. Prende contributi statali e produce in buona parte all’estero, chiude stabilimenti interi in Italia mettendo migliaia di famiglie allo sbando, però continua ad essere aiutata dallo stato con benestare sindacale, in nome della tutela dei lavoratori.

La Fiat non è un ente di beneficenza, è vero, come tutte le aziende cerca di trarre maggior profitto dal lavoro dei suoi dipendenti, ma fino ad ora Fiat si è servita degli ostaggi assunti per pompare soldi in contributi statali. Mi chiedo se qualcuno abbia mai calcolato quante sono le tasse pagate da Fiat e quanti sono i contributi erogati all’azienda. Probabilmente a conti fatti il gruppo di Torino ha ricevuto molto più di quanto ha dato.

Non parliamo poi del suo modo di fare impresa, ovunque è arrivata ha distrutto, parliamo di Autobianchi, Alfa Romeo, Seat, Lancia, Abarth, ecc. Il nostro caro ministro Scajola che ha scarsissima considerazione degli operai dovrebbe buttare sul tavolo di Fiat queste considerazioni. Lo stato italiano, Noi, abbiamo gia pagato la Fiat non una ma cento volte sarebbe ora che lo stato se la riprendesse.

Ormai Fiat Auto agisce con la totale libertà fornitale da decenni di sottomissione dello stato italiano alla famiglia Agnelli. Ci sono aziende dell’indotto che non vengono pagate da Fiat ormai da Maggio dello scorso anno, ci sono utilizzi di CIG a vanvera o meglio ad orologeria, ci sono intere aziende come lo stabilimento di Melfi, costruite per intero con finanziamenti pubblici.

Ora mi chiedo se tutto ciò abbia ancora senso, soprattutto quando Fiat continua imperterrita a fare utili e distribuire dividendi. Non è necessario inventare nulla, basta guardare la legislazione di paesi vicini (Germania, Francia) che hanno posto alcuni vincoli (magari non tutti quelli necessari ma almeno qualcuno) per frenare questo furto legalizzato.

Ieri a Ballarò si è citato lo stipendio di Montezemolo in Fiat: 3 milioni di euro (quello di Marchionne è di simile entità). Che si aggiungerà immagino a mille altre entrate dai mille altri incarichi che ricopre. Con merito, non ne dubito. Ma molti altri in Italia lavorano con merito, anche con incarichi dirigenziali, e per i cittadini medi gli stipendi sono tra i più bassi d’Europa. Mi chiedo quante persone debbano perdere il posto di lavoro per garantire questo tipo di privilegi in un’azienda che oltre tutto ha spesso usufruito di aiuti da parte dello Stato.

E a questo punto mi domando: se l’industria Fiat fosse stata acquisita dallo stato ,parlo per assurdo, altrimenti mi si da della comunista, non sarebbe alla fine costata meno ed avrebbe evitato continui ricatti in nome della tutela dell’occupazione ? Quando finirà questa partita a poker che Fiat sta giocando da almeno 50 anni sulla pelle degli italiani con giocatori competenti e governanti compiacenti?


dal sito http://www.kliggmagazine.com

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Lo schiaffo della Fiat

La Fiat si ferma per due settimane, l'ultima di febbraio e la prima di marzo. Tutti gli stabilimenti, Mirafiori, Melfi, Cassino, Pomigliano, Termini Imerese e Sevel, saranno chiusi, 30 mila persone resteranno a casa e non si produrrà nemmeno un bullone. Una decisione quasi senza precedenti che apre scenari apocalittici sulla crisi e sul futuro dell'auto italiana. E anche una mossa strategica dell'ad Sergio Marchionne, pronto a bussare alla porta dello stato per raccogliere nuovi incentivi, mentre chiude stabilimenti e riduce il personale al Nord, ma soprattutto al Sud.
Per la casa Torinese, infatti, lo stop agli incentivi ha causato un brusco calo di vendite che «a gennaio si stanno drasticamente ridimensionando ad un livello ancora più basso di quello registrato a gennaio dell'anno scorso». Due giorni fa Fiat ha annunciato la distribuzione degli utili agli azionisti (237 milioni di euro di dividendo) e venerdì, a Roma, è previsto l'incontro al ministero dello sviluppo con i sindacati. Duro è il commento di Gianni Rinaldini, segretario generale Fiom: «Fiat da un lato licenzia dall'altro distribuisce utili, e alla vigilia dell'incontro di venerdì utilizza un'operazione di blocco della produzione come strumento di pressione verso il governo e di risparmio per quanto riguarda la liquidità finanziaria del gruppo. È uno schiaffo in faccia alle condizioni di chi lavora».
E ieri nel sud è stata un'altra giornata di tensioni con gli operai di Pomigliano che hanno minacciato di darsi fuoco e quelli di Termini Imerese a bloccare i cancelli e la produzione. Non si danno tregua le tute blu della Fiat che da settimane protestano per non perdere il posto di lavoro. Storie diverse, ma un unico filo che li lega alle strategie del Lingotto e che li spinge a non mollare.
Nella cittadina vesuviana è stata un'altra giornata di barricate. Da oltre un mese infatti 38 lavoratori presidiano la sala consiliare per protestare contro il mancato rinnovo del contratto scaduto il 31 dicembre. Esausti e con poche speranza in mattinata un gruppo è salito sul tetto del comune, minacciando di darsi fuoco se la Fiat non accoglierà le richieste di reintegro. Hanno acceso un piccolo falò e portato con sè taniche di benzina, ma anche coperte e gazebo, ventilando la possibilità di spostare il presidio sul terrazzo del municipio nonostante le temperature invernali. «Siamo pronti a tutto pur di assicurarci un futuro occupazionale che ci consenta di mandare avanti le nostre famiglie», - ha spiegato un ex-dipendente Alfa mentre la sua voce veniva coperta dal rumore delle campane della chiesa di Pomigliano, suonate con dei bastoni da altri operai. Rabbia, ma anche sconforto perché la situazione è da tempo allo stallo e loro ormai sono disposti a qualsiasi soluzione: «A trasferirci in un altro stabilimento o ad aspettare il riavvio della produzione qui - hanno detto - ma quello che ci serve è la disponibilità da parte del Lingotto a tenerci in organico». Alla mobilitazione si sono uniti anche altri 55 operai precari che vedranno scadere il contratto il prossimo 31 marzo, tutti insieme hanno occupato l'ufficio del sindaco Mario Della Ratta, da sempre solidale con la battaglia dei suoi concittadini, e poi sfilato in corteo per le vie della cittadina. Eloquente lo striscione improvvisato, «Padri senza lavoro, figli senza futuro», e gli slogan urlati a gran voce, «La gente come noi non molla mai».
Nel frattempo in Sicilia anche i compagni di Termini Imerese si sono fatti sentire contro l'ipotesi di chiudere lo stabilimento per il 2012. I lavoratori hanno sbarrato l'ingresso ai tir che trasportano i componenti di assemblaggio per la lancia Ypsilon. Al sit in si sono aggiunti anche le famiglie degli operai e i cittadini accorsi in solidarietà con la vertenza. L'idea è di bloccare le linee almeno fino all'incontro con al ministero. «Penso - dice Roberto Mastrosimone della Fiom Cgil - che dovremmo fermare la Fiat, almeno sino a quella data. Ma so che non tutti la pensano come me».

dal sito http://www.ilmanifesto.it

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Caro Sandro, congratulazioni per l'equo compenso!

Alcuni personaggi un po' improbabili si complimentano con il ministro Bondi per aver esteso l'equo compenso e aumentato la "tassa Siae" agli italiani.

Da alcuni giorni (anzi, da alcune notti) stiamo ricevendo dei fax palesemente falsi ma assolutamente divertenti e che soprattutto dovrebbero far riflettere sulla recente estensione della tassa dell'equo compenso a cellulari e Pc, a tutto beneficio della Siae.

Alla vicenda abbiamo già dedicato un articolo e intitolato una newsletter, ma la cosa sembra essere già passata nel dimenticatoio, sia a livello nazionale, sia nel campo stesso dell'information technology, sostituita da notizie più recenti.

Per questo motivo una anonima ma divertente mano, con l'arma della satira, sta cercando di tenere vivo l'argomento, e lo sta facendo in un modo decisamente inusuale: l'invio notturno di fax. Come anticipato, sono dei documenti assolutamente falsi, indirizzati al ministro Sandro Bondi, congratulandosi per aver approvato la legge sull'equo compenso.

Il primo fax, scritto in un italiano molto raffazzonato, sembrerebbe provenire dal gestore di un sito di ecommerce che si congratula con Sandro Bondi per l'approvazione della legge: questo gli consentirà di vendere a prezzi vantaggiosi agli utenti italiani. "Noi 100 Dvd di vendiamo a 19 euro e voi ci mettete 40 euro di tasse; 100 Cd a 13 euro con quasi 30 euro di tasse [...] Con questa legge della Siae per voi costa di più uscire di casa per comprare 20 Dvd in negozio che comprare i Dvd da noi in Lussemburgo".

Il secondo fax, giunto in redazione la notte successiva, è firmato dal (sedicente) assessore ai trasporti del Comune di Roma (anch'esso palesemente falso). L'autore, sempre rivolgendosi a Bondi, inizia con un cordialissimo "Ciao Sandro", e anche in questo caso si tratta di una (finta) lettera di congratulazioni.

L'assessore però ha "l'ingrato compito di far quadrare il bilancio" relativo alle multe per infrazioni stradali. Così si rivolge a Bondi "avendo saputo della sua trovata: la multa preventiva. [...] Far pagare la Siae a prescindere dell'uso che verrà fatto delle memorie è semplicemente geniale". E allora il finto assessore si inventa una multa preventiva anche per gli automobilisti, risanando il bilancio.

Ma vale la pena leggere fino in fondo il divertente fax: "Non posso che confessare la mia totale impreparazione nel riuscire a far passare una tale manovra sotto silenzio o quasi da parte degli organi di informazione. [...] Sandro, francamente l'hai studiata a tavolino, hai avuto culo o un mix di entrambi?"

Infine la terza notte è arrivato in redazione un terzo fax, anche stavolta chiaramente fasullo, firmato niente meno che dal (sedicente) direttore generale della Siae. Si inizia sempre con un "Sandro carissimo", ma stavolta la lettera è un bonario rimprovero: "Maremma maiala, s'era detto di includere tutti i sistemi di calcolo dotati di memoria, tra cui anche quelli elettromeccanici e meccanici, fino al pallottoliere."

E invece il pallottoliere è rimasto fuori, da cui la reazione del "direttore": "Non l'avrai mica fatto per paura della reazione dei media? Hai visto benissimo che s'è risolto tutto nel silenzio generale". "Mi raccomando, correggi questa bozza del cavolo, o mettiti subito al lavoro per una nuova legge".

Tre fax satirici che purtroppo descrivono molto bene la verità dei fatti. Stanotte ne arriverà un quarto?


dal sito http://www.zeusnews.com

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La crisi, solo una corsa alla felicità

dal corriere.it

«Gli americani si sono indebitati per sfuggire a esistenze troppo vuote»

L a storia della Grande Crisi, divampata nell' estate del 2007, non ha ancora trovato il suo Galbraith, capace di raccontarla con la brillante profondità che l' autore del Grande Crollo dimostrò nella ricostruzione dei fatti del 1929. E tuttavia le principali domande sembrano aver già avuto una spiegazione. Tutte, tranne una: perché le famiglie americane, che con le insolvenze su mutui sub-prime e carte di credito hanno fatto cadere il castello di carte della finanza globale, si erano tanto indebitate per case, auto, vacanze, polizze sanitarie, scuole, fino a raggiungere un' esposizione assai superiore al prodotto interno lordo del loro Paese? Dire che sono state tentate dai prestiti a buon mercato e senza troppe garanzie spiega come abbiano potuto avere accesso al credito, ma non perché abbiano avvertito l' irresistibile urgenza di consumare sempre di più, avendo già 40 anni fa la vita più opulenta del globo. Aggiungere, come fa Robert Reich, ex ministro del Lavoro del primo Clinton, che la middle class è andata in profondo rosso mano a mano che i maschi adulti non potevano più aggiungere ore di lavoro a quelle già fatte e il numero delle madri lavoratrici era ormai raddoppiato, ci aiuta a capire la relazione tra debito e stagnazione salariale. Ma nulla ci dice delle ragioni per cui gli americani non si sono fatti bastare il tanto che già avevano, al punto da invertire la storica tendenza alla riduzione dell' orario, segno di progresso in tutti i lavori non particolarmente creativi. Un' intrigante risposta viene da un economista dell' Università di Siena, Stefano Bartolini, cinquantenne, allievo di quel Giacomo Becattini che, combinando economia e sociologia, aveva capito l' Italia leggera e vincente dei distretti industriali con 40 anni di anticipo sull' accademia e i governi. Bartolini riunirà le sue analisi in un saggio che si intitola Manifesto per la felicità, come passare dalla società del ben-avere a quella del ben-essere, in libreria a marzo per Donzelli, ma ne ha anticipato i tratti salienti in un saggio per l' Ocse (S. Bartolini, Sociability predicts happiness over time; evidence from macro and micro data, 27-30 ottobre 2009, Pusan, Corea del Sud). E ne ha parlato a un migliaio di amministratori del Credito cooperativo lombardo, riuniti per un seminario a Salonicco, commentando la teoria dell' homo oeconomicus che non fa mai niente per niente: «Ho chiesto a un mio amico psicologo se quest' homo esistesse in natura e lui mi ha risposto che sì: che alcuni suoi pazienti eran fatti così». Scrosciante fu l' applauso di quel pezzo d' Italia della piccola impresa che sta sui mercati senza inseguire modelli altrui, ma con la forza di un capitale sociale che non è quello monetario, misurabile dalle agenzie di rating, ma quello delle relazioni nel territorio, studiato in America da Robert Putnam. In premessa, Bartolini ricorda che la felicità degli americani tende a diminuire, nonostante la maggior ricchezza. Secondo la General Social Survey, i cittadini Usa che si sentono molto felici sono scesi dal 38% del 1972 al 34% del 2006, mentre nello stesso periodo il Pil pro capite è raddoppiato; la forbice si apre ulteriormente ove si passi dall' autovalutazione ai dati oggettivi (psicofarmaci, malattie mentali, stati depressivi, suicidi).

L' ipotesi è che lo sviluppo smodato dei consumi privati serva a compensare il venir meno dei «beni relazionali», concetto dovuto a Luigino Bruni e Pierluigi Porta, economisti della Università Statale-Bicocca di Milano, e il degrado dei beni comuni e gratuiti. E che il venir meno di questi beni alimenti a sua volta la crescita dell' economia in una spirale efficace e perversa. Due esempi: se non abbiamo tempo, voglia o capacità di coltivare le amicizie o la famiglia, per ammazzare il tempo compreremo tutti i prodotti dell' intrattenimento domestico solitario; se il lago di casa è inquinato, andremo ai tropici anche quando piove. I comportamenti migrano dall' area non monetaria all' area della compravendita.

Una trasformazione degli stili di vita che esige più denaro. Secondo Juliet Schor, gli americani hanno finito per stare in fabbrica o in ufficio 160 ore in più all' anno. Ma il lavoro assatanato esalta la competizione fino al ferino homo homini lupus. La paura del prossimo è diventata così alta che negli Usa, secondo Bowles e Jayadev, un lavoratore su quattro è addetto alla sorveglianza, il doppio dell' Italia, il quadruplo della Svezia. È la spia di un generalizzato declino della fiducia verso tutte le istituzioni, incluse le Chiese ed escluse le Forze Armate. Ma arricchire i propri averi non soddisfa il cittadino tipo, il classico mister Jones, se le sue persone di riferimento sono più fortunate. Mister Jones corre su un tapis roulant che si muove più veloce in direzione contraria. Guadagna denaro, ma perde relazioni umane, vive in una natura violentata, ha meno fiducia nelle istituzioni, meno speranza di poter cambiare, è afflitto da invidia sociale. Per compensare la mancanza di onestà e solidarietà, la famiglia tipo dovrebbe avere un reddito annuo aggiuntivo di 67 mila dollari. L' individuo privo di relazioni dovrebbe disporre addirittura di 320 mila dollari in più. «Nemmeno 30 anni di crescita a ritmi cinesi, sarebbe stata sufficiente a procurare tali ricchezze» chiosa Bartolini che ha fatto questi conti. Può essere, vedremo il testo finale, che la metodologia non convinca. Ma un fatto resta: siccome mister Jones ha dovuto integrare il reddito da lavoro con la carta di credito per inseguire i crescenti consumi infelici, alla fine ha fatto crollare il castello di carte di quello che Bartolini chiama, non sfuggendo alla tentazione dell' acronimo, il modello Neg, Negative endogenous growth. Bartolini si colloca tra i contestatori del mito della crescita. Ma a differenza di Serge Latouche, preoccupato degli effetti sulle risorse naturali, l' economista toscano accende il faro sull' origine comportamentale del Pil. Le ricette di entrambi sono discutibili e discusse, ma vorrà pur dire qualcosa se, nell' estate del 2009, un uomo come Tommaso Padoa-Schioppa, già banchiere centrale e ministro dell' Economia, aveva previsto un mondo a due velocità: rapido nei Paesi emergenti, riflessivo in quelli sviluppati.

L' autore Stefano Bartolini, 50 anni, insegna economia politica all' Università di Siena. Il suo «Manifesto per la felicità» uscirà in marzo da Donzelli. Nel 2004 ha scritto «Una spiegazione della fretta e della infelicità contemporanee» nel volume «Felicità ed economia» (Guerini)

di Massimo Mucchetti

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Anche Piemonte, Liguria, Toscana fanno ricorso contro la privatizzazione dell’acqua

Piccoli segni di speranza.
Forse il sistema non è completamente marcio.

Anche Piemonte, Liguria e Toscana. Salgono a cinque le Regioni che hanno presentato (o annunciato) un ricorso alla Corte Costituzionale contro la privatizzazione dell’acqua.

Si aggiungono a Puglia ed Emilia Romagna, mentre l’Abruzzo ha dribblato la privatizzazione dichiarando che l’acqua è un bene privo di rilevanza economica.

Un segno di insofferenza e ribellione rispetto alle scelte del Governo, come già è stato per il nucleare e la coltivazione degli Ogm.

Secondo la Regione Piemonte, il decreto che contiene la privatizzazione dell’acqua comporta “la riduzione dei diritti fondamentali dei cittadini” e costituisce “una prevaricazione rispetto al riconoscimento dei poteri assegnati alle Regioni”.

Inoltre, sostiene, viola trattati europei e principi di libera concorrenza. Notare che il Governo ha presentato la privatizzazione come un adeguamento alle norme europee, e ha sostenuto che i cittadini trarranno beneficio dal conseguente accrescimento della concorrenza.

La Liguria sottolinea, oltre che la presunta incostituzionalità, la “doverosa battaglia per difendere l’acqua come bene pubblico”. La Toscana ritiene innanzitutto che siano state lese le competenze delle Regioni.

Ho scritto che cinque Regioni fanno ricorso. Almeno cinque, è meglio precisare. Bisogna raccattare ad una ad una notiziole sparpagliate qua e là per la rete. Se qualcosa mi sfugge, lettori, segnalate.

Il ricorso della Regione Piemonte, della Toscana e della Liguria

dal sito http://www.blogeko.it

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I computer controllano il 60% dei mercati. E i pericoli aumentano

AAA cercasi disperatamente hacker coi controcoglioni per fottere il sistema!

A preoccupare il mondo della finanza adesso c’è l’esplosione delle compravendite effettuate da computer, che stanno diventando sempre più massicce sulle principali piazze di scambio...

Non bastavano lo scoppio della crisi globale, la gigantesca risposta dei governi di quasi tutto il mondo, la crescita esponenziale dei debiti pubblici, il quantitave easing esasperato e il conseguente pericolo sui fronti dell’inflazione e delle speculazioni. A preoccupare il mondo della finanza adesso c’è anche l’esplosione delle compravendite effettuate da computer, che stanno diventando sempre più massicce sulle principali piazze di scambio.

Si tratta - spiega il Financial Times - di software basati su algoritmi matematici che riescono a movimentare le operazioni in funzione di dati relativi al mercato, ai singoli titoli, così come sulla base di notizie dell’ultima ora. Come fossero dei trader intelligenti, quasi umani, ma con la memoria e la velocità di un moderno computer. Il loro funzionamento è paragonabile a quello dei piloti automatici sugli aerei: un sistema talmente efficiente che, ad oggi, si calcola che il 60% degli scambi sia effettuato da questo tipo di programmi.

La questione è esplosa già nel 2007 quando l’operatore transatlantico NYSE Euronext accusò Credit Suisse di non essere riuscita a controllare adeguatamente i suoi sofrware: il risultato fu infatti che il sistema fu letteralmente bombardato da centinaia di migliaia di messaggi di errore, che rallentarono le compravendite su 975 titoli. Un altro caso, molto più recente, è stato rilevato sulla futures exchange di Chicago, dove si sta indagando su un operatore che avrebbe inavvertitamente trattato circa 200 mila contratti contemporaneamente nelle vesti di compratore e di venditore.

«Tecnicamente è assolutamente possibile bloccare l’intero sistema, che a causa di un algoritmo sbagliato potrebbe entrare in “loop” (un’azione ripetitiva senza interruzione, ndr)», spiega Frederic Ponzo, della società di consulenza GreySpark Partners. E gli stessi regolatori, come la Securities and Exchange Commission americana, ammettono che non è chiaro ancora chi monitori questo genere di trader per assicurare la sicurezza e la stabilità del sistema.

dal sito http://www.valori.it

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assenteisti


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PD: partito disastrato

io sono d'accordissimo con questo pezzo di Paolo de Gregorio.
La mia impressione è quella di un malato terminale, ormai è giunta l'ora di staccare la spina!
Bisogna fare piazza pulita di una dirigenza che ormai è definitivamente compromessa.
Nessuna idea, nessuna azione concreta per il bene del paese, solo i soliti giochetti di palazzo.
Quella parte di italiani che non si è ancora fatta sedurre dalle sirene del berlusconismo ha bisogno di ben altri riferimenti.
Se ne facciano una ragione il baffetto e i suoi tirapiedi, devono farsi definitivamente da parte.
L'Italia ha disperatamente bisogno di un nuovo riferimento politico, facce nuove e pulite, altrimenti non c'è argine che possa contenere la deriva populista della destra e della lega.

Leggo tutti i giorni “Il fatto quotidiano” e invito a comprarlo e leggerlo, ma oggi (26 gennaio) trovo deludente l’editoriale di Padellaro, che affettuosamente accorre al capezzale del comatoso PD offrendo dei consigli, come estremo atto di fede verso una organizzazione che considera “amica”.
I consigli sono tre: il primo, giustissimo, è quello di considerare le primarie una regola tassativa ed evitare così veleni e risse tra i gruppi dirigenti centrali e periferici e lasciare decidere alla base, come è accaduto per Vendola.
Il secondo e il terzo consiglio sono riconducibili all’interno di una ormai dimenticata questione morale in cui il partito dovrebbe affidarsi a gente onesta e competente.

Ma come si fa ad aspettarsi qualcosa da un apparato e da una nomenklatura senza più identità politica, i cui dirigenti, pur avendo portato il partito di sconfitta in sconfitta, di cedimento in cedimento, al totale scollamento con la base senza più presenza sul territorio, spesso corrotti e indagati, non si sono mai dimessi e continuano con i giochi di “Palazzo”, ormai parte integrante della CASTA che vive di ospitate televisive e con i molti soldi del finanziamento pubblico ai partiti?
Non sarebbe più saggio e giusto, auspicare il definitivo declino del PD, che nemmeno con il congresso ha risolto il problema delle sue inconciliabili correnti (D’Alema, Veltroni, Marino, il ruolo dei cattolici), un partito che, arrivato al governo, non ha nemmeno affrontato la emergenza democratica di spezzare il monopolio televisivo privato facendo una legge che rendesse ineleggibile chiunque possieda mezzi di informazione di massa?
Come è possibile, come fa Padellaro, chiedere a questi signori di nominare candidati onesti e competenti senza scheletri nell’armadio?
Non sarebbe giusto essere intransigenti e definitivi verso chi ha abusivamente preteso di rappresentare la sinistra, ha marginalizzato i lavoratori, ha reso impronunciabili le parole comunismo e socialismo, ormai bruciate per sempre perché associate a tangenti, ruberie, tradimenti, con l’inamovibilità del gruppo dirigente?
Paolo De Gregorio

dal sito http://www.comedonchisciotte.org

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I magnager di Mediaset...

Chiaro no? Lo dice Ghedini!


Leggevo un'intervista a quel grand'avvocato-deputato che è Ghedini. Quello che dice che Berlusconi non può andare in aula perchè impegnato istituzionalmente mentre lui, nonostante sia parlamentare, no.

Il gioco di Ghedini è quello di rovesciare il processo Mediatrade scaricando tutto sullo straniero di turno, in questo caso Agrama. Berlusconi non avrebbe avuto contatti diretti e guadagni illeciti tramite l'egiziolliwoodiano. Non solo, ma Berlusconi era troppo impegnato a fare il Presidente del Consiglio per essere attivo in Mediaset.

Fin qui, possiamo anche esserci con la difesa. Poi leggo che se Agrama ha versato soldi illegalmente, li ha versati a dirigenti Mediaset senza che Berlusconi sapesse nulla. Quindi Mediaset diventa parte lesa.

A questo punto mi sorge spontaneo chiedere: chi sono questi manager? Possibile che Berlusconi non sappia niente? Che fine hanno fatto nell'organigramma aziendale? Che fanno ora? Perchè Mediaset non si è dichiarata ancora parte lesa?
Soprattutto, in questi casi, non esiste responsabilità del dirigente di più alto grado nell'azienda che ha compiuto l'illecito tramite manager? E Pier Silvio Berlusconi non corrisponde a questa figura?
Ecco, non è che stiamo parlando di persecuzione della Famiglia con la F maiuscola. E' Ghedini che ha detto che ci sono questi manager corrotti, mica io.

dal sito http://controspazio.blogspot.com/

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NOTIZIE (Che non vengono date) DALL'AFGHANISTAN

Ci sarà ancora qualcuno in giro che non si è ancora convinto che l'avventura americana in Afghanistan è una battaglia persa?


di Aldo Vincent
I capi di stato di Turchia, Afghanistan e Pakistan si sono riuniti a Istanbul per un vertice straordinario dedicato alla lotta contro il terrorismo. E’ la prima di una serie di riunioni: domani toccherà ai paesi confinanti con l’Afghanistan, mentre giovedi, a Londra, sempre sull’Afghanistan si aprirà la Conferenza Internazionale.

Una nuova strategia internazionale per combattere il terrorismo. Il presidente afghano Hamid Karzai, quello pachistano Ali Asif Zardari e il capo di stato turco Abdullah Gul si sono incontrati ad Istanbul per cercare di arrivare ad una pace negoziata con i Taleban.

Il primo passo, ha detto Karzai, sarà ritirare il nome “Taleban” dalla lista nera dell’Onu.

“I Taleban che non fanno parte di al-Qaeda o di altre reti terroristiche sono benvenuti nel nostro paese”, ha dichiarato il presidente afghano nel corso di una conferenza stampa. “Se rientreranno disarmati e pronti a rispettare la costituzione, come tutti i cittadini dell’Afghanistan potranno godere dei privilegi e dei diritti garantiti dalla costituzione”.

L’incontro, che proseguirà anche nella giornata di martedì, precede la conferenza internazionale di giovedì a Londra, dove si dovrà definire il passaggio alle forze afghane del mantenimento della sicurezza. Karzai ha concordato l’organizzazione in Turchia di sessioni trimestrali per la formazione dei soldati.

Il generale Stanley McChristal, comandante delle truppe americane e Nato in Afghanistan, si è detto speranzoso che l’arrivo di altri 30mila soldati possa indebolire i terroristi e permettere quella pace negoziata che si evoca da più parti.
ALLA TELEVISIONE FRANCESE IL GENERALE HA DETTO CHE NON E' ESCLUSO ANZI E' AUSPICABILE CHE NEL PROSSIMO GOVERNO ENTRINO I TALEBANI...

Praticamente il presidente Bushemino ha buttato soldi dalla finestra, ha sprecato risorse da paura, ha ammazzato e fatto ammazzare migliaia di persone PER AVERE I TALEBANI AL GOVERNO...


dal sito http://www.giornalismi.info/aldovincent/

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Bertolaso, l'uomo-macchina.

che dir si voglia rimaniamo servi e supini nei confronti della decadente potenza americana!
Alla faccia di quella parte del mondo della controinformazione che vede in Berlusconi l'uomo che potrebbe spezzare la catena.



di Debora Billi

Non ho idea del perché Berlusconi abbia spedito Bertolaso ad Haiti. Probabilmente, perché conosce i suoi polli: e sa che Bertolaso non ha sovrumane doti diplomatiche. Insomma, avrebbe detto pane al pane e si sarebbe anche beccato la colpa. Non è la prima volta che il premier usa Bertolaso per i suoi scopi.

Le dichiarazioni del capo della Protezione Civile sono state riprese dai giornali di mezzo mondo... tranne quelli americani. Unica eccezione il network Fox, che non perde occasione per attaccare l'amministrazione Obama. Qui da noi la reazione è stata derisione, e appoggio alle rispostine piccate di Hillary Clinton, oltre al frettoloso dissociarsi di Frattini e alle solite tante scuse di tutti.

Chi deride, dovrebbe prendersi la briga di leggere cosa ha detto Bertolaso. Ad esempio:

Gli americani tendono a confondere l’intervento militare con quello che deve essere un intervento di emergenza, che non può essere affidato alle forze armate. A loro manca una testa, una capacità di coordinamento che vada sopra quella che è l’organizzazione, la disciplina, le procedure militari.

Vorrei solo far notare che l’esercito americano non ha alcun ruolo di leadership, che spetta piuttosto all’Onu.

Invece di essere la prima volta che il mondo si mobilita e funziona bene, speriamo che sia stata l’ultima che il mondo funziona in questo modo.

E' comprensibile che tutto ciò abbia dato molto fastidio. Meno comprensibile è invece la reazione dei più, che hanno provveduto immediatamente a "vergognarsi" di essere italiani e a preoccuparsi per la figuraccia internazionale. Come se la figuraccia l'avessimo fatta noi.

Preciso che non sono certo una fan di Bertolaso. A L'Aquila non lo amano, e la gestione della faccenda rifiuti in Campania ha dato un bel colpo alla sua immagine di salvabambini. Ma le persone vanno capite: e Bertolaso è un uomo-macchina. Non ha particolari opinioni, prende per buono ciò che gli dicono, e agisce. Agisce, e basta. Ha quelle straordinarie doti organizzative che in teoria agli italiani dovrebbero mancare (e invece no), e sono fermamente convinta che, se avesse avuto lui il coordinamento degli aiuti ad Haiti, sarebbe stata una tragedia comunque ma di gran lunga minore.

Oltretutto, e ciò non è da sottovalutare, è stato l'unico ad avere le palle di dire urbi et orbi ciò che tutti pensano ma non hanno il fegato di esternare. E se la Clinton lo sfotte con sufficienza dovremmo difenderlo, invece di darle supinamente ragione. Ecco, l'ho detto.

dal sito http://crisis.blogosfere.it/

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Rappresentanti di busta

Ci siamo: l'assurda segretezza sui siti nominati per accogliere la vecchia e cancerogenica tecnologia di fissione nucleare è caduta: non grazie ai nostri "rappresentanti" (che in questo senso non rappresentano altro che i loro interessi di bustarella), ma grazie agli ecologisti francesi, che hanno fatto delle indagini precise negliambienti dell'industria bellico-energetica d'oltralpe, quella che ci venderà le magiche macchine scalda uranio.
I siti sono i soliti, quelli usciti dal piano del 1976. Prendiamone uno come esempio delle dinamiche che regolano questo schifo: Monfalcone.
Monfalcone (Gorizia) è una cittadina che ha vissuto sugli (squ)allori dei cantieri navali, con qualche sbavatura dovuta alle centinaia di vittime dell'amianto, tanto inconsapevoli quanto consapevoli erano dei rischi i capi di Fincantieri. La produzione e gli ordinativi negli ultimi anni sono stati notevoli: a Monfalcone sono nate grosse navi da crociera e gli armatori arrivavano con contratti miliardari. Tutto ciò alimentò, grazie al martire Biagi, ai Bersani e, per ultimi, ai privatizzatori di acqua del PDL, la crescita di moltissime microaziendine in sub-sub-...sub appalto, con tutto il corollario di incidenti da totale assenza di regole. Bosniaci, croati, serbi, cingalesi... un esercito di manodopera a basso costo e ricattabile, persino più degli italici operatori di call-center, che almeno non devono andare a 30 metri senza sicura.
Crisi del 2008, ordinativi rallentati; finalmente un caso in cui brilla il grande vantaggio del lavoro interinale ed atomizzato: crolla l'attività e nessuna fastidiosa conseguenza sindacale (ricordo la Costituzione Italiana: repubblica fondata sul lavoro). La mobilità (quella di un popolo di lavoratori erranti) risolve tutto: meno neri per strada, meno bivacchi a ridosso dei cancelli (la mensa costa), un calo generalizzato degli affitti in nero, insomma il benessere secondo Borghezio.
Il tempo che ci vorrà per i residenti a realizzare la crisi dell'indotto, il tempo di qualche difficoltà che possa far vacillare la fede anche per il rito del centro commerciale, che il goveno nazionale ha già trovato la soluzione! C'è una situazione di depressione? Voilà, una radiosa centrale a fissione nucleare vi risolverà tutti i problemi, l'amministrazione locale riceverà un po' di euri per ogni Kilowatt prodotto ed avrete di nuovo la manutenzione della aiuole, il bonus per l'asilo, il posto di lavoro in Comune... e poi basta con quei fastisiosi blackout che vi bloccano in ascensore e potrete continuare ad usare i vostri fiammanti forni elettrici da cucina e il condizionatore d'aria.
Marcegaglia, che rappresenta il nuovo vorace apparato militar-industriale (le centrali saranno siti sottoposti a protezione militare), ha già fatto allusioni sulle ricadute monetarie per chi accoglierà volontariamente le centrali: 25 grandi aziende avranno lavoro per anni, 11 delle quali saranno friulane.
Nella nebbia mediatica generale, pare che la stampa della ex-sinistra abbia avuto un guizzo di lucidità : segnalo questo articolo, buono per inquadrare l'argomento e come punto di partenza. Per intanto, speriamo che la conferenza Stato-Regioni, prevista per il 28 gennaio non sia protetta dal segreto industriale.

dal sito http://sacrabolt.altervista.org