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La dichiarazione dell'anno.

Tutte le leggi che sono state definite ad personam non le ho proposte io: sono sempre state proposte dalla preoccupazione dei miei colleghi di governo, dai miei alleati, e dai miei avvocati, come l'avvocato Ghedini, che è anche parlamentare ... Io ho sempre escluso provvedimenti come il legittimo impedimento, ho sempre tentato di fermarle, anche in Parlamento, le leggi ad personam.


Presidente del Consiglio Berlusconi,
conferenza stampa di fine anno.

dal sito www.nonleggerloblogspot.com

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Buone Feste a tutti....


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QUESTA NOSTRA, UNA VITA APPARENTE

di Gianni Tirelli


Sull’onda dell’entusiasmo e di una novità fatta di, promesse, aspettative e speranze, per una qualità di vita migliore e più felice, è stata definito, rivoluzionario, quel processo di industrializzazione che, nel solo arco di un secolo, ha sbaragliato dal campo le società contadine per imporsi come parametro assoluto di riferimento.
Ma le rivoluzioni, sono portatrici di fratellanza, uguaglianza e libertà (sinonimi di felicità), in netta antitesi con quella “industriale”, equivalente di, omologazione, licenza, schiavitù e catastrofe ambientale. Una mera illusione, avallata, mitizzata e propagandata da quel primitivo gruppo di “furbetti del quartierino” che, alla fatica dei campi e all’intelligenza, aveva anteposto (per facilità di applicazione) le più congeniali e caratteriali, inettitudine e furbizia. Tutte le promesse e le speranze, sbandierate in questo secolo, sono state disattese e umiliate. Quel processo di semplificazione che ha traghettato l’uomo da un passato industrioso a un presente industriale, è miseramente fallito. L’autonomia di un tempo, presupposto di libertà e decoro, è degenerata in dipendenza dal Sistema e, la salutare e appagante fatica dell’uomo contadino, in lavoro meccanico, frustrante e senza dignità. Per tali motivi, l’individuo umano del passato, cosciente e responsabile, si è involuto in umanoide robotizzato; un automa che si attiene rigidamente alle regole stereotipate di un libretto di istruzioni che il Sistema gli consegna al momento della sua venuta al mondo. A un tale uomo è negata la felicità.

Gli individui ben differenziati delle società contadine, proprio in virtù della loro autonomia, disponevano di quel tempo libero (indispensabile e necessario), che dava un senso alla loro esistenza ed era motivo di socializzazione, tradizione, fantasia, pura introspezione e svago. La variabilità del tempo, li costringeva per lunghi periodi, ad abbandonare la fatica dei campi, potendo così concedersi lunghe pause di rigenerante riposo, e in occupazioni manuali/artigianali, fonte di creatività, ispirazione e consapevolezza. Oggi, con il Sistema industriale, ogni più remoto barlume di dignità è stato per sempre cancellato. Un uomo, costretto a lavorare otto ore, ogni santo giorno (che piova o tiri vento), per quarant’anni della sua vita dentro una fabbrica malsana, caotica e assordante, per miserabili 1000 euro al mese non solo, è un irresponsabile ma (senza il dubbio di essere smentito), uno psicopatico.
Questo, vale anche per le otto ore svendute di fronte ad un computer, o alla guida di un Tir, o alla cassa di un supermercato. Questa non è la vita o estrema condizione di sopravvivenza, ma stato vegetativo.
L’uomo ragionevole, muore per un calcio sferrato dal suo cavallo, per essere caduto ubriaco dal fienile o, colpito da un fulmine in una notte di tempesta, mentre cerca di radunare il suo gregge di pecore. L’uomo ragionevole, muore annegato, dopo essere caduto con la sua bicicletta in un fossato, di notte, tornando dall’osteria verso casa. Muore di fatica, dopo avere dissodato, con la sola forza delle sue braccia, un campo di patate. L’uomo ragionevole, muore soffocato dall’ultimo boccone della sua cena o, avvelenato dalla puntura di una vipera – muore per un colpo di pugnale al cuore, sferratogli dal suo acerrimo nemico, per una parola di troppo. L’uomo ragionevole muore da uomo, perché la memoria delle sue azioni, sia da conforto per tutti quelli che lo hanno amato. L’uomo ragionevole cerca l’autonomia e la libertà, in una condizione di autenticità, e di qualità della vita
Diversamente, meglio sarebbe per lui, vivere di espedienti e trovare ristoro, nel freddo di una baracca di lamiera e cartone e che fosse la carità, a soddisfare i suoi bisogni, e le notti stellate, i suoi sogni. L’uomo di quest’epoca insensata si deve ribellare, e riappropriare dell’unica cosa che è capace di produrre miracoli, e in grado di riesumare autentiche passioni e vere motivazioni: la Terra. La Terra, è il vero potere! Il solo potere al quale possiamo serenamente sottometterci sapendo che, domani, per noi sarà un altro giorno. Un giorno nuovo, pieno di aspettative e di speranze, di sana fatica, sereno riposo e felicità.

dal sito http://www.oltrelacoltre.com

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il voltagabbana

di Emmepix

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Lo spesometro

di Beppe Grillo

Chi non paga le tasse è un ladro, ma chi le paga in Italia, oltre che onesto, è un martire. Siamo al primo posto nella classifica dell'evasione in Europa con il 54,5% del reddito inevaso, seguono la Romania 42.4%, la Bulgaria 39.8%, l’Estonia col 38.2%. Guidiamo il gruppo UE con distacchi alla Pantani. Nel 2010 l'evasione è aumentata, grazie a Tremorti, del 10,1%. I primi a evadere sono gli industriali con il 32,8%. Il Nord Ovest, non il Sud, è dove si evade di più. E' una conseguenza dello Scudo Fiscale che ha candeggiato con il 5% di tassazione e l'anonimato capitali mafiosi, dovuti alla droga, alle armi o al traffico d'organi, e evasori totali.
Lo Scudo Fiscale è una legge bipartisan, voluta sia dal Pdl, che la propose, che dal Pdmenoelle, che si astenne nel voto di fiducia. 24 pdimenoellini non votarono: Argentin, Binetti, Bucchino, Capodicasa, Carra, Codurelli, D'Antoni, Esposito, Farina, Fioroni, Gaione, Ginefra, Giovanelli, Grassi, La Forgia, Lanzillotta, Madia, Mastromauro, Melandri (in visita guidata a Madrid per il partito), Misiani, Pistelli, Pompili, Porta, Portas. Se avessero votato contro, il governo sarebbe caduto più di un anno fa. Gli imprenditori che hanno sempre pagato le tasse impararono una lezione, che se il delitto non paga (ma è tutto da vedere), l'evasione paga sempre. Il Brambilla contribuente modello, con tassazioni da levare la pelle e senza la possibilità di fare investimenti, si è ritrovato concorrenti disonesti che potevano entrare sul mercato con milioni di euro condonati dal fisco. Il Brambilla contribuente modello si è giustamente incazzato, sentito preso per il culo dallo Stato ed è entrato a far parte del club degli evasori più o meno totali. Se Il Brambilla è il responsabile del reato, il mandante è il Parlamento. Quanti parlamentari o amici di parlamentari hanno usato lo Scudo Fiscale? Il conflitto di interessi e il mercato delle vacche non sono un copyright dello psiconano, ma un comune sentire dei partiti.
Ora che i buoi e ogni altro tipo di ruminante (non so perché ma penso a Mastella) sono scappati dalla stalla, Tremorti ha deciso di vendere cara la pelle, non la sua ovviamente, ma quella dei contribuenti. L'ultima botta di creatività per recuperare un'evasione che supera i 120 miliardi di euro all'anno è lo "spesometro". Dal 2011 ogni acquisto pari o superiore ai 3.500 euro dovrà essere comunicato al fisco da parte di chi vende un bene o un servizio. Le spese sostenute diventeranno parte del profilo fiscale del contribuente. Dal prossimo gennaio si dovrà richiedere all’acquirente il codice fiscale per l’invio dei dati all’Agenzia delle Entrate per l'emissione di fatture, scontrini e ricevute fiscali pena pesanti multe. Per gestire una puttanata come lo spesometro si dovranno assumere legioni di dipendenti pubblici e rompere i coglioni a qualche milione di operatori privati per la raccolta e l'invio dei dati. Per lo Scudo Fiscale è stato sufficiente un tacito accordo tra Berlusconi, Bersani e D'Alema. Quest'ultimo, il giorno della votazione sulla incostituzionalità della legge non era in aula perché non aveva capito che "era importante".

dal sito http://www.beppegrillo.it

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dNucleare abbassa natalità femminile. Veronesi: "Con le scorie ci dormirei"


"Le scorie non sono un problema per la salute. Io potrei dormire in camera con le scorie nucleari, non esce neanche una minima quantità di radiazioni"

E con questa bella affermazione, almeno per me, il celebre Umberto si è giocato la rispettabilità guadagnata in anni e anni di ricerca scientifica.
Che lo faccia! Si metta pure un paio di quintali di scorie nucleari sotto il letto, magari potrei anche ripensarci ....

di Andrea Boretti
Mentre in Germania uno studio testimonia l'impatto sulla natalità femminile delle radiazioni emesse dalle centrali nucleari, in Italia Umberto Veronesi, Presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, arriva a negare la radioattività delle scorie e afferma: "potrei dormirci in camera". 
Per gli studiosi Ralf Kusmierz, Kristina Voigt e Hagen Scherb dell'HelmholtzZentrum-German Research Center fo Environmental Health, nelle vicinanze delle centrali nucleari nascerebbero meno femmine. La scioccante affermazione è il risultato di uno studio condotto dai tre ricercatori sui dati delle nascite avvenute nel raggio di 35 km da 31 centrali nucleari nell'ambito degli ultimi 40 anni. Secondo lo studio, infatti, rispetto alle medie mancano all'appello in questi 40 anni circa 15.000 bambine.
La notizia è stata subito commentata dall'IPPNW (International Physicians for the Prevention of Nuclear War) che raccoglie diversi scienziati avversi al nucleare, come l'ennesima prova della relazione tra contagio radioattivo e danneggiamento delle cellule embrionali come già ipotizzava uno studio del 2007 secondo il quale i bambini nati nei pressi delle centrali avevano percentuali di rischio maggiori di contrarre leucemia e tumori.
Questa volta lo studio si concentra invece, come abbiamo detto, sul calo di neonate, un fenomeno che sarebbe da ricondurre alle radiazioni ionizzanti che già avevano dimostrato effetti di questo tipo a seguito del disastro di Chernobil. Dopo il 1986 i dati Europei registrano, infatti, un calo notevole di nascite rosa.
Insomma le radiazioni - in particolare quelle dell'isotopo H3 e C14 - influenzerebbero enormemente gli embrioni e questo, sempre secondo lo studio, avverrebbe anche quando i livelli di radiazione registrati dai controlli sono entro i limiti di legge. Su questo argomento l'IPPNW rincara la dose spiegando che tali limiti andrebbero quindi rivisti in quanto tarati su uomini attivi e in salute e non su embrioni appena formatisi e quindi decisamente più sensibili al rischio radioattivo.
Mentre in Germania ci si interroga su queste questioni, in Italia, appena una settimana dopo, succede che Umberto Veronesi, già ministro della salute e Fondatore dello IEO e ora Presidente dell'Agenzia di sicurezza nucleare dichiari: “Le scorie non sono un problema per la salute. Io potrei dormire in camera con le scorie nucleari, non esce neanche una minima quantità di radiazioni”.
Secondo Veronesi, quindi, le scorie radioattive non sarebbero radioattive. Secondo Veronesi anni e anni di preoccupazioni, di armature di cemento armato per contenerle a Chernobyl o nei siti di stoccaggio italiani sarebbero solo precauzioni inutili al punto che ci si potrebbe anche dormire in camera tanto "non esce neanche una minima quantità di radiazioni".
Una dichiarazione del genere crediamo che non meriterebbe una vera puntualizzazione, preferiamo quindi parlare attraverso la voce di Giuseppe Onufrio, Direttore esecutivo di Greenpeace Italia, secondo il quale: “Le analisi correnti dell’emissione radioattiva delle scorie vetrificate indicano che a un metro di distanza il rateo di dose, a seconda del tipo di contenitore, è di 40, 100 o 200 microSievert all’ora (World Nuclear Transport Institute, luglio 2006).
Supponendo che il professor Veronesi dorma 6 ore a notte, ci passerebbe 2.190 ore all’anno. La dose di radiazioni conseguente (gamma e neutroni) varierebbe, a seconda del tipo di contenitore e di scorie, da 87 a 438 milliSievert (mSv) all’anno, quando la dose massima consentita per un individuo della popolazione è di 1 mSv all’anno (i lavoratori addetti sono invece autorizzati a prenderne 20 all’anno)”.
Insomma una quantità di radiazione da 87 a 438 volte superiore a quella consentita per legge e come abbiamo visto grazie allo studio dei tre ricercatori tedeschi i limiti di legge non sempre sono sinonimo di sicurezza per la salute.
Se questo è l'approccio del Presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare allora dobbiamo ardentemente sperare che di questa Agenzia non ci sia mai veramente bisogno.

dal sito http://www.ilcambiamento.it

 

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L’ITALIA: UN PAESE SOTTO SCACCO

di Gianni Tirelli


Sono rimasto impietrito di fronte all’attacco squadrista in diretta tv sferrato dal ministro della difesa La Russa, ad “Anno Zero”, contro un giovane studente che esprimeva civilmente le sue ragioni. Ero incredulo, per tanto odio e immotivata ferocia, mentre, nel frattempo, la mia rabbia montava attimo dopo attimo e così la frustrazione da impotenza. Ero a tal punto compresso che, per non dare in escandescenze, rischiando di fare a pezzi il televisore e un reperto archeologico nelle vicinanze, mi rifugiai dentro un pianto liberatorio. Quella notte non chiusi occhio! Certo, l’atteggiamento criminoso del ministro della difesa La Russa, aveva scosso il mio essere in ogni sua cellula, ma le ragioni della mia insonnia, erano ben altre; più dolorose e deprimenti.
a) Il silenzio assenso del vicedirettore del “Giornale” Nicola Porro, tristemente salito agli onori della cronaca per meriti deontologici. Una commistione di ricatti, intimidazione e dossier, in perfetta linea feltriana.
b) L’ignavia e l’ipocrisia di Pierferdinando Casini che, in veste di giudice supremo di verità e imparzialità, pretendeva dall’ignaro studente (in maniera strumentale e demagogica e speculando sulla sua giovane età e inesperienza), di schierarsi e prendere posizione, allo scopo di garantirsi pubblicamente la laurea “ad honoris causa” del perfetto moderato. Lui, il politico dei senza se e senza ma. Cattolico e divorziato. Paladino della famiglia, schierato idealmente con il suocero Caltagirone.
c) L’intervento blando, ininfluente e poco convinto di Santoro che, sinceramente, è ciò che più mi ha amareggiato e addolorato.
Solo il buon Di Pietro, l’analfabeta, il giustizialista, il populista, ha restituito un minimo di dignità e di autentica democrazia a una bagarre vile e vergognosa, dove infamia e mistificazione avevano tradito ogni buon senso, corretta analisi e frammento di verità.
Alle richieste legittime dei manifestanti, si contrappongono i comportamenti irresponsabili e sistematici di questa cricca al potere, carichi di protervia e di tracotanza, fomentando l’odio, il rancore, la violenza e la vendetta. Può mai essere definito un traditore chi, anche se tardivamente, si dissocia da quest’orda di figuri? Può essere mai accusato di tradimento chi rinuncia ai suoi privilegi e alla più comoda immobilità, rischiando sulla propria pelle, gli effetti di una tale, irrinunciabile, doverosa e coraggiosa scelta? Può mai definirsi tradito un puttaniere impenitente che, della prostituzione, ha fatto il suo programma politico e, dell’impunità, il fine del suo mandato? Solo nei regimi ignoranti e populisti, che hanno esaurito la loro carica demagogica e propagandista ci si appella, come estrema rathio, alla lealtà verso il capo indiscusso. Pena, l’eterna e indelebile onta del tradimento. L’infedeltà a tutto campo, di Silvio Berlusconi è conclamata, e preclude ogni civile e leale convivenza.
L’altra sera ad “Anno Zero”, un bravo ragazzo e studente modello che, con senso civile, lealtà e candore ha onorato il suo dovere di cittadino responsabile e consapevole, è stato deriso, umiliato, mortificato, zittito e sbeffeggiato e offerto a pubblico ludibrio come esempio di pericoloso sovversivo, e terrorista. Il Popolo delle libertà, non è che una grottesca messinscena carnevalesca, che usa il parlamento, come copertura. Una roccaforte del malaffare, dove si organizzano oscure trame, complotti, dossier e si smistano pizzini. Il berlusconismo è l’esatta rappresentazione iconografica del peggio di questo paese che ha calamitato al suo interno la parte più marcia dell’imprenditoria italiana, i reietti del sottobosco politico e la creme della peggiore feccia umana in circolazione. Un sottobosco culturale di quart’ordine, maestri di mistificazione e di contraffazione della realtà, che hanno fatto della menzogna una regola relazionale, della licenza un baluardo di libertà e della dignità mercimonio.
E’ il bugiardo oltranzista che dubita sempre della parola altrui, ed è chi pratica la professione del ladro che periodicamente stila l’inventario dei suoi beni, spinto dal continuo sospetto che qualcuno glieli possa sottrarre. E’ il peccatore che ti assolve dai peccati e sono le persone inaffidabili che non si fidano di nessuno. In fine, è il traditore della patria che, del patriottismo, fa il suo estremo rifugio – quell’introiezione proiettiva che lo porta ad attribuire agli altri, i suoi difetti e responsabilità. C’è da augurarsi che senta il bisogno di farsi curare!
Gianni Tirelli

dal sito http://www.stampalibera.com

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Mescolare le carte per pararsi il culo

di Metilparaben

Spiegare qualcosa e giustificarla sono due procedimenti nettamente distinti, sul piano del lessico ancora prima che su quello della logica: talvolta, però, c'è chi ha interesse a confonderli.
I ragazzi che si sono resi protagonisti di violenze durante la manifestazione dell'altro giorno hanno commesso degli atti molto gravi, e per questo (al netto di eventuali abusi da parte delle forze dell'ordine) ritengo che dovrebbero essere puniti: ciò equivale a dire che non li giustifico.
Nondimeno, credo che il loro comportamento si possa interpretare alla luce di una situazione così drammatica da indurli a non vedere più alcun futuro davanti a loro: questa, evidentemente, è la spiegazione (la mia, cioè una delle spiegazioni possibili), che come ripeto non contiene alcun elemento giustificativo.
Hanno interesse a confondere i due piani tutti coloro -e sono tanti- che il futuro a quei giovani l'hanno sottratto, conducendo questo paese in un baratro dal quale sarà difficilissimo venire fuori; tutti coloro che delle loro politiche dissennate, irresponsabili e fallimentari non vogliono che si parli; tutti coloro che non intendono assumersi (così com'è giusto che se le assumano i ragazzi che hanno bruciato le automobili, lanciato le bombe carta e distrutto le vetrine) le proprie responsabilità.
Ebbene, se costoro si limitassero a dire che quanto è accaduto non deve essere giustificato, allora mi troverebbero assolutamente d'accordo: invece si spingono oltre, e cercano di fare in modo che gli incidenti dell'altro giorno non vengano neppure spiegati.
Trovo che questo sia un atteggiamento irresponsabile, cieco, violento: e quindi inaccettabile.
Se mi chiedete di condannare la violenza insieme a voi, contate pure su di me.
Se cercate di farmi smettere di pensare per pararvi il culo, inventatevene un'altra.

dal sito http://www.metilparaben.blogspot.com

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Belle notizie dalla blogosfera .....

Durante la sua intervista radiofonica della durata di un'ora nello show di Alex Jones oggi, in onda su GCNLive.com, l'esperto veterano sulle riserve di petrolio in Alaska Lindsey Williams ha detto ad Alex di aver appreso da poco da due suoi amici di lunga data, entrambi dirigenti in pensione di grandi industrie produttrici di petrolio, che il prezzo del greggio, ora nuovamente in aumento, è previsto che arrivi al più presto a 150-200 dollari al barile. Secondo Williams, il prezzo equivalente della benzina alla pompa dovrebbe variare poi tra i 4 ed i 5 dollari al gallone. In effetti, il prezzo per i conducenti in California è già di circa quattro dollari, ha detto.

Williams ha anche detto ad Alex che uno dei dirigenti gli aveva detto che è previsto che l'euro crolli presto, anche se non ha specificato il tempo. Una volta che questo accade, il dollaro crollerà entro le prossime due o tre settimane, portandosi via finanziariamente decine di milioni di americani, presumibilmente entro pochi giorni o poche settimane.
Lindsey ha sottolineato ancora una volta, come ha fatto in tutte le sue interviste con Alex nel corso degli anni, che conosce molto bene questi dirigenti e confida nelle loro informazioni, perché queste previsioni sono sempre andate a segno ed in tempo. Per questo motivo ha implorato gli ascoltatori di Alex a prepararsi ora per il collasso del dollaro e fare tutto ciò che sarà necessario per sopravvivere e poi vivere attraverso questa debacle.

Williams divenne amico e confidente di fiducia di questi dirigenti, mentre prestava servizio come cappellano per loro e per i loro equipaggi durante la costruzione del gasdotto Alaska nel 1970. Durante questo soggiorno ha appreso che entrambi questi dirigenti erano a conoscenza dei piani dell'élite mondialista per abbattere le nazioni del mondo e creare un nuovo ordine mondiale dell'economia. Poiché avevano fiducia in lui, gli permettevano di assistere ai loro incontri privati per discutere ed ascoltare i loro piani e programmi spesso segreti.
Entrambi i dirigenti hanno mantenuto la loro amicizia con Williams fin dai loro giorni con lui nel progetto del gasdotto. Sono stati anche disposti a rivelare ogni tanto da allora i piani futuri dei globalisti. Inoltre ha fatto anche rivelar loro molte di queste informazioni al pubblico durante le sue interviste alla radio, attraverso i video che produce e attraverso il contenuto del suo libro, The Energy Non-Crisis. 


dal sito http://www.comedonchisciotte.org

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NON SIAMO IN VENDITA

Berlusconi: altri 8 parlamentari sono pronti a passare con me...non appena riceveranno il bonifico

Casini conferma: l'Udc non è in vendita...per un ministero veniamo gratis

Maroni: sbagliato rilasciare i fermati...non sono nipoti di nessuno 

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La notte ...


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Scuole private, istruzione da terzo mondo. Parola di OCSE.

ma guarda un pò ..... mi fa venire in mente quei compagni di classe al liceo (STATALE!), figli di paparono-tanto, che dopo la prima  o la seconda bocciatura finivano in qualche esclusivo istituto privato e chissà come riuscivano addirittura nel miracolo di fare 2 anni in 1!
Purtroppo queste notizie è ben difficile scovarle nei media mainstream, SIA MAI che si vengano a sapere certe cose.

di Debora Billi


Malgrado i titanici tentativi di affossare la scuola pubblica, di renderla ingestibile, povera, complicata, e soprattutto priva di carta igienica, allo scopo di convicere le terrorizzate famiglie che è meglio dare i soldi ai preti o alle finte scuole del CEPU, pare che la scuola pubblica italiana stia molto meglio di come vogliono farci credere. O almeno, che tenga duro.
Non lo dicono i comunisti, ma l'OCSE. Abituati a leggere classifiche internazionali in cui ci ritroviamo regolarmente a fare i fanalini di coda, stupisce un po' quando, leggendole "scorporate", si scopre che la scuola italica scalerebbe almeno una decina di posti se si togliessero dal conto le scuole private. Eh si: pare che sia proprio l'infima qualità e l'infimo livello degli istituti a pagamento a trascinare giù l'istruzione del nostro Paese.
Le scuole private italiane che ricevono copiosi finanziamenti da parte dello Stato fanno registrare performance addirittura da terzo mondo. I dati Ocse non lasciano spazio a dubbi.
E' un articolo uscito su Repubblica qualche giorno fa, che forse a molti era sfuggito. Eppure andava sventolato sotto il naso dei nostri politici ancora più dei tagli di Tremonti e delle riforme Gelmini, andava spedito a tutte le famiglie affinché si rendessero ben conto che, in tempi di crisi, buttare quattrini per arricchire i preti è comunque una scelta perdente. Altro che belle palestre e aule linde e pinte: i figli escono ignoranti, e dovrebbe importagliene qualcosa.
Sono proprio i quindicenni di questi ultimi istituti che fanno registrare performance imbarazzanti: 403 punti in Lettura, contro una media Ocse di 493 punti, che li colloca tra i coetanei montenegrini e quelli tunisini.
Se mandano i rampolli alle private per tenerli alla larga dagli extracomunitari, poi, finiranno con l'offrirgli la preparazione scolastica di un tunisino. Meglio farglielo sapere.

dal sito http://crisis.blogosfere.it

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Come si arriverà al giorno...

di Paolo Barnard


Come si arriverà al giorno in cui un commando di tre persone attende Mario Draghi all’uscita della sede del Financial Times a Londra e lo ammazza con due colpi alla testa?
Come si arriverà al giorno in cui una donna portoghese tornerà da un viaggio in Marocco e si farà saltare in aria nella hall della Banca Centrale Europea al passaggio di Angela Merkel e di Wolfgang Shauble?
Come si arriverà al giorno in cui Sergio Marchionne sarà accoltellato da un impiegato Fiat in un ristorante di Roma?
Come si arriverà al giorno in cui uno scrittore poserà le dita sulla sua tastiera e scriverà ciò che oggi ancora non si deve scrivere, e cioè che l’unico atto rimastoci per non morire da vermi, l’unico che ci è stato lasciato dal Potere, è di dare la nostra vita mentre spegniamo quella dei criminali di massa come Draghi, Merkel, Shauble, Marchionne, Cameron, Blankfein, Juncker, Amato, Alesina, Trichet, Attali, Barroso e i loro soci? Perché siamo vicini, molto vicini badate bene, al destino dei ribelli islamici che oggi conosciamo come irragionevoli folli sanguinari, e che invece sono come noi, cioè voci cui non fu lasciata altra voce se non quella di immolarsi in atti di cieca disperazione. Questo fa il Potere, che si chiami Impero americano e sionista, o che si chiami Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea, Gruppo Bilderberg e mercati di capitali coi loro sacerdoti di cui sopra, esso ti schiaccia, ti tortura, ti dissangua, t’inganna, ti umilia, e ti prende per i fondelli con la menzogna dei mezzi di lotta democratici fino al punto in cui l’individuo si trova talmente senza voce, talmente disperato, talmente soffocato dai muri di gomma da prendere un’arma, un coltello, una cintura di esplosivi e reagire nell’unico modo che lo stesso Potere gli ha lasciato. E quando questo accadrà, il Potere invertirà i ruoli di vittima e carnefice ed ecco che Hamas non è più l’erede brutale di 80 anni di sevizie assai più brutali a un intero popolo; Hamas è il terrorista. E i tre uomini che sparano a Draghi non sono più il  parto orrendo di un orrore ancora più grande, cioè milioni di persone spolpate vive per il profitto di un centinaio di miliardari; essi sono i terroristi.
La domanda rimane: come si arriverà a quei giorni? Leggete sotto come ci si arriverà.
Scrive il Prof. Robert E. Prasch, economista del Middlebury College, USA: “L’Irlanda poteva semplicemente dichiarare il fallimento, rinegoziare il suo debito e far capire ai suoi creditori che l’alternativa era prendere o lasciare un’offerta unilaterale del governo di Dublino. Ma il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la UE hanno intuito questa via d’uscita e hanno inserito nei termini per il ‘salvataggio’ dell’Irlanda la pretesa che il suo governo si giocasse come garanzia per gli investitori i soldi del Fondo di Riserva delle Pensioni Nazionali Irlandesi… detto in parole povere, la sopravvivenza dei pensionati d’Irlanda sarà ostaggio di questo accordo.” E poi: “Non deve sorprendere venire a sapere che fra le condizioni del medesimo accordo di ‘salvataggio’ d’Irlanda ci siano dettagli inspiegabili come l’obbligo per le famiglie di dotare ogni casa di un contatore dell’acqua a unità separate, precondizione essenziale per la privatizzazione del servizio. O la riduzione dei già miseri stipendi minimi. Cos’hanno a che fare i contatori dell’acqua e gli stipendi minimi con le frodi bancarie, le deregulation, e la condotta folle del governo che hanno creato e nutrito questa crisi? Li hanno incastrati: il FMI, la UE e il governo di Dublino sono d’accordo che la via migliore è di smollare i rischi e i costi associati col salvataggio delle banche a coloro che non c’entrano nulla con quella frode e che ne hanno beneficiato zero.” E ancora: “Gli appiopperanno più tasse e più alte, abbasseranno gli stipendi dei dipendenti pubblici, alzeranno le rette per gli studenti, crollerà l’assistenza ai poveri e ai disoccupati, saranno tagliati i benefici alle famiglie con bimbi piccoli, mentre saranno salvati i gruppi di ricchi, le corporations, quasi tutti i dirigenti di banca e gli speculatori stranieri.” Infine: “Senza dubbio i banchieri e i burocrati del Fondo Monetario Internazionale e della UE hanno colto nella crisi irlandese un’opportunità eccezionale… di imporre agli irlandesi una politica economica decisa da un potere non eletto e fuori controllo, esattamente come sotto l’egemonia britannica dell’800… Il capitalismo della catastrofe è approdato in Irlanda.
Per favore, rileggete, pensando che stiamo parlando di esseri umani come me e come te, che hanno una sola vita, e in questa sola vita si giocano tutta la già minima quota di speranza, di amore, di autostima, di bene per i propri figli, un poco di gioia magari ogni tanto, prima che una malattia o la sofferenza gli spengano le luci. Non avranno una seconda chance, questa vita è tutto ciò che hanno, ma cento uomini nelle stanze del loro potere hanno deciso, per profitto, che milioni di loro, e i loro figli, devono schiattare da vivi, piangere, sentire il degrado, la melma della precarietà alla gola sempre… e poi morire. Ci può essere una cosa più infame?
Per favore, rileggente, sapendo che arriveranno anche qui, perché il piano del colpo di Stato finanziario europeo lo prevede in termini certi. Funziona così, badate alla perversa frode con cui ci ammazzano: l’agenzia di rating Moody’s (dà le pagelle ai governi e chi sgarra sanguina) viene istruita di abbassare il voto dell’Italia; immediatamente i titoli di Stato emessi dal nostro Tesoro dovranno pagare un tasso di interesse più alto perché chi li compra ha visto la bocciatura di Moody’s e non si fida più di noi, quindi per comprarli pretende di guadagnarci di più; poiché non abbiamo più moneta sovrana, cioè usiamo l’euro prendendolo in prestito dai mercati privati, pagare interessi più alti significa per noi doverci indebitare ancor di più; ma di nuovo i mercati si allarmano perché temono che facciamo bancarotta e questo significa per Roma “cadere vittima di una spirale di bocciature (da parte di Moody’s) che portano ad ancora meno fiducia dei mercati, che porta ad ulteriori bocciature, che portano a tassi sui titoli di Stato ancora più alti e così fino al collasso” (Financial Times). Non se ne esce, impossibile. Nel panico da crash finanziario, il governo di Roma, come quello di Lisbona, Madrid, Atene ecc., deve accettare l’arrivo dei tecnici del FMI, e… la ricetta è quella di Dublino, sangue dei cittadini, pacchia per i manager e privatizzazioni selvagge del nostro bene pubblico nelle tasche degli speculatori. Uno dei loro sicari, Barclay’s Capital, lo scrive nero su bianco: “(Lo Stato) evita di dover vendere questi titoli solo se accelera le privatizzazioni.
Tutto questo orrore, che già ha soffocato un’enorme fetta di economia italiana - aziende, lavoro, posti pubblici, stipendi pubblici, servizi, istruzione, precari…-  e che nei prossimi 5 anni ci farà conoscere il più devastante attacco ai salari della Storia moderna, proviene, lo ricordo, da una pianificazione di 70 anni da parte delle elite finanziarie che è culminata con l’introduzione dell’euro come arma finale per lo sventramento di ogni residua sovranità dello Stato nel creare ricchezza per i propri cittadini (si legga Il Più Grande Crimine). La realtà è che ogni singola parola spesa dai criminali che ho citato all’inizio e dai loro soci mira precisamente all’opposto di ciò che dichiarano, cioè mira a stringere ancora di più la spirale di collasso finanziario degli Stati descritta dal Financial Times poco sopra. Ma intanto i media ci dicono che Wikileaks è la notizia! che Berlusconi è la crisi!, che Obama è la speranza!
Mario Draghi, in un inglese robotico, ha appena declamato in un’intervista video al massimo quotidiano finanziario della City di Londra che “… si devono rendere le regole già esistenti ancora più stingenti, più severe. Sanzioni, costi politici e sanzioni finanziarie devono diventare misure praticamente automatiche, così da dare alle nazioni con politiche deboli, incapaci di fare la cosa giusta, la forza per correggersi.” Draghi, criminale falsario, usa le parole vere: fare la cosa giusta come impegnare i soldi guadagnati in una vita di lavoro da milioni di pensionati per garantire i profitti degli speculatori che hanno ‘cucinato’ questa catastrofe economica mondiale con la complicità tua, di Moody’s, di Giuliano Amato, della Goldman Sachs di New York cui tu rispondi quotidianamente e che ti ha creato, e dove un infame uomo che risponde al nome di Lloyd Craig Blankfein ha detto, mentre milioni di esseri umani perdevano la casa, la salute, il futuro dei figli nella loro unica vita, che “Goldman Sachs fa il lavoro di Dio.” Fare la cosa giusta come illudere decine di migliaia di operai italiani che la Fiat li tutelerà, quando la Fiat del criminale Marchionne sa benissimo che si prospetta non solo il collasso dei salari di tutti gli operai europei, ma anche la dismissione totale del lavoro umano dalle catene di montaggio di tutti gli stabilimenti. Fare la cosa giusta come impedire allo Stato dei diritti nato dal pensiero illuminista di usare la moneta sovrana per fare ciò che lo Stato deve fare: spendere a deficit per creare ricchezza nei cittadini, mentre tu e i tuoi soci criminali avete sottratto all’Italia di noi umani 457 miliardi di euro di ricchezza in 2 anni, e lo hai pubblicato tu nei tuoi bollettini di Banca d’Italia il 16 dicembre 2009. Fare la cosa giusta come sedere di fronte a una telecamera con la tua voce robotica che copre le mattine, le sere e le notti di milioni di vite spezzate per il tuo e per il vostro profitto. Criminali.
Mi chiedevo all’inizio come si arriverà al giorno in cui… Una cosa la so per certa, Draghi:
“… e in quanto a voi, sentite bene quel ch’io vi prometto. Verrà un giorno…

Per noi, la gente.
E' vero che siamo strozzati dai ritmi di vita; è vero che lottare contro il Potere è oggi come attraversare un labirinto di muri di gomma, chi lo ha fatto lo sa bene; è vero che i mezzi di lotta cosiddetti democratici sono in gran parte una frode; è vero che 'loro' sono spietati e che non ci risparmiano nulla; ed è vero che tutto ciò finisce per costringere le loro vittime all'angolo della violenza. Ma l'apatia di milioni di noi non si può giustificare. E la miopia della minoranza attiva ossessionata dal 'cortiletto del potere', ancora meno. Il Mahatma Gandhi, quello vero, predicò di affrontare il proprio nemico facendosi persino macellare col sorriso sulle labbra. Ma disse anche che se non si posseggono i mezzi per fare ciò, l'apatia non può mai essere giustificata, e allora che si imbraccino i fucili e si spari al nemico. Questo disse Gandhi.

dal sito http://www.paolobarnard.info

a quanto pare qualcuno comincia a dire quello che molti pensano man non hanno il coraggio di dire! 
Bravo Barnard!

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Invece Bondi

di Metilparaben

Secondo Sandro Bondi la sconfitta di Fini e del PD nel voto di fiducia di ieri rappresenta la disfatta dei politici di professione.

Invece lui (segretario della Lunigiana per la Federazione Giovanile Comunista Italiana negli anni '70, sindaco comunista di Fivizzano nel 1990, direttore del dipartimento beni culturali del Centro studi di Forza Italia nel 1994, segretario particolare di Berlusconi negli anni successivi, deputato di Forza Italia nel 2001, portavoce di Forza Italia nel 2002, coordinatore di Forza Italia nel 2005, deputato della Casa delle Libertà nel 2006, coordinatore nazionale del Popolo della Libertà nel 2008, senatore del Popolo della Libertà nel 2008, Ministro per i Beni e le Attività Culturali nel 2008) chissà che cazzo è.

dal sito http://www.metilparaben.blogspot.com/

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Un paese in proroga

Dopo la cassa integrazione a oltranza, rischiamo di avere la moratoria ad oltranza sui crediti bancari verso il sistema delle piccole e medie imprese. Come segnala Francesco De Dominicis su Libero, sarebbe imminente un’ulteriore proroga della agevolazione che ha consentito per oltre un anno alle PMI di avere un po’ di ossigeno in attesa dell’agognata ripresa, ed al sistema bancario di non dover girare a sofferenze una massa di crediti dell’ordine di 55-60 miliardi di euro.
Mentre altre associazioni di categoria bussano alla porta dell’Abi per ottenere analogo trattamento, l’associazione guidata da Giuseppe Mussari sta studiando il rinnovo a condizioni verosimilmente più penalizzanti, come dovrebbe comunque accadere per riuscire a discernere le situazioni aziendali recuperabili da quelle decotte. L’attuale proroga scadrà il 31 gennaio 2011, ma già entro la fine di questo mese banche ed imprese contano di giungere all’ulteriore riscadenziamento.
Il problema è che i mercati stanno progressivamente scontando l’inesigibilità di parte di questa massa di crediti, destinati a mettere ulteriore pressione sui requisiti patrimoniali del sistema bancario italiano, che appare progressivamente fiaccato dalla letargica “ripresa” del paese, e che presto dovrà affrontare una realtà fatta di robuste ricapitalizzazioni. Con chi ci sta, e con chi avrà i soldi per farlo. Prepariamoci ad alcuni interessanti rimescolamenti di carte negli assetti proprietari del credito nel nostro paese.
Anche questa vicenda dimostra che il nostro problema è l’insufficiente crescita, dal micro al macro, e che tutte le iniziative adottate per “congelare” le situazioni problematiche rischiano di trasformarsi in un bubbone che attende solo di esplodere.

dal sito http://phastidio.net

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ROSARIO


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Catia Polidori, il voto di fiducia e quell’aiutino al Cepu dalla Gelmini

di Tommaso Caldarelli

Il ddl di riforma dell’università equipara gli atenei digitali a quelli reali. Guarda caso uno di essi è posseduto dalla famiglia di chi ha appena salvato Silvio alla Camera.
1809LD2(1) Catia Polidori, il voto di fiducia e quellaiutino al Cepu dalla GelminiSilvio BerlusconiIl ddl Gelmini è il prossimo passo che, con ogni probabilità, il governo di , ormai reinsediato nella pienezza delle sue funzioni anche alla Camera dei Deputati, nonostante l’esigua maggioranza racimolata, dovrà affrontare. Il provvedimento di riforma degli atenei infatti è incardinato nell’ordine del giorno del Senato, dove attende di essere approvato in terza lettura dopo le modifiche apportate alla Camera dei Deputati anche dal gruppo di Futuro e Libertà per l’Italia.
PolidoriCatia Catia Polidori, il voto di fiducia e quellaiutino al Cepu dalla GelminiCEPU – Una delle norme più contestate del Ddl Gelmini è quella che, avevano notato, oltre agli studenti, anche i giornalisti del Corriere della Sera, consentirebbe agli atenei digitali di essere equiparati agli atenei ordinari, sebbene privati. “Lo scrive Sergio Rizzo sul Corriere della Sera: secondo Walter Tocci nel decreto per la programmazione inviato dal ministero della pubblica istruzione alla conferenza dei rettori per un parere, è presente una norma che consente alle università telematiche di trasformarsi in “normali” università non statali come la Bocconi”, scrivevamo, riprendendo un vecchio pezzo di Via Solferino. “Un ‘aiutino’ che ha un solo beneficiario, secondo Tocci: “Il Cepu, che così potrebbe entrare nel sistema universitario, trasformando E-Campus in università non statale autorizzata a svolgere sia didattica a distanza che tradizionale”. Una provocazione che il deputato Pd butta lì, ma che potrebbe diventare a breve realtà. Anche perché il Cepu ha amici potenti, così come altre università come la San Raffaele di Roma: azionista di controllo è la famiglia Angelucci, ma tra gli azionisti ci sono anche la Fininvest e il gruppo Mediolanum: realtà proprietarie o comunque molto vicine al Cavaliere”. Già, molto vicine: il fondatore e titolare del mondo dell’apprendimento privato italiano è Francesco Polidori, sfegatato fan del Cavaliere proveniente dalla rossa Umbria.

“lo scorso 19 luglio Silvio Berlusconi aveva partecipato a Novedrate, nel Comasco, ad un’iniziativa presso l’Ecampus, l’ateneo telematico creato dal fondatore del Cepu, Francesco Polidori, e il suo intervento aveva fatto molto discutere sia perché avveniva a un paio di giorni dall’approdo in Parlamento della riforma universitaria voluta dalla Gelmini, sia perché era stata l’occasione per un nuovo attacco a Rosy Bindi sul tema della bellezza”POLIDORI SALVA SILVIOGuarda caso, oggi a salvare il governo di Silvio Berlusconi è stata la rampolla della casata Polidori, quella Catia di cui Luca Barbareschi, combattivo finiano, ha subito dopo il voto immediatamente detto: “Persone come la Polidori è meglio perderle per strada. Ieri aveva confermato il no alla fiducia e poi stamattina ha detto che aveva problemi con il Cepu. Ma vi rendete conto che cosa sta succedendo? Siamo alla corruzione di pubblico ufficiale. Sappiamo per certo che la Polidori ha ottenuto rassicurazioni che la favoriscono”. E sebbene un deputato che si professa amico della Polidori abbia smentito qualsiasi contatto con l’istituto di istruzione privata, adducendo anche l’ipotesi di una omonimia, il dubbio rimane. Sicura invece è la vicinanza di Silvio alla famiglia Polidori, se è vero che , continua ancora una volta l’edizione online del Corriere della Sera.
DUE PIU DUE – E se tutto tornasse? La riforma Gelmini è ferma in uno dei due rami del Parlamento, guarda caso quello in cui il Governo può permettersi il maggiore spazio di manovra. E in quel testo è contenuto un comma che aiuta in maniera più che sostanziale un impresa privata posseduta da un deputato che diventa cruciale per sostenere un Governo traballante. E’ difficile comunque pensare che una manina abbia minacciato la Polidori, facendole capire che la norma pro-Cepu sarebbe potuta essere espunta dal testo al Senato – perchè in questo caso il testo sarebbe dovuto tornare alla Camera; ma qualcuno potrebbe averla bensì “rassicurata” – parole di Barbareschi – che un suo sostegno all’esecutivo avrebbe garantito che l’azienda della famiglia Polidori sarebbe stata al sicuro da qualsiasi idea di modifica del testo Gelmini che, se i finiani non cambiano idea, è ormai praticamente blindato.

 dal sito http://www.giornalettismo.com

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Ma tanto si va a votare.

di Rita Pani

Il fatto è che l’insurrezione popolare è già iniziata, ma in troppi continueranno a fare finta di nulla, convinti di vivere in uno stato democratico, e sperando che “la partita” conclusasi oggi, con uno scarto di gol risicato, ci porterà presto alle urne. Anzi, quelli di noi più votati alla parvenza di democrazia, non la chiameranno mai insurrezione popolare, ma guerriglia teppista. Gli studenti d’altronde sono già stati dichiarati perditempo che dovrebbero stare rinchiusi a studiare, e i lavoratori fancazzisti che non hanno voglia di lavorare. Il resto, ci dicono, sono comunisti o teppisti dei centri sociali abituati a compiere atti delinquenziali e spaccare vetrine.
Lo capisco, fa comodo pensare che davvero sia così: a quale italiota verrebbe mai l’idea di unirsi a tale feccia per riconquistare la democrazia? “Non è il modo – obiettano – abbiamo le urne.” Presto o tardi uno dei nostri figli, resterà steso sull’asfalto, e solo allora, forse, verranno alla mente le prime domande, alle quali spero, ci si sforzerà di dare risposta.
C’è qualcuno per strada che ci sta dicendo in modo forse più convincente di quanto possa fare io con le parole, che restano qua lasciando il tempo che trovano, che la democrazia è morta. E non ce ne sarebbe stato bisogno, se giorno dopo giorno, non fosse passata a troppi la voglia di guardarsi intorno e comprendere cosa stava accadendo.
Oggi sapendo che nulla sarebbe accaduto, in tanti sono rimasti appesi, in attesa che nulla accadesse. E così davvero potrebbe sembrare, se non fosse che tutti sappiamo che oggi è stato compiuto l’ultimo sfregio a quel che restava del cadavere della nostra democrazia. Uno stupro perpetrato da un necrofilo, abituato a pagare i servi e le puttane, quelle stesse che voi, obbligati dal vostro alto senso democratico, tornerete ad eleggere al prossimo giro di giostra. Perché è bene ricordare a chi anela alle urne, che pegno da pagare perché il tizio malavitoso potesse guadagnare tempo per aver soddisfazione e vendetta dalla magistratura che continua ad indagare, è anche – oltre a una buona sostanza i danaro – la sicura rielezione nello stesso parlamento democratico che hanno ormai di fatto annientato.
Capisco pure che sia difficile ammettere di essere stati complici di tutto questo, avendo finto di credere che la nostra vita in fondo pur se non perfetta fosse ancora accettabile. Comprendo che il fuoco che arde in un camino, riuscire a pagare la retta di una scuola privata per tenere al sicuro nostro figlio dal crollo del tetto della scuola pubblica, riuscire a farsi un’assicurazione sanitaria che non ti garantirà comunque l’operazione alla cataratta, ma ti dà diritto alla camera singola in una clinica se hai l’alluce valgo, siano cose che tutto sommato possano riuscire ad allontanare la gente “dagli intrighi di palazzo (sic!)”, ma forse sarebbe davvero giunto il momento di comprendere che se l’insurrezione popolare è iniziata, anche queste piccole certezze svaniranno. E sarà troppo tardi, perché saranno anche loro ad Antigua.
Allora so che ritornerete, e sarete finalmente pronti a pretenderla la democrazia.
Rita Pani (APOLIDE)

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Se Sparta piange Berlusconi sghignazza

di Gianluca Bifolchi

Hanno ragione quelli che dicono che in termini pratici per Berlusconi conti poco che abbia incassato la fiducia. La sua nuova “maggioranza” è così risicata che occorrerà andare per forza al voto. Eppure questo ragionamento è molto limitato. Secondo me Berlusconi ha una grande ragione per essere soddisfatto dal risultato di oggi. Il Grande Corruttore è riuscito a dimostrare una volta ancora che nel nostro paese tutto si compra e si vende. Ancora qualche giorno fa i voti alla camera non c’erano, e ora, con un abracadabra di mazzette e minacce i voti sono saltati fuori, e il governo ha avuto la fiducia sia al Senato che alla camera.

Chiunque all’interno del Palazzo, come i finiani, nutra ancora velleità che la politica possa essere qualcosa di più che l’immondo suk berlusconiano oggi ha perso un bel po’ della sua sicurezza e determinazione. Gli incerti si orienteranno vieppiù vero la sicurezza corruttiva offerta dall’enorme potere di Berlusconi. Chi era pronto a sfidarlo ora ha qualche remora in più.

Avendo qualche giorno fa ironizzato sul “naturopata” Domenico Scilipoti, trasfuga dalle file dipietriste, permettetemi ora di ironizzare sull’inaudito voltafaccia della finiana Catia Polidori, firmataria del documento del Fli che ha portato alla mozione di sfiducia, e che oggi dopo eloquente latitanza si è presentata al momento del voto per dare la fiducia a Berlusconi. Luca Barbareschi ha detto che le sue aziende – della Polidori – sono state minacciate di chiusura in caso avesse votato a favore della mozione di sfiducia. Le sue aziende, per inciso, sono il CEPU. Se è vero, vedo delinearsi un pattern: i “naturopati”, il CEPU… c’è questa italietta ignorante, furbastra e cialtrona che cerca l’appoggio della politica per trovarsi una nicchia in cui sopravvivere e prosperare, e naturalmente è pronta a vendersi… il vero ritratto dell’Italia di oggi.

Mi piacerebbe vedere nei ripetuti scontri di oggi a Roma attorno ai palazzi del potere tra polizia da una parte e studenti e precari dall’altra, l’immagine liberatoria del popolo che ha preso in mano i forconi e dà l’assedio alla roccaforte di un potere tanto più arrogante quanto più parassitario. 


dal sito http://subecumene.wordpress.com

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Cosa porterà il 2011? Il barile a tre cifre.

di Debora Billi

Paura, eh? Se leggete cosa dice oggi Jeff Rubin, ex capo economista della canadese CIBC, i 90 dollari al barile cominceranno a sembrarvi un sogno da far durare il più possibile.
Tra i "regali" del 2011, infatti secondo Rubin ci sarà il prezzo del barile nuovamente a tre cifre. Uno dei principali problemi sono le riserve: avevamo erroneamente pensato che la crisi avesse provveduto a riempirle in modo da metterci al riparo da futuri aumenti, invece quello che sta accadendo in Cina, dove le riserve di raffinati sono crollate per otto mesi consecutivi, ci porta ad un brusco risveglio. E non c'è da riporre speranze nel prossimo meeting dell'OPEC in Ecuador: il Venezuela ha già dichiarato che 100 dollari al barile è un prezzo più che equo, mentre l'Arabia Saudita sostiene che il barile a tre cifre è indispensabile per stimolare gli investimenti nel suo Paese.
Insomma: senza il ritorno del prezzo che ha precipitato il mondo nella recessione, i Paesi produttori non muoveranno un dito per aumentare l'output. E questo proprio in un momento in cui abbiamo un disperato bisogno di scoprire nuovi giacimenti.
Pare insomma che ci troviamo in cul de sac: con poco petrolio, oppure con una nuova recessione. Ma perché essere pessimisti? "Qualcosa inventeranno..."

dal sito http://petrolio.blogosfere.it

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Via libera della Corte di Cassazione ai referendum per l’acqua pubblica e contro il nucleare


La Corte di Cassazione ha dato ieri il via liberaai referendum contro la privatizzazione dell’acqua e a quello promosso dall’Italia dei Valori per abrogare la scelta nucleare del Governo. Via libera anche al referendum contro illegittimo impedimento, promosso anch’esso dall’Idv.
Deve ancora pronunciarsi la Corte Costituzionale, per verificare che i quesiti non contrastino appunto con la Costituzione: ma non mi sembra proprio che esistano dubbi.
Dopodichè, probabilmente nella primavera prossima, andremo a votare. Non tocca a questo blog sviscerare il legittimo impedimento, e per il nucleare basta ricordare costiscorie e salute. E’ il caso invece di spendere qualche parola in più sull’acqua, anche perchè ci sono due referendum tesi grossomodo al medesimo obiettivo.
Il primo referendum per l’acqua pubblica è promosso dall’Italia dei Valori. In caso di vittoria dei sì, permetterebbe l’esistenza di società miste pubblico-privato per la gestione dei servizi idrici e la remunerazione attraverso le bollette.
L’altro referendum per l’acqua pubblica comprende tre quesiti (ci sarà il solito garbuglio di schede colorate con testi praticamente inintellegibili, ma ci penseremo a suo tempo) ed è promosso da una miriade di gruppi ed associazioni uniti nel Forum italiano dei movimenti per l’acqua e nello slogan “L’acqua non si vende”. L’obiettivo è far sì che l’acqua sia considerata un bene comune e venga sottratta ai processi speculativi.
Questi tre quesiti chiedono l’abrogazione dell’articolo 23 bis della legge 133/2008, conosciuta come Decreto Ronchi: approvata con voto di fiducia nel novembre 2009, è quella con cui il Governo Berlusconi ha introdotto la privatizzazione dell’acqua. Chiedono inoltre l’abrogazione degli articoli 150 e 154 del Decreto legislativo 152/06 (cosiddetto Decreto Ambientale) del Governo Prodi, che hanno creato i presupposti per la privatizzazione.
Coloro che vogliono mantenere la privatizzazione dell’acqua sono uniti nel fronteAcqualiberatutti, un bel nome per confondere le idee. Sostengono che la privatizzazione dell’acqua non è mai avvenuta, in quanto è stato privatizzato “solo” ilservizio idrico. Cioè quel fenomeno per cui l’acqua esce da un pozzo e arriva al rubinetto di casa.
Affermano che è meglio affidare questo trasporto ai privati, perchè i gestori del servizio idrico dovranno sopportare indispensabili e ingenti spese di ammodernamento degli impianti.
Quei soldi, faccio notare, i privati non li prenderebbero dai loro portafoglio ma dalle bollette dell’acqua che noi pagheremo. E in più le nostre bollette sarebbero sufficientemente alte da assicurare loro anche un margine di guadagno.

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Mamma. Da grande voglio fare il Direttore di Tigiuni.

di Wil su nonleggerlo.blogspot.com

Non bastavano i peccati, le menzogne, le opere e le omissioni. Non bastavano gli spot a Panorama, e le inchieste sul galateo per cani sotto xanax. Non bastavano le epurazioni, le vendette, le censure, le furbate ed i crolli negli ascolti. Ne abbiamo scritto esattamente un mese fa. Minzolini e la carta di credito Rai. Di novità ce ne sono molte. E' quindi ora di fare un po' d'ordine.

  • Augusto Minzolini in 14 mesi di direzione del Tg1 è riuscito a spendere la bellezza di 86.680 euro in pranzi, cene e viaggi di rappresentanza. Con la carta di credito della Rai, e cioè a spese della ditta, e cioè a spese nostre.
  • Fanno 6.191 euro al mese. 6 volte lo stipendio di un metalmeccanico. 12 volte il limite imposto dalla Rai per questo tipo di benefit, che si aggira sui 600 euro al mese.
  • Minzolini avrebbe speso più del totale dei 31 dirigenti Rai con la carica di "Direttore" (60.000 euro). Insomma, 26.000 euro in più di tutti gli altri messi assieme. E 10 volte rispetto ad altri Direttori di testata, suoi colleghi.
  • Su 270 giorni lavorativi ne avrebbe passati 129 in trasferta, la metà esatta, praticamente un giorno al Tg1, un giorno chissaddove. Stracciando così le performance di quei giornalisti che l'inviato lo fanno di professione.
  • Su 129 giorni di trasferta, solo 11 sono i viaggi motivati. E 45 i viaggi non motivati. Nella maggior parte dei casi non c'è stata quindi approvazione da parte della Rai.
  • Su 56 trasferte, 40 sono state fatte nel week end. Più del 70%. Qualcosa vorrà pur dire. Lo si potrebbe scoprire buttando un occhi sulle mete: 9 giorni a Venezia per il festival del Cinema - 9 giorni? - 2 volte Marrakech, 2 a Cannes, e poi Firenze, Taormina, Istanbul, Praga e Amburgo. Zone di guerra, zone di calamità naturali, zone di monnezza: non pervenute.
  • "Se Minzolini è andato in trasferta 40 fine settimana in un anno, significa che non ha goduto dei riposi settimanali che gli spettavano di diritto". Questo potrebbe voler dire che Minzolini vanta un credito verso la tv di Stato di oltre 100 mila euro. Ricordiamo che i bilanci Rai sono disastrosi, in rosso perpetuo.
  • Quando è in viaggio Minzolini spenderebbe circa 340 euro a pasto, 680 euro al giorno solo per mangiare. Praticamente lo stipendio mensile di uno dei tanti precari che lavorano a Viale Mazzini. Ah, Augusto Minzolini ne guadagna 550.000, di euro.
  • Lucia Annunziata, da "Presidente Rai", non ha mai visto né utilizzato carte di credito: in due anni ha avuto a disposizione 60.000 euro, ne ha restituiti 36.000. Per Enrico Mentana, calcoli alla mano, spendere 1.500 euro al mese in pranzi, cene e caffè sarebbe già molto difficile. Bisognerebbe darci dentro. Minzolini ne spende 6.000.
  • Non è finita. Augusto Minzolini potrebbe aver utilizzato Tg1 ed Unomattina per fare pubblicità occulta: 6 servizi sulla multinazionale americana di crociere Royal Caribbean in pochi mesi, più un concorso per famiglie con la stessa società.
  • Oramai ne parlano tutti i media italiani, l'imbarazzo in Rai è totale, ma Augusto Minzolini ha comunque deciso di querelare il Fatto Quotidiano: "per la persecutoria campagna di stampa intentata nei miei confronti con la pubblicazione di notizie contrarie a verità e gravemente lesive del mio onore, della mia dignità e della mia professionalità".
  • Il Direttore si difende sempre allo stesso modo: parlando di una cosa "ridicola, campata in aria", roba da "campagna elettorale", "un attacco politico", "illazioni del tutto pretestuose", "prima mi hanno attaccato sugli ascolti, poi sugli editoriali, ora sulle spese". Si tutela ricordando il budget del Tg1, che dovrebbe far risparmiare soldi all'azienda, ma quando si entra nello specifico - in quegli 86.000 euro scialacquati in 14 mesi - glissa parlando di "spese normali per chi lavora".
  • Al Direttore del principale tiggì italiano - ricordiamolo sempre, servizio pubblico - è stata bloccata la carta di credito aziendale.
  • Sul caso stanno indagando Corte dei Conti e dirigenza Rai, l'indignazione è filtrata ovunque, sfociando nelle parole del Presidente Garimberti: "Su questa vicenda deve essere fatta chiarezza al di là di ogni ragionevole dubbio. Non è tollerabile nemmeno l'ombra del sospetto quando si parla di soldi del servizio pubblico".

Dimissioni no eh?

dal sito http://nonleggerlo.blogspot.com/