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RINUNCIARE PER RICOMINCIARE – LA SCHIAVITU’ DAL BISOGNO


di Gianni Tirelli
Oltre la Coltre
“Potrai educare tuo figlio nel migliore dei modi e insegnare lui tutto il bene del mondo ma, quel giorno, la fuori, la “bestia liberista” farà carta straccia di tutto il tuo lavoro, impegno e sacrificio.
“E se mai tuo figlio, miracolosamente, dovesse sopravvivere alla “bestia”, allora sarà accusato di complottismo, messo all’indice e alla gogna, come eretico, sovversivo e rivoluzionario, e per lui sarà la fine”.
Lo spettro della povertà e la paura di perdere il posto di lavoro, costringe gli individui, delle società moderne, ad obbedire, senza discutere, agli ordini del padrone che mira, esclusivamente, al suo profitto personale (sempre maggiore), eludendo ogni regola di mercato e principio etico. L’arma di ricatto di un possibile allontanamento dal lavoro, fa precipitare l’individuo in uno stato di prostrazione e frustrazione, alimentato da una totale perdita di dignità e di quel minimo di autonomia, che gli consentirebbe la possibilità di una esistenza più consona ai suoi bisogni reali e alla sua morale.
Questo individuo, ha svenduto, anno dopo anno e pezzo dopo pezzo, la sua autonomia fino all’azzeramento, delegando al Sistema tale incombenza e illudendosi che questi (il Sistema), avrebbe tutelato il suo diritto ad esistere, il suo stato sociale, e ogni suo legittimo bisogno.
Le cose, in verità, stanno diversamente e, il Sistema, consapevole di questo, impone le sue logiche liberticide, relegando l’uomo meccanico dentro una nuova e rivoluzionaria forma di schiavitù, senza catene: la schiavitù dal bisogno.
Gli individui moderni, figli della rivoluzione industriale, abbagliati dai presunti miracoli economici, dall’illusione di un’esistenza più degna e stregati dalle chimere di una propaganda becera, che esaltava le opportunità del nuovo mondo tecnologico e mortificava il lavoro della terra e di tutte le sue ragioni, hanno ceduto al Sistema ogni loro capacità di autosufficienza, in cambio di una vita svuotata da ogni vera gioia, motivo, e futuro.

Il MERCATO ci ha “suggerito” di acquistare azioni, obbligazioni, titoli americani ed altro, ma noi dobbiamo investire in terra, in campi di patate, in uliveti, pecore e maiali.
Lo scollamento radicale dell’uomo dalla terra, è la sola e vera causa della tragedia umana, morale e di civiltà che, presto, esploderà in tutta la sua potenza con tutte le conseguenze del caso.
Quello che chiamano, “IL MERCATO”, in natura non esiste. E’ solo una costruzione giuridica: una mera invenzione!! Alla politica, è dato il compito di essere garante e controllore delle sue regole, e intervenire in maniera pragmatica qualora, queste regole, venissero eluse o violate.
Oggi, in Italia, il Mercato occupa gran parte del nostro parlamento, che controlla, legifera e detta regole in funzione del barbaro interesse dei soliti noti a scapito degli individui, ignoti e ignorati.
Ci vuole, come priorità assoluta, una legge che vieti tassativamente agli imprenditori, di qualsiasi razza e specie, di entrare in politica, e ci toglieremmo così per sempre dalle palle, tutta quella corte di servi e ruffiani scodinzolanti che delegittimano il nostro parlamento e screditano la sacralità della nostra costituzione.
Per tali motivi, non possiamo ridurre la destra a un colore politico o ad un programma di governo; sarebbe ingiusto, poco serio e culturalmente disonesto. “Destra”, significa, imprenditori, industriali, banchieri, finanzieri, faccendieri, Media, TV commerciali, corporazioni, consorterie, lobby e illegalità. Tutta questa brutta cricca, non solo è responsabile della deriva etica è morale del nostro paese ma, da decenni, indisturbata (come se ottemperasse ad un diritto inviolabile), avvelena fiumi, torrenti, laghi, mari, falde e territorio; e questo è un dato di fatto, incontrovertibile e assolutamente non politico.
La pubblicità televisiva, che ad ogni ora del giorno e della notte, si scaraventa, senza bussare, dentro le nostre case, è l’orrendo, scomposto e dissonante vociare di questa gente che, in veste di apprendisti benefattori, cercano in tutti modi di svuotare le nostre tasche in cambio della loro effimera mercanzia. Hanno poi trasformato lo spazio pubblico in un’industria privata, impestando di insegne e manifesti, ogni angolo delle nostre città; e questo è un dato di fatto, incontrovertibile e assolutamente non politico.
Ma l’intento vero di questa moderna e oscura borghesia del profitto (sempre e ad ogni costo), é di fare piazza pulita della cultura, che sia arte, tradizione o letteratura, avvertita come il solo, unico e vero ostacolo al loro piano di omologazione degli individui.
In certe regioni italiane, dove lo stato di diritto è del tutto assente, la criminalità organizzata diventa, paradossalmente, motivo di orgoglio. Nei territori industrializzati, al vuoto di valori e al disagio esistenziale, innescato da gravi patologie nevrotiche, i nostri giovani, compensano emulando certi comportamenti aberranti che, la televisione (e company), propaganda a “tambur battente”, nel nome del dritto all’informazione. Il dilagare dell’antisemitismo e dell’odio per il diverso, nelle democrazie occidentali liberiste, è il frutto marcio proprio di un atteggiamento di questo tipo.
Abbiamo perso la ragione, e quindi la capacità di discernimento e di valutazione delle circostanze. Immaginare, oggi, il programma di sterminio di massa, ideato a tavolino dal nazismo, sembrerebbe folle e impensabile ma, la televisione, rammentandocelo sistematicamente in virtù di una sovra- esposizione mediatica, ne innesca l’emulazione e il fanatismo, agendo sui lati peggiori degli individui, in maniera diametralmente opposta dallo scopo presunto. Questo succede per la droga, la pedofilia, la prostituzione e ogni tipo di nefandezza raccontata in forma epica e spettacolare. La cruda, amara e vergognosa verità, è relativa, a una perdita di valori e principi etici, senza precedenti, che abbiamo anteposto all’indice d’ascolto.
Il battage televisivo, a questo punto, sortisce l’effetto contrario, dando al nazismo un eccesso di visibilità e sdoganandolo come possibile ipotesi futura. La pubblicità televisiva, del resto, riesce a commercializzare prodotti di infimo ordine con la strategia della menzogna ripetuta ad oltranza, sostenuta da un martellante battage pubblicitario, da lavaggio del cervello. Violenza, arroganza, degenerazione, pornografia, morte, follia e ignoranza, sono gli ingredienti fondamentali dei programmi televisivi più visti. Quale stupido, si può meravigliare dell’incremento costante, relativo ai dati sull’antisemitismo, sulla droga, sulla prostituzione giovanile, sull’alcolismo, sugli stupri, e sul bullismo? Tutto ciò, è possibile in quelle società dove, il relativismo, ha fatto della licenza la libertà. Una ben confezionata “pubblicità progresso”, laverà le coscienze di tutti, come una salutare confessione domenicale.
Oggi, stiamo vivendo un momento drammatico sia dal punto di vista, morale, umano, sociale e ambientale. In una tale circostanza è più opportuno e salutare per tutti, non mettere altra benzina sul fuoco, e aspettare tempi migliori, dove società consapevoli (e per questo civili), siano in grado di distinguere il bene dal male e, della storia, fare maestra di vita.
Il Sistema Liberista Relativista, del resto, non è meno terrificante (se pur in forma diversa) del nazismo, anche se per certi versi, ancora più pericoloso e inquietante, sia per dimensioni che per crudeltà. Non esistono anticorpi per contrastare la sua avanzata, ne punti nevralgici da colpire per ferirlo a morte. Questo perché, noi stessi (tutti noi), siamo il Sistema, e la sua disfatta sarebbe la nostra.
C’è sempre un modo per uscire dalle crisi, oscurantismi e dalle derive socioculturali, catastrofi ambientali, innescati dai comportamenti umani. Oggi, il declino etico e di valori, che ipoteca il futuro delle nostre moderne società, ci appare irreversibile e, le misure per contrastarlo, insufficienti e inadeguate. Ci affidiamo a strumenti e soluzioni (palliativi di facciata), che peggiorano ulteriormente la nostra già precaria condizione, e rischiano di farla precipitare verso un punto di non ritorno. Ci sentiamo smarriti e inermi di fronte a tutto questo e, nel frattempo, un fiume inarrestabile di petrolio, proveniente dal fondo di un oceano, contamina e distrugge ogni forma di vita, ipotecando il futuro dell’umanità. Le centrali nucleari sono bombe ad orologeria che, presto o tardi, esploderanno sulle teste dei nostri figli!!
Si, tutto sembra oramai fuori controllo e privo di senso, a tal punto, che anche la più ingenua speranza ha per sempre disertato il cuore degli uomini.
In una situazione globale come quella attuale, non c’è più tempo per il retorico e sterile chiacchiericcio o ipotetiche contromisure, ma di un’azione forte, pragmatica e di radicale e totale riconversione del Sistema. L’uomo moderno deve riappropriarsi delle vere ragioni e in un moto di orgoglio, abbandonare per sempre le subdole e seducenti chimere di un liberismo selvaggio e schiavista, e scrollarsi di dosso ogni subdola dipendenza e insulsa comodità. Rinunciare per ricominciare. Questo dovrà essere il solo ed ultimo slogan dell’uomo di questo secolo nefasto.
Il liberismo relativista (all’opposto del concetto di verità e di giustizia sociale), non è l’ascesa verso la vetta assolata di una montagna incantata, ma il precipitare dentro il buio profondo di un baratro del quale, oggi, abbiamo toccato il fondo.
Per questo, parlare di crescita e di sviluppo, è indicativo della stupidità degli uomini, e del loro livello di consapevolezza. Perché le cose cambino per il meglio, l’umanità deve risalire velocemente la china di questo baratro e, finalmente “con i piedi per terra”, recuperare i valori etici, i principi e i parametri imperituri che, da sempre, hanno contraddistinto l’essere umano.

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