Pages

0 commenti

Giovani Pdl: espellere dal partito i condannati per mafia

meno male che sotto tutto quel marciume c'è ancora qualcosa di sano.....

«Uso politico della giustizia»: il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, liquida così la sentenza contro Dell’Utri, classificando «un’assurdità» lo stesso reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Rilevando come la sentenza smonti «le tesi di Spatuzza» sul patto Stato-mafia per rimpiazzare i partiti della Prima Repubblica, Cicchitto esprime la più ampia solidarietà al senatore condannato, colpito da una sentenza che «non ha la potenzialità giuridica» per mettere sotto accusa Berlusconi, essendo l’ennesima «operazione di criminalizzazione del partito». Ma non tutti, nel Pdl, la pensano così.


Malgrado l’ampio consenso attorno alla posizione di Cicchitto, solidale con Dell’Utri, è infatti di tutt’altro tenore la reazione del responsabile siciliano dei giovani del Pdl, Mauro La Mantia: «Oggi più che mai – scrive il segretario regionale di “Giovane Italia” – sentiamo l’esigenza di avviare una profonda riflessione all’interno del partito dopo questa condanna che, seppur ridotta e non definitiva, rimane gravissima soprattutto per un uomo impegnato in politica. Non ci uniremo al solito coro di solidarietà già tristemente visto negli anni scorsi per i politici condannati. Il nostro movimento giovanile – prosegue La Mantia – non può rimanere in silenzio davanti a fatti che minano la credibilità di un intero partito».

Secondo il responsabile siciliano dei giovani del Pdl, l’organizzazione giovanile del centro-destra continuerà a seguire «l’insegnamento di Paolo Borsellino sulla lotta ad ogni infiltrazione mafiosa nei partiti e nelle istituzioni» e ritiene che il Popolo della Libertà «debba accogliere la proposta del ministro Giorgia Meloni sulla introduzione nello statuto del Pdl di una norma che preveda il no alla ricandidatura vita natural durante e l’espulsione per chi è stato condannato in via definitiva per corruzione e mafia».

dal sito http://www.libreidee.org/2010/06/giovani-pdl-espellere-dal-partito-i-condannati-per-mafia/

0 commenti

Io di Marcello Dell'Utri me ne Fotto.

da nonleggerlo.blogspot.com

Avete capito bene, io me ne fotto.


Siamo tutti lì, con il fiato sospeso, chissà se verrà condannato, chissà se stavolta verrà assolto, pure io eh, ci mancherebbe, ma tranquilli, è questione di ore.

In ogni caso, io me ne fotto. Perché non succederà niente, è già troppo tardi, l'anomalia è stata messa a sistema da tempo, l'unica cosa che ci resta da fare è riposizionare lo specchietto retrovisore, e non più guardarci le spalle da questa brutta gente, che sì, è tanto brutta, ma esaminarci, in faccia, encefalogramma democratico pressoché assente, appeal costituzionale nullo, siamo i peggiori cittadini della storia della Repubblica, scarsi, stanchi, creduloni, e solo un decennio di normalità istituzionale potrà riportarci alla ragione. In fondo non è tutta colpa nostra, vent'anni di endovene catodiche pesano, e ti cambiano, e cambiano soprattutto chi ha tempo di guardarsi quell'unico telegiornale alla sera, il Tg1 magari, in buonafede, saranno bravi quelli del Tg1, e poi via a letto che domani si lavora.

Io me ne fotto di questa sentenza, è già tutto sbagliato. Non ci temono più, noi sovrani del nulla, possono permettersi qualsiasi cosa, poi al massimo qualche passetto indietro. Possono permettersi una legge che sevizia il lavoro di giornalisti e blogger e magistrati, in un periodo di cricche e tangenti e case e mafie, quando la corruzione pesa sulla schiena del cittadino come mai negli ultimi 60 anni, 10 volte Tangentopoli, lo possono fare, possono permettersi di non fornire a giornalisti e magistrati e blogger e persone comuni tutti gli strumenti necessari per uscire da questa melma, fognatura strutturale e strutturata, ed anzi!, fare l'esatto opposto, dinamica altrove inconcepibile e pericolosa e che mi spaventa più di qualsiasi cosa. Perchè nel 1992 non sarebbe successo, e ora sì. Possono permettersi di creare un Ministro al niente, perché possa usufruire di una legge ad personam, una delle tante, perché era un dipendente di Papi, uno che gli faceva certi lavoretti, e che è meglio tenere buono. Non importa se poi la cosa si concretizza o meno, e vorrei essere chiaro su questo punto: è il solo coraggio di pensarle, certe cose, il coraggio di dirle in pubblico, nei luoghi sacri della vita civile, questo il vero dramma. In un periodo di sfiducia totale poi, in un periodo di crisi e di vacche magre, non c'è pudore che sovrasti l'interesse particolare, ma figuriamoci. Possono permettersi questo e quello, perché sanno che in fondo la nostra reazione non sarà poi così esplosiva, già zavorrati preventivamente da mesi di preparazione mediatica, demagogia mischiata a disinformazione e servita tiepida da mattina a sera, e qualsiasi cosa accada dopo, avranno gli strumenti per attutire il colpo, qualsiasi colpo, fino a che, eccolo, il silenzio.

Io me ne fotto di questa sentenza, è già tutto sbagliato, montagne fecali a cui sommare o sottrarre secchielli di vergogna, cose orrende, per carità, ma è come aggiungere qualcosa ad una quantità infinitamente grande, cambia niente. Un Senatore pregiudicato, amante di Mussolini, amico di mafiosi, lui stesso lo ha ammesso, uno che mandava un boss di Cosa Nostra ad estorcere danari in suo nome e per suo conto, un Senatore che ha detto più volte che della politica non gliene "frega niente", che è lì solo per difendersi "dal Processo", e noi muti, muti, cose ingoiate ed in qualche modo digerite. Cosa ci fa Dell'Utri in Parlamento, io lo voglio sapere, con quale coraggio sta lì, con quale coraggio è stato messo lì? Dicono che stavolta cade tutto, dicono che stavolta si giudica il Potere, ma cosa aggiungerà questa sentenza ad un personaggio come Marcello Dell'Utri, che impatto avrà la decisione dei giudici su una tolleranza democratica violentata, la nostra, allargata, deformata, cos'è che può ancora indignarci, stupirci, se non lo fa quanto già sappiamo, quanto già abbiamo a disposizione? Perchè traggono forza dalla nostra debolezza, un circolo vizioso che non trova ostacoli e di scandalo in scandalo s'ingrossa e rotola, veloce, dirompente, partiti di governo inguardabili che sguazzano tra abusi costituzionali, etici, sociali, finanziari, e poi menzogne quotidiane, tangenti certificate, puttane presidenziali, inciuci cardinali e scandali settimanali che c'infiammano ma intanto l'ammasso rotola ed il tempo passa, e le legislature pure, e tutto finisce in non si sa bene cosa, e noi qui che aspettiamo Palermo, ancora e ancora una volta, e ci sono sentenze che sono lì da anni, le hanno lette in 4, è già tutto sbagliato.

Marcello Dell'Utri viene condannato per aver concorso nelle attività della associazione di tipo mafioso denominata Cosa Nostra, nonché nel perseguimento degli scopi della stessa, mettendo a disposizione della medesima associazione l’influenza ed il potere derivanti dalla sua posizione di esponente del mondo finanziario ed imprenditoriale, nonché dalle relazioni intessute nel corso della sua attività, partecipando in questo modo al mantenimento, al rafforzamento ed alla espansione della associazione medesima ... partecipando personalmente ad incontri con esponenti anche di vertice di Cosa Nostra ... intrattenendo, inoltre, rapporti continuativi con ... numerosi esponenti di rilievo di detto sodalizio criminale, tra i quali Bontate Stefano, Teresi Girolamo, Pullarà Ignazio, Pullarà Giovanbattista, Mangano Vittorio, Cinà Gaetano, Di Napoli Giuseppe, Di Napoli Pietro, Ganci Raffaele, Riina Salvatore. (...)


Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle fila dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale. (...)


Gli elementi probatori emersi dall’indagine dibattimentale espletata hanno consentito di fare luce (...) sul ruolo ricoperto da Dell'Utri nell’attività di costante mediazione, con il coordinamento di Cinà Gaetano, tra quel sodalizio criminoso, il più pericoloso e sanguinario nel panorama delle organizzazioni criminali operanti al mondo, e gli ambienti imprenditoriali e finanziari ... sulla funzione di “garanzia” svolta nei confronti di Silvio Berlusconi (...)






Queste condotte sono rimaste pienamente ed inconfutabilmente provate da fatti, episodi, testimonianze, intercettazioni telefoniche ed ambientali di conversazioni tra lo stesso Dell’Utri e Silvio Berlusconi, Vittorio Mangano, Gaetano Cinà ed anche da dichiarazioni di collaboratori di giustizia”.
______________________________________
Stralci dalle Motivazioni della Condanna in 1° Grado per Concorso Esterno in Associazione Mafiosa di Marcello Dell'Utri, 2004.

Qui la Sentenza.

dal sito http://nonleggerlo.blogspot.com/2010/06/io-di-marcello-dellutri-me-ne-fotto.html

0 commenti

AIUTIAMO BRANCHER A CAPIRE A COSA E' STATO FATTO MINISTRO

1. alle varie ed eventuali


2. al nulla

3. al legittimo impedimento

4. alla supercazzola prematurata

5. ai puffi

6. al procacciamento delle escort

7. all'utile e al dilettevole

8. alla pubblica (e basta)

9. all'attuazione dell'inesistente

10. alla negazione dell'evidenza

11. all'appropriazione indebita

12. ai rapporti con il parlamento di Mantova

13. alle ampolle del Po

14. a quella cosa lì

15. al sollevamento premier

16. al 5-5-5

Pubblicato da stefanopz + laralidia su http://www.insertosatirico.com/

0 commenti

NON PERDONATELI, NON SANNO QUELLO CHE FANNO

di Moreno Pasquinelli

G20, ROMPETE LE RIGHE!

Concluse le chiacchierate del G8 (ovvero i sette ladroni imperialistici più la Russia) è in corso il G20, o "vertice dei grandi" (i venti paesi capitalistici di peso globale che da soli fanno l'87,9% del Pil mondiale). Noi azzardiamo quali saranno le sue conclusioni: la fuffa, il niente.


Il G8, fatta salva la comune decisione di bastonare più duramente l'Iran, si è concluso registrando il totale disaccordo sul punto focale della cosiddetta "exit strategy", sul che fare per venir fuori dalla crisi. Non c'è un solo analista sistemico (nel senso di interno al sistema) che non abbia sottolineato la totale inutilità di questi summit. L'impossibilità in seno al G8 di giungere ad una politica comune viene attribuita dai summenzionati analisti, alla divergenza tra l'asse Obama-Sarkozy ("sviluppista") e quello capeggiato dalla Merkel ("rigorista"). C'è molto di più.

Alle divergenze in seno al G8 si aggiungeranno di sicuro quelle con la Cina, come pure con Brasile e Turchia. Ogni grande e media potenza, davanti alla crisi mondiale, pensa anzitutto ai fatti suoi, non si fida degli altri, tutela i suoi propri interessi, non è disposta a sacrificarli sull'altare della agognata "ripresa globale". Non esiste infatti, per i capitalismi nazionali, alcun "bene comune" sovranazionale a cui doversi sottomettere. Così è stata presentata per anni la globalizzazione da futurologi di varia parrocchia. Era finita per essi l'epoca degli stati-nazione, delle vecchie rivalità, e si era aperta quella che un Toni Negri ha descritto come Impero: un sistema nel quale il capitale, giunto al suo massimo grado di sviluppo, diventato oramai pura forza-produttiva (immateriale e cognitiva), si stava autoestinguendo, abbattendo, assieme alle barriere di natura politica, le oramai consunte categorie del politico. Ora sappiamo che si trattava di una mediocre narrazione postmoderna.

Scomparso lo spettro del comunismo come nemico globale (la minaccia terroristica, checché se ne dica, viene considerata solo uno spauracchio) e sopraggiunta una crisi storico-sistemica, è ritornata la paura: ogni regime pensa alla sua conservazione, ritenendo che il pericolo potrebbe venire non solo da sconquassi sociali interni (vedi l'assalto al palazzo presidenziale di Bucarest), ma pure da minacce esterne. Dove, per minaccia esterna, si intende la trasformazione della fisiologica competizione inter-capitalistica, tra monopoli e oligopoli, in conflitto aperto. Ogni governo sente di essere sull'orlo del precipizio, capisce che gli equilibri internazionali, economici e politici, sono fragili, che ogni nuova seria perturbazione potrebbe farli saltare per aria. Al fondo dei fallimenti di questo come degli altri summit ci sono dunque, nei panni di divergenze sulle politiche anti-crisi, gli spettri di nuovi conflitti geopolitici e quelli di incontenibili rivolgimenti interni.

Questi summit non sono quindi altro che sedute esorcistiche, riti apotropaici (vedi le frasi contro il protezionismo). Si ostenta una sicurezza tranquilla, la quale nasconde la verità. E la verità è che né politici né economisti, né banchieri, hanno la più pallida idea di come venir fuori dal pantano in cui s'è ficcata l'economia capitalistica mondiale. Parliamo anzitutto dei sette ladroni imperialistici più uno, i quali si affidano alla Divina provvidenza, che essi chiamano mercato e altri, non a caso, spiriti animali del capitalismo. Il fatto è che questi spiriti, nel frattempo, non sono più gli stessi di un tempo, si incarnano in una vorace finanza speculativa, questa sì globale, che si ingrassa oramai a spese del capitale produttivo succhiandogli come un vampiro plusvalore senza la cui riproduzione il capitale stesso è destinato a perire. E non basta. Come la crisi greca e quella dell'euro hanno mostrato, questa finanza speculativa divora come un Moloch tutto ciò che trova sul suo cammino, azzanna stati, valute, fondi sovrani, banche, società quotate in borsa.

I vecchi spiriti del capitalismo hanno già portato l'umanità sull'orlo dell'apocalisse, dove potranno condurre quelli nuovi? I tecnici del dominio politico, li temono ma, pur temendoli, non possono fare altro che rassegnarsi alla buona sorte. La "grande riforma" dei mercati finanziari e creditizi adottata dal Congresso USA, le misure restrittive sui derivati prese da Berlino, i tentativi regolamentare i mercati finanziari over the counter e di porre dei limiti a edge fund, private equity e al capitalismo-casinò, non sono che palliativi. I tecnici del dominio politico (intendiamo ancora una volta i sette ladroni più uno) sono consapevoli che se non si chiude la bisca si va tutti verso l'abisso, ma data l'ampiezza stratosferica delle cifre che in questa bisca clandestina vengono giocati, la sua chiusura equivarebbe già ad una catastrofe rispetto alla quale il recente credit crunch apparirebbe una bazzecola. Non ci sarà alcuna "ripresa" se non coi quattrini della super-finanza predatoria, non si vuole dunque punirla, bensì lisciargli il pelo, convincerla a redimersi tornando al gioco di una volta. Ma per convincerla si deve allettarla che lauti guadagni possono essere ottenuti alla vecchia maniera, ovvero a spese del proletariato, che dovrà, supinamente, accettare di lavorare molto di più e con più bassi salari.

Eccola qui, dunque la magica ricetta, la pietra filosofale. Altro che keynesismo! Da questo punto di vista paesi come Cina, India e Brasile stanno apparentemente messi molto meglio, e indicano a quelli che stanno messi peggio quale cura debbano adottare. E' sempre il paese più avanzato quello che indica a quello più arretrato la via da seguire, solo che le parti si sono invertite, con buona pace dei cantastorie del lavoro immateriale e cognitivo.

Last but not least. Ad uno sguardo superficiale sembrerebbe che gli "sviluppisti" (che propongono, per facilitare la "ripresa", di andare avanti con una politica di bilancio espansiva nonostante la montagna di debito pubblico) siano keynesiani, mentre gli altri, i "rigoristi" (che ritengono che siccome la crisi sia oggi anzitutto causata da un eccesso di indebitamento pubblico si debba adottare una politica di rigore fiscale e monetario) siano liberisti.

Sbagliato!

Siamo in verità difronte a due varianti del medesimo pensiero unico liberista che non si sa quale sia la peggiore. Entrambi i fronti, infatti, non si azzardano nemmeno a sostenere, né che vadano messe robuste briglie al mercato, né che lo Stato e la politica debbano svolgere una funzione regolatoria o d'indirizzo, né tantomeno quella di motori o agenti centrali dello sviluppo economico. Il keynesismo alberga oramai solo nei cantucci della decotta sinistra tradizionale, che ha infatti, e da molto tempo, rimpiazzato il comunista Marx col liberale Keynes. Obama o Merkel, Trichet o Geithner, non fanno che ripetere il mantra dei mercati che chiedono, dei mercati che recalcitrano, dei mercati che premono, dei mercati che insistono, e così via all'infinito. Ma i "mercati" non sono "spiriti" o metafisiche entità quanto, invece, ben precisi e giganteschi soggetti detentori di enormi capitali, i quali fanno capo ad ancor più precisi agglomerati finanziari i cui colpi di tosse possono far prendere la polmonite anche alle più grandi potenze. Quando i tecnici del dominio dicono che occorre "dare retta ai mercati", non stanno dicendo altro che essi ubbidiscono a quegli agglomerati. Obama o Merkel, Sarkozy o Zapatero, sono figli del pensiero unico liberista e sono stati portati al potere da quegli agglomerati, e terranno fede al patto stipulato coi loro committenti. Le probabilità che adottino politiche keynesiane sono le stesse che i comunisti di una volta ridiventino marxisti. Prossime allo zero.
 
dal sito http://sollevazione.blogspot.com/2010/06/g20-rompete-le-righe.html

0 commenti

Non c’è scampo, grazie al Cielo!

di Immanuel Wallerstein, fonte Il manifesto

Nella gabbia del sistema


La speculazione finanziaria ha prodotto il crollo, scaricandolo sugli stati che «manovrano». Ma le soluzioni, dentro la depressione mondiale, restano impossibili.

Mentre leader e opinionisti mondiali continuano a negare la realtà della depressione mondiale – anzi ad evitare perfino la parola – le scelte impossibili che i governi uno dopo l'altro devono affrontare diventano ogni giorno più evidenti. Basti pensare a quello che è successo anche solo nell'arco del mese scorso.

Gli Stati Uniti hanno registrato un livello di disoccupazione come non si vedeva da un pezzo. Sì, sono stati creati alcuni nuovi posti di lavoro, ma il 95% dei posti in questione era relativo a impieghi temporanei per censimenti. Dagli imprenditori privati è arrivato solo il 10% dei lavori previsti.

Budget contro lavoro

E nonostante questo è divenuto politicamente impossibile ottenere dal Congresso l'approvazione di altri finanziamenti per incentivare l'occupazione. La Riserva Federale ha smesso di comprare buoni e obbligazioni del Tesoro. Quelle erano state le due strategie principali per aumentare i posti di lavoro. Perché? Il problema dei tagli da deficit è divenuto troppo urgente. La conseguenza più immediata si può vedere a livello di budget governativo dei singoli stati.Il costo di Medicaid è aumentato per via della crisi economica. Un costo sostenuto dai singoli stati. Negli anni scorsi queste spese sono state parzialmente compensate dai sussidi federali per Medicaid. Ma il Congresso non è disposto a rinnovare gli aiuti. Il Governatore Edward Rendell della Pennsylvania dice che questo aumenterà di due terzi il deficit rispetto alle entrate previste del budget del suo stato, costringendolo a licenziare 20.000 tra insegnanti, funzionari di polizia ed altri impiegati governativi. Il che naturalmente andrà ad aggiungersi alla riduzione dell'assistenza sanitaria per tante persone.

L'austerity di Cameron

In Gran Bretagna il nuovo primo ministro, David Cameron, dice che ridurre il debito è «oggi l'obiettivo più urgente per la Gran Bretagna». Il Financial Times riassume le sue proposte nel titolo: «Cameron vara l'età dell'austerity» ed esprime nel testo il suo giudizio su tale politica: «L'adozione da parte del governo di tagli della spesa così drastici, non può non danneggiare i servizi più importanti. I tagli saranno più radicali perfino di quelli operati dal governo Thatcher».

Il Cancelliere tedesco Merkel ha annunciato la sua versione dell'austerity: tagli immediati e incisivi della spesa pubblica, la cui entità andrà aumentando nel corso dei prossimi quattro anni. Ha anche annunciato nuove tasse per le linee aeree, provocando l'immediata reazione da parte delle stesse a livello mondiale: le tasse danneggeranno gravemente la possibilità di ridurre i bilanci negativi e di evitare la bancarotta. Il tasso di disoccupazione in Germania aumenterà, ma i sussidi per la disoccupazione diminuiranno. Altri governi europei e anche gli Stati Uniti esortano la Germania a spendere di più ed esportare di meno per riequilibrare la domanda mondiale. Ma la Merkel ha rifiutato le sollecitazioni, spiegando che la riduzione del debito è la priorità assoluta.

Il premier giapponese Naoto Kan ha messo in guardia il paese spiegando che la realtà del debito è così grave che il Giappone potrebbe trovarsi nella condizione della Grecia. Per porvi rimedio ha proposto un aumento delle tasse e la regolamentazione dell'arena finanziaria, nonché nuove forme di spesa pubblica.

Il rating sulla Spagna

Nel pieno di questa superausterità a Nord si è verificato un evento assai interessante, passato quasi del tutto inosservato. Come tutti sanno la Spagna è uno dei tanti paesi europei che attraversano la crisi economica per via del cospicuo debito pubblico. Il 30 Maggio, l'agenzia di rating Fitch si è associata ad altre agenzie nel declassare di un grado il giudizio sulla Spagna che passa dalla tripla A ad AA+. Ma perché? Proprio il giorno prima il parlamento spagnolo aveva approvato i più radicali tagli di della spesa pubblica degli ultimi 30 anni.

I tagli del budget sono presumibilmente quello che la Germania ed altri paesi avevano chiesto da parte della Grecia, della Spagna e del Portogallo e di altri paesi minacciati dal debito eccessivo. La Spagna ha risposto a quelle pressioni e proprio per questo la Fitch Ratings l'ha declassata. Brian Coulton, l'analista della Fitch incaricata del rating per la Spagna nella dichiarazione con cui la declassava ha asserito: «Il declassamento riflette la convinzione di Fitch che il processo di adeguamento verso il basso dell'indebitamento esterno e del settore privato ridurrà concretamente il tasso di crescita dell'economia spagnola nel medio periodo».

Dunque, così stanno le cose: sei fregato se lo fai e anche se non lo fai. Gli speculatori finanziari hanno prodotto un crollo disastroso dell'economia mondiale. E poi hanno passato la patata bollente agli stati perché se la vedessero da soli. Gli stati si sono trovati ad avere meno soldi e subire più richieste. Cosa potevano fare? Prendere prestiti fino al momento in cui coloro che li concedono non smettono di farlo o non chiedono un tasso di interesse troppo alto. Possono tassare, e le imprese diranno che questo riduce la loro possibilità di creare lavoro. Possono ridurre le spese, e oltre alle sofferenze che produce per tutti, in particolare per i più vulnerabili, questa soluzione riduce anche la possibilità di crescita, come indica Brian Coulton per la Spagna.

Nessuno taglia le armi

Ovviamente c'è un grosso settore in cui ridurre le spese, quello militare. La spesa militare produce occupazione, molto minore però che se quei soldi fossero impiegati diversamente. E questo non si applica solo ai paesi come gli Stati Uniti, dove la spesa militare è tanto ingente. Uno degli aspetti passati sotto silenzio o quasi della crisi greca era proprio la spesa militare. Ma i governi sono disposti ad applicare veri tagli in questo settore? Sembra improbabile.

Ci salverà la Cina?

E allora cosa possono fare gli stati? Cercano di fare una cosa oggi e un'altra domani. L'anno scorso incentivare, quest'anno ridurre il debito, l'anno prossimo tassare. Comunque la situazione generale non potrà che peggiorare. Ci potrà salvare la Cina? Stephen Roach, l'acuto analista della Morgan Stanley ne sembra convinto, sempre che il governo «stimoli la crescita privata». In quel caso i salari aumentati saranno controbilanciati da una più alta produttività. Forse. Ma il governo cinese finora si è opposto a tale politica non per ragioni economiche ma per ragioni politiche. Fino ad oggi la preoccupazione precipua è stata quella di conservare la stabilità politica. E poi perfino Roach ha una grande paura: che gli attacchi di Washington alla Cina possano portare a sanzioni commerciali. Ed è altamente probabile, poiché la condizione economica statunitense continua a deteriorarsi.

La via d'uscita da tutto questo non consiste in un piccolo aggiustamento, di carattere monetarista o keynesiano, qua o là. Per emergere dalla gabbia economica in cui il mondo si trova rinchiuso si richiede lo smontaggio e l'esame di tutto il sistema. E questo senza dubbio dovrà succedere. Ma quando?

dal sito http://www.appelloalpopolo.it/?p=1779

0 commenti

Son dettagli

Questa sera, al Tg1 delle 20, il ridanciano Attilio Romita ha informato gli ascoltatori che l’Italia, per pressione fiscale, “si colloca al quinto posto in Europa, a pari merito con la Francia”. Ora, è già opinabile che la pressione fiscale sia un merito, ma Romita (o meglio, chi ha scritto la notizia) ha omesso che l’anno scorso eravamo settimi, cioè con una pressione fiscale inferiore. Ha ragione il premier, ci vuole lo sciopero dei lettori. Ma anche di quanti pagano il canone.

dal sito www.phastidio.net

0 commenti

Il Disastro BP e la Fine della Vita Come la Conosciamo

di J. Doty Jr.

Questo è quanto. È finita. Preparatevi per l'anno più folle della vostra vita. 5 anni. 10 anni. Un giorno vi volterete a guardare la vita che facevate e penserete a come fosse facile, innocente. Siamo prossimi ad un collasso totale, sul bordo dell'abisso.


Se siete come la maggior parte delle persone probabilmente avrete già deciso che sto esagerando, senza nemmeno chiedervi perché sia giunto a queste conclusioni. Beh lasciatemi chiarire che anche io vorrei stare esagerando. Io non commercio mezzi di salvataggio o oro. Il mio lavoro non è a prova di recessione. Ho una famiglia.

Non è che mi sia svegliato oggi e fresco fresco mi sia detto in modo casuale che questa è la fine della vita come la conosciamo. Ho fatto molte ricerche, sforzandomi di prendere in considerazione solo fonti del tutto attendibili. Ebbene, le informazioni che sono emerse negli ultimi giorni non fanno che confermare i timori che quello che stiamo vivendo è in realtà un "Armageddon." E quando lo dico sono del tutto serio.

Ricapitoliamo. Il petrolio vomitato a 20.000 a 70.000 psi ha eroso altre pareti della stessa vena, in diversi settori. Questo significa che ormai abbiamo a che fare con un pozzo petrolifero letteralmente incontenibile, che sparge petrolio su tutti i fondali del Golfo. La copertura ha fallito. La tecnologia umana non può contenere un liquido espulso ad una pressione così enorme, soprattutto a tali profondità oceaniche. Semplicemente non possiedono una tecnologia appropriata alla risoluzione del problema.

I pozzi di soccorso sono essenzialmente inutili, dal momento che l'originale non può essere connesso ai nuovi, e continuerà a scaricare petrolio indipendentemente dal numero di altri pozzi scavati. Avevano bisogno di entrare nel tubo, riempire la vecchia vena di fango e cemento e poi dirottare il petrolio verso i nuovi pozzi. Ma poiché le pareti della vena crescono ogni giorno di diametro a causa della erosione, non c'è nulla da riempire. Questo perché ciò che resta del pozzo si sta disgregando, e giorno dopo giorno il petrolio trova nuove vie di fuga. Thad Allen, capo della Guardia Costiera, ha detto che il petrolio ormai non scorre più solo attraverso i canali perforati, ma è giunto "in comunicazione" con il fondo marino ed il fondale roccioso circostante.

Eh Già, questo è un bel problemone, ma purtroppo è solo la parte meno spaventosa. Solfuro di idrogeno, benzene, cloruro di metilene, e altri gas tossici stanno disperdendosi insieme al petrolio, in concentrazioni centinaia e migliaia di volte superiori rispetto a ciò che è considerato "sicuro" per l'uomo. Livelli letali. Presto gli uragani assorbiranno queste acque tossiche per poi restituirle sotto forma di pioggia. Letteralmente pioggia tossica. Fammi indovinare, la pioggia tossica non ti impressiona. La più grande minaccia tuttavia è già entrata in moto con le sostanze chimiche assorbite dalla atmosfera e portate in giro dal vento.

"La copertura mediatica del disastro BP fino ad oggi ha parlato di effetti deleteri principalmente per la fauna selvatica, ma l'ultima valutazione dei dati di monitoraggio dell'aria mostra una grave minaccia per la salute umana, messa a rischio dalle sostanze chimiche gassose disperse dal pozzo petrolifero."
Istituto per gli Studi sul Sud,10 maggio.

Già prese singolarmente queste sostanze chimiche in queste concentrazioni sarebbero letali. Mescolate tra loro è veramente impensabile quali effetti potrebbero produrre.

La fragile economia statunitense, nel bel mezzo di un timido accenno di ripresa, stressata dalla guerra e da una spesa pubblica fuori controllo, non è attrezzata per gestire una catastrofe di tale portata. Nessun paese al mondo può farlo. Ricordate in che modo sono riusciti a gestire l'emergenza Katrina? Ebbene Katrina rispetto alla catastrofe in corso è una esercitazione antincendio.

Mi chiedo come faranno stavolta che dovranno gestire evacuazioni di massa di città e interi stati. Leggi questo e questo. Quando incominceranno ad evacuare, i mercati ne risentiranno, e con essi la economia globale. Ciò causerà una crisi di fiducia del dollaro. I cittadini si ribelleranno, consapevoli di non avere più alcuna speranza di vivere una vita decente. Sarà poi dichiarata la legge marziale.

Non hanno alcuna possibilità di fermare quanto sta accadendo, in giro vi è solo una teoria circa la implosione della vena petrolifera. Eh, già, stiamo parlando di detonazioni nucleari della crosta terrestre sotto l'oceano. 

Stai acquistando la merda prodotta da BP? I comunicati stampa fasulli minimizzano? Stanno mentendo attraverso la censura dei media e la distruzione delle prove. Se vi fidate di loro, avete qualche problema.
 

0 commenti

Ma dove cazzo li pesca i nuovi ministri?!?

0 commenti

Troppo grande per fallire. Bp e marea nera. Risvolti economici della catastrofe ecologica

Voglio sapere di chi è il sedere da prendere a calci, disse qualche giorno fa il presidente Obama a proposito della marea nera.

Balle. Lo sa benissimo anche lui: la Bp, che ha trivellato il pozzo di petrolio fuori controllo, è troppo grande per fallire (esattamente come due anni fa le banche) anche se il valore delle azioni si è più che dimezzato dal fatidico 20 aprile.

Obama non prenderà a pedate nessuno dunque. I grandi manager con le valigie gonfie di dollaroni sono e saranno in salvo.

Invece tante piccole e medie realtà economiche stanno ricevendo molto peggio che semplici pedate. Le attività umane lungo il Golfo del Messico sono letteralmente stritolate dalla catastrofe ecologica. Davanti alla Caritas della Louisiana c’è la fila.

falsobp2La Bp ha già speso 2,35 miliardi di dollari per (cercare di) contenere il petrolio e ripulire le spiagge: noccioline. Ci sono i 20 miliardi del fondo di garanzia per i danni futuri. In realtà analisti ritengono che il conto totale si avvicinerà ai 100 miliardi di dollari. Salute!

Infatti guardate il grafico relativo all’andamento delle sue azioni in borsa. Lo screenshot è di ieri pomeriggio; cliccandoci sopra si accede alla versione aggiornata. Il pallino rosso è una mia aggiunta sul 20 aprile, quando a Londra il titolo era sui 650 pence. Adesso è sotto i 300.

grafico bp

Sta finendo gambe all’aria, si direbbe. Ma Business Week elenca i motivi per cui Obama non può concedersi il lusso di lasciare andare la Bp per la sua strada: è il maggiore fornitore di petrolio e gas degli Stati Uniti (un miliardo di barili al giorno: non si può mica farne a meno) e ha assicurato agli Usa l’accesso ad alcune risorse petrolifere strategiche nella regione del Mar Caspio, controbilanciando lo strapotere nell’area della Russia.

falsobp3Dunque Obama dovrà venire a compromessi. I grandi manager possono tirare un sospiro di sollievo: niente calci nel sedere. Per la gente comune però è tutt’altro paio di maniche.

Le attività economiche stanno andando in rovina attorno al Golfo del Messico intossicato dalla marea nera. Soprattutto in Louisiana, ma anche in Mississippi, Florida (e in parte Alabama) si campa di pesca, turismo, petrolio.

Ora le nuove trivellazioni nel Golfo del Messico sono sono vietate. La pesca è vietata sul 33% delle acque: per adesso. E i turisti hanno le spiagge incatramate.

Alcuni analisti ritengono che un milione di persone possano perdere il lavoro a causa della marea nera. I quattro Stati hanno una popolazione complessiva di circa 30 milioni di persone, lattanti e novantenni inclusi.

falsobp4Non è il momento migliore per cercarne un nuovo impiego, ne converrete: e negli Stati Uniti forse ancor meno che altrove. Soprattutto i pescatori: persone semplici, che sanno fare solo quel mestiere.

I pensionati, poi. La maggioranza dei fondi pensioni britannici possiede quote Bp. Idem molti fondi pensione negli Usa, fra cui quelli degli Stati di New York, Florida, Illinois… Il reddito di milioni e milioni di anziani rischia seriamente di diminuire a causa delle batoste economiche che la marea nera infligge al colosso petrolifero.

Ed è ancora presto per fare il punto vero della situazione. Nella migliore delle ipotesi il pozzo sarà turato in agosto. Altri dicono non prima di Natale. E, quando finalmente avverrà, il petrolio non sparirà per magia dal mare.

Su Business Week perchè gli Usa non possono girale le spalle alla Pb

Su Washington Post la disperazione in Louisiana per la marea nera

Dal Guardian i contraccolpi della marea nera sulle pensioni inglesi; da Reuters (via Yahoo! News) sulle pensioni statunitensi

Su Associated Press via Yahoo! News l’aggiornamento sulla situazione economica ed ecologica della marea nera

Su Treehugger a causa della marea nera un milione di persone rischia di perdere il lavoro

dal sito http://www.blogeko.it

0 commenti

il g20 per i miliardari

di Pietro Ancona

Effetto positivo dello scatenamento degli animals spirits del capitalismo che usano finanza, commercio e guerre per fare arricchire a dismisura la casta dei miliardari è la riscoperta del marxismo, del socialismo ed anche delle esperienze concrete del comunismo nei paesi nei quali si è realizzato. Il G20 riunito in Canada ed isolato dal mondo da uno scandaloso apparato di sicurezza costato oltre un miliardo di dollari ci fa sapere che nei prossimi due anni (?) si dovranno dimezzare i deficit statali, che la guerra in Afghanistan potrà durare altri cinque anni, che è assai probabile una aggressione di Israele all'Iran e che nessuna misura seria sarà presa per tagliare gli artigli agli speculatori della finanza, ai pirati che hanno messo in ginocchio il mondo intero inondandolo di titoli fasulli per migliaia di miliardi di euro. In quanto al disastro ecologico planetario provocato dalla multinazionale BP nel Golfo del Messico se n'é occupata una Corte di Giustizia che ha annullato il modestissimo intervento di Obama per una sospensiva di sei mesi delle perforazioni sottomarine. Non sia mai che i petrolieri non possano fare i loro comodi! I diritti del capitale valgono assai di più della buona salute del pianeta e dei suoi abitanti!
Per nostra disgrazia Russia e Cina si sono omologate al modello liberista e sono diventate collaborazioniste sia pure passive dei progetti aggressivi degli Usa. Hanno commesso l'errore di isolare l'iniziativa di Turchia e Brasile sul nucleare iraniano scoraggiando una possibile diplomazia di pace alternativa ai diktat USA.
Si illudono che i loro interessi possono essere meglio tutelati compiacendo il padrone americano che, però, è insaziabile e, mentre chiede il loro apporto per isolare l'Iran, prepara le sue pedine per insidiare la loro stessa sovranità con un enorme reticolo di basi militari e missilistiche attorno alla Russia e l'uso demagogico e distruttivo dell'indipendentismo dei monaci per il Tibet.
La riunione degli spocchiosi governi riuniti a Toronto è stata preceduta dall'allarme lanciato dal FMI per possibili trenta milioni di nuovi disoccupati. Il terrorismo del FMI serve a giustificare l'abbassamento del tenore di vita delle masse popolari, ad una americanizzazione di tutto l'Occidente con la dismissione dei tratti della civiltà europea dati dal welfare conquistato dalle socialdemocrazie nel secolo scorso. Nelle riunioni del gruppo di Bildelberg si erano tracciate le linee ideologiche e le scelte che saranno assunte dal G20. Attacco al ceto medio e guerre. Le enormi spese militari del G20 che sottraggono immense risorse alla gente non vengono neppure menzionate.
Il liberismo viene spinto al parossismo per produrre oggetti inquinanti che consumano una enorme quantità di energia. L'obiettivo di produrre una auto al minuto presuppone un mercato infinito di vendite contraddittorio ad una realtà di impoverimento e di crisi dei ceti medi. In ogni caso si prevede un futuro che riduce i consumi collettivi a vantaggio di quelli individuali, di distruzione della natura, di regimi fiscali sempre più oppressivi, di squilibri abissali tra gli esseri umani.
In questo scenario, soltanto alcune scelte del socialismo potrebbero salvare l'umanità. Oggi un famoso economista proponeva la nazionalizzazione delle banche ed il controllo della finanza mondiale. Certo non è possibile che gruppi di speculatori mettano in crisi le Nazioni come è successo con i titoli tossici e con le manovre contro i Pigs a cominciare dalla Grecia. Ma oltre alla banche c'è anche il problema delle merci che vengono prodotte. L'industria automobilistica ha bisogno di un piano a lunga scadenza per la sua riconversione. La corsa a produrre auto a costi sempre più contenuti non servirà a molto. Il costo della manodopera incide soltanto per il tre per cento del prodotto. Quanto potrà ancora essere compresso e spremuto il salario dell'operaio-robot? Quante auto potrà assorbire il mercato?
Il liberismo sta attaccando il ceto medio oltre che naturalmente la classe operaia. L'attacco alla scuola, alle università, agli statali, la sottomissione colonialista dell'agricoltura alle multinazionali della distribuzione, la distruzione dell'artigianato stanno producendo un disagio sociale sempre più esteso che potrebbe tradursi in conflitto liberatorio se la sinistra ritrovasse la sua anima ed avesse il coraggio di sostenere il socialismo come necessità assoluta dell'umanità.
Il G20 ha avuto qualche parola di comprensione e di compassione per l'Africa. Non è in grado di capire che questo approccio neocolonialista è offensivo e controproducente. Gli aiuti stanziati servono sopratutto alle aziende che saranno beneficiate e che si libereranno dei loro fondi di magazzino spesso scadute. Anche il ruolo delle ONG è tutto da discutere. I poveri del mondo si aiutano non sfruttandoli ed associandoli al commercio e sopratutto rivalutando il prezzo dei prodotti agricoli e liberando gli agricoltori dalla miseria che spesso li spinge al suicidio.

dal sito http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/

0 commenti

Brancher, illegittima sceneggiata

di Daniele Martinelli


Siamo all’ennesima manfrina da Quirinale in salsa piduista: Giorgio Napolitano dice che il neo ministro Aldo Brancher, imputato per aver preso mazzette da Giampiero Fiorani, non ha diritto al legittimo impedimento.
Non fa nulla se Brancher aveva già bidonato i giudici senza la carica di inutile ministro. Li bidonò assieme alla moglie il 19 aprile scorso con la scusa che Palazzo Chigi gli confezionò un legittimo impedimento travestito da appuntamento istituzionale ad Hannover. Idem per l’udienza del 17 maggio.
La sceneggiata del Quirinale non regge perché non si capisce per quali motivi il famosissimo corruttore di giudici Silvio Berlusconi il legittimo impedimento possa camparlo. Avrebbe potuto presenziare in tribunale anziché andarsene in cerca di tenute presso Siena o alle sue ville delle Bahamas.
Anche il ministro Fitto imputato di corruzione e peculato non si capisce perché abbia diritto al legittimo impedimento con l’omertoso silenzio del Quirinale. Anche il ministro Matteoli imputato di favoreggiamento a Livorno non si capisce perché debba avere diritto al legittimo impedimento.
A questo punto lo si dia anche ad Aldo Brancher! Mazzetta più mazzetta meno ormai chi ci fa più caso? Il neo ministro del federalismo – rinominato “del decentramento” – potrà mettersi le mani sulle virtù, perché se l’augurio di Bossi rivolto alla nazionale italiana di calcio ha comportato il suo rientro anticipato dai mondiali dopo una ridicola partitella persa con la Slovacchia, significa che il senatur porta un po’ sfiga.
Un ministro nominato apposta senza portafoglio proprio per difendergli il portafoglio rimpinguato grazie alle tangenti di Fiorani, è in linea col piduismo ormai evoluto di questo governo amico della mafia. Contro la legge, la democrazia, la giustizia. Contro la civiltà. Chi avesse occasione, lo urli al nonnetto Giorgio Napolitano.

dal sito

0 commenti

"BRANCHER"


0 commenti
0 commenti

Gli USA, lo spettro del default, gli Zombies ed il thriller

di Pietro Cambi


Lo so, lo so. L'avrò scritto venti volte che, mentre ci trastulliamo con un .5 % in più o meno di deficit (che pure vuol dire lacrime e sangue per essenzali servizi, indispensabili presidi e storiche fondazioni, non essendo vero che tutto quel che DOVRA' essere tagliato sia superfluo e/o inutile) mentre ci trastulliamo con queste cose, passando poi all'ultimo grido di tinture canine o al calamaro gigante spiaggiato in Sicilia, ci sono argomenti di un certo qual interesse su cui discutere.
Vediamo di fare un piccolo riassunto:
L'economia mondiale è finita.
L'economia USA sta risorgendo dalle sue ceneri non come una fenice ma come uno Zombi.
Il thriller chiamato La Grande Crisi è solo alla fine del primo tempo. 

L'avrò scritto ma FORSE, nel momento in cui continuano a dirci che tutto sta andando sempre meglio, pare opportuno ricordarlo. Benchè si possano scrivere decine di post, interi libri, oceani di inchiostro, multiversi di byte, alla fine le cose stanno cosi:
Gli USA sono diretti verso il default. Nel processo si trascineranno dietro il sistema finanziario mondiale.
Esagerazioni?
Solo per coloro i quali ritengono che l'espressione " a lungo termine" vada intesa per qualunque periodo superiore ad un anno.
Non sarò un pochino esagerato?
Beh, sinceramente, non credo.
Se gli USA vanno in default, credo ne converrete, si può ritenere che l'economia mondiale o per meglio dire la parte monetarie e finanziaria della stessa, sia finita, a meno di una lucida pianificazione del doloroso passaggio.
Beh, questo, il default prossimo venturo degli USA, scusate la semplicità/rozzezza, lo ritengo un fatto certo.
Il deficit americano viaggia infatti ad un ritmo MEDIO superiore al 10% del PIL già da tre anni.
Il debito pubblico americano cresce del 20% all'anno, DA BEN 5 ANNI.
Dall'Aprile 2005 ad oggi, infatti è raddoppiato.
Entro l'anno, o al massimo entro i primi mesi del 2011, stando cosi le cose, il debito pubblico americano, che ha da poco superato i 13 k-miliardi, sfonderà i 14 trilioni di dollari ( 14.000 miliardi di dollari), una cifra circa pari al 100% del PIL.
Entro il 2011 ci avrà raggiunto, intorno al 120%, ed entro il 2015 avrà raggiunto il Giappone.
Non vi basta? allora guardiamo il combinato disposto degli interessi federali, statali, delle varie istituzioni E di quelli privati ( mutui, prestiti, etc). Sono quasi 2000 miliardi di dollari. Ovvero il 14% del Prodotto interno lordo. Un valore enorme. In pratica il debito complessivo pubblico e privato è già oltre il 340% del PIL.
E questo, badate bene, solo perchè la FED sta nuovamente regalando denaro alle banche ( ad un tasso se ben ricordo, intorno allo 0.5% all'anno) e quindi tiene artificialmente bassissimi gli interessi sui debiti privati. Al primo stormir di foglie andrà MOLTO peggio.

Se volete farvi venire le vertigini Ecco un link che da il quadro generale delle principali economie
Il punto è, ancora una volta, che questo trend è IMPOSSIBILE DA FRENARE, figuriamoci invertire. per il banal motivo che non è nemmeno lontanamente concepibile, nei prossimi anni, una crescita a due cifre dell'economia USA, crescita che del resto permetterebbe a stento di mantenere il livello di indebitamento/deficit, comunque elevatissimo, anche tenendo conto che quello del settore privato è ancora peggio di quello pubblico e quindi gli utili da tassare/tosare per raddrizzare il budget federale sono e saranno ben poca cosa.
Ma vi è di peggio. Negli USA, ve lo ricorderete, la previdenza è quasi interamente privata ( Obama ha cominciato ad invertire la rotta, per garantire un minimo di assistenza anche ai meno abbienti ma la cosa, purtroppo pesa ancora di più sulle casse dello stato). Anche questa previdenza presenta costi in aumento verticale e va a drenare risorse che quindi non possono essere utilizzate per ripianare i conti dello stato.
Insomma: gli USA , non solo come Stato ma come nazione (noi tutti, in ultima analisi) hanno fatto una enorme scommessa, pagabile in un remoto futuro, su una crescita sufficiente a pagare la scommessa fatta. E l'hanno persa.
Purtroppo il remoto futuro è arrivato e, avendo perso la scommessa, non vi sono i soldi per pagarla. Il denaro virtuale, necessario ad onorare le poste, tale resta e resterà.
Questo sono, quindi, i cosidetti debiti sovrani: delle scommesse perse.
Finchè si trattava di un piccolo paese, come la Grecia, si è trovato il sistema ( o la quadra, come si usa dire in questi giorni) trasferendo la scommessa su spalle più solide.
Ma in questo caso spalle più solide non ve ne sono ed anzi, già ora, la scommessa continua ad essere onorata, in piccole tranches e con crescente difficoltà, da chi ha appena cominciato a giocare. I paesi emergenti, naturalmente, la Cina, l'India, la Corea...
Alla fin fine, se ci pensate è un immane schema Ponti, su scala planetaria.
In questo schema, come del resto nei suoi esempi più classici, oltre un certo livello NESSUNO va a vedere davvero cosa c'e' dietro le carte e i numeri, perchè farlo vorrebbe dire contabilizzare perdite enormi, portare al fallimento il proprio istituto e fo***re per benino la propria luminosa carriera da top manager.
Purtuttavia, prima o poi, qualche cosa nel complesso meccanismo cede e i sistemi di sicurezza non riescono a frenare la reazione a catena. BUM.
Quando?
Come?
Beh, presto, anche solo per la cruda potenza dei numeri.
Gli allarmi stanno già suonando, peraltro, in un forzoso disinteresse quasi totale.
Alla fine, quindi, il pianetino in arrivo nel 2012 ( forse prima) non sarà qualcosa di palpabile, di reale, ma, come in fondo è giusto, in questo multiverso virtuale, un pianetino virtuale che craterizzerà gli altrettanto immaginari sistemi cartacei e risparmi mondiali.
Distrutta cosi la credibilità delle banche centrali, i risparmi e probabilmente le monete, resterà da trovare, a polverone depositato, un bene posto a garanzia delle nuove monete che risorgeranno, inesorabilmente, dopo il patacrac.
Continuo a pensare che vi siano due alternative possibili: una moneta universale basata su una qualche unità di misura di energia (il kWh potrebbe andare bene) o una moneta il cui valore sarà garantito da beni fisici: immobili, terreni, infrastrutture o intellettuali: brevetti, ad esempio. Come ben sanno i vecchi lettori ho una vecchia fissa in merito ed è l'esempio dato dalle monete coloniali pre unioniste.
Dopo tanti sconquassi è altamente probabile che, per un bel pezzo nessuno vorrà sentire parlare di monete e valute virtuali. Il denaro verrà messo in circolo da coloro che lo chiederanno DIRETTAMENTE in prestito alle banche centrali, mettendo a garanzia beni reali. Del resto il sistema bancario, premessa necessario per la creazione di quelle economie cartacee, avrà virtualmente cessato di esistere.
Certo: vi sarà una stretta creditizia ENORME rispetto alla situazione attuale.
E' una logica conseguenza della fine dell'illusione della crescita infinita.
In un mondo dove più che la crescita sarà l'evoluzione a dominare, questo non dovrebbe costituire un problema, anzi.
Credo che i nostri figli e/o nipoti non riusciranno mai a comprendere come potessimo credere che il gioco sarebbe continuato sine die e come non ci si sia accorti in tempo del disastro in arrivo. Eppure, la Storia insegna che tutto ha una semplice, sempiterna, disarmante spiegazione che consiste nella sostanziale incapacità reale di scontare correttamente gli effetti a lungo termine.
Il punto di vista unanime e prevalente, quando qualcuno prova a farlo, è stato ben espresso da una memorabile frase, ovviamente di Keynes: "nel lungo termine saremo tutti morti".
Il che è verissimo, ovviamente.
Si potrebbe, magari, discutere sul come arrivare a quel pochissimo atteso traguardo.
Ecco che, di nuovo, Keynes ci suggerisce come:

  • The day is not far off when the economic problem will take the back seat where it belongs, and the arena of the heart and the head will be occupied or reoccupied, by our real problems — the problems of life and of human relations, of creation and behaviour and religion. (First Annual Report of the Arts Council (1945-1946))
 Non è lontano il giorno in cui il problema economico prenderà il posto che gli compete, ovvero il sedile posteriore e l'arena del cuore e la testa saranno occupate o ri-occupate dai nostri reali problemi, i problemi della vita e delle relazioni umane, della creazione e del comportamento e della religione....
Ecco.

dal sito http://crisis.blogosfere.it/

0 commenti

Gli incontentabili


di Lameduck


In fondo, sotto al maglioncino di cachemire, sono uguali. Due padroni.
Il più anziano, l'esecutore materiale del Piano di Rinascita, si ritiene insoddisfatto del potere da satrapo orientale che ha raccattato in decenni di sbattimento su ogni versante utile a farlo diventare un'edizione economica di uno statista, un ducetto tascabile.
Nonostante ciò ed alla dabbenaggine di elettori convinti, votandolo, di votare il male minore ( minore rispetto a cosa non è dato sapere) che lo hanno fatto diventare presidente del consiglio già troppe volte, è costretto a millantare un 68% di consenso che è cifra fasulla come l'ottone, fabbricata dalle sue amorevoli badanti sondaggiste che entrano a piedi uniti nel suo delirio. Il padroncino vorrebbe chissà, il 99,9 % periodico dei consensi ma, conoscendolo, possiamo dire che continuerebbe a lamentarsi di non avere potere.
Ora dice perfino che medita di lasciare, di  andarsene. Noi non lo tratterremo di certo, specialmente se ci farà la garbatezza di portarsi dietro tutta la sua genìa famigliare per evitare tentazioni dinastiche. Francamente un PierSilvio 2 la vendetta non lo reggeremmo.

L'altro, il grande manager, il rianimatore di catene di montaggio comatose con la semplice imposizione delle mani, manda a dire che forse Pomigliano si può salvare, bontà sua, portando la produzione della Panda dalla Polonia alla Campania. Certo c'è da sbrigare prima una pura formalità: presentare una bozza di accordo-capestro ai sindacati, indire un referendum tra i lavoratori e pretendere almeno un plebiscito con oltre il 70 % di consensi, altrimenti non se ne fa nulla. Si torna a fare il culo ai polacchi.
Naturalmente si sapeva benissimo già dall'inizio che la FIOM avrebbe impedito il raggiungimento della percentuale richiesta dal maglioncino, visti i suoi numeri di rappresentanza in fabbrica.
A parte che ormai in questo paese le parole: discussione, dibattito, democrazia non sono più tollerate, sta passando definitivamente il messaggio che i sindacati devono giacere proni, alla pecorina, pronti a ricevere e possibilmente a muoversi un po' così il padrone gode meglio e più in fretta. E se loro non godono ringrazino comunque per l'ombrellone conficcato nel didietro, che è meglio di niente. Lo sapete, no, il principio della zia ricca: "meglio lavorare a cinque euro all'ora in nero che non lavorare".

A me tutta la faccenda Pomigliano, ovverosìa la pretesa del plebiscito, il chiedere apposta l'impossibile per non dover poi mantenere l'impegno, pare una sceneggiata in piena regola.
Così intanto si spaccano i sindacati ancora di più e si isola la CGIL (come Gelli comanda), e alla fine, vedrete se mi sbaglio, la Fiat andrà a pietire il solito aiuto di stato più o meno occulto, che farebbe fare al governo il beau geste di "salvare i posti di lavoro". Siccome però gli aiuti di stato non sono più ammessi dall'Europa, per la Fiat la vedo grama. Stavolta forse gli investimenti per la "crescita" le toccherà tirarli fuori di tasca propria.

Intanto la domina di Confindustria, quella che la "crescita" la fa godere più del rabbit, dice che la crisi è passata, che si riparte. Abbiamo lasciato a terra i cadaveri di qualche milione di lavoratori, abbiamo la disoccupazione al 9,2% ma che volete che sia. Si era capito che lo scopo della crisi era tagliare i rami secchi, ovvero i lavoratori, per ottimizzare i profitti. "Ti licenzio". "Ma perchè? Stiamo lavorando." "C'è la crisi, signora mia".

Questo è il capitalismo del ventunesimo secolo. Una robina marcia totalmente incapace di creare benessere generalizzato ma capace solo di combinare affari, accumulare capitale, distogliere risorse dal concreto per andarsele a giocare nel virtuale della Borsa-Casinò.

Su, dite che ci avevate creduto.
Stava solo scherzando. La crescita a Pomigliano? Sorridi, sei su scherzi a Panda.


dal sito http://ilblogdilameduck.blogspot.com/

0 commenti

eliminati !!!


Bossi aveva detto che l'Italia avrebbe comprato la partita, ma...

0 commenti

e adesso?

orcocan, siamo fuori dai mondiali!

E come faranno adesso gli italiani a distrarsi un pò?

Qualcuno potrebbe cominciare a preoccuparsi per la crisi che comincia a riaggravarsi, o per la corruzione dilagante, per il petrolio che sta finendo ...

Ho il sospetto che il silvione nazionale non ne sia affatto contento.

Qualcuno potrebbe persino rendersi conto che solo alcuni giorni dopo la fanta-invenzione del ministero più inutile del momento, quello per il federalismo, il neo ministro Brancher ha invocato il legittimo impedimento per schivare un processo in cui è sotto giudizio.

Mica caramelle, eh? 

0 commenti

MINCHIA, LIPPI, MA QUANTO TI SEI SPUTTANATO??

E quanto ci hai sputtanato ........

ma chi te l'ha fatto fare un altro mondiale?

Già una volta hai avuto una botta di culo spaziale, perchè sfidare la sorte un'altra volta?

Beh, un bel bagno di umiltà non fa mai male a nessuno, e a qualcuno farebbe proprio bene!

Minchia, mi spiace dirlo ma ho il sospetto che la nazionale padana avrebbe fatto una più bella figura.....

0 commenti

Forzasilvio.it e la privacy...

di Luca Rinaldi

Difendere la privacy dei cittadini. Questo è l'obiettivo del ddl intercettazioni, almeno secondo il suo primo promotere: Silvoi Berlusconi. Da sempre il Cavaliere è impegnato in questa strenua battaglia per difendere il sacrosanto diritto alla privacy. Vorrai fare mica intercettare dei delinquenti a quelli che stanno investigando?! Secondo Berlusconi siamo tutti intercettati, tant'è che quando sollevo il telefono ho sempre un po'paura che un magistrato antimafia possa ascoltare le mie disquisizioni interessantissime sull'inguardabile Italia dei mondiali o sulla imbarazzante situazione politico-economico italiana. Per non parlare del rischio dellle intercettazioni "a strascico". Lì allora siamo tutti spiati, altro che Grande Fratello! Questo è uno stato di Polizia! Decisamente.

Comunque, giusto perchè il Cavaliere e i suoi sono sempre campioni di coerenza, anche questa non si smentiscono. E' nato, per la verità già da diversi mesi, il network ufficiale dei sostenitori di Silvio Berlusconi, "forzasilvio.it" che ora è diventato sensibile al richiamo di internet. Addirittura il TG5 ha deciso di dedicargli, in barba a crisi, guerre, manvora, etc. una copertina di una delle edizioni. La notizia più importante era la nascita di forzasilvio.it. Ovviamente il Web di Silvio è un po' strano: tutto propaganda e comunicazione verticale, nonostante si dica nel servizio del telegiornale di Clemente J. che il sito sarà “uno strumento di comunicazione moderno, pensato per consentire ai cittadini di dialogare direttamente con il premier.”

Lasciando da parte la questione propagandistica di Silvio, bene esplicata nel link riportato al capoverso precedente che giunge alla seguente conclusione: "Quello di Berlusconi è dunque uno strano Web: segno della coazione a ripetere di un comunicatore considerato da molti eccellente, il quale cambia la piattaforma di esposizione (dalla tv tradizionale alla Rete) ma non riesce a cambiare se stesso", vorrei soffermarmi sul fattore privacy: al sito non è consentito l'accesso anonimo, nemmeno per fruire dei contenuti base, come per esempio accade per la piattaforma on-line di Barack Obama, Organizing For America. Per accedere al network dei sostenitori di Silvio dovrete comunicare nella pagina apposita una quantità notevole di dati, tra cui obbligatoriamente oltre al nome e cognome: Comune e indirizzo di residenza, professione, Comune di nascita, nazionalità e addirittura, udite udite... numero di cellulare...

Alla faccia della privacy e del grande fratello caro Silvio...

dal sito http://lucarinaldi.blogspot.com

0 commenti

TARP dell'Eurozona? 2 TRILIONI DI EURO (minimo)

di Beatotrader Stefano Bassi

Certo che non basta mai....
TAMPONARE IL DEBITO COL DEBITO E' UN CONTINUO GIOCO AL RIALZO.

Vi ricordate il famoso e famigerato piano SALVA-EURO da 860 miliardi di € (1 Trilione di $)?
Ovvero il TARP Europeo detto anche European Financial Stabilisation Fund (EFST)?

Ebbene, come riportato dal FT, secondo Willem Buiter (che non è esattamente l'ultimo deficiente)
CE NE VORREBBERO ALMENO 2.000....di miliardi
2 TRILIONI di euro
2.000.000.000.000
....And this worries Buiter, because €860bn in not nearly enough, especially as sovereigns start drawing down as well.

With banks joining sovereigns as claimants on the EU/IMF Facility (with the funds to the banks possibly routed via the sovereign– funds are fungible but appearances matter)
the argument that the Facility is too small and will require at least €2 trillion is strengthened...

Willem già lo conosciamo bene: economista, è stato membro della Banca d'Inghilterra (BOE), mega-consulente, opinionista e blogger del FT ed alfine è approdato come capo economista di Citigroup.
E' un ruvido inglese, poco tenero ma molto sincero: le sue analisi non perdonano come l'ultima che fece a fine Aprile 2010 sull'ambaradan dei debiti sovrani....roba da far rizzare i capelli (vedi anche QUI).
Ecco una breve sequenza della messa da requiem sul debito pubblico suonata da Buiter:
....Ma la notizia è che Stati Uniti, Regno Unito e Giappone hanno tutti bisogno di aggiustanmenti strutturali superiori al 10% di Pil, cioè – sì, avete capito bene – maggiori di quelli che servano alla Grecia per evitare il default.
Buiter stima che sia la peggior situazione che si sia mai vista, dal punto di vista delle finanze pubbliche mondiali.

Ritiene che la risposta di un massiccio way out inflazionistico sia improbabile, per quanto la FED sia attualmente tra le grandi banche centrali quella più dipendente dal governo e dalla politica.

E ne conclude che l’unica soluzione sia quella del panico fiscale, con massicci aumenti di imposte e minori spese che deprimeranno sicuramente per un biennio ma perfino a un un quinquennio a venire ogni prospettiva di sostenuta crescita dei Paesi avanzati....


Bene sul "piatto" adesso ci sono 2.000 miliardi: attendiamo il prossimo rilancio.
Speriamo che a nessuno venga in mente di "vedere" il BLUFF....:-)

Capite anche voi come in un terribile CONTESTO di Debito Pubblico come quello sopra descritto....
certe rosee previsioni di Confindustria, strombazzate poi dai gossip-mass-media, siano un filino DESTITUITE DI SENSO...

dal sito http://www.ilgrandebluff.info/

0 commenti

Voto a Pomigliano "SI" (schiavo) "NO" (disoccupato)

0 commenti

Vi presento il Senatore dell'anno.

A quanto pare quelli del PDL sottoscrivono proposte di legge/emendamenti di cui non conoscono la provenienza. E a quanto pare lo fanno senza averli neppure letti, salvo poi pentirsene e prenderne le distanze.
Ma ormai non ci stupiamo più di niente.....

E' Paolo Tancredi, Senatore Papale del Pdl. Quello che oggi pomeriggio si è accorto così, tra una chiacchiera e l'altra, di aver portato in Parlamento il più grande Condono Edilizio della storia repubblicana, un mostro a 2 teste che da un lato avrebbe riaperto vecchie sanatorie fiscali mai rimarginate e dall'altro regolarizzato abusi edilizi nelle zone "sottoposte a vincolo culturale e paesaggistico", cioè nelle aree protette, avete capito bene. Non appena si sono resi conto dell'ordigno, quelli della maggioranza ne hanno immediatamente preso le distanze, al grido di "Noooi una cosa del genere? Maaaai!", ignorando così anni e anni di via libera ad obbrobri tombali di ogni tipo. L'Emendamento verrà quindi ritirato domattina. Pensate, il Senatore Tancredi con questa genialata è riuscito persino a far infuriare quelli del suo stesso partito, il che è tutto dire: gente del calibro di Bonaiuti, Quagliariello e Gasparri, votatori seriali di condoni plurimi nonché firmatari delle peggiori porcherie legislative di questo Paese, politici con un pelo sullo stomaco così ... insomma, se si sono scandalizzati loro, non servirebbe aggiungere altro.

Ma intervistato da Sebastiano Barisoni per Focus Economia, su Radio 24, ecco cos'è riuscito a dire il buon Tancredi su tale operazione, di cui rimane il Primo Firmatario, ripeto, il Primo-Firmatario ...


Ma perchè avete proposto un emendamento del genere, un emendamento non si propone così per sport, qual era l'obiettivo reale?

Ehm ... le dico ... per essere del tutto sincero ... è un emendamento che non avevo valutato, stamattina siamo stati firmatari di centinaia di emendamenti ... abbiamo fatto una votazione e ci siamo subito accorti della Abnormità dell'emendamento tant'è che verrà subito ritirato ... era Catastrofico dal punto di vista del territorio ...

Ma secondo lei a chi può essere venuta in mente la sanatoria per le aree protette? Visto che lei non l'ha scritta, chi è che arriva a scrivere una bestialità del genere?

Se vuole saperlo sto cercando di accertarmene anch'io, è una cosa che non ha nessun senso ... un Condono così, a maglie larghe, non è mai venuto in mente a nessuno, almeno a nessuno di quelli che conosco ... non lo so com'è nato, quell'emendamento, non me ne sono reso conto ... se mi fossi reso conto non avrei firmato ... il primo curioso di sapere chi l'ha scritto comunque sono io ...

Visto che gli Emendamenti del Pdl sono 1.200, potrebbe aver firmato altri Emendamenti ... ehm ... di cui non conosce ... ehm ... l'entità?

Mah ... stiamo valutando in queste ore ...

dal sito http://nonleggerlo.blogspot.com/

0 commenti

Il blocco di Gaza e Caprettonia La Grande

di Felice Capretta

Giocattoli, cancelleria, utensili da cucina, materassi, asciugamani, maionese, ketchup, lacci da scarpe, bottoni, aghi, spille da balia, e filo per cucire.

Articoli, questi, che da oggi possono di nuovo entrare a Gaza.

Questa non è una buona notizia.

Perchè il blocco resta, e continua ad esserci ed ad essere dipendente dalla mano israeliana sul bottone rosso o verde.

E' una cattiva notizia perchè ci sono voluti:

  • il dirottamento delle suddette navi in terriorio israeliano
  • il saccheggio del loro carico navale ad opera dell'esercito israeliano
  • la perdita di 13 vite umane

e tutto questo non è servito all'emanazione di una risoluzione del consiglio di sicurezza dell'ONU che stabilisca sanzioni economiche punitive contro lo stato colpevole di questa aggressione.

Nè è servito all'espulsione di quello stato dal consesso internazionale.

Niente di tutto questo.

E' servito solo ad far arrivare un po' di cotone e matite e quaderni a Gaza.

E la cosa ancora più grave è che
prima tutti quegli articoli non potevano entrare. Così come non entravano, secondo un documento rivelato da BBC: cioccolato, marmellata, succhi di frutta e legname, scarpe, spazzole. Che, come è noto, esplodono.

Il blocco, o meglio, la punizione collettiva imposta ai palestinesi di Gaza (che costituisce per sua stessa natura crimine di guerra), è fatto anche di questo: beni di prima necessità semplicemente scomparsi. Come la marmellata, che, come è noto, esplode.

Le merci potranno entrare solo via terra: il blocco navale persiste.

Blocco che sarà di nuovo forzato, o almeno, tentato di forzare, da un gruppo di donne cristiane e musulmane, oltre ad una trentina di pacifisti europei e circa 20 giornalisti. Il porto di partenza sarà probabilmente libanese. Il ministro della guerra israeliano Ehud Barak ha dichiarato che il Libano sarà considerato responsabile di qualsiasi partenza dai suoi porti di navi destinate a Gaza.
Che strano: lo stesso trattamento non è stato riservato a Cipro, da cui sono partite le navi della Freedom Flotilla. Ma tant'e': a Cipro non scorrono i fiumi che interessano ad Israele e a Cipro non viveva alcuna delle 12 tribu' di Israele 4000 e passa anni fa.

In Libano invece si, e com'e' noto, esplode.

Ehi, 4000 anni fa il mio trisavolo viveva sui verdi prati di Baviera.
Quasi quasi mi invento la cattura di un mio parente sul confine da parte dei bavaresi e mi diverto ad assaltare la Baviera a colpi di carri armati.

Avanti, per Caprettonia La Grande!

Tornando al delirio israeliano, il viceministro degli esteri Ayalon ha dichiarato che i prossimi che tenteranno di forzare il blocco potranno essere messi in prigione anzichè espulsi.

Potenza del diritto divino israeliano, che si comporta come se tutto il mondo fosse già sotto il suo tallone.

Già.

Avanti, per il nostro popolo ed il nostro Dio, saremo la guida delle nazioni, per Caprettonia La Grande!

Che, com'è noto, esplode.

Saluti felici

Felice Capretta

ps: completa l'allegro scenario l'annuncio che
Teheran invierà un carico di aiuti umanitari verso la Striscia di Gaza. La nave, chiamata “Bambini di Gaza”, salperà domenica 27 giugno dal porto di Bandar Abbas e raggiungerà le coste plaestinesi in due settimane, ragionevolmente domenica 11 luglio. Noi saremo probabilmente in ferie quel giorno in una imprecisata località del mediterraneo (molto lontana dalle coste di Gaza)...che, com'e' noto, è un posto dove c'e' un mare straordinario, un ottimo clima, si mangia bene e soprattutto non esplode :-)

dal sito http://www.informazionescorretta.blogspot.com/

0 commenti

Il nucleare italiano ad un passo dalla fine: la Corte Costituzionale boccia la legge sull'energia

e figurati se la notizia veniva passata dai nostri affezionati media nazionali.....
la notizia comunque è proprio niente male!

di Alessandro Tauro

Era stato il fiore all'occhiello del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dell'ex ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola. Il percorso intrapreso non sembrava ammettere sbandate, deviazioni o rallentamenti: il ritorno dell'energia nucleare in Italia era un obiettivo primario ed imprescindibile dell'agenda di governo, anche a fronte della scarsissima popolarità (e dei numerosi timori) che questa "tecnica energetica" riscuote ancora oggi in Italia.

Tre giorni fa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza numero 215 del 9 giugno 2010, con la quale la Corte Costituzionale ha decretato un vero e proprio stop alla corsa all'atomo del governo italiano.

La legge incriminata è la numero 102, del 3 agosto 2009, conversione del decreto-legge numero 78.

Con essa, all'articolo 4, il governo apriva alle procedure d'urgenza per la costruzione di nuove infrastrutture per la produzione di energia elettrica, da leggersi più comunemente come "nuove centrali nucleari".
Il governo aveva piena potestà esclusiva in materia di trasmissione e distribuzione e competenza congiunta con le regioni per quanto concerne la produzione e, quindi, la collocazione dei nuovi impianti.

Le nuove centrali rientravano in un piano di urgenza "in riferimento allo sviluppo socio-economico" (non a caso la legge in questione è il famoso "pacchetto anti-crisi") e si stabiliva la loro edificazione per mezzo di capitali "prevalentemente o interamente privati".
Ai fini di attuazione, il governo istituiva la figura di uno o più Commissari straordinari del governo, con poteri esclusivi e totali in tema di nuovi impianti energetici, al punto tale da poter scavalcare tutti gli enti coinvolti (a partire dai comuni e dalle regioni) per la scelta delle nuove sedi nucleari nazionali.

Sono stati proprio il mix tra "ragione d'urgenza" ed "utilizzo di capitali privati" e la privazione dei poteri decisionali delle regioni in materia ad aver condotto la Corte Costituzionale a cassare l'intero articolo, nei commi che vanno dall'1 al 4.

Secondo quanto stabilito dalla suprema corte di giustizia italiana, "trattandosi di iniziative di rilievo strategico, ogni motivo d’urgenza dovrebbe comportare l’assunzione diretta, da parte dello Stato. Invece la disposizione impugnata stabilisce che gli interventi da essa previsti debbano essere realizzati con capitale interamente o prevalentemente privato, che per sua natura è aleatorio, sia quanto all’an che al quantum".

Inoltre, per quanto concerne la depotenziazione delle regioni in materia, la Corte Costituzionale afferma che "se le presunte ragioni dell’urgenza non sono tali da rendere certo che sia lo stesso Stato, per esigenze di esercizio unitario, a doversi occupare dell’esecuzione immediata delle opere, non c’è motivo di sottrarre alle Regioni la competenza nella realizzazione degli interventi".

E conclude deliberando che "i canoni di pertinenza e proporzionalità richiesti dalla giurisprudenza costituzionale al fine di riconoscere la legittimità di previsioni legislative che attraggano in capo allo Stato funzioni di competenza delle Regioni non sono stati, quindi, rispettati".

Quanto stabilito dalla Consulta, ancora una volta nel silenzio quasi tombale della stampa nazionale, apre ad una vera e propria svolta in termini energetici e ostruisce, di fatto e sin da adesso, un percorso accelerato verso la creazione di nuove centrali nucleari.

Le procedure d'urgenza, che consentirebbero nell'ordine di 10-15 anni, di avere energia nucleare operativa in Italia, confliggono con la necessità imprescindibile del governo di attribuire i costi di produzione degli impianti ai singoli privati. E l'automatico decadimento delle ragioni d'urgenza, ipso facto, determinano il ripristino automatico della facoltà degli enti locali, ed in particolar modo delle regioni, di appoggiare o rigettare integralmente le scelte operative e territoriali dell'esecutivo nazionale.

Per un governo ancora privo di ministri deputati alla gestione delle questioni energetiche (dalle dimissioni di Claudio Scajola l'interim delle Attività Produttive è ancora nelle mani del premier Berlusconi), non si prospettano tempi facili.
Il nucleare italiano è ad un passo dalla morte prima ancora della sua nascita. La battaglia dei governatori Vendola, Errani e Lorenzetti contro il nucleare italiano sembra aver portato ad una prima, gigantesca e, forse per gli stessi ricorrenti, insperata vittoria.

dal sito http://alessandrotauro.blogspot.com/

0 commenti

Aldo Brancher: fatto ministro per evitare il processo

che sia la risposta alla domanda che ponevo in questo post??

di Roberta Lemma

Aldo Brancher, ex prete, dirigente Fininvest, 3 mesi a San Vittore durante Mani Pulite, scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, condannato con giudizio di primo grado e in appello per falso in bilancio e finanziamento illecito a

Il premier Silvio Berlusconi, il Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, il governo con tutta la chiacchierata, incerta e poco credibile opposizione, hanno, insieme ai più alti difensori della Repubblica, reso possibile un atto di puro vandalismo istituzionale. L'ennesimo. Aldo Brancher, ex prete, dirigente Fininvest, 3 mesi a San Vittore durante Mani Pulite, scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, condannato con giudizio di primo grado e in appello per falso in bilancio e finanziamento illecito al PSI. Assolto in Cassazione per prescrizione del secondo reato e alla depenalizzazione del primo da parte del governo Berlusconi, del quale faceva parte. Ricordiamoci, Brancher in passato ha già evitato la giustizia grazie a Berlusconi.
Era indagato a Milano per ricettazione nell’indagine sullo scandalo della Banca Antonveneta e la scalata di Gianpiero Fiorani all’istituto creditizio: la Procura aveva rintracciato, presso la Banca Popolare di Lodi, un conto intestato alla moglie di Brancher con un affidamento e una plusvalenza di 300mila euro in due anni. L'anno scorso, dichiarò alla chiusura delle indagini, prima del rinvio a giudizio: «sono quasi contento, almeno la vicenda si potrà chiarire». Così sicuro della sua innocenza? Alle coincidenze non ci crediamo più. Non dopo l'indulto, le prescrizioni, gli impedimenti e la cronaca giudiziaria di questa Italia flagellata e usata. Ai legali di Aldo Brancher è bastato far spostare le udienze, quel tanto che è bastato a farlo promuovere ministro per l'attuazione del federalismo. Ora è diventato intoccabile come tutti gli altri.
Il Presidente della Repubblica italiana ha accettato e posto la sua firma sotto questo scempio.
L'opposizione? Nessun commento, critica, argine.
Adesso che è stato creato anche questo precedente, basterà promuovere gli indagati, per toglierli alla giustizia.

dal sito http://www.fainotizia.it