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Tav. Intervista a Mauro Corona: "No allo stupro della Val di Susa"

Intervista di Davide Falcioni a Mauro Corona

"Un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti il petrolio, il carbone e l'energia elettrica. È pieno inverno, soffia un vento ghiacciato e i denti aguzzi del freddo mordono alle caviglie. Gli uomini si guardano l'un l'altro. E ora come faranno?" (da "La Fine del Mondo Storto")
Mauro Corona risponde al telefono dalla sua casa tra i boschi e le vette del Friuli. Ha la voce roca, i modi sono affabili: in sottofondo si sente un cane abbaiare. Lo immagini circondato di libri, volti di legno che lui stesso scolpisce, attrezzatura per arrampicare: moschettoni, corde, ramponi. Lo immagini avvolto dalla folta barba, dai capelli lunghi: vedi le mani callose afferrare la cornetta, le gambe muscolose e i muscoli guizzanti di un uomo che a quasi 63 anni è ancora un vulcano: cammina nei boschi ("che mi abbracciano come la mamma che non ho avuto", spiega), scala montagne, scolpisce, scrive.
Mauro Corona è uno dei migliori scrittori italiani, ma è soprattutto un personaggio genuino, figlio delle montagne che lo circondano, per le quali nutre il rispetto che un figlio deve ai genitori. Lo intervistiamo, appunto, per conoscere il suo pensiero sull'Alta Velocità e la lotta in Val di Susa, che uomini e donne come lui dall'altra parte delle alpi difendono come si difenderebbe la madre da uno stupro feroce e meschino. Mauro Corona è anche testimone del disastro del Vajont, di quell'ondata d'acqua che, come un colpo di falce, il 9 ottobre 1963, alle 22.45 cancellò per sempre duemila persone e un intero paese.
Signor Corona, dall'altra parte delle Alpi, a ovest dal luogo in cui vive, si accingono a costruire il Tav: qual è la sua idea rispetto a quest'opera? 
Noi non viviamo in democrazia, viviamo in democratura: è un misto tra democrazia e dittatura. Per questo io sto con gli abitanti della Val di Susa, non perché mi schiero con un colore politico o con l'altro, ma perché la ragione ce l'hanno loro che vivono quei luoghi, che sono da secoli in quella terra, che la amano, hanno sofferto, l'hanno costruita con il sangue e il sudore. Lì ci abita il cuore, non ci abita gente normale, non ci abitano corpi. E' inaccettabile che qualcuno si arroghi il diritto di andare lì, come hanno fatto con il Vajont, e spazzare via la gente, spazzare via i boschi, secoli di cultura, tradizioni, storie.
Eppure il governo continua a dire che è un'opera necessaria, strategica, che il Tav porterà progresso, sviluppo...
Ma io non capisco perché fare una linea nuova, visto che ce n'è gia una che arriva in Francia e che è sottoutilizzata. E poi perché alta velocità? Ci siamo ormai superati, l'uomo è passato avanti a sé stesso. Il Tav è una vergogna e fanno bene a combattere quelli della Val di Susa, e che non mi si venga a dire che sono violenti.
Ma il governo dice che poche persone non possono bloccare un'opera utile a tutto il Paese...
La Montagna è di chi la vive, loro soltanto possono decidere cosa fare. Ma lo mettono in conto questi politici che quello è un luogo del cuore? Qui avevamo il Vajont: faceva girare mulini e segherie, era la nostra "miniera d'oro". Sono venuti i politicanti dell'epoca, hanno messo un foglio di cemento sulla valle, hanno mandato via le persone e hanno causato duemila morti. Per questo io sto con la Val di Susa ed andrò lì a combattere.
Cosa è per lei la montagna?
Nient'altro che un luogo dove abitano persone, come il deserto, il mare, le pianure. La montagna è solo un luogo più ripido. E chi ci vive la ama perché si sente abbracciato da quelle rocce, da quei torrenti, dai boschi. Ma la montagna è soprattutto la memoria di chi è stato lì per secoli, di chi ha vissuto lì l'infanzia, è cresciuto, ha parlato coi vecchi. Ma è lo stesso nelle pianure o al mare. Ogni luogo è montagna, dipende solo dalle pendenze. Quelli che vi abitano sono i padroni assoluti. E chi va in Val di Susa e vuole stuprarla, perché è uno stupro quello che vogliono compiere, non si rende conto di fare un danno al cuore di quella gente, non al portafogli. Per questo non riusciranno a comprare gli abitanti della Valle.
Ieri il governo ha pubblicato le sue motivazioni tecniche e spiegato che non ci saranno danni ambientali. Insomma, ci hanno detto di nuovo che l'opera si farà e che le proteste, semplicemente, sono inutili.
Motivazioni tecniche? Ogni omicidio ha bisogno di un movente. E anche qui da noi è così: ci stanno rubando la ghiaia, e anche l'acqua: la vendono a peso d'oro, e questi paesi ormai sono diventati un luogo abitato più dai tir che dalle persone. Abbiamo costruito una società il cui unico obiettivo è fare denaro, a qualsiasi prezzo, anche al costo della vita stessa degli uomini e le donne.
Ci hanno spiegato che il Tav è un'opera strategica per lo sviluppo italiano. Qual è, invece, la sua idea di progresso?
Tornare all'agricoltura, al lavoro manuale. Ma vi rendete conto che abbiamo ceduto la terra alle macchine? E come è stata causata la crisi economica? Abbiamo puntato tutto sullo svilupo tecnologico. Io ho scritto un libro, letto da pochissime persone, si intitola "Ritorno alla Campagna". Se vogliamo salvarci non dobbiamo pensare all'alta velocità: dobbiamo tornare a essere capaci di procurarci il cibo, senza violentare la terra, senza mettera in cima ai nostri propositi il profitto. Non sappiamo più usare le mani, abbiamo desideri inutili: il Suv, il navigatore satellitare... Ma mi spieghino questi "tifosi della crescita economica", cosa serve per vivere, per stare in piedi?
Lei è friulano ed ha vissuto il 9 ottobre del 1963 l'immane tragedia dell'ondata del Vajont: duemila morti, interi paesi spazzati via. A proposito lei ha scritto: "Il Vajont non aveva fatto male a nessuno per milioni di anni", intendendo chiaramente che quella, non a caso una grande opera paragonabile all'odierno Tav, fu un disastro causato dalla mano dell'uomo. 
Oggi dicono che abbiamo bisogno dell'alta velocità, in quell'occasione dissero che avevamo bisogno di energia. Pochi uomini fecero immensi profitti con la diga del Vajont ed ignorarono, così come fanno ora, i gridi d'allarme dei vecchi del posto, che conoscevano la montagne e sapevano, ad esempio, che vi erano frequenti frane (la diga straripò proprio a causa di una frana su un versante del Monte Toc, ndr). Ignorarono quei gridi d'allarme anche quando la giornalista Tina Merlin, a pochi giorni dal disastro, scrisse su L'Unità che migliaia di persone erano in pericolo di vita, e che andavano evacuate. Come faccio io a fidarmi degli uomini, se sono stati in grado di spazzare via paesi, uomini, tradizioni con un'ondata d'acqua e fango? Ed anche in Val di Susa, vogliono distruggere una civiltà. Il governo ignora le osservazioni di centinaia di studiosi, che hanno spiegato i rischi per la vita dei cittadini. E poi che bisogno c'è dell'alta velocità? Dobbiamo tornare all'essenziale: vivere è come scolpire, bisogna imparare a togliere per vedere l'opera nel suo splendore.
Quindi lei vede delle analogie, di metodo e non di merito, tra il progetto di alta velocità in Val di Susa e la diga del Vajont...

Altroché se le vedo. Vedo questo nichilismo imperante, il cinismo dell'economia: cambiano i luoghi, le persone, qui fecero una diga, lì l'alta velocità, ma è il nichilismo che impera su tutto. E' l'uomo che non ha più progetti per il futuro, non c'è più una missione. Pensiamo a ingozzarci più che possiamo per quei pochi giorni che ci è concesso di vivere. Costruiamo grattacieli, tunnel di alta velocità e ci facciamo guerre meschine perché non sappiamo accontentarci. Dovremmo insegnare ai bambini che il denaro è una porcheria, che ne basta solo un minimo per vivere. Per questo i No Tav fanno bene a combattere in Val di Susa, perché è contro questo nichilismo che combattono. E io andrò in Val di Susa, e voglio essere preso a manganellate come loro, perché non è possibile che si dica solo "hanno ragione": bisogna metterci il corpo ed è quello che farò.
La Val di Susa secondo lei ce la farà a vincere, a resistere?
C'è una valle, uomini e donne che vogliono viverci, allevare lì i loro figli. La valle abbraccia la sua gente, non può venire un politicante a spezzare questo abbraccio con le ruspe, per la sua eiaculazione nello spostare velocemente delle merci. La vera necessità sta nelle piccole valli, dove ci si può chiamare da una costa all'altra. E' questo il vero senso dei No Tav, è per questo che si battono. E vinceranno, mi creda.

dal sito http://www.agoravox.it

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FINALMENTE IL RAGIONIER MONTI HA SVELATO AL PAESE LA VERA NATURA DEI POTERI FORTI: I TASSISTI.

di Sergio Di Cori Modigliani

“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi,
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo
come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire.”
(la confessione dell’androide in Blade Runner, di Ridley Scott. 1982)


E’ tempo di gioire e di celebrare. Era ora!
Finalmente la Grande Verità è stata svelata al popolo.
Ora, sappiamo tutti, con certezza istituzionale, i tanti perché negati dietro gli omicidi di Falcone e Borsellino, i tentennamenti e le ambiguità del potere che hanno sorretto il cavaliere Berlusconi in questo squallido ventennio.
Ora che la verità è venuta a galla, la Concordia può riprendere il largo.
Non ha importanza che sia piegata di 90 gradi e abbia un enorme buco nella chiglia.
Non saranno certo queste sciocche quisquilie a fermare la volontà di un popolo.
Ora che sappiamo la verità, tutto diventa semplice, lineare, semplicemente meraviglioso.
Devo fare un breve premessa che contiene una vergognosa confessione.
Ammetto di essere rimasto vittima di un sortilegio, forse addirittura uno stato di ipnosi indotta, magari con aggiunta di trucco subliminare, non ho dubbi ormai.
Quando vedo parlare il ragionier Monti, infatti, comincio a soffrire di allucinazioni. Ascoltando le sue parole, infatti, non bado più al Senso celato dietro al Significato, bensì mi pongo delle domande istintive che non riesco più a tenere a freno, stimolate e indotte dal mago che mi ha ipnotizzato: Maurizio Crozza quando presenta Mario Monti come un robot.
Mi chiedo: andrà a pile? O a corrente alternata? Dove glie lo avranno messo il microchip, dentro le arterie del collo o nella spina dorsale così non si vede? Non riesco più a fermarmi. Lo immagino nella sua intimità, a cena, quando, magari all’improvviso, si inceppa e per diversi secondi alza il calice con la sbiobba biotronica, lo porta alle labbra poi lo appoggia sul tavolo e poi lo riprende e lo riappoggia con gesto automatico, lo sguardo vitreo, il sorriso stemperato. La moglie, coniuge fedele che lo accudisce e custodisce il Segreto, lo osserva con dolcezza e chiama subito il meccanico, che arriva con tono Malinconico e sistema i bulloni che si sono allentati.
Mi riferisco qui alla notizia bomba del giorno che ieri è stata confezionata per il popolo italiano, apprezzata dall’intero battaglione politico e che recita così:
“Difficile dire quanto le famiglie risparmieranno, ma è chiaro, e soprattutto è verissimo che il mio decreto è contro l’aumento del costo della vita. Non solo. Posso tranquillamente rivelare agli italiani come, grazie all’attuale misura del governo che mi onoro di presiedere la produttività industriale aumenterà del 10%, e sullo stesso ordine di grandezza aumenterà il pil”.
Tutti applaudono contenti, c’è chi è addirittura commosso.
Il ragionier robotico prosegue, ineffabile, con le pile a pieno regime:
“Nessuno, da oggi, potrà più dire che abbiamo lasciato tranquilli i grandi e i poteri forti. Le misure prese dal governo stanno sotto gli occhi di tutti. E’ bene dire la verità a questo punto: non credo che deboli possano definirsi i tassisti e le farmacie visto che possono contare su una loro forte rappresentanza di interessi in parlamento, come avviene sempre per i poteri forti. Nel mio decreto, inoltre ci sono pure le banche, assicurazioni e il settore petrolifero che debolissimi non sono”.
E’ utile leggere con attenzione le parole così come ci sono state rivelate.
Così, finalmente sappiamo la Verità: i tassisti e i farmacisti sono i veri poteri occulti della nazione; le banche e le assicurazioni e i petrolieri, invece, non sono debolissimi, il che vuol dire che sono soltanto deboli. Poveretti, speriamo che i tassisti abbiano pietà di loro.
Notoriamente –lo sanno tutti- i tassisti da che mondo è mondo danno ordini ai petrolieri, sono i farmacisti a decidere i nomi dei membri dei consigli di amministrazione delle banche e le assicurazioni (tipo Fonsai, in quattordici mesi ha perso l’82% del valore in borsa con perdite per 1 miliardo di euro provocando, per indotto, la bancarotta e la chiusura di 3.568 aziende) quando devono acquistare dei derivati o nascondere dei fondi neri devono prima attendere che i tassisti dicano la loro.
Probabilmente è questo il motivo per cui –diabolici e scaltri questi tassisti- hanno piazzato un loro posteggio davanti alla borsa valori di Milano: per controllarli meglio.
Da informazione più che attendibile mi risulta perfino (la notizia è ancora tutta da verificare, ma sembra che sia corretta) che ci sia un posteggio di taxi davanti alla sede centrale della Confindustria, a viale dell’agricoltura a Roma.
Il robotico ragioniere ha svelato quindi la Verità agli italiani: “I tassisti sono i Veri Poteri Forti”.
Erano loro dietro i barbari assassinii di Imposimato, Falcone, Borsellino, il giornalista Mauro Rostagno; sono stati loro –insieme ai farmacisti- a provocare la recessione, a costituire fondi neri per foraggiare i partiti. E –dato che sono i poteri forti- sono sempre loro che sostengono la camorra, la ‘ndrangheta e la mafia. Quando da Cosenza, Casal de’ Principi e Trapani partono verso il nord con le valigie piene zeppe di euro sporchi da riciclare, come ci vanno? In taxi, naturalmente. Lo sanno tutti.
A tutto ciò da aggiungere (con glorioso applauso della cosiddetta sinistra della cosiddetta opposizione) che “tali misure sono andate ad intaccare la spina dorsale del sistema; abbiamo iniziato oggi un lavoro che porterà a una vera rivoluzione del sistema industriale italiano, che finirà per determinare la crescita, lo sviluppo e offrirà soprattutto possibilità di impiego ai giovani fino a pochi giorni fa insospettabili”.
Dobbiamo aspettarci una protesta immediata di Marchionne, lui gira su una Chrysler, non prende mai il taxi.
Grazie al nostro robotico ragioniere, nel progredito Regno di Arabia Saudita (dei poveretti che appartengono ai poteri deboli) si attendono l’arrivo di plotoni di tassisti italiani e anche a Houston, in Texas dove sono già abituati da tempo (gli americani sono più avanti di noi) a vedersela con i taxi drivers di New York, i quali, notoriamente, danno ordini ai presidenti di Texaco, Chevron, Esso, Mobil, Shell e compagnia bella.
Possiamo quindi goderci il week end.
In attesa che la Direzione Investigativa Antimafia –ci attendiamo da un momento all’altro il semaforo verde- consenta l’apertura delle indagini nei confronti dei tassisti e farmacisti per aver gestito la trattativa tra Stato e mafia negli anni’90. Borsellino lo sapeva benissimo. E’ molto probabile che la celebre agenda rossa scomparsa nel nulla contenesse tutti i numeri di telefono dei posteggi di taxi nel settentrione.
Il Sole 24 ore, oggi, in un editoriale davvero delirante, immemore del fatto che tutti gli analisti economici attribuiscono a Berlusconi, prima, e alle manovre Monti, poi, la responsabilità di aver accelerato la recessione “prospettando una situazione che vede per l’Italia nel 2012 l’abbassamento del pil in un 2% netto e per il 2013 un abbassamento del pil intorno allo 0,7% con una potenziale e possibile ripresa verso la seconda metà del 2014, ma di sicuro non prima” (Christian Lagarde, segretario del Fondo Monetario Internazionale, Parigi 16 gennaio 2012) in un articolo dal sapore allucinatorio, ci spiegano come, grazie “alle manovre sui tassisti” il pil aumenterà del 10%.
Da altra fonte ben informata sembrerebbe che il Financial Times di Londra sia in possesso di un’agghiacciante fotografia che l’attuale governo Monti sta facendo di tutto perché non venga pubblicata: l’immagine risalirebbe a un anno fa. Si vede Mario Draghi, allora governatore della Banca d’Italia, il quale, in una fosca giornata di pioggia battente, a Via Nazionale, entra dentro un taxi con un enorme sorriso. Sarebbe terribile per la nostra immagine.
Ma siamo sicuri che l’opposizione di sinistra, così ben rappresentata com’è oggi, saprà trovare la strada giusta per impedire che tutto ciò si sappia.
Per quanto riguarda i banchieri, i petrolieri, i finanzieri, le assicurazioni, i grandi editori, i media, le televisioni, l’ordine dei giornalisti, l’ordine dei medici, i commercialisti, i grandi evasori, i grandi patrimoni clandestini e anonimi, le proprietà immobiliari di natura commerciale del vaticano, e la criminalità organizzata tutta: neppure una parola, neppure una tassa, neppure un’indagine. Nada de nada. Nothing at all. Rien.
Ma loro, si sa, sono i poteri deboli.
Basta attendere con la consueta pazienza italiota che prima o poi finiscano in manette –magari rei confessi- i tassisti che hanno sporcato il mercato dei capitali in questi anni.
Come ha detto Monti, sorretto dalla truppa mediatica asservita al completo “colpendo gli interessi dei tassisti e farmacisti stiamo compiendo una rivoluzione del sistema che renderà questo paese più moderno, più flessibile, ma soprattutto, così facendo, si garantisce al paese la sicurezza di una ripresa economica garantita”.
Buon week end a tutti.


dal sito http://www.comedonchisciotte.org