Noi che non siamo del Nord diciamo le cose come stanno, per favore. Il Nord non è solo più ricco del Sud. Tutti gli indicatori socioeconomici ci dicono che è un territorio più progredito. Vi è la percentuale di Pil prodotta, certo, ma vi è anche il numero di asili nido, le iniziative culturali, l’offerta sanitaria, il livello d’istruzione diffusa, la qualità urbanistica che detta i termini della differenza. Per me l’argomento che taglia la testa al toro è che con lo stesso denaro l’amministrazione pubblica del Nord è assai migliore di quella del Sud e riesce addirittura a stare nel budget: atto d’accusa senza appello contro non solo la classe dirigente del Sud, ma anche i cittadini del meridione che l’hanno messa lì con il loro voto.
Ma queste disparità geografiche hanno valore relativo, che non consente alcuna idealizzazione del Nord. E’ ridicolo che se ne parli come se fosse una Terra Promessa. E anche qui ho un argomento che taglia la testa al toro: Umberto Bossi, l’uomo che ha fretta di andare ad elezioni anticipate perché potrebbe soffiare fino a cinquanta parlamentari a Berlusconi. Come si fa a pensare che il Nord sia perfetto considerando l’esistenza di Umberto Bossi?
L’uomo è dotato solo dell’astuzia del maneggione, messa al servizio di una carriera di arruffapopoli. Che importanza ha il livello di sviluppo socioeconomico del Nord a petto della sfolgorante carriera di un uomo che ha un’idea così rozza e approssimativa del mondo? Quanti Bossi ci sono nei bar del Sud, che arringano i divertiti astanti col bicchiere in mano e fanno il cascamorto con la cassiera? Naturalmente non arriveranno mai dove sta Bossi ora, perché hanno poco da rivendicare in una terra in cui assistenzialismo e clientelismo sono sistema, ampiamente finanziato con il denaro delle tasse del Nord. Capiscono bene, semmai, che è meglio non tirare troppo la corda e sperare che tutto cambi perché nulla cambi.
Oggi Bossi è il dominus della politica del Nord, e di conseguenza una figura di primissimo piano nella politica nazionale. E sì che per mentalità e formazione anche un parlamento regionale sembrerebbe troppo per lui. Come è potuto accadere? Non ci si venga a dire che tra i dirigenti leghisti è pieno di persone di buona formazione culturale: la Lega è Bossi (& son), e tutta quest’altra gente è arrivata con la seconda ondata, quando era ormai chiaro che con la Lega c’era da fare carriera. Un fenomeno che ebbe la sua prima manifestazione significativa con l’arrivo di Gianfranco Miglio. Il nucleo originario, in realtà, è fatto di un “popolo” a immagine e somiglianza di Bossi, a cui non è sembrato vero di poter fare propria la subcultura padana, che gli dà l’impressione di essere qualcosa quando prima pensavano di non essere niente. Pensate a gente che vede i propri pregiudizi, la propria grettezza e le proprie limitazioni improvvisamente promosse al rango di identità nazionale, da contrapporre a quell’altra nazione, l’Italia, che gli fa pagare le tasse.
Il primo slittamento che ha prodotto la slavina leghista è questo. Questo è il Nord. Possiamo essere impietosi nell’elencare i difetti del Sud — e io lo faccio senza remore — ma per favore niente complessi di inferiorità verso il Nord.

dal sito http://subecumene.wordpress.com