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Portogallo, i tassi, il picco e la guerra italo-francese Scopri il resto qui: http://informazionescorretta.blogspot.com/2011/04/portogallo-i-tassi-il-picco-e-la-guerra.html#ixzz1J1Y8PLoT

di Felice Capretta

Infine, il Portogallo ha ammesso ieri che necessita dell'aiuto europeo.

Si parla di circa 80 miliardi di aiuti. 

(e la domanda è sempre quella: bene, e ora, chi paga?)

Non più tardi di qualche mese fa, il premier annunciava insieme a Zapatero che il portogallo non aveva bisogno di aiuti, così come aveva fatto il premier greco prima di lui ed anche il premier irlandese.

Nessuno aveva bisogno di aiuti, poi uno per uno hanno ammesso di avere bisogno di aiuti.

Questa non è una novità per gli affezionati lettori che ricorderanno questo nostro articolo sugli inevitabili aiuti alla Spagna.

Si, perchè Zapatero ha di nuovo affermato che, nonostante l'effetto domino nell'eurozona sia evidente, la Spagna non ha bisogno di aiuti.

Gli uomini veri vanno a Madrid, ma forse gli uomini veri vanno a Roma, o forse non sanno nemmeno dove vanno, come dicevamo in un vecchio articolo.

Da Bruxelles non giungono notizie favorevoli: deciso il rialzo dei tassi di un quarto di punto percentuale, misura "obbligatoria" per combattere l'inflazione.


BCE, rialzo dei tassi

Per gli affezionati meno economisti, spieghiamo rapidamente il funzionamento.

La banca centrale decide il livello dei tassi attraverso la decisione di un tasso principale che, in cascata, va ad influenzare i tassi applicati dalle banche ai prestiti alle imprese, ai mutui, ai conti correnti e così via.

Un taglio dei tassi, come abbiamo visto negli ultimi 2/3 anni, è una misura detta di "allentamento monetario".

Un aumento dei tassi è una misura di restingimento monetario.


Il taglio dei tassi 

In sostanza funziona così: il taglio dei tassi serve a "dare fiato" all'economia.

La banca centrale taglia i tassi e in cascata le banche possono abbassare i tassi dei mutui dei prestiti.

Ok, si abbasseranno anche i tassi dei conti correnti, ma con i tassi più bassi le famiglie saranno più inclini ad accendere i mutui per acquistare la casa, e le imprese saranno più disposte ad indebitarsi e spendere per fare investimenti, come una nuova pressa o un capannone più grande.

Tutto questo fa muovere l'economia e fa funzionare meglio le cose: il mercato della casa cresce, i venditori di case e i costruttori hanno più denaro, le imprese investono di più e creano posti di lavoro, che portano più soldi in casa e così via.

Il taglio dei tassi ha aiutato l'economia.

Scopriremo nei prossimi paragrafi che effetto puo' avere il taglio dei tassi sull'inflazione.


L'aumento dei tassi

Per contro, l'aumento dei tassi ha l'effetto esattamente opposto. 

La banca centrale decide di alzare i tassi e in cascata le banche dovranno alzare i tassi dei mutui e dei prestiti.

Ok, forse qualche tasso di qualche conto corrente (se sarete bravi a negozialo con la bostra banca) potrà anche salire, ma con i tassi più alti le famiglie preferiranno attendere ed evitare di accendere costosi mutui per acquistare la casa, le imprese saranno restie ad indebitarsi per fare investimenti, e si adatteranno a restare ancora un po' nel capannone esistente.

Tutto questo rallenta l'economia: il mercato della casa rallenta, le persone hanno meno denaro, le imprese ritardano gli investimenti e vengono creati meno posti di lavoro.

Meno soldi in circolazione.

Scopriremo nel prossimo paragrafo che effetto puo' avere il rialzo dei tassi sull'inflazione.



I tassi, l'economia e l'inflazione

Prima di continuare, potreste trovare utile la nostra trilogia sull'inflazione.

Parte 1 - Inflazione
Parte 2 - Deflazione
Parte 3 - Come fronteggiare 


In ogni caso, ora qualcuno potrà esclamare: "Felice, abbiamo trovato la cura per l'economia! Tagliamo i tassi e tutto riprenderà come prima!".

Già.

Solo che i tassi sono già prossimi allo zero negli USA e in UK e la cosa non ha funzionato particolarmente. Perchè ci vuole ben altro che un tasso per smuovere la carcassa dell'elefante economico defunto per i motivi che sappiamo.

E quando il governatore della banca centrale si trova con l'economia che continua ad andare a rotoli nonostante i tagli dei tassi, e arriva ad un punto al di sotto del quale non potrebbe andare (tasso zero o quasi), il governatore si trova con le spalle al muro, o, per usare terminologia più economica, si trova in trappola.

Ora il problema è che il ribassamento dei tassi, nel contesto socio-economico attuale, per una serie di ragioni che non approfondiamo, puo' portare inflazione.

Specialmente se il governatore della banca centrale si è trovato in trappola, con le spalle al muro, ed ha pensato bene di mettersi a stampare denaro per iniettare liquidità nel sistema anzichè lasciarlo crollare e tornare alla normalità, come abbiamo visto negli ultimi anni con i vari "quantitative easing", c'e' un vero e concreto rischio inflazione, che potrebbe essere peggio (o no, ma per Trichet si, o meglio, per coloro a cui risponde Trichet), della drammatica situazione economica.

L'affezionato e brillante lettore avrà già intuito cosa succede all'inflazione in caso di rialzo dei tassi: l'economia rallenta e si riesce a contenere l'inflazione.

E questa è la manovra che ha portato la banca centrale europea al rialzo dei tassi: il rischio inflazione che nell'Eurozona deve essere tenuto basso per dogma. O per volontà di quelli che contano.

E l'economia tornerà a rallentare.

Oro, argento, materie prime, petrolio a segnare nuovi record.

Ah, a proposito di petrolio...


FMI: crescente scarsità di petrolio

Il fondo monetario internazionale ha annunciato oggi che dobbiamo aspettarci ulteriori impennate del prezzo del petrolio e fronteggiare una "crescente scarsità" dell'oro nero.

L'FMI ritiene "improbabile" un ritorno a tassi di crescita annua dell'1,8% per l'output, come nel periodo tra il 1981 e il 2005. Riuscendo a restare serio nonostante quello che scriveva, l'autore ha teorizzato che se si scendesse a un +0,8%, ad esempio, il Pil verrebbe rallentato di meno dello 0,25% nel medio-lungo termine.

Già.

E per concludere

Sarà sempre più difficile distinguere tra un inatteso accentuarsi della scarsità di petrolio e choc temporanei dell'offerta, di tipo più tradizionale
 Opportunamente tradotto, il significato è il seguente: man mano, il petrolio disponibile sarà sempre meno in grado di fronteggiare la richiesta.

Semplificando ulteriormente: non c'e' più abbastanza petrolio per tutti.

In due parole: grande casino.

L'intero report sarà disponibile la prossima settimana.

Mentre una fase di grande instabilità, carenza di cibo, inflazione, stretta economica, proteste di piazza e turbolenze assortite  è già qui oggi, e sarà il trend che prenderà sempre più piede per tutto il 2011 ed il 2012. A meno che non cambiamo strada tutti insieme.

E questo non lo dice il GEAB, ma, per una volta (forse per la prima volta) lo dice Felice.

saluti felici

Felice Capretta


PS: Nel frattempo, sembra proprio che sia scoppiata l'enneisma guerra italio-francese: Parigi si fa beffe di Schengen e alza le barriere per bloccare l'afflusso degli immigrati arabi dopo che Berlusconi, per una volta con un briciolo di buonsenso, ha silenziosamente deciso di accompagnarli alla frontiera con la trovata dei permessi temporanei. Maroni incontra a Milano (non a Parigi) il suo collega sulla questione, altro piccolo segno di buonsenso geopolitico. La scalata di Lactalis a Parmalat potrebbe essere fermata da una cordata italiana, mentre Groupama vuole il 20% di Fonsai.

Dal sito  http://informazionescorretta.blogspot.com

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