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Ma quanto li invidio questi danesi

Il mio amico Michael, danese, mi ha passato un link interessante sull'andamento dell'eolico nel suo paese.

Apparentemente, dopo un boom travolgente, sembra battere la fiacca.

Sia come numero di impianti ( Moller) sia come potenza totale installata (Kapacitet).

Il paese, però non si arrende: ormai la decisione di produrre, in tempi rapidi, la maggior parte dell'energia elettrica a partire da fonti rinnovabili è strategica.

Si parla di raggiungere, a partire dal già ottimo 30% attuale, il 70% del fabbisogno elettrico nazionale entro dieci anni.

Per far questo è in fase di avanzato studio e verrà implementata a tappe forzate una "smart grid", ovvero una rete elettrica "intelligente", basata su numerosi piccoli "cogeneratori" ( elettricità e teleriscaldamento) e sulla massima distribuzione sul territorio nazionale dei generatori eolici in modo da ridurre l'intrinseca intermittenza di produzione.

Ma questo sarebbe banale, tutto considerato.

Visto che LORO non producono autoveicoli e tassano già pesantemente ( letteralmente: il mio amico danese mi dice che le tasse sono legate al PESO delle auto) quelli importati, ecco che hanno pensato, molto correttamente, di promuovere al massimo l'acquisto di veicoli elettrici che, una volta raggiunto un primo traguardo del 10% del parco autoveicoli circolante, funzionerebbero, durante la fase di sosta & ricarica ( che corrisponde, indicativamente, al 90% della loro vita operativa) da "batteria tampone", assorbendo gli eventuali sbalzi di produzione della rete di generatori eolici. In cambio di questo "servigio" pagherebbero tariffe elettriche ridottissime o addirittura nulle.

Futuribile? Certo.

Possibile ? Certo.

Probabile? Abbastanza.

Sono un popolo tosto e con le idee chiare.

Ne frattempo, se siete curiosi, potete controllare da soli la produzione eolica istantanea a questo link.

Una idea da "implementare" ( rectius: copiare) anche da noi?

Ni.

Manco a dirlo, noi di Crisis avremmo una idea MIGLIORE.

Ovvero integrare il Kitegen, di cui abbiamo parlato anche recentemente, nella rete elettrica al posto dei generatori eolici tradizionali.

Il Kitegen, infatti, con almeno 5000 ore/anno di funzionamento a potenza nominale, si confronta direttamente con le centrali tradizionali e sarebbe da solo in grado di garantire la stabilità del sistema.

Il mio amico danese ne è entusiasta e si sta dando da fare.

Per ora ha trovato analogo interesse ed entusiasmo a tutti i livelli, politici, industriali e amministrativi.

Eh, si.

Proprio come in Italia, vero?

Non per fare il solito italiota esterofilo ma ammetterete che, nel paese in cui ancora si vedono inverecondi garbugli di fili elettrici vergognosamente penzolanti da antichissimi e nobilissimi palazzi dei nostri splendidi centri storici, parlare di smart grid è all'incirca come parlare di "Nouvelle Cousine" nel Sahel...

Del resto che cosa può importare al gestore PRIVATO della rete elettrica nazionale, di tenerla in efficienza o di metter in cantiere le migliorie necessarie ad una "smart grid", quando il costo dell'inefficienza ricade sugli utenti, che non hanno per ora alternative?

C'e' da stupirsi quando basta un albero caduto su una linea ad alta tensione per mandare, caso unico mondiale, l'intero paese in black out?

C'e' da stupirsi se chi tenta di costruirsi tali alternative viene osteggiato in tutti i modi possibili?

Pietro Cambi

http://crisis.blogosfere.it/2009/08/eolico-e-poi.html

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Scontro Vaticano-papi

Si moltiplicano le voci secondo cui lo scontro tra le 2 parti, a seguito degli attacchi del Giornale di Feltri all'Avvenire e a seguito delle sparate di alcuni membri della maggioranza, ha raggiunto livelli di ostilità mai visti prima e potrebbe segnare definitivamente l'inizio del declino del vecchio papi. Qualche altra voce un pò meno autorevole profetizza invece che tutto questo roboare di lampi e scomuniche finirà con una tregua condita a salame, tarallucci, nuovi finanziamenti alle scuole private e altri favori a beneficio della parte del "pastore tedesco". Chi avrà ragione?

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Obama padrone del web

Mah, a me sto Barack non ha mai convinto, fin dall'inizio. Soltanto il fatto che durante la campagna elettorale ha ricevuto vagonate di milioni di finanziamenti dalle bande criminali di Wallstreet (molto più dell'avversario repubblicano McCain!) avrebbe dovuto far scattare il campanello d'allarme per molti. Fino a un paio di anni fa era praticamente un emerito sconosciuto al grande pubblico, e poi si presente alle elezioni come il paladino della libertà e del rinnovamento, il volto di un'America nuova e più giusta. E per cosa si è fatto notare nei primi mesi del suo mandato? Intanto ha rinforzato il contingente militare in Afghanistan, e di lì di ritirarsi non se ne parla neanche lontanamente. Poi nella gestione della crisi economico-finanziaria ha praticamente dato carta bianca alla potentissima lobby delle banche di Wallstreet, che si sono portate a casa cifre spaventose di aiuti mentre la gente normale continua a perdere il lavoro e la casa. Ha dismesso la base di Guantanamo? Capirai .....chissà cosa continuano a combinare nelle centinaia di basi che hanno sparse in giro per il globo. Adesso vien fuori che si sta discutendo una legge che permetterebbe al presidente di sconnettere dalla rete web tutti i computer privati in caso di emergenza. Quale emergenza? Un attacco cyberterroristico come cercano di far credere? O è piuttosto per mettere a tacere l'ultimo baluardo rimasto dell'informazione libera?? Ecco l'articolo in questione, dal Corriere online del 28 Agosto.

STATI UNITI

Il controllo del web a Obama

Bozza di legge: in caso di emergenza nazionale il presidente può sconnettere i computer privati

WASHINGTON - In caso di emergenza nazionale il presidente degli Stati Uniti potrebbe avere il potere di controllare internet, sconnettendo i computer privati dalla rete. È quanto prevede un progetto di legge non ancora discusso al Senato che però già sta allarmando le aziende che operano nel web e gruppi a difesa dei diritti civili. Nelle 55 pagine del testo redatto da Jay Rockefeller, senatore democratico della West Virginia, anticipato dal sito Cnet, si legge che l'inquilino della Casa Bianca, dopo aver dichiarato «lo stato d'emergenza nazionale sul fronte della cybersicurezza», è autorizzato a «prendere il controllo temporaneo» dei computer «non governativi».

La legge prevede anche l'introduzione di una certificazione di «professionisti sulla cybersicurezza» e la richiesta che i sistemi informatici del settore privato debbano essere gestiti da personale che abbiano ottenuto questa licenza. La proposta punta a risolvere un problema che da tempo preoccupa gli stati Uniti, ovvero quale debba essere la strategia del governo di fronte a un attacco informatico.

Già nel maggio scorso, lo stesso Obama aveva riconosciuto che gli Stati Uniti «non sono preparati come dovrebbero» ad affrontare minacce che possono venire dalla rete, così pericolose per la sicurezza nazionale. All'epoca annunciò la creazione di un coordinatore per la cybersicurezza da inserire nello staff presidenziale. Ma a tre mesi di distanza quel posto è ancora vacante. Per questa ragione c'è chi oggi contesta il governo, chiedendosi perchè un'amministrazione cosi manchevole sul tema della sicurezza informatica dovrebbe essere tanto credibile da indicare ai privati cosa fare in caso di emergenza.

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prendiamoliacalcinelculo

"prendiamoliacalcinelculo.blogspot.com". All'inizio questo era il nome che ero tentato di dare al blog. Simpatico no? Molto di effetto.....Poi però ho desistito ed ho optato verso qualcosa di più politically-correct, non mi allettava troppo l'idea di essere etichettato come un eversivo. Eh già, ce ne sarebbe di gente da prendere a calcioni....Io pensavo sopratutto a un gruppone di alcune centinaia di omuncoli e donnine che lavorano dalle parti di Roma, anche se provengono un pò da tutta Italia. Avete capito a chi sto pensando vero? Volete mettere la soddisfazione!!
E voi su quali chiappette vorreste affondare il vostro piedone? Fatemi sapere, sono curioso!

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Lo sapevate che la California è sull'orlo della bancarotta?

Usa: California vende oggetti su eBay per risanare deficit

25 Agosto 2009 21:57 ESTERI

SACRAMENTO (California) - Per risanare il deficit dello stato, il governatore della California Arnold Schwarzenegger vende oggetti sui siti di aste on line. Auto usate, vecchi computer, scrivanie, motociclette, gioielli confiscati, perfino un pianoforte, sono stati messi in vendita su eBay e CraigList in quella che Schwarzy ha definito ''the Great California Garage Sale''. Tutta roba che il governo statale non usa piu'. La California ha un deficit di bilancio previsto di 26 miliardi di dollari e di recente i suoi abitanti hanno rifiutato qualsiasi aumento delle tasse mettendo lo stato ancor piu' in difficolta'. (RCD)

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=18079

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Alcune notizie di economia

Che allegria...l'ideale per iniziare la giornata.....
dal sito http://www.mercatoliberonews.blogspot.com/

Cerco sempre di pensare se non abbiano ragione quelli che vedono la ripresa che giustifica delle borse che salgono sempre, ma l'economia è depressa come mesi fa. La produzione industriale migliora perchè le scorte erano scese troppo, ma gli effetti ritardati di disoccupazione, calo dei salari, pignoramenti crescenti, calo dei fatturati ed calo di entrate fiscali continuano a premere in bassoObama invece di aspettare come previsto fino a novembre mentre era in vacanza e aveva detto che non avrebbe avuto impegni ha rinominato oggi Bernanke a sorpresa!. E' un segno di panico, c'è qualcosa in arrivo. Guarda solo le notizie DI OGGI1) Toyota ha annunciato OGGI che taglia la produzione del 10% cioè di 1 milione di auto e questo nonostante i programmi di rottamazione di cui è il maggior beneficiario, da 9..5 milioni di auto l'anno nel 2007 scende a 6.7 milioni ! ("...Toyota plans to cut its global capacity production by 10%, or by 1 million vehicles, as early as this fiscal year, Nikkei reported on its online edition Tuesday in a story dated for Wednesday. Production volume, which peaked at 9..5 million vehicles in 2007, is expected to fall to about 6.7 million vehicles in 2009...")2) la seconda banca cinese China Construction Bank dice oggi per bocca del suo presidente che "c'è una bolla speculativa in borsa dovuta ad eccessiva liquidità"China Business News ha citato il direttore del Development and Research Center dello State Council, il gabinetto dei ministri, che ha detto un mese fa che in cinque mesi 1.1 trilioni di Yuan crediti erogati dalle banche sono andati a speculare in borsa. Come se Unicredit prestasse 150 miliardi a delle aziende per speculare in borsa3) L'ufficio del budget del Congresso USA indica oggi un deficit di 1.650 miliardi, le entrate sono crollate del -17% di 400 miliardi a livello federale e la Casa Bianca HA ABBASSATO LA STIMA DI CRESCITA DEL 2010 AL 2.6% OGGI4) il Deputy Governor della Bank of Canada, un paese solido come deficit esteri e pubblici, dice oggi che il cambio è troppo alto causando un cedimento del dollaro canadese, cioè cerca di farlo un poco svalutare. In Inghilterra, Svizzera e Canada la Banca Centrale cerca con dichiarazioni continue di far svalutare il cambio5) Diverse catene di ipermercati come Kmart consentono di comprare articoli, metterli in sacchetto e poi pagarli a rate senza interessi, quest'anno vedi che comprano penne, quaderni e matite per i figli a scuola con questo sistema cioè la gente è scesa a comprare cose da pochi soldi. E' come quando in Italia la gente dal salumaio comprava del salame e poi pagava a rate, in America è il sistema per chi non ha più credito neanche con la carta di credito6) Il capo economista di Goldman Sachs dice oggi che la FED può dover raddoppiare da 2.000 a 4.000 miliardi il suo bilancio, ovviamente stampando moneta per altri 2.000 miliardi, per tenere a galla l'economia7) Delle catene di hotel a cinque stelle riporta Bloomberg oggi si tolgono una stella per ridurre i costi e i prezzi

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Fenomeno Facebook

Sulla rivista Wired di Settembre è pubblicato un articolo che parla del notissimo social-network. L'autore pone l'attenzione sulla rivalità che sta montando tra Facebook e il gigante Google, rivalità che è "sfociata in una guerra aperta sul futuro di internet, sulla struttura, il design, il servizio". L'obiettivo dichiarato di Zuckerberg, giovane fondatore di facebook, è quello di scalzare Google dal ruolo di "vigile del traffico web", e il personaggio è convinto di riuscirci grazie alla "potenziale, enorme fonte di dati personali presente sui loro server". "Su Facebook i navigatori si comportano in modo diverso dal solito: usano i loro veri nomi, si mettono in contatto con i loro veri amici, pubblicano i loro veri indirizzi email, condividono opinioni genuine, gusti reali, notizie autentiche. Google invece conosce relativamente poco i suoi utenti, a parte la cronologia delle loro ricerche e qualche attività di browsing". Andando a spulciare il profilo online di un utente Facebook si possono scoprire moltissime informazioni, del tipo quali sono le sue trasmissioni preferite, cosa gli piace mangiare, dov'è andato in vacanza, e chi più ne ha più ne metta. Un database di informazioni impressionante insomma, al quale Google non può avere accesso perchè gelosamente custodito sui circa 40.000 server del social network. Zuckerberg, "immagina un web più personalizzato, umano, in cui la rete di amici, colleghi e familiari è la fonte primaria di informazioni, proprio come lo è nella vita di tutti i giorni", "prevede che gli utenti, per trovare un dottore, o la macchina fotografica migliore, interrogheranno il suo social network, piuttosto che rivolgersi all'algida matematica di Google". Fin qui nulla da obiettare, gli sviluppi possono essere senz'altro positivi, creare dei nuovi standard per le ricerche su internet, che dovrebbero dare risultati più "genuini" grazie all'enorme mole di dati in loro possesso. Però vale la pena sottolineare a tutti gli utenti Facebook, che i dati in questione sono i Vostri dati anagrafici, le Vostre Abitudini, i Vostri desideri, i Vostri interessi. E questi dati valgono miliardi! Infatti l'articolo su Wired continua dicendo che l'altro obiettivo dichiarato dal dirigente di Facebook è dare l'assalto all'immensa fonte di guadagno offerta dal mercato pubblicitario su internet, attualmente in larga percentuale nelle mani di Google (da notare che da quando è nato, Facebook non è ancora riuscito a realizzare utili, ovvero è ancora in rosso, mentre Google ha un giro di affari da 4,2 miliardi di dollari l'anno). Non a caso quindi Zuckerberg si tiene ben stretti i Vostri dati. E non a caso nel Febbraio 2009 ha avuto la bella pensata di cambiare silenziosamente i termini del servizio, "attribuendosi, così pareva, la proprietà definitiva di tutto ciò che veniva postato sul sito, anche quando i membri chiudevano il loro account". Poi però, a quanto pare, ha dovuto fare marcia indietro in seguito alla protesta di milioni di utenti allarmati dall'iniziativa. L'articolo sottolinea la controversia citando una frase del New York Magazine che recita "Possiedi Facebook o Facebook possiede te?". "Il dubbio è legittimo". "Il futuro della compagnia dipende dalla sua abilità nel gestire l'arte del targeting comportamentale, la vendita di spazi pubblicitari su misura, basati sui profili degli utenti. Ma il confine tra "mirata e utile" e "inquietante e molesta" è assai labile". Il rischio quindi è che il sito, visto dagli utenti come uno spazio personale, a volte luogo di intime conversazioni tra amici, si trasformi "in un luogo in cui annunci pubblicitari grottescamente personali sciabolano qua e là come raggi laser".
Per concludere direi Facebook SI, i presupposti per interessanti sviluppi nel modo di concepire la sfruttare la rete ci sono, e in fondo, per chi lo considera un utile strumento di socializzazione senonchè di semplice evasione, non possono arrivare chissà quali minacce alla propria privacy. Siate coscienti però che i Vostri dati sono, e lo saranno sempre più, oggetto di un mercato selvaggio. Del resto, chi ci crede più alla favoletta della Privacy....

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Vizi privati e pubbliche virtù

http://bamboccioni-alla-riscossa.org/?p=3539

Cose giuste può dirle anche la persona sbagliata. Accade. E accadrà. E - giusto questa settimana - è accaduto che il presidente della Fiat, uno degli uomini con il nome e il naso più “importanti d’Italia”, insomma Luca Cordero di Montezemolo abbia detto una cosa giustissima. La crisi economica prima o poi finirà, ha concesso il presidente della Fiat in un convegno nella chiccosissima Cortina. Ma l’autunno che è alle porte ce lo ricorderemo a lungo: “Molte imprese dovranno chiudere - ha detto Montezemolo, parlando fuori dai denti -. Rendiamoci quindi conto di qual è la reale emergenza: in Italia abbiamo per la prima volta gente vera, tanta, che perde il lavoro. Non accadeva dal Dopoguerra“. Ergo: il governo del tre volte primo ministro, Berlusconi Sivlio da Arcore dovrebbe proprio superare il plastico immobilismo stile putto di marmo nel giardino di villa Certosa. Tagliare tutte le spese inutili (e secondo il presidente Fiat, dalle Province in giù, di spese da tagliare ce ne sarebbero a iosa). E utilizzare i soldi risparmiati per sostenere le imprese e salvare posti di lavoro.

Un discorso ineccepibile. Cui il “Sole 24 ore” - storico organo di quella Confindustria che ha in Fiat il suo pezzo da novanta - oggi ha fatto da grancassa. Come? A colpi di previsioni nere che più nere non si può. Secondo “il Sole 24 ore”: entro fine anno il Belpaese potrebbe bruciare 400mila posti di lavoro. Praticamente: un lavoratore italiano ogni 60 (circa) potrebbe rimanere a casa. Poteva, a questo punto, il governo Berlusconi rimanersene muto? No, non poteva. E infatti il ministro per le Attività produttive Claudio Scajola non ci ha pensato due volte. E - lungi dall’annunciare qualunque taglio agli sprechi - ha comunque promesso, con una dichiarazione ripresa anche da “Il Sole”, un decreto per distribuire al più presto 700 milioni di euro dei contribuenti per (non meglio precisati) progetti innovativi delle imprese.

Si dirà: benissimo. E invece, no. Perchè qualcuno - magari qualche giornalista - ha dimenticato di fare a Montezemolo la domanda da un miliardo di euro. Domanda che avrebbe completamente cambiato le carte - e i danari - in tavola.

Le carte sono quelle della eredità Agnelli. I soldi quelli che sarebbero finiti in Svizzera. Per la cronaca e per chi non se lo ricordasse già più: una decina di giorni fa il Tg5 - telegiornale dell’ammiraglia Mediaset - aveva rivelato che l’Agenzia delle entrate si era messa sulle tracce dei conti esteri di 170mila italiani. E, tra gli altri, l’Agenzia aveva cominciato a cercare anche i danari dell’eredità di Gianni Agnelli - un miliardo di euro, secondo il “Financial Times”; più 2 che 1, secondo il “Corriere della Sera” - “emigrati” in qualche canton svizzero, forse per evadere qualche tassa di troppo. Ecco: una domandina su quei soldini a Montezemolo non ci sarebbe stata male. Ma non l’ha fatta Raffaella Polato, la giornalista autrice del pezzo sulle esternazioni montezemoliane a Cortina, pubblicato dal Corriere della Sera (che per coincidenza ha tra i suoi azionisti forti proprio Fiat). E non l’hanno ancora fatta i coraggiosi colleghi de “La Stampa” (che sempre per coincidenza appartiene a Fiat). E non l’hanno fatto neanche gli amanti delle domande scomode di “Repubblica”. Che è stata fondata da quel Carlo Caracciolo, che era fratello di Marella Caracciolo, che - per coincidenza e per cambiare - Gianni Agnelli lo conosceva assai bene. Visto che era sua moglie (la prima e l’unica).

Eppure a questa domanda - giusto per fugare i dubbi su pubbliche virtù ed eventuali vizi privati - Montezemolo o qualche altro della famiglia dovrebbe proprio rispondere. Diversamente agli italiani - che quest’anno hanno già pagato cassa integrazione per la Fiat; incentivi alla rottamazione (anche) per la Fiat; e prossimamente incentivi all’innovazione (pure) per la Fiat - potrebbe venire un dubbio di quelli atroci. Che gli Agnelli abbiano imparato - nei decenni alla guida della prima fabbrica di automobili del Paese - l’arte del “chiagni e fotti”. Privatizzando (e facendo sparire all’estero) i guadagni nei periodi di vacche grasse. E socializzando le perdite nei periodi di vacche magre. Dubbi che per altro si potrebbero estendere - per induzione, diciamo - ad altri imprenditori. Ma che - per certo - sono vili e infondati. Nevvero?

P.S. Sono stati in pochi - questa settimana - a insistere sulla storia dei (presunti) soldi svizzeri dell’eredità Agnelli. E tra quei pochi c’era Oliviero Beha. Un plauso a lui, dunque, vecchio leone del giornalismo italiano.

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Auto blu

In Italia ci sono 600.000 auto blu. No, non avete letto male, proprio 600.000, una ogni 100 veicoli. Ora, io avrei una gran voglia di vedere la lista degli assegnatari di queste auto, perchè poco ci manca che ne possiede una anche il fruttivendolo sotto casa!!
Abbiamo il record mondiale, al secondo posto seguono a distanza siberale gli USA con appena 72.000 unità. Non so quale possa essere il costo di cotanto parco macchine, ma si fa presto a fare 2 conti: se pensiamo semplicemente all'assicurazione RCA, ipotizziamo una media di 500 € l'anno cadauna, ne risulta un totale di 300 milioni. Mettiamoci altrettante spese di benzina e altri costi vari e siamo a 600 milioni, ovvero 1.200 miliardi circa delle vecchie lire. Per quanto la stima possa essere buttata là si parla comunque di cifre enormi. E i vari Tremonti, Sacconi, Brunetta vengono a romperci i "maroni" dicendo che bisogna tagliare servizi e posti di lavoro a destra e a manca (si parla di decine di migliaia di licenziamenti in arrivo nel solo settore dell'istruzione). Eh no cari ministri, queste cose fanno incazzare la gente. Anche perchè la notizia è di dominio pubblico, ricordo di averla letta da qualche parte tempo fa e l'ho ritrovata di recente in una di quelle riviste che leggi in attesa dalla parrucchiera o alla pizzeria d'asporto. Evidentemente questi ci considerano tutti degli spappolati, fanno affidamento sul fatto che ormai la maggior parte della gente, stordita com'è da veline e amenità varie, è incapace di prendere coscienza di tali sconcerie. Ma non è proprio così, sotto la cenere la brace cova, ed è alimentata sempre più dal vento della crisi. Mi dispiace cari onorevoli, e penso sopratutto a quanti di voi fanno marciare la propria carriera politica sul binario della lotta agli sprechi, mi dispiace, siete semplicemente indegni. Se è vero che il paese rischia di fare il botto da un mese all'altro, vendiamole queste auto, mettiamone all'asta 500.000 (così ci teniamo comunque il record del mondo!), oltre al risparmio entrerebbe qualcosa nelle casse asfittiche dello stato, e si potrebbe dare un pò di fiato alle centinaia di migliaia che sono rimasti senza lavoro. Ci vorrebbe così poco....

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ops, arrivano le ronde

mi vien da ridere soltanto al pensiero!! Certo ne ha partorito di fesserie il nostro "simpatico" governo, ma le ronde.....
Ve li immaginate questi poveracci in cassacca giallo-verde, a gruppetti di tre, a piedi o in bicicletta perchè non possono essere motorizzati, che si divertono a fare i chips per le strade del paese? Io già mi immagino gli autonomi dei centri sociali che li aspettano al varco per un pò di randellate...
Mò vedremo quante volte dovranno accorrere polizia e cc per salvare loro le chiappette!
Mah, secondo me l'iniziativa delle ronde è una emerita bufalata, inutile, pericolosa, insensata. Anzi, a dire il vero un senso potrebbe anche esserci, non potrebbe essere semplicemente una brillante idea per poter gozzovigliare da un bar all'altro del paese senza doverne dar conto a mogli e fidanzate? Sarebbe una genialata, un bel decreto legge per uscire a divertirsi con gli amici.....il dubbio rimane......

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C'E' DA RICLICARE L'ITALIA UNA TERZA REPUBBLICA SENZA PARTITI, CORTIGIANI, MAFIOSI E MIGNOTTE ?

questo è un articolo molto interessante, che a mio parere inquadra perfettamente l'attuale situazione italiana, un pò lungo ma certamene vale la pena leggerlo!


DI ANTONELLA RANDAZZO
lanuovaenergia.blogspot.com/

Quando il giornalista Carlo Vulpio vide una targhetta su una fontana pubblica che diceva “A Falcone e Borsellino, martiri d’Italia” si chiese: “i martiri ci sono, ma l’Italia?”.
Si tratta di una battuta tutt’altro che sciocca: che paese è oggi l’Italia? Sappiamo chi lo colonizza (si veda http://www.disinformazione.it/italia_colonia.htm), sappiamo chi lo saccheggia, ma sappiamo come lo vorremmo?

Il sistema imposto all’Italia è lo stesso della maggior parte dei paesi del mondo: un sistema politico partitico e un sistema economico-finanziario dominato da chi detiene il controllo internazionale di tale assetto.

Oggi proliferano i siti che dicono peste e corna di Berlusconi. Poche persone, anche qui nel milanese, hanno il coraggio di prendere apertamente le parti di un capo di governo con parecchi scheletri nell’armadio e, nonostante l’età, dedito più al sollazzo che alle tante cose serie di cui dovrebbe occuparsi.

I giornali stranieri si chiedono come mai gli italiani sopportano una situazione del genere, diffondendo una propaganda non certo disinteressata.
E’ noto che l’idillio con la Russia è maldigerito da Washington, e che per questo è stato creato il putiferio di bassa lega delle Escort e della presunta pedofilia.
L’amore di Berlusconi verso la Russia è evidentemente interessato, e non si tratta soltanto di avvantaggiare gli affari dell’Eni. Qualcuno ha dimenticato che, già nel 2005, Berlusconi “amoreggiava” col leader russo per firmare a Mosca l'esclusiva pubblicitaria della Publitalia. E scusate se è poco.

Ma è proprio vero, come è stato detto, che gli italiani in fondo sostengono Berlusconi?
La risposta è data dalle cifre tratte dalle ultime elezioni, dalle quali emerge che la maggior parte degli italiani non vuole né Berlusconi né altri politici corrotti.

Qualche giornalista più attento, come Luca Ricolfi (1), ha notato che gli astensionisti sono stati una quantità che potrebbe costituire un grande partito. Egli notò che se il corpo elettorale è costituito da 50 milioni di elettori, e FI avrebbe preso il 22-23% dei voti validi, e i Ds il 14-15%, FI sarebbe al suo minimo storico (il 21,1% della «discesa in campo» del 1994), e i Ds al di sotto dei due minimi storici toccati nel 1992, ai tempi di Occhetto (16,1%) e di Veltroni (l6,6%). Ricolfi conclude che “il bipartitismo si e’ incagliato”.
Se consideriamo il livello alto di astensionismo, le cifre calano ancora di più. L’intera coalizione del Pdl, che ha preso il 35% dei voti, dal 67% degli elettori, ha avuto consensi (rapportati alla percentuale dei votanti) che non arrivano al 24%.
Questo significa che la grande coalizione di destra in realtà non avrebbe l’appoggio di ben il 76% degli italiani che hanno diritto al voto.
Che razza di democrazia è quella che dà potere a personaggi che la maggior parte della popolazione non vuole?

Considerato che il sistema utilizza tutte le armi possibili per assoggettare le persone e farle adattare ai “giochi” politici, ovvero per indurle a votare i due grandi schieramenti, occorre notare che ci sarebbe da essere ottimisti. Infatti, nonostante il regresso culturale, il degrado della scuola, la massiccia disinformazione e la mistificazione politica, stando ai dati delle ultime elezioni, ben oltre il 60% degli italiani non appoggia i grossi schieramenti. Di fatto, viene impedito che questo 60% di elettori si rivolga a persone di fiducia, dato che il sistema è congegnato in modo tale da dare rilievo soltanto a personaggi scelti dal gruppo egemone. In altre parole, anche se questo 60% volesse essere compatto nella scelta non potrebbe, perché soltanto una percentuale minima si avrà modo di informarsi su siti Internet indipendenti, la maggior parte si informerà alla Tv. Molte di queste persone, disgustate, o non voteranno oppure voteranno piccoli partiti.

Fa parte del sistema, dato che si vuole avallare il bipartitismo, millantare consensi inesistenti. Berlusconi millantava un 75% di consenso nazionale, ma sapeva benissimo qual era la verità e per alzare il numero di elettori a suo favore, non sapendo cosa fare, ha messo in mostra diverse “gnocche” del suo panorama mediatico, sperando che gli italiani si facessero guidare dagli istinti più che dal cervello.
All’estero ridono di noi, siamo diventati lo zimbello dell’Europa, perché il governo millanta un improbabile sostegno da parte della maggior parte degli italiani.

Chiediamoci: chi vota per Berlusconi? In Italia c’è il 10% di persone molto ricche, che ha una sua rappresentanza sindacale e interesse a votare per lui o per i suoi consimili; poi ci sono quelli che lavorano per lui, e quelli che tifano Milan (esistono anche quelli che lo votano soltanto perché è il presidente della squadra), ci sono i “cortigiani interessati” e poi ci sono i mafiosi. Molti sanno che a lungo FI è stato il partito dei mafiosi.
Non dimentichiamo, ad esempio, che nel 2001 Berlusconi vinse in Sicilia 61 collegi su 61 (2), un trionfo impossibile senza appoggio della mafia, a meno che non si creda che la mafia e la politica in Sicilia non abbiano connessioni. Come disse Bossi a un convegno della Lega (1998), “la Fininvest è nata da Cosa Nostra (e Berlusconi è) l’uomo di Cosa Nostra”.

Milioni di persone non hanno votato. Molte di queste persone lo hanno fatto perché comprendono che la politica è ormai un circo, in cui si cerca di attrarre con veline, divette o personaggi che cercano di convincere promettendo tutto a tutti. Ma risulta chiaro che tale sistema è come una gabbia da cui bisogna uscire.
Se aggiungiamo alla percentuale dei non votanti la percentuale di schede annullate di certo avremmo un dato molto significativo. Tutto questo vuol dire che l’attuale sistema politico non permette alla maggior parte delle persone di poter avere un peso politico, Di fatto, quelli che contano sono soltanto coloro che controllano i partiti più grossi, potendo continuare a mantenerli tali in virtù del loro potere finanziario e mediatico. In poche parole, queste persone continuano a primeggiare, alla faccia della libertà e della democrazia, ovvero a danno della maggior parte degli italiani che non li sostiene.

Molti hanno capito che i Partiti sono l’espressione politica del potere del gruppo egemone. Le classi inferiori e le classi medie non hanno veri rappresentanti politici. E questo si vede: le leggi sul precariato lavorativo stanno sempre più peggiorando la condizione dei lavoratori, i salari sono sempre più bassi, la sicurezza sul lavoro è pressoché inesistente a causa del risparmio ad oltranza, e i servizi pubblici destinati ai comuni cittadini – scuole, ospedali, ecc. – sono caduti nel più misero degrado.
Siamo il paese in cui la media dei guadagni è la più bassa d’Europa, ma abbiamo uno degli uomini più ricchi d’Europa. Vuol dire che siamo costretti ad accettare un assetto iniquo nella distribuzione del reddito. E tale situazione rimarrà finché avremo questo sistema politico.

In tale sistema, la maggioranza di persone che andrà a votare sarà costituita da inconsapevoli del vero significato dei partiti e dal gruppo assai meno numeroso di coloro che comprendono il sistema ma tutelano interessi personali, appartenendo alla classe ricca.
Una fetta sarà costituita da quelli che sono abbastanza consapevoli e vanno a votare credendo nelle piccole formazioni politiche, sperando in un miracolo, dato che queste formazioni non potranno mai estendersi più di tanto, non avendo mezzi finanziari e mediatici tali da poter competere con le grandi formazioni politiche.
E ci saranno gli astensionisti, un “partito” che sarà sempre più esteso, a testimoniare l’inesistente democrazia.

Una democrazia, quella italiana, impedita in tutti i modi possibili.
Come molti sanno, per realizzare il “Piano di Rinascita democratica” e impedire una vera democrazia, è stato scelto Silvio Berlusconi, un affarista senza scrupoli, capace di mentire con la stessa naturalezza che ha nel respirare. E’ risaputo che sin dal 1963, la sua attività imprenditoriale veniva finanziata da società svizzere, come la Financier und Gesellschaft für Residenzen Ag o la Aktiengesellschaft, che riciclavano denaro mafioso.
Egli investì quel denaro in costruzioni a Brugherio (Mi) e costruendo a Segrate (Mi) una città-satellite chiamata Milano 2. La vendita di queste costruzioni fu un fallimento, ma Berlusconi aveva importanti appoggi mafiosi e politici, che gli permisero di vendere molti immobili ad enti parastatali, come l’Enpam. Grazie alla “fratellanza massonica” e agli amici in odore di mafia, egli poté intascare parecchio denaro. Addirittura, nel 1987, l’Enpam, presieduto dal piduista De Lorenzo, acquistò un intero condominio di Milano 3, e l’anno successivo comprò un altro complesso immobiliare sempre a Milano 3. Non contento di ciò, Berlusconi vendette altri immobili ad altri enti parastatali, grazie all’appoggio di altri “fratelli”. Vendette ogni genere di immobili all’Enasarco, all’Enpas, all’Inadel, all’Inail, ecc.
Nell’inchiesta “Mani pulite” emergerà che questi acquisti immobiliari erano accompagnati da tangenti.
Nel 1992 scoppia lo scandalo “Palazzi d’oro” che svelava un giro losco di tangenti pagate dai palazzinari ai dirigenti degli enti parastatali per acquistare gli immobili. Nel 1993 fu arrestato il vertice dell’Enpam, che aveva intascato diverse mazzette. Fra gli indagati c’era anche Paolo Berlusconi, fratello di Silvio.
Ma i Berlusconi non si limitavano a pagare mazzette per vendere i loro palazzi ad enti pubblici, si occupavano anche di altri affari illeciti. Spiega il giornalista e scrittore Mario Guarino: “La Edilnord (società di Berlusconi) produceva anche “fondi neri” di miliardi destinati al gruppo Fininvest: riserve di denaro illecito ottenute medianti frodi fiscali nelle compravendite, e utilizzate proprio per pagare tangenti”. (3)
La Fininvest srl è una società fondata a Roma nel 1975 da due fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro “infiltrata dalla P2”, (4) Saf e Servizio Italia. Diversi pentiti di mafia confessarono che i capitali che Berlusconi utilizzava per l’imprenditoria televisiva della Fininvest erano soldi di Cosa Nostra riciclati.

Allo stesso tempo però Berlusconi ci teneva ad apparire ben diverso rispetto a quello che era. Voleva che tutti lo vedessero come un imprenditore che doveva il suo successo alle sue capacità e non al denaro mafioso e ai sostegni massonici. Avendo sempre più controllo mediatico, Berlusconi riuscì a crearsi un’immagine falsa di imprenditore di talento e persona in gamba.

Un personaggio come lui era un perfetto politico capace di nascondere anche intrallazzi gravissimi, e di negare anche l’evidenza.
Il “miracolo italiano” di Berlusconi, come molti sanno, fu un miracolo mafioso e massonico.
Nel 1981 il mensile della Rizzoli “Capital”, dedica la copertina a Berlusconi, con un titolo che fa pensare proprio ad un “miracolo” fatto dall’abilità imprenditoriale: “Berlusconi: partire da zero”. L’articolo rafforzava l’immagine truffaldina dell’imprenditore che diceva di essere partito soltanto con “10 milioni”, occultando l’esistenza di finanziarie svizzere, di società create da prestanome e di finanziarie della Bnl. L’articolo era corredato da una foto che ritraeva Berlusconi con la moglie Carla. Un bel quadretto di famiglia, peccato però che c’era già almeno un’amante, ovvero l’attricetta Veronica Lario, che avrebbe sposato anni dopo.

Sono cose che oggi molti sanno, ma non molti ancora sanno che c’era una vera e propria ragnatela di affari sporchi, che non riguardava solo Berlusconi.
Spiega Mario Guarino: “La ragnatela berlusconiana di infiltrazioni e corruttele all’interno del sistema dei partiti si è basata sulle peculiarità proprie del gruppo Fininvest: la smisurata disponibilità di denaro e di “fondi neri”, l’enorme potere mediatico delle sue Tv, l’intrico societario del gruppo comprensivo di propaggini estere domiciliate nei paradisi fiscali, e un “gelido machiavellismo” di matrice piduista. Una ragnatela che ha trovato terreno fertile nelle specificità, tutte italiane, di una classe politica estesamente corrotta, di una criminalità finanziario- imprenditoriale diffusa, e di una magistratura compiacente e collusa – cioè la realtà di Tangentopoli emersa all’inizio degli anni Novanta attraverso la breve stagione dell’inchiesta di Mani pulite. Inchieste attivate da quella stessa magistratura milanese che nel 1981 aveva ‘scoperchiato’ la Loggia gelliana” .(5)

Non si trattava di “fare pulizia” eliminando completamente i fenomeni criminali emersi, ma soltanto di far crollare il vecchio sistema politico incentrato sulla Dc. Infatti, i media criminalizzeranno soprattutto gli esponenti dei vecchi partiti, compreso Craxi e compari, ma non sarà distrutto il sistema di criminalità finanziario-imprenditoriale, che ad oggi ricicla denaro mafioso impunemente e impone un potere politico mafioso e corrotto.
Il vecchio sistema partitico è rimasto intatto: fatto di personaggi scelti proprio per la loro capacità di truffare gli elettori e di perpetuare il teatrino politico esibendo nuovi “spettacoli” vuoti e privi senso.
La “sinistra” che ha demonizzato ampiamente Berlusconi è la stessa che lo ha sostenuto e ha fatto affari con lui. Ad esempio, D’Alema, all’epoca segretario del Pds, a metà degli anni Novanta entrò in affari con Berlusconi. Si trattava di affari editoriali, contratti multimilionari.

Nel gennaio 1994 nasce Forza Italia, come un movimento politico fondato da Silvio Berlusconi.
In realtà dietro questa ridicola formazione, priva di un vero nucleo di valori al di là del diktat ultraliberistico, ci sarebbe il gruppo di potere e le sue organizzazioni mafiose e massoniche. Lo stesso Umberto Bossi, nel libro “Tutta la verità”, spiega: “Berlusconi è la materializzazione di un sogno antico, accarezzato da quel tale Licio Gelli… Andate a rileggervi il Piano di Rinascita… Forza Italia è un partito tutt’altro che nuovo, è la riedizione – con lo stile e i mezzi degli anni Novanta – delle “premonizioni” gelliane. Al pari della Loggia P2, il partito berlusconiano è un’invenzione di uomini di potere, una creatura costruita in laboratorio e messa in circolo attraverso il monopolio televisivo privato… La P2 era nata per tutelare grandi interessi affaristico-massonici attraverso il diretto controllo del potere politico e dei corpi dello Stato; Forza Italia nasce allo scopo di preservare il potere politico-affaristico del gruppo Fininvest e delle “entità” che lo hanno generato, non più tutelati dall’asse di ferro Dc-Psi”. (6)
Ma, tanto per capire la logica perversa dei partiti, Bossi, leader della Lega Nord, nel 2000 ritorna dal vecchio alleato piduista, in cambio di un fido di due miliardi presso la Banca di Roma. (7)

Sin dall’inizio, Forza Italia viene spacciato per una creazione politica nuova in un panorama “vecchio”. In realtà l’intento era quello di riproporre il “vecchio” in una nuova salsa, sfruttando l’immagine falsa di Berlusconi come imprenditore di grande talento. Molti capivano che non c’era nulla di nuovo. Lo stesso Craxi, nel 1995, ebbe a dire: “Quando Berlusconi si presenta in veste di giudice o addirittura di vittima del vecchio sistema, strappa un sorriso in chi è di buonumore”. (8)

Il giornalista Eugenio Scalfari scriverà: “Non è un mistero per nessuno che molto prima della nascita di Forza Italia, esistesse un vero e proprio partito “Fininvest” nel Parlamento italiano, composto dal 90 per cento (a dir poco) dei parlamentari socialisti, di tutto il groppone doroteo e forlaniano della Dc, da consistenti fazioni socialdemocratiche, repubblicane, liberali e missine, tenuti tutti insieme dalle generose elargizioni berlusconiane per impedire che il Parlamento varasse una legge a tutela della concorrenza televisiva contro l’oligopolio tra Rai e Fininvest… Quell’illecito, reiterato e amplissimo finanziamento stava dunque a fronte di una precisa contropartita che falsava massicciamente le regole del gioco in uno dei settori-chiave di ogni democrazia. E cioè in quello della libertà d’informazione. Durò a dir poco otto anni, dal 1984 al 1992, fece di Craxi il socio di fatto della Fininvest, (e fu lo strumento) che ridusse le istituzioni italiane a una suburra dove tutto si poteva vendere e tutto comprare”. (9)

Dunque, la cosiddetta Seconda Repubblica viene creata sulla corruzione e sugli affari sporchi della Prima, comprese le torbide intrusioni massoniche per controllare le istituzioni ed impedire ogni cambiamento.

Certo, da sempre i partiti accontentano tutti: mafiosi, massoni, banchieri e delinquenti di vario tipo. Gli unici che non accontentano sono gli onesti cittadini.

Sia chiaro che qui si sta parlando dei partiti di oggi, ma non si vuole certo dire che quelli di ieri (la cosiddetta Prima Repubblica) fossero migliori: basti pensare a come la Dc raggirava e tessera intrighi con la mafia e con le autorità statunitensi.
Oggi l’inganno è più sbracato, scomposto, perché c’è la politica-spettacolo e abbiamo al governo un personaggio che mente in modo sfrontato, che ha avuto persino il coraggio di dire che Bush era un pacifista, che lui era al potere per altruismo e che la crisi è “stata inventata dalla sinistra”.

Ci troviamo in un momento storico unico: il potere si sente al sicuro e impone ai popoli ciò che vuole, persino governi mafiosi, e spaccia i fascisti per democratici.
Come diceva Primo Levi, "Ogni tempo ha il suo fascismo. A questo si arriva in molti modi, non solo col terrore e con l'intimidazione poliziesca, ma anche distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, diffondendo la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine."

Ma chiediamoci: togliendo mafiosi, dipendenti, tifosi e persone molto ricche, di quel 22% avuto da Berlusconi cosa rimarrebbe?
Notiamo che tutto questo accade in un contesto in cui non esiste più la vera informazione, e la Tv cerca in tutti i modi di rincretinire le persone. E se vi fosse una vera informazione cosa accadrebbe?
Se tutti capissero cos’è davvero il “terrorismo”, chi ha usurpato il potere finanziario e chi manipola i partiti, cosa accadrebbe?
Siamo sicuri che le persone starebbero tutte buone buone sul divano a guardare “I Cesaroni” o il “Grande Fratello”?

Siamo sicuri che molti italiani sono accondiscendenti con la visione che ha Berlusconi della vita? Con un uomo che consiglia a una donna disoccupata di “sposarsi un ricco” o che candida alle elezioni le sue escort? Un uomo che ragiona in termini di denaro e avvenenza fisica?
Questi sono personaggi creati dal sistema, sono caricature, non sono "esseri umani" veri e propri.

Certamente molti personaggi posti al vertice delle istituzioni altro non sono che maneggioni corrotti e resi apparentemente potenti. Se giudichiamo queste persone dai fattori esaltati dal sistema stesso - ricchezza materiale, posizione di prestigio o di potere apparente - possiamo commettere l’errore di attribuire loro caratteristiche erronee, come l’indipendenza e l’autorealizzazione.

I “fantocci” che il vertice di potere utilizza per controllare i popoli non sono altro che personaggi infami, che accettano qualsiasi compromesso per denaro e per sentirsi di valere più degli altri. Il “potere” che loro esercitano per conto di chi li assolda li priva della bellezza di vivere nell’autenticità e nei valori umani e morali. C’è chi li invidia ma, forse, se si riuscisse a capire la miseria umana che c’è nella loro scelta, l’invidia cesserebbe di esistere.
Se l’esistenza umana ha un suo proprio valore, al di là dei beni materiali, questi personaggi dovrebbero suscitare pietà o, forse, raccapriccio. Non occorre invocare concetti mistici o religiosi per ritenere importante il rispetto di valori come la solidarietà e l’integrità. Un uomo è “piccolo”, davvero “piccolo” (non di statura fisica) quando non è in grado di tener fede ai propri valori e si prostituisce al gruppo dominante, rafforzando ancora di più il suo potere iniquo.

Il problema centrale è che oggi le persone sono così assuefatte al sistema da non riuscire ad immaginare un sistema diverso, come se gli esseri umani non avessero alcuna capacità di opporre un altro assetto diverso da quello attuale.

Quello che è certo è che la gente è stufa di vedere i politici che fanno propaganda da Bruno Vespa ma che sono latitanti quando si tratta di affrontare le ennesime problematiche legate alla disfunzione dei servizi sociali o i problemi del mondo del lavoro.
La politica spettacolo si regge sempre meno in una realtà sempre più problematica.

Il periodo che stiamo vivendo è singolare: nonostante una pesantissima crisi che continua ad imperversare molti elettori non provano il senso di doversi affidare all’autorità.
Nella Germania del 1932, i tedeschi votarono per Hitler sicuri che affidandosi a lui non sarebbero rimasti delusi. Oggi, sempre più spesso si annunciano G8 o G20, ma la maggior parte delle persone non crede che dopo questi incontri le cose davvero miglioreranno. C’è sfiducia. Ma non c’è soltanto sfiducia. C’è come una profonda consapevolezza che qualcosa sta franando. La classe dirigente cerca inutilmente di essere credibile ma c’è disillusione, disincanto. E non ci stiamo riferendo alle persone che si informano sui siti indipendenti, che di solito sono meno inclini a sottomettersi acriticamente alle autorità.
Qui si sta parlando di persone comuni, che pur ascoltando telegiornali assurdi, e programmi televisivi demenziali si accorgono che oggi molte cose non possono più quadrare.
Pensate la differenza: ai tempi di Hitler non c’era ancora la pressione mediatica che c’è oggi, eppure le persone, sconvolte dalla crisi, si schierarono con Hitler. Oggi, c’è una pressione mediatica enorme, che mira a manipolare le opinioni e a condizionare tutti i nostri comportamenti, eppure, nonostante la grave crisi, la maggior parte delle persone è scettica, sente nel profondo del proprio cuore che il sistema non può garantire la soluzione a quello che esso stesso ha creato. Prova ne sia l’aumento dell’astensionismo elettorale (tranne nel caso di Obama ma si tratta di un caso che andrebbe trattato a parte) e le manifestazioni di protesta verificatesi in Francia, in Italia ,(10) in Grecia e in altri paesi.
Berlusconi ci vuole far credere che la maggior parte degli italiani è con lui per nascondere questa realtà. Si prodiga a far credere che quasi tutti gli italiani lo amano, e poi è costretto ad andare in giro circondato da numerose guardie del corpo.
Egli sa benissimo che sta perdendo consensi, dato che i suoi “collaboratori” lo avvertono di ciò, e probabilmente uno dei motivi (non l’unico) che sta spingendo il gruppo di potere a screditarlo per poterlo destituire potrebbe essere questo.

Smettiamo di chiedere agli altri come dovrebbe essere la nuova realtà, non chiediamolo ai leader di sinistra, e nemmeno a quelli di centro o di destra. Chiediamolo a noi stessi.
Abituiamoci a ragionare con la nostra testa e a trovare noi stessi le soluzioni che finora abbiamo chiesto ai truffatori assoldati dai partiti.
Questo avrà un impatto importante sulla realtà, infatti, una società fatta da individui autonomi è ben diversa da un gregge di pecore. La differenza è che gli individui autonomi non accetteranno mai di sostenere in alcun modo un sistema chiaramente disonesto e truffaldino.

Antonella Randazzo
Fonte:http://lanuovaenergia.blogspot.com
Link: http://lanuovaenergia.blogspot.com/2009/08/ce-da-riciclare-litalia-una-terza.html 20.08.2009

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Miiiii....ma comme stanno presi male negli IU-ES-EI

E' in arrivo una valanga di espropri di case!
I durissimi effetti della tempesta perfetta sull’economia reale, in particolare su occupazione e produzione industriale, stanno determinando nuovi record per le insolvenze e le procedure di foreclosure sui mutui immobiliari residenziali negli Stati Uniti d’America, una fattispecie che prende il nome di mortgage delinquencies e che, stando ai dati ufficiali sul secondo trimestre dell’anno in corso, riguarda oramai il 13 per cento dei mutui in essere, una mina da poco meno di 1.500 miliardi di dollari e che vede i ritardi nei pagamenti delle rate al 9 per cento, mentre le procedure di foreclosure sono giunte a toccare il 4 per cento dell’outstanding complessivo che dovrebbe aggirarsi tra i 10.500 e gli 11.000 miliardi di dollari, una cifra di non molto inferiore al prodotto interno lordo a stelle e strisce e che per quasi la metà fa capo alle nazionalizzate Fannie Mae e Freddie Mac.Come è del tutto evidente, si tratta di dati realmente preoccupanti e che sono perfettamente in linea con le fosche previsioni del Fondo Monetario Internazionale sulle possibili perdite nell’altrettanto travagliato settore delle carte di credito, in particolare di quelle del tipo revolving, un’attività un tempo lucrosissima e caratterizzata da tassi di insolvenza davvero minimi, ma che dovrebbe registrare perdite pari al 14 per cento dell’outstanding complessivo, mentre sofferenze di entità percentuale non troppo inferiori a quelle relative ai mutui e alle carte di credito dovrebbero riguardare anche le altre molteplici forme di credito al consumo.Ma quello che preoccupa davvero economisti e analisti è rappresentato dal fatto che la maggior parte dei mutui per i quali si registrano ritardi nei pagamenti o addirittura già entrati nella procedura che porta all’esproprio e alla successiva vendita all’asta dell’immobile sono mutui normali e a tasso fisso, quelli normalmente erogati solo a clientela con un buon punteggio sotto il profilo del merito creditizio, una tipologia di mutuo non caratterizzata dalle ‘trappole’ connesse a quei subprime o a quegli ARM che vedevano spesso moltiplicato l’importo della rata alla scadere del periodo biennale o triennale di grazia.A essere colpiti, dunque, non sono più soltanto mutuatari caratterizzati da uno ‘score’ basso o bassissimo e che spesso erano stati contattati anche telefonicamente perché si sbrigassero a fare la loro parte nella realizzazione dell’American Dream, ma appartenenti alla classe media o alla cosiddetta aristocrazia operaia dell’industria automobilistica o di altri settori a forte sindacalizzazione, persone che non avrebbero mai immaginato di non potere pagare puntualmente le rate del mutuo per la semplice ragione che uno o più membri della famiglia hanno perso un posto di lavoro più o meno privilegiato e che ora devono tirare avanti con i soldi del sussidio di disoccupazione.Pur essendo vero che non tutti coloro che sono in ritardo nei pagamenti si troveranno nella condizione di subire l’esproprio della propria casa di abitazione, è tuttavia impressionante che il 44 per cento delle procedure di esproprio non solo si concentrino in quattro Stati (Florida, California, Nevada e Arizona), ma che in due di essi, Florida e Nevada, il numero dei mutuatari che ritrova a vivere la procedura di foreclosure è pari, rispettivamente, al 12 e al 9 per cento, livelli che si pongono a tre e a oltre due volte il dato nazionale, una situazione che consente agevolmente di comprendere come mai in alcune contee dei due stati il prezzo mediano delle case sia sceso di oltre il cinquanta per cento, sino alivelli che superano davvero di pochissimo la spesa media sostenuta dalle banche per la procedura e che si aggira intorno ai 50 mila dollari!

Pubblicato da Marco Sarli
dal sito diariodellacrisi.blogspot.com

4 commenti

Della serie "a pensar male ci s'azzecca sempre"

....ma come, nonostante tutto lo sbraitare del senatur con accodato folklore padano, i soldini prendono sempre la direzione privilegiata dell'assolata isoletta etnea....ma non erano quelli con gli "attributi"??


Solo oltre lo Stretto lo Stato incassa meno per sostenere la Regione

Nelle prime settimane di agosto la norma contenuta in una legge del 1993 ha fatto entrare nelle casse di Lombardo 2,7 milioni di euro


Perché mai alla Sicilia (e solo alla Sicilia) va un ottavo di tutti gli incassi delle giocate al Superenalotto fatte nell’isola? Perché mai lo Stato non è altrettanto generoso con Lombardia, Toscana o Molise e neppure con le altre regioni a statuto speciale? La domanda, venata di irritazione, ha dilagato ieri on-line non appena è comparsa la notizia: l’erario lascia alla Regione il 12,25% della raccolta locale.

Un privilegio che ha consentito all’ente go­vernato da Raffaele Lombardo di incassare soltanto in queste prime settimane d’agosto 2,7 milioni di euro. Quasi quanto il governo ha distribuito in tutto il 2008 alle organizza­zioni di assistenza umanitaria con l’8 per mil­le. La notizia, a dire il vero, è l'ennesima di­mostrazione di quanto sia stato geniale, a suo tempo, il lancio sulla Settimana enigmi­stica di una fortunatissima rubrica: «Forse non tutti sanno che...». Dove da decenni si diffondono alla rinfusa le cose più curiose: «Forse non tutti sanno che... il canguro può fare salti di nove metri!», «Forse non tutti sanno che... Antonio Gramsci era alto un me­tro e mezzo». «Forse non tutti sanno che... il tennista Rafael Nadal ha vinto su terra 60 par­tite consecutive». Cose così: note agli specia­listi ma ignorate dal grande pubblico, che se le beve come ovetti freschi di giornata.

Spiegano dunque le agenzie che lo Stato incassa il 49,5% delle somme gioca­te agli sportelli Sisal di tutta l’Italia tranne al di là dello Stretto di Mes­sina dove questa sua percentuale scende a poco più del 37% dato che in base all’articolo 6 della leg­ge 599 del 1993 e del successivo de­creto 11 giugno 2009 («Misure per la regolamentazione dei flussi fi­nanziari connessi all’Enalotto») de­ve lasciare il 12,25% delle somme giocate nell’isola alla Regione. La quale incas­sa i soldi in aggiunta alla quota di diritto fis­so (0,052 euro per ogni colonna giocata) e al­l’aggio delle ricevitorie (8% della raccolta). «Una somma non di poco conto, visto che dalla Sicilia arriva il 6,8% circa della raccolta nazionale», precisa l’Agi. Visto che da genna­io ad oggi i siciliani hanno giocato oltre 143 milioni, «a Palazzo d’Orléans sono arrivati circa 15,6 milioni nel 2009, e già 2,7 milioni nel solo mese di agosto». Eppure forse non tutti sanno che l’articolo 6 di quella legge del 1993, in realtà, non riguarda solo l’Enalotto ma tutte «le riscossioni dei giochi di abilità e dei concorsi pronostici riservati allo Stato a norma dell’articolo 1 del decreto legislativo 14 aprile 1948, n. 496». Vale a dire che le pub­bliche casse girano alla Regione, stando alle norme, un ottavo di tutti gli incassi siciliani di tutti i giochi di questo genere.

C’è chi dirà che è giusto. Che si tratta di una cosa che alla Sicilia spetta perché il parla­mento isolano «è il più antico d’Europa», per­ché lo Statuto di Autonomia è nato prima del­la Costituzione italiana e magari perché la Si­cilia «avrebbe potuto diventare la 49 a stella della bandiera americana» come voleva il Partito per la Ricostruzione, che verso la fine della Seconda Guerra mondiale era arrivato ad avere oltre 40.000 iscritti dando battaglia per l’annessione della Sicilia agli Stati Uniti. Per non dire del «risarcimento» storico che sarebbe dovuto all’isola per lo sbarco di Garibaldi e dei Savoia, che qualche siciliani­sta fanatico ha ribattezzato sul web «na­zi- piemontesi».

Che la Sicilia sia economicamente nei guai è difficile da contestare. Il tasso di disoccupa­zione è doppio rispetto a quello nazionale, il 39, 3% dei giovani sotto i 24 anni non riesce a trovare lavoro, il tasso di attività (51,2%) è il più basso in Italia, le famiglie che secondo l’Istat sono ai limiti dell’indigenza sono qua­si una su tre e perfino il turismo, che secon­do prima Prodi e poi Berlusconi avrebbe do­vuto fare della Trinacria «la Florida d’Euro­pa », riusciva ad offrire nel 2007, ha scritto Maria Marchese, «appena 36,1 posti letto su 1.000 abitanti contro i 75,2 posti offerti dal­­l’Italia, e ad attrarre appena 2,9 giornate di presenze annue per abitante, contro una me­dia nazionale di 6,2». La scoperta di quella «quota superEnalotto» unica ed esclusiva, tuttavia, per quanto fosse già nota alla cer­chia ristretta degli addetti ai lavori, rischia di rilanciare una polemica che in questi mesi si è fatta via via più accesa non solo con il Nord (dove gli anti-meridionalisti hanno ora un nuovo spunto di polemica) ma con le altre regioni del Sud. Regioni che per bocca di vari amministratori, dal campano Antonio Basso­lino al pugliese Nichi Vendola, dal calabrese Agazio Loiero al lucano Vito De Filippo han­no già storto il naso su troppi «aiutini» fatti avere negli ultimi mesi dal governo di destra alla sua roccaforte isolana capace di regalarle anni fa il famoso «cappotto» di 61 parlamen­tari su 61.

Prima il regalo di 140 milioni a Catania per tamponare la catastrofe finanziaria comu­nale... Poi i 180 milioni a fondo perduto per ripianare i debiti di Palermo... Poi il via libe­ra di Roberto Calderoli alla pretesa della Re­gione («o passa la norma, o facciamo saltare il tavolo», chiarì l’allora assessore al bilan­cio) di trattenere sull’isola il gettito delle acci­se sui prodotti petroliferi, cosa che per ora è sospesa ma garantirebbe alla Sicilia nuovi in­troiti per circa 8 miliardi l’anno... Poi lo sbloc­co dei famosi 4 miliardi di fondi Fas, sblocco deciso per arginare l’offensiva sul Partito del Sud ma non concesso alle altre regioni che reclamano lo stesso trattamento... Non sarà facile, per Raffaele Lombardo, spiegare ai suoi stessi colleghi perché la sua regione deve avere questo trattamento «spe­ciale ».

Gian Antonio Stella
Fonte: www.corriere.it

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Galeotto fu il caldo e noioso pomeriggio d'agosto

E fu così che il mio spirito geek ebbe il sopravvento! Troppa la curiosità di creare il mio blog personale. Certo, mettere in rete un blog è piuttosto facile, il problema adesso è scriverci qualcosa, possibilmente di interessante. Per coloro che avranno voglia di perdere un pò del loro prezioso tempo a leggere queste righe, mi piacerebbe mettere a disposizione gli articoli più interessanti (a mio modesto parere) trovati navigando alla deriva nel grande mare dei blog di informazione alternativa della rete. Trovo molto utile infatti cercare informazioni al di fuori dei media tradizionali come giornali e tv, oggi più che mai asserviti in maniera indecente alla infame classe di potere che si permette di fare il bello e il cattivo tempo, sempre più sfacciatamente, in questa povera Italietta malata, politici (di destra e sinistra, tutti parte della stessa feccia), banchieri, affaristi etc etc etc. Certo la maggior parte dei blog on line non sono certo privi di faziosità, ma vi assicuro che gli spunti che si possono trovare in rete sono veramente, veramente interessanti. L'importante è mantenere sempre un minimo di criticità nei confronti di ciò che si legge, dobbiamo riabituarci a pensare con la nostra testa! Comunque i temi che preferisco sono la politica, l'economia con un occhio particolare all'attuale crisi economica, e le energie rinnovabili.
Ma per non tediarvi troppo con argomentazioni che talvolta potrebbero risultare barbose cercherò di quando in quando di postare qualcosa di più leggero, magari qualche articolo geek, o chissà.....vedremo strada facendo.
Spero proprio che questo contenitore digitale possa diventare un luogo di scambio, con vecchi e magari nuovi amici. Quel che sarà.... sarà, al prossimo post!