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L'angolo di Winston


Vi presento Winston, il mio fedele (ma solo perchè gli fa comodo) bulldog.
A vederlo potrebbe sembrare un pò scemo (sarà perchè è di famiglia inglese?), ma in realtà la sa lunga!
Le sue priorità sono dormire, mangiare, montare chiunque abbia l'ardire di entrare in casa sua.... e tornare a dormire.
Chiamalo scemo!!

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Abbiamo vinto noi!

Ancora una volta l'amore ha vinto sull'invidia e sull'odio. Grazie a tutti''.
Lo ha detto Berlusconi, sottolineando: ''gli elettori moderati si sono riconfermati maggioranza anche nel Lazio nonostante sia stata impedita la presentazione del simbolo del Popolo della Liberta''.
Non si è accorto che le preferenze per il PDL sono meno che dimezzate dalle ultime politiche, e che l'unica forza di governo è rimasta la Lega, la quale staremo a vedere fino a quando intenderà tenersi addosso la zavorra corrosa del PDL, ma l'importante come sempre è farsi vedere tutti felici e sorridenti in tv, hanno vinto tutti.
Bersani risponde a Berlusconi: "Chi governa ora ha la responsabilità di dire che strada vuole prendere. Ogni tavolo che affronta problemi vicini ai cittadini ci vedrà al tavolo. Altrimenti faremo una ferma opposizione. Se si vuole intraprendere - afferma Bersani - un cammino di svolta per indicare soluzioni vere agli italiani noi ci siamo. Se invece si vuole parlare di problemi lontani dai cittadini, noi denunceremo questo tipo di impostazione".
Allora o è scemo o è scemo, non ci sono altre possibilità.
Ancora Bersani: "Non intendo cantare vittoria per l'esito delle elezioni ma neanche accettare una descrizione dei fatti di sconfitta del centrosinistra" - ed ha aggiunto- "Per parte nostra credo vada raccolta questa indicazione cercando di lavorare nel solco che abbiamo intravisto e da cui non ci allontaniamo".
Si, il solco del becchino. Governavano 11 regioni e di botto se ne ritrovano 7. Ma cosa si aspettava Bersani per capire che la sconfitta è stata plateale, la bomba atomica? E perchè continua a dire stronzate? Questo non è dato a sapersi.
Livia Turco ed altri 100 mentecati della vecchia politica danno la colpa a Beppe Grillo perchè secondo loro ha portato via centinaia di migliaia di voti al PD da un lato e raffreddato l'interesse per la politica dall'altro. Nessuno si è accorto che in mezzo a tutto questo marasma è nato un nuovo movimento che si chiama 5 Stelle e che ha piazzato candidati in Piemonte e in Emilia, in quest'ultima raggiungendo il 7,3% delle preferenze, contro il 4% dell'UDC, e se questo non è ribaltare i tavoli anche contro il silenzio mediatico di cosa si tratta?
La vittoria maggiore l'hanno ottenuta gli astenuti, il 36% degli aventi diritto al voto infatti non si sono neanche presentati alle urne, e nessuno ci vuole ancora dire quante sono le schede nulle o quelle bianche, probabilmente si raggiungerebbe la metà + 1, ma è meglio non saperlo, altrimenti scoppierebbe davvero la guerra civile, perchè si scoprirebbe che chiunque governa lo fa illecitamente, senza il benestare del popolo Italiano, ma questa è un altra storia, adesso abbiamo vinto noi, noi chi? Boh!!!

dal sito http://www.diciamolatutta.tv

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BOLLE D'ARIA CHE SALGONO

di Leon Zingales

Le strilla degli imbonitori di turno si stanno spegnendo: è ormai evidente la crisi irreversibile del Sistema Euro. Ma, nonostante il precipitarsi degli eventi, gli spiriti illuminati rimangono stretti al dogma dell’infallibilità della moneta unica.


Un esempio lampante è l’articolo di Alesina e Perotti pubblicato sul Sole 24 Ore di Sabato scorso. I sommi economisti, malgrado l’Euro si stia sciogliendo come neve al sole e fregandosene dell’evidenza, individuano senza timore di smentita, unendosi al coro degli esploratori ipovedenti con il binocolo rotto, il punto cruciale delle criticità dell’Euro: la presenza delle cicale greche.

Non ci si rende conto che l’avvolgere l’intero sistema Euro in un unico manto che non rispettava le peculiarità dei singoli paesi ha funzionato finché splendeva il sole della Primavera economica. L’arrivo dell’inverno ha fatto emergere le deficienze strutturali, la folle rigidità, la innaturale staticità. Tutto ciò, unito alla impossibilità di usare tutti i gradi di libertà potenziali a disposizione dei singoli paesi (fra i quali, piaccia o non piaccia, la svalutazione della moneta), ha implicato un vortice che sta trascinando verso il fondo il vascello della moneta unica; ormai alla stessa stregua di un relitto che aspetta solo di essere inghiottito dal mare in tempesta (e tra l’altro contemporaneamente bombardato dai pirati).

Il dramma è che i marinai non possono salvarsi imbarcandosi sulle scialuppe di salvataggio: ormai sono incatenati ed il loro destino è unito. La Fisica insegna che non esiste il Diavoletto di Maxwell: dopo aver determinato la moneta unica i singoli paesi hanno intersecato i loro debiti pubblici in maniera inestricabile. Tagliare le catene implicherebbe sacrifici immensi, in confronto al quale il fallimento della Lehman rappresenterebbe una semplice tempesta rapportata ad un uragano.


Quando Alesina e Perotti scrivono, riferendosi all’ibrido salvataggio concordato tra Unione Europea e FMI, “..se proprio si doveva salvare la Grecia, e di questo non siamo totalmente convinti, l’esito che si sta prospettando è ragionevole”, nascondono il fatto che la Grecia non poteva essere lasciata fallire: solo le banche tedesche sono esposte per circa 500 Miliardi di Euro. Ormai non vi sono soluzioni: o ci si salva insieme, o si affonda tutti quanti (..vi lascio indovinare verso quale alternativa propendo).

Nel dramma nuota anche la involontaria comicità: il contributo della Spagna per salvare la Grecia è di circa 2.2 Miliardi di Euro; il ministro dell’Economia spagnolo Elena Salgado ha candidamente ammesso che si rivolgerà al mercato per raccogliere i soldi necessari. Mi chiedo a chi chiederà i soldi la Grecia quando sarà il suo turno di contribuire al salvataggio della Spagna o del Portogallo (..non a caso l'intelligente Stefano Bassi ha cambiato il titolo del suo blog in Il Grande Bluff).

Si sta spacciando il salvataggio come un segno di vitalità del sistema Euro, come la capacità di resistenza del sistema Euro di fronte alle sollecitazioni interne. In realtà tutto quanto sta accadendo ha lo stesso significato delle bollicine che salgono da un relitto poggiato su un fondale marino. Gli ignari potrebbero pensare che vi sono esseri viventi dentro il relitto; ma in realtà è aria che fugge dopo essere stata intrappolata durante l’affondamento. I sub non si fanno ingannare dalle bolle d’aria: sanno che dentro la stiva vi sono solo cadaveri.

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Vade retro voto

di Massimo Fini - pubblicato sul Il Fatto

In un articolo pubblicato sul Fatto il 13 marzo (“Quale democrazia”) auspicavo che l’indecoroso spettacolo dato dai partiti in campagna elettorale, con le liste taroccate, gli scambi di colpi bassi fra gli esponenti delle opposte nomenklature, inducesse finalmente i cittadini, andando oltre questi fatti contingenti, a riflettere sulla vera natura della democrazia rappresentativa e a capire “che non ha niente a che fare con la democrazia, ma è un sistema (meglio congegnato in altri Paesi, ma che da noi sta perdendo la maschera) di oligarchie, di lobbies, di associazioni para-mafiose, che il cittadino è chiamato a legittimare ogni tot anni col voto perché possano continuare, sotto la forma di un'apparente legittimità, i loro abusi, i loro soprusi, le loro illegalità” e l'occupazione, arbitraria dello Stato. Mi auguravo quindi una forte astensione, incoraggiato non solo dai sondaggisti (che comunque nelle loro previsioni si sono tenuti ben al di sotto della realtà, perché fan parte anch'essi del sistema di Potere), ma anche da altri segnali che andavano oltre le chiacchiere da bar, pur importanti, ma dal fatto che per la prima volta un’esplicita esortazione all’astensione non veniva da cani sciolti o da gruppuscoli extraparlamentari (fra cui, se permettete, anche il mio “Movimento Zero”), ma dall’autorevole ItaliaFutura, la Fondazione promossa da Luca Cordero di Montezemolo. I risultati sono andati oltre le più pessimistiche (o ottimistiche, a seconda dei punti di vista) previsioni. Quasi il 40% dei cittadini italiani si è rifiutato di andare a votare, e di partecipare a questo rito truffaldino. Certo in questa percentuale ci sono anche gli ammalati e gli impossibilitati a vario titolo, abbondantemente com-pensati però dalle schede bianche e nulle che il Viminale è solito dare con molta reticenza e con grande ritardo ma il cui numero, nelle recenti tornate elettorali, è sempre oscillato fra il milione e il milione e mezzo.


Dopo aver cercato di giustificare la débâcle astensionista anche nei modi più fantasiosi e ridicoli (la bella giornata di domenica , l'ora legale e perfino l'assenza dei talk show politici che son quanto di più ributtante si possa vedere in una tv già ripugnante) i partiti tenteranno, come al solito, di cantar vittoria o di minimizzare la propria sconfitta. Nel momento in cui scrivo non so come le forze politiche si siano ripartite i resti dell’elettorato votante e, per la verità, non me ne frega nulla. Quello che deve essere chiaro è che l’astensionismo non è solo un non voto contro l’attuale, inguardabile, governo, ma contro il sistema partitocratico nel suo complesso. Un cittadino su tre non è andato alle urne. E fra coloro che ci sono andati una fetta cospicua appartiene agli apparati, ai clientes, ai favoriti di tutte le risme. Se si fa questa ulteriore tara, il “voto libero”, dato in buona fede, si riduce a ben poca cosa. A ciò si aggiunga che la stragrande maggioranza dei giovani, come risulterà da indagini più approfondite, ha disertato le urne. Non per abulia ma perché questo sistema, che penalizza ogni futuro, gli fa schifo. Cosa rimane quindi in mano ai partiti? Nulla, se non il loro potere abusivo. Quindi o si affrettano a fare una rapidissima marcia indietro, a liberare le posizioni che hanno illegittimamente occupato, a cominciare dalla Rai-tv, a dismettere le clientele che penalizzano i meritevoli a vantaggio degli affiliati, che umiliano il cittadino riducendolo a suddito costretto a chiedere come favore ciò che gli spetta di diritto, oppure la rivolta silenziosa e pacifica del 28 e 29 marzo 2010 diventerà, prima o poi, violenza.

Massimo Fini
dal sito http://www.massimofini.it/

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Vincitori e vinti d’Italia, oltre le elezioni

di Carlo Cipiciani

Oggi, e non poteva essere diversamente, tutti si dedicano ampiamente a dati, risultati e commenti della sbornia elettorale. Tutti si chiedono chi ha vinto e chi ha perso. Scorrendo giornali e agenzie, la risposta sembra meno nebulosa di quanto non appaia affogando tra percentuali, numero di regioni o comuni conquistati.

Vincono di sicuro i supermanager italiani, e uno su tutti: il Sole 24 ore ha aggiornato il pay watch dei manager delle società italiane quotate, di cui qualche anticipazione era stata data nel week-end. Ed è con gioia che leggiamo che, accanto a Paolo Scaroni, Luca Cordero di Montezemolo, Sergio Marchionne, Cesare Geronzi e Giovanni Puri Negri, entra – anzi, rientra – al sesto posto anche Corrado Passera, amministratore delegato e direttore generale di Intesa Sanpaolo. Nel 2009 ha guadagnato 3,5 milioni al lordo delle tasse, compreso un bonus, il premio correlato ai risultati, di 1,5 milioni di euro. Un aumento del 27% rispetto all’anno predente e senza considerare i “benefici non monetari“, le somme versate a suo favore dalla banca per polizze assicurative e previdenziali o altri “benefit”, che sono altri 311mila euro. Aumento meritato grazie al miglioramento dei risultati del gruppo bancario, il cui utile netto nel 2009 è stato di 2.805 milioni di euro, un +9,9%. La banca è tornata anche a distribuire un dividendo (8 centesimi per ogni azione ordinaria) dopo la magra del 2008, dove – nonostante le difficoltà del gruppo Intesa – Passera aveva ottenuto comunque un bonus di 750mila euro. Lo stipendio del banchiere comasco è tornato così al livello del 2007. Certo in quell’anno i risultati di bilancio, furono  decisamente migliori di quelli 2009: l’utile netto del gruppo fu di 5.811 milioni e il dividendo per le azioni ordinarie di 38 centesimi. Ma chi se ne frega, tanto pagano gli azionisti. Il merito va premiato, o no?
E’ bello sapere che, mentre ci sono centinaia di migliaia di persone che perdono il lavoro, imprenditori costretti a chiudere strangolati dal credit crunch, ci sono persone come Passera, che se la passano bene. Speriamo che questa notizia serva anche a consolare Giuseppina Virgili, una signora di 51 anni di Empoli che a causa di una serie di problemi finanziari non è più in grado di mantenersi e di mantenere la figlia di 20 anni. Come riporta l’Ansa, la signora ha inviato una mail a una decina di grandi ospedali italiani di tutta Italia in cui dice: ”Scrivo per mettere a disposizione i miei organi, compreso il cuore perchè non so più come vivere, né io e nemmeno mia figlia di 20 anni, la quale mette in vendita solo i propri reni”. La donna spiega ai sanitari la sua storia così: ”purtroppo dopo tre anni di calvario, avevamo una piccola ditta, oggi ci troviamo costrette a ciò, per vivere anche se sembra un controsenso. Abbiamo già fatto annunci di questo genere su internet, ma purtroppo ancora non ci ha contattato nessuno e quindi l’idea di rivolgersi agli ospedali. Vendiamo al miglior offerente, così almeno potremmo saldare i nostri debiti e ritrovare un minimo di dignità”.
Cara Giuseppina, in Italia c’è chi vince e c’è chi perde. E non solo quando si tratta di voti e di elezioni.

dal sito http://www.giornalettismo.com

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Regionali 2010


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E' finita!

Son finite le chiacchiere.
Ha vinto l'astensionismo, ha vinto la Lega, Grillo gongola, il centrosinistra non è più l'alternativa.
Speriamo che adesso a qualcuno venga in mente di pensare seriamente ai veri problemi del paese.
Speriamo bene....

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Ci hanno convinti a non votare

di Marco Cedolin

Non possono esistere dubbi sul fatto che il dato più emblematico uscito (o sarebbe meglio dire mai entrato) dalle urne di queste elezioni regionali di marzo 2010 sia costituito dai quasi 3 milioni e mezzo in più di cittadini che non si sono recati a votare, portando il “partito” dell’astensione a sfiorare il 37%, diventando di fatto il maggiore partito del Paese. Un incremento nell’ordine dell’8%, con punte fra il 14%, il 12% e il 10% in Puglia, Lazio e Toscana, che qualifica il partito del non voto come l’unico reale vincitore di questa tornata elettorale.

Una vittoria, quella del non voto, determinata da una campagna elettorale sincopata, nevrotica al limite del parossismo, giocata esclusivamente intorno allo screditamento dell’avversario, totalmente priva di qualsiasi abbozzo di programma credibile.
Una campagna elettorale nel corso della quale i problemi reali del paese, che si chiamano crisi occupazionale, disastro economico, crollo del potere di acquisto delle famiglie, inquinamento del territorio, sono stati lasciati a margine da parte delle due coalizioni impegnate a contendersi il governo delle regioni.
Una campagna elettorale imperniata sulla violenza verbale dispensata a piene mani, vissuta fra litigi ed animosità al limite dello scontro fisico, sempre incentrati su differenze artificiali e prive di fondamento, utilizzati per nascondere l’assoluta mancanza di differenze reali fra i due poli che si contendono il governo regionale.

Un italiano su tre ha dunque preferito non recarsi a votare nonostante (o forse anche a causa) la quantità industriale di materiale pubblicitario che ha riempito le buche delle lettere, l’ossessiva tempesta delle telefonate a domicilio, la massa dei manifesti ad abbruttire i muri delle città, la marea di “santini” con faccioni sorridenti e cravatte multicolori. Tutto materiale che a dispetto degli sforzi esperiti dagli esperti del marketing è apparso intriso di un vuoto cosmico, tanto era infarcito di slogan demagogici che sarebbero parsi artificiosi anche agli occhi di un bambino di 5 anni e miravano unicamente a fare leva sulla tanto stantia quanto ormai sempre più improponibile scelta di campo fra destra e sinistra.

Anche in Italia, come nella maggior parte dei paesi occidentali, la distanza fra i partiti politici ed i cittadini continua perciò a farsi sempre più siderale, dimostrando in maniera inequivocabile l’inadeguatezza di un sistema come quello della democrazia rappresentativa, soprattutto qualora gestito in termini di bipolarismo. Anche il clima da “guerra civile” creato nell’occasione e gli “epici” inviti a scelte di campo presentate come decisive, non sembrano avere sortito l’effetto voluto.
I cittadini stanno continuando ad allontanarsi ed i partiti politici parlano ogni giorno di più un linguaggio alieno a chi vive e soffre nel paese reale, un linguaggio autoreferenziale che ben presto rischierà di trasformarsi in una lingua morta.
Per quanto riguarda i risultati elettorali non sono mancate le sorprese e neppure gli elementi che meritano di diventare oggetto di riflessione.

Il centrosinistra, nonostante l’operato del governo Berlusconi non sia stato fin qui entusiasmante, ha nuovamente subito una sconfitta cocente. Se la perdita di regioni come la Calabria, la Campania ed il Lazio può trovare la spiegazione all’interno degli scandali di varia natura che hanno caratterizzato le amministrazioni esistenti, ben più grave appare la debacle in Piemonte. Dove Mercedes Bresso si è vista costretta a cedere il passo a Cota, nonostante fosse riuscita ad incamerare nella propria coalizione tanto l’UDC di Casini quanto la Federazione della sinistra radicale. E’ indicativo il fatto che l’unica regione “a rischio” nella quale il centrosinistra ottiene un risultato positivo sia proprio quella Puglia dove Nichi Vendola ha difeso con i denti la propria candidatura, imponendo una lista più “di sinistra” rispetto al listone in alleanza con l’UDC che era stato imposto da D’Alema

Le liste 5 stelle di Beppe Grillo hanno ottenuto nel complesso risultati di tutto rilievo, fra i quali spiccano Giovanni Favia in Emilia Romagna che ha ottenuto il 7% e Davide Bono in Piemonte arrivato a superare il 4%, a dimostrazione del fatto che esiste senza dubbio ampio spazio di manovra per chi intenda costruire delle alternative ai partiti politici tradizionali.

L’inesorabile continua discesa del centrosinistra, laddove questo non riesce a proporsi come concreto elemento di alternativa, ma semplicemente come una fotocopia sbiadita di Berlusconi, unitamente al buon risultato delle liste che fanno riferimento a Beppe Grillo e al grande incremento dell’astensione, stanno a dimostrare in maniera inequivocabile tanto il “bisogno” di alternative concrete da parte dell’elettorato, quanto la palese incapacità di esprimere le stesse espresse dal sistema dei partiti.
Proprio questo bisogno di alternative concrete, pensiamo possa considerarsi la vera novità di questa tornata elettorale. Una novità destinata naturalmente ad essere sottaciuta, tanto dal sistema dei partiti ormai incancrenito nella spartizione del potere, quanto dai media mainstream che di quel potere rappresentano uno degli elementi cardine.

dal sito http://ilcorrosivo.blogspot.com/

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Milioni di alberi nella foresta delle cazzate

di Alessandro Robecchi

A costo di farmi internare, vorrei prendere sul serio una promessa elettorale di Berlusconi: quella sui cento milioni di alberi da piantare nei prossimi tre anni. E’ la cosa più cretina che abbia mai sentito, pur nell’ampio campionario che sappiamo, e dunque credo si debba approfondire. Per piantare cento milioni di alberi si spenderebbero dai 25 ai 100 miliardi di euro (cito un professore perplesso che ha scritto al Corriere commentando la proposta). Non si saprebbe dove diavolo prenderli, cento milioni di alberi. E soprattutto non si saprebbe dove piantarli: escludendo i boschi che ci sono già, le cime delle montagne e le spiagge dove non crescerebbero, avremmo un albero ogni metro e mezzo di terreno, comprese le autostrade, le piste degli aeroporti, i parcheggi dei supermercati, gli stadi, le ferrovie e gli ospedali. Circondati finalmente da una foresta impenetrabile potremmo avere alcune soddisfazioni impagabili, come sapere Sacconi mangiato da un’anaconda o Calderoli disperso nelle paludi di mangrovie intorno a Bergamo. In compenso avremmo un clima di tipo equatoriale, animali feroci, malattie tropicali e Scajola dovrebbe tagliare alberi per liberare spazio per le centrali nucleari indispensabili per procurarci energia necessaria a tagliare alberi. Di positivo c’è che potremmo organizzare una guerriglia nella giungla; di negativo c’è che La Russa tirerebbe il napalm. Di positivo c’è che ci sposteremmo con le liane, più puntuali dei treni pendolari, di negativo c’è che avremmo sempre il timore di vedere un tipino isterico sporgersi da dietro un tronco urlando “sono stato frainteso!”. La situazione insomma, sarebbe assai deprimente, ma mai deprimente come vivere in un paese che crede a cazzate tanto enormi e magari vota pure chi le dice. Per fortuna ha promesso anche di sconfiggere il cancro, sempre nei prossimi tre anni, oscurando con una volgarità crudele una scemenza manifesta. Ma andiamo! Cento milioni di alberi! Non sarà esagerata una simile foresta per un Macbeth così piccolino?

dal sito http://www.alessandrorobecchi.it/

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California legalize it.

sicuramente il metodo più efficace per ridare ottimismo e "serenità" al popolo spaventato dalla crisi!

di Debora Billi



Saranno pure governati da un attore di destra che colleziona SUV militari, ma i californiani sono ben consapevoli che la crisi li morde alle caviglie e che rischiano di diventare una delle più grandi economie occidentali al collasso.
Così, visto che la marijuana è già parzialmente legale con ricetta medica per alcune specifiche malattie, perché non trasformarla in un business colossale e renderla legale una volta per tutte? L'idea non è affatto peregrina. La canapa, in fondo, è una pianta dai molteplici usi e non tutti psicotropici, e anche questi ultimi sono uno stimolo niente male al turismo.
La raccolta firme è andata alla grande (quasi mezzo milione), così in autunno arriverà il referendum: legalizzare? Se la risposta sarà si, passerà una legge molto aperta. Permesso il possesso fino ad un'oncia (30 grammi) di marijuana a chi ha più di 21 anni, permessa anche l'autocoltivazione di una limitata quantità di piante. Vietato l'uso in presenza di minori, e prima di mettersi alla guida.
Con buona pace della criminalità organizzata, i cittadini californiani potranno fumarsi in santa pace marijuana biologica o biodinamica, curare le malattie che ne traggono beneficio, ospitare frotte di turisti da mezzo continente, insomma rispondere alla crisi in un modo creativo e decisamente molto west coast.
Chissà, inoltre, che non si crei un precedente: dopo la California altri Stati e Paesi probabilmente seguiranno a ruota. E se anche non dovesse servire per risollevare l'economia, almeno si andrà alla catastrofe con un certo inspiegabile ottimismo...

dal sito http://crisis.blogosfere.it

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Minzoliiinooooo

Questa storia della multa da 100.000 € non mi va proprio giù!

Chissenefrega di quella al tg5, per Berlusconi è come tagliarsi un'unghia,
ma quella al tg1 se la devono pagare gli italiani!



Ma quanto servo sei?
Devi solo vergognarti, e con te tutti quelli che permettono al tuo culo di sostare ancora su quella fottuta poltrona!

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Jim Rogers: "Bisognava lasciar morire la Grecia"...

di Beatotrader

"Bisognava lasciar morire la Grecia"....


"Greece Should Have Been Left To Die"...

L'ha dichiarato il mitico miliardario/investitore americano Jim Rogers, noto in particolare per il suo onnipresente farfallino e per i suoi geniali investimenti "d'annata" congegnati nel lontano 1945...

Sarcasmo a parte, Jim Rogers non ha tutti i torti: la Grecia andava lasciata fallire (in teoria)...

Sarebbe stato un segnale di forza e pulizia per l'Europa e per l'Euro, naturalmente sul lungo periodo...

Ma ormai politici, banchieri, finanzieri etc si concentrano sempre e solo sul breve periodo...mentre sul lungo saranno kezzi di chi verrà dopo....

"The Greeks have never lived within their means, and I suspect this time they won't either, until they're forced to by either bankruptcy or by someone just refusing to give them loans," Rogers said.

Sagge parole JIM, sagge parole...che non valgono solo per la Grecia, purtroppo....

In ogni caso...caro "Jim farfallino", è inutile che ti scandalizzi troppo: si chiama MORAL HAZARD...e primatisti in materia sono proprio i tuoi Stati Uniti d'America.

Caro JIM siete stati VOI i primi a battezzare e salvare le too-big-to-fail ...e tra un po' potrebbe toccare alla vostra California, al vostro Illinois etc etc etc

Caro Jim...anche una banca tecnicamente fallita come Citigroup, uno dei buchi neri della Grande Crisi, uno dei grandi creatori e spacciatori di assets tossici...doveva essere lasciata morire.

Invece tutti i giorni si spara +5%...

leggi in questo BLOG Zombie-bank: Citigroup, l'ex-banca n° 1 del mondo

Caro Jim...non parliamo poi di AIG, il RE dei buchi neri che è stata tamponata con 200 miliardi e fischia dei contribuenti ed è stata lasciata QUOTATA in borsa come se nulla fosse..

Tutti ci stanno speculando sopra da mesi come alle slot machines....Un applauso!

leggi in questo BLOG AIG: il re dei buchi neri

Caro Jim, non parliamo poi del vostro Deficit USA schizzato al 10%, del vostro rapporto deb/PIL che tende verso il 100% etc etc

E vi potete permettere pure una dubbia Obamacare, raccontando che dovrà farvi risparmiare, forse....

Ma non essendo nemmeno in grado di prevedere esattamente quanto VI costerà...

Però voi americani siete forti, avete amici forti e dunque potete permetterVI di sbracare come nessun'altro su questo pianeta, senza che nessuno VI sanzioni....

Però ogni tanto le leggi del mercato anestetizzato hanno un sussulto d'orgoglio: le ultime due aste multimiliardarie di beneficenza dei T-bond sono state molto deboli...

QUESTO è uno dei PUNTI PIU' DELICATI DEL CASTELLO DI CARTE messo in piedi negli ultimi 12 mesi: se il Mondo non continuasse a fare la coda per strapparsi di mano titoli di stato USA a tassi da fame...

allora finanziare le faraoniche spese a debito del bilancio USA potrebbe diventare più problematico....

allora il giochino potrebbe rompersi molto in fretta,,,

- $32 Billion 7 Year Auction Closes At 3.374%, Very Weak Auction With Huge Tail

- Weak 5 Year Auction Shakes Treasury Complex: Enormous Tail, Indirects Drop, Bid To Cover Weakest Since September

Ormai siamo di fronte ad un mercato globale anestetizzato, che ha una percezione alterata del pericolo e dei rischi grazie alla copertura statale.

E' il moral hazard che depotenzia la paura (avversione al rischio)...mentre è proprio la paura ad essere indispensabile per percepire/evitare i rischi.

Altrimenti, con la Paura anestetizzata, prendo la mia auto e vado in contromano in autostrada senza percepire i rischi del mio comportamento.

Tanto sono sicuro che prima o poi qualche banca centrale mi resuscita....MENTRE tutti i macelli ed i danni che ho provocato andando in contromano...beh quelli rimangono....

Adesso dalla Banche il Moral Hazard si sta trasmettendo come un contagio anche agli STATI: siamo al salto di qualità, siamo nella fase finale...

leggi nel mio BLOG Bolle ri-gonfiabili

In ogni caso "il bailout di carta" della Grecia, con annesso il "convitato di pietra" dell'FMI

NON mi CONVINCE ed i miei stessi dubbi si stanno diffondendo:

- Grecia: Moody's, Non Sicuro Che Aiuto Ue-Fmi Ripristini Fiducia Dei Mercati

- Questa è grossa....tenetevi forte...: la UE che voleva competere con gli USA ed il Mondo intero non sarebbe ancora pronta ed avrebbe bisogno di un tutor.....

Grecia: Merkel, Fmi Inevitabile, Ue Non e' Ancora Pronta a Fare Da Sola

- Grecia:Bini Smaghi, soluzione non ideale

La soluzione trovata per la crisi greca,con il coinvolgimento dell'Fmi,non e' la soluzione ideale ne' quella migliore....

Ottima anche questa ANALISI Un salvataggio che non convince

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Meglio comprare che copiare: Volvo ai cinesi

di Marco Sodano

La Quantità s’è comprata la Qualità. Una Volvo cinese? Fino a pochi anni fa non poteva che essere una copia a prezzo stracciato dell’auto svedese sinonimo di sicurezza e affidabilità. Sedili in cotone, particolari in plastica, autoradio travestita da computer di bordo. E invece da ieri le Volvo - quelle originali, radiche e selleria in pelle comprese - sono cinesi e basta, hanno cambiato residenza. Da Göteborg alla provincia di Zhejiang, nel Sud-Est del Paese del Dragone. Arriveranno le fabbriche cinesi, arriveranno i rivenditori cinesi, ma il senso dell’affare è un altro. Li Shofu - il miliardario che ha comprato con la sua Geely il marchio da Ford spendendo 1,8 miliardi di dollari - non l’ha fatto per cinesizzare la Volvo ma per volvizzare la sua cinesissima industria.


Primi al mondo nelle produzioni di quantità, gli industriali cinesi non intendono aspettare che i loro ingegneri siano abbastanza bravi per progettare una Volvo. Hanno fretta di imparare a fare auto buone come quelle europee e americane per venderle agli europei e agli americani, e - già che ci sono - vogliono una testa di ponte in Occidente. Più che un produttore di auto Li Shofu ha comperato una scatola di idee e una vetrina nel salotto buono delle quattro ruote: disegni, capacità e prodotti che in Cina non ci sono ancora. Ora potrà smontarli, copiarli e rimontarli a suo piacimento. La Volvo resterà la Volvo. Cambieranno, e in fretta, le fabbriche cinesi.

dal sito http://www.lastampa.it/

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Busta sospetta ad Arcore

di Aldo Vincent

Milano, 26 mar. (Adnkronos) - Una busta, con polvere sospetta indirizzata al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e’ stata recapita nella sua villa ad Arcore, in Brianza. La busta, priva di missiva, e’ stata aperta in tarda mattinata dalla segreteria del premier che ha immediatamente avvertito i carabinieri. La busta, e il contenuto sospetto, si trova ora nel laboratorio dei vigili del fuoco di Milano dove sara’ analizzato.

SUL COLORE INCERTO SI SONO APERTE ALCUNE IPOTESI:
Se è bianca: Recapitata per errore, era indirizzata a Palazzo Grazioli, mittente Tarantini.
Se è grigiastra: il mittente è Napolitano e sono le Ceneri della Costituzione
Se è color chippendale: è il nuovo fondotinta del presidente
Se è rosa, è la cipria che $ilvio si mette sulle natiche dopo aver fatto la ceretta (secondo Vauro è questo il motivo per cui Minzolini può dichiarare:”Io non ho peli sulla lingua)

LA NOTIZIA COME LA DARA’ IL TG4 DELLA SERA:
“Recapitata nella villa di Arcore, da un postino con la maglia del CHE’ e i calzini turchesi, una busta sospetta,, di colore rosso, contenente una polvere esplosiva, tossico-nociva, grigiastra probabilmente mandata da Trani.

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Dopo le regionali arriva la manovra lacrime e sangue

di Superbonus - redazione de Il Fatto Quotidiano

Più tasse per tutti: la Ue ha bocciato le stime di crescita di Tremonti.
Archiviato il voto il governo dovrà trovare 20 miliardi entro l'estate


"L’ Italia sta uscendo dalla crisi prima e meglio di altre nazioni europee": se le bugie dei politici avessero un costo questa l’abbiamo pagata 2,2 miliardi di euro. Infatti nel piano di salvataggio della Grecia varato dalla Unione europea (impegni bilaterali a prestare denaro ad Atene se le aste di titoli di debito andranno deserte) l’Italia sarà chiamata a contribuire con questa cifra. Come poteva infatti tirarsi indietro una nazione che nelle proprie previsioni è già uscita dalla crisi e che nei prossimi due anni crescerà, secondo il ministro dell’economia, del quattro per cento? Da dove usciranno fuori questi soldi nessuno lo dice.

SENZA VIA D’USCITA. Berlusconi ha sottoscritto l’aiuto alla Grecia senza che abbia avuto l’occasione e l’autorevolezza di dire una parola, condannando se stesso non solo a un pagamento imprevisto ma anche a una manovra economica immediata prima dell’estate. Tremonti aveva tentato di lasciare la totale responsabilità del salvataggio greco al Fondo monetario internazionale con due finalità: risparmiare soldi e riservare l’intervento europeo per una prossima occasione, quando a dover chiedere aiuto potrebbero essere paesi con una dimensione del debito più grande (tipo l’Italia). Fino a quando era stato il nostro ministro dell’Economia a condurre le trattative, l’Italia aveva saldamente mantenuto questa posizione. L’asse franco tedesco tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel dell’ultima settimana ha spazzato via le resistenze di un Berlusconi che, forse troppo impegnato a denunciare complotti delle toghe rosse, non ha capito le implicazioni che ha per l’Italia e per la stabilità del suo governo l’accordo raggiunto sulla questione greca.

IL COMPROMESSO. L’accordo prevede infatti che la Grecia potrà accedere al fondo monetario internazionale per ritirare i primi 10 miliardi nel caso in cui non si riuscisse a finanziare sui mercati internazionali e successivamente si provvederebbe ad una serie prestiti bilaterali con i Paesi europei, Italia compresa. Nessuna creazione di un fondo europeo per le crisi da finanziare con emissioni di titoli obbligazionari europei, nessun intervento solitario di Germania e Francia nessuna azione che potesse escludere dall’intervento i paesi più deboli. Gli investitori internazionali hanno subito capito che questa modalità di salvataggio può funzionare per paesi di piccole dimensioni ma se i problemi dovessero averli Italia o Spagna, allora la musica sarebbe molto diversa.

I CONTI PUBBLICI. La stitica solidarietà europea non potrebbe più manifestarsi e saremmo lasciati soli con i nostri problemi, questo non fa che aumentare la necessità di Tremonti di mettere i conti a posto rapidamente. Nessuno crede più alle previsioni di crescita economica contenute nel Dpef e conseguentemente ale promesse di contenimento del rapporto tra deficit e Pil. I più ottimisti (come la Commissione Europea) dicono che nel biennio 2011/2012 la crescita media dell’economia italiana sarà del 1,4 per cento annuo, altri analisti di mercato sostengono che ci fermeremo al 1 per cento. Se queste stime si riveleranno corrette, a Tremonti mancano dai 20 ai 30 miliardi di euro per far quadrare i conti, come calcolato dal Fatto Quotidiano già a novembre 2009 quando, a chi voleva vederlo, era già evidente che le previsioni economiche del governo erano volutamente taroccate e servivano semplicemente a guadagnare abbastanza tempo per rimandare la stangata a dopo le elezioni regionali.

PIÙ TASSE PER TUTTI. La novità ora è che la manovra non sarà più rimandabile perché, venuta meno la speranza di un solido paracadute europeo, i mercati guardano con crescente attenzione alla nostra finanza pubblica e al suo stato di salute. Nelle prossime settimane sarà molto interessante capire come si muoverà il ministro dell’Economia per reperire le risorse necessarie da inserire nel Dpef 2011/2013. E tagliare le spese, in questo contesto, non sarà facile: i bambini a scuola hanno il grembiulino ma non le insegnanti di sostegno, d’inglese e d’informatica, ai ministeri ci sono i tornelli ma Bertolaso ha assunto 480 persone in 6 anni, le regioni commissariate dal governo per i buchi sulla sanità continuano ad aumentare i debiti ed i comuni sono in rivolta sul patto di stabilità. Visto che fino ad ora gli interventi sulla spesa pubblica sono stati tutti estemporanei senza un piano preciso di razionalizzazione e di rilancio delle strutture pubbliche non possiamo attenderci nulla di diverso. Il dibattito non sarà su cosa tagliare e su quali sprechi ridurre, se fermare o meno la follia del ponte sullo Stretto ma semplicemente su come presentare il conto agli italiani. Come fare in modo che non capiscano che stanno arrivando altri sacrifici sotto forma di tagli ai servizi offerti dallo Stato e dagli Enti Locali o come mascherare un aumento delle tasse facendolo passare per una grande riforma. Certo non è a questo scenario che Berlusconi sembrava alludere quando ha detto che subito dopo le elezioni porterà in parlamento i provvedimenti di "una rivoluzione liberale che prevede la riforma del fisco". In realtà quello di cui sembra aver bisogno questo governo è un bel pasticcio sulle aliquote o sulla base imponibile, utile per confondere le idee e far tornare i conti.
Fino a ora Tremonti ha resistito alla tentazione del blitz fiscale in cui cade ogni tanto Berlusconi ed è arrivato a minacciare le dimissioni quando il presidente del Consiglio si stava impuntando a tagliare l’Irap (che vale 40 miliardi). Continuerà nel suo atteggiamento conservativo o, per salvare la poltrona, sarà disposto a ingannare la piccola borghesia del nord che lo osanna conuna riforma fiscale che serve solo ad aumentare il gettito?

Da il Fatto Quotidiano del 28 marzo
link:  http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2463105&yy=2010&mm=03&dd=28&title=dopo_le_regionali_arriva_la_ma

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Sì, un voto contro di lui

di Antonio Padellaro

La sua sfida: o con me o con i giudici e la sinistra

Si sente dire: ero incerto ma dopo che ho visto Berlusconi impazzare su tutte le reti andrò a votare. La teoria dell'effetto boomerang, tante volte evocata (soprattutto dal "Corriere") a proposito di Santoro stavolta rischia di colpire il padrone delle televisioni. Anche chi scrive ha seri motivi per diffidare dei partiti della cosiddetta opposizione. Sempre meno credibili soprattutto a livello locale. Sempre più afflitti da clientele e trasformismo a scapito dei tanti galantuomini che ancora praticano una politica pulita. E dunque finché la partita era giocata sul tavolo delle amministrazioni regionali (come era giusto che fosse) un certo tipo di astensione consapevole sembrava farsi strada tra i poveri elettori del centrosinistra. Le uniche eccezioni potevano riguardare personaggi per diversi motivi controcorrente e dunque degni di attenzione. Emma Bonino, impegnata nell'impresa impossibile di governare Roma e il Lazio avendo contro tutti i possibili poteri forti, a cominciare dai monsignori e dai proprietari di cliniche. Il Nichi Vendola pugliese che dopo aver schiantato nelle primarie il candidato di D'Alema e dribblato lo scandalo escort e tangenti (Frisullo era il suo vicepresidente in giunta), sfida per la seconda volta l'armata berlusconiana con buone possibilità di ripetere il miracolo. Il Movimento 5 Stelle che, come dice Beppe Grillo, hai il non piccolo merito di aver dato in queste elezioni una possibilità a ragazzi e ragazze, ingenui e incensurati.

Tutto qua. Berlusconi si avviava dunque verso un nuovo trionfo elettorale, sia pure per abbandono dell'avversario quando ha pensato bene di esagerare. Prima imbavagliando Annozero e tutti gli spazi televisivi non ancora addomesticati. Suscitando però Raiperunanotte, che sarà ricordata come la prima rivolta civile di massa per il diritto all'informazione. Poi, ecco l'indimenticabile scena di lui che nel Tg1 del Minzolini signorsì signore, sottotitolato come presidente del consiglio e addobbato con il tricolore ordina di "tracciare la croce sul nome Polverini". Dall'aria che tira questa non dovrebbe passarla liscia. In fondo dobbiamo ringraziarlo. Quando lui dice o con me o contro di me rende tutto più semplice.

dal sito http://antefatto.ilcannocchiale.it

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Caso Boffo: 6 mesi di sospensione dall'Ordine per Feltri

Capirai, non c'è neanche soddisfazione, a quello non gliene può fregà de meno!

Probabilmente continuerà imperterrito a delinquere con la sua penna velenosa.

Mal che vada potrà dedicare più tempo al suo grande amore

 


Tanto la sua "grassa" busta paga se la porta a casa lo stesso.

E poi, la reputazione gliel'hanno già sospesa da un bel pezzo!

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Sconfiggere il cancro? I ricercatori: "Premier, cominci dall'ambiente"

di Claudia Bruno

In piena campagna elettorale il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ne ha sparata un'altra delle sue, e durante il discorso pubblico tenuto sabato scorso a Roma ha inserito in programma la sconfitta del cancro tra gli obiettivi da raggiungere entro fine mandato. "In questi tre anni vinceremo il cancro!" ha urlato il Presidente alla folla sotto il palco durante la manifestazione di Roma.
Una promessa bella e impossibile che ha causato il risentimento di tutti quei professionisti da anni impegnati nella battaglia contro una malattia radicata nell'immaginario sociale come il male oscuro dei nostri tempi. Un male incurabile - ma sicuramente prevenibile a livello ambientale - che forse proprio per il suo appeal "di massa" si presta a facili strumentalizzazioni. Fatto sta, che un paese civile non dovrebbe permettere che la politica speculi in questo modo sulle sofferenze e sulle paure dei cittadini, offendendo non solo l'esistenza di chi in prima persona si trova a fare i conti con la malattia e con le terapie attualmente sul mercato, ma anche l'intelligenza di tutti coloro che si ritrovano a vivere in un territorio dove le politiche ambientali sono tutt'altro che attente alla salute dei suoi abitanti.
Nonostante l'affermazione del premier sia uscita praticamente indenne dal sistema mediatico italiano, le risposte ci sono state, a partire dai luoghi in cui la ricerca si fa e non si promette. In particolare, da martedì, in prima pagina sul quotidiano ecologista "Terra" sono comparse le prime risposte al Presidente del Consiglio. Tra queste, ci sono state anche quella di Ernesto Burgio - Coordinatore del Comitato Scientifico di Isde Italia - e di Paolo Crosignani - Direttore Unità Complessa Registro Tumori ed Epidemiologia Ambientale, Fondazione IRCCS Istituto dei Tumori, Milano oltre che membro del Comitato Scientifico di Isde Italia. Qui di seguito ve ne proponiamo una che ci ha colpito particolarmente, a firma di Patrizia Gentilini, Oncoematologo Isde, un'altra "addetta ai lavori" nel settore della ricerca contro il cancro:
"Caro presidente Berlusconi, forse Lei, come tanti del resto, non ha ben chiaro il fatto che il cancro di cui indiscutibilmente si guarisce e che quindi nel 100% dei casi è sconfitto, è quello che NON è venuto! Questo è anche il cancro che ci risparmia il maggior peso di sofferenze personali, che anche Lei certamente ha provato essendone stato colpito, ma anche di costi per la collettività. Se Lei, o chiunque altro decisore politico, desse finalmente ascolto a ciò che medici e ricercatori indipendenti da decenni affermano, in primis Lorenzo Tomatis, e finalmente si adottassero serie misure di prevenzione primaria, ovvero riduzione della esposizione delle popolazioni ai cancerogeni presenti ormai stabilmente non solo nel nostro habitat ma nel nostro stesso corpo e trasmessi dalla madre al feto, moltissimi tumori sarebbero evitati e quindi Lei (o chi per Lei) potrebbe davvero dire di avere contribuito a sconfiggere il cancro.Ma come fare in concreto? Qualche consiglio potrà aiutarla:
1) Sono oltre 50 i siti gravemente inquinati nel nostro Paese ed in attesa di bonifiche che non arrivano mai. Perchè non investire i tanti soldi raccolti dalle varie campagne contro il cancro in questo?

2) Lei sa che oltre 1.200.000 cittadini italiani hanno bevuto nel 2008 acqua contaminata da arsenico oltre il limite di legge di 10 microgrammi/litro grazie a deroghe? L’arsenico è un cancerogeno certo per l’uomo e non è che alzando con deroghe i limiti di legge la sua cancerogenicità diminuisce.

3) Lei sa che i controlli per diossine che escono dagli inceneritori vengono - per legge - eseguiti in regime di autocontrollo 3 volte all’anno per complessive 24 ore su 8.000 ore di funzionamento?

4) Lei sa che contro un limite per le diossine che l’Oms raccomanda per gli adulti di 2pg/kg un bambino di Brescia, residente nel sito contaminato della Caffaro ne ha assunto 1200 pg/kg/die con il latte materno, a Taranto 400 pg e in Toscana, in prossimità di un inceneritore circa 80?

5) Perché non si impegna a togliere gli assurdi incentivi alla combustione dei rifiuti (prassi già stigmatizzata dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici), che droga pesantemente il mercato ed impedisce il decollo di una corretta filiera di trattamento?

6) Sa che i rifiuti possono essere gestiti innanzitutto riducendoli e poi differenziandoli per riciclarli e recuperare materia senza alcun bisogno di ricorrere a processi di combustione né a discariche, con creazione di posti di lavoro e benefici per la comunità tutta?

7) Sa che in Svezia, dove 30 anni fa sono stati vietati alcuni pesticidi, si registra una riduzione dell’incidenza dei linfomi?

8) E' a conoscenza del fatto che in Italia da 0 a 14 anni i linfomi crescono del 4.6% annuo vs una media europea dello 0.9% e che nel 2007 sono state distribuite sul suolo agricolo italiano 1534000 tonnellate di fitofarmaci?

9) Sa che il 57.3% dei 1123 campioni delle acque italiane è contaminato da pesticidi e che nel 36.6% dei casi si superano i limiti di legge?

10) è a conoscenza del fatto che i processi produttivi ed industriali possono essere riconvertiti in cicli chiusi in modo da ridurre drasticamente i quintali di cancerogeni che ogni anno riversiamo - a norma di legge - in aria ed acqua e di cui forse le sfugge l’entità?

Le riportiamo sotto una tabellina riassuntiva fatta con i dati ufficiali su alcuni degli inquinanti immessi “a norma di legge” in aria ed acqua in Italia nel 2005:
• Arsenico (As) e composti = 8.016,6 Kg
• Cadmio (Cd) e composti = 3.033,0 Kg
• Cromo (Cr) e composti = 140.026,6 Kg
• Nichel (Ni) e composti = 80.613,1 Kg
• Benzene, toluene, etilbenzene, xileni =715.567,4
• Mercurio (Hg) e composti = 3.887,1 Kg
• Piombo (Pb) e composti = 114.967,1
• Diossine (PCDD) + furani (PCDF) = 103,0 ga

La lista è lunga, credo infinita, ma ci fermiamo qui. L’articolo 32 della Costituzione - ancora in essere - riconosce la Salute come un diritto individuale ed un bene per la collettività. Dando ascolto alle nostre voci Lei, presidente Berlusconi, farebbe il più grande regalo, ben più della sua eredità, ai suoi figli e ai suoi nipoti".

dal sito http://www.terranauta.it

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Gli ultimi colpi di coda di una bestia ferita

Incredibile la bassezza che questo paese è riuscito a raggiungere. E’ imbarazzante vedere come il Presidente del Consiglio ormai non abbia più preoccupazioni nel nascondere il suo dominio mediatico.
Il TG1 e il TG5 erano appena stati multati per 100mila euro per lo “sconcertante squilibrio mediatico a favore del Pdl”, ma il pluriprescritto se ne infischia. Non esiste più istituzione o legge che possa impensierirlo. Non esiste più alcun controllo o ostacolo che possa anche solo rallentarlo.
Ieri infatti Berlusconi torna in onda a reti unificate invadendo gli studi dei due maggiori TG nazionali, durante l’orario più seguito: quello delle 20.
Ormai non c’è più alcun pudore. Il consenso per Berlusconi è al minimo storico, lui lo sa e sta tentando il tutto per tutto per evitare un risultato imbarazzante alle imminenti regionali. Si mira agli astensionisti e agli indecisi con un semplice strategia: il martellamento mediatico.
Berlusconi è come una bestia morente che si dimena. I suoi sono gli ultimi colpi di coda che possono ancora devastare e fare molto male. La bestia potrebbe anche non morire, riprendersi e uccidere definitivamente questo paese… un paese ormai senza più regole.
Il fatto che anche questa malefatta non avrà conseguenze significa che stiamo entrando sul serio in un regime totalitario. Dopo ieri sera questo governo si è tolto la maschera da falsa democrazia e ha sfoggiato il suo vero volto; quello da regime sudamericano.

dal sito http://www.byteliberi.com

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L'affondo di Masi contro Santoro "Danneggia l'azienda, va licenziato"

http://www.repubblica.it/politica/2010/03/27/news/masi_santoro-2932068/


che schifo di gente,

non gli basta lo sputtanamento venuto fuori dalle intercettazioni di Trani ,
per fare le volontà del padrone catramato continuano imperterriti sulla via dell'indecenza.
Gli uomini di Berlusconi ai vertici della Rai stanno sistematicamente massacrando l'azienda.

Santoro avrebbe minato la serietà della Rai e per questo andrebbe licenziato?
Ma per favore! E' un bel pezzo che in Rai la serietà si è data latitante.
Santoro ha semplicemente dato agli italiani quello che avrebbe dovuto poter dare loro sulla rete nazionale, senza tanti se nè ma.

Perchè invece non si sente di qualcuno che chiede la testa del Minzolini?
Quello si che ha portato una definitiva perdita di immagine al TG1, sancita oltretutto da una bella sanzione da 100.000 €.
Perchè?

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Bonelli, Verdi: «Scajola non dice che da ottobre in Francia sono state chiuse 18 centrali per incidenti nucleari...»

FIRENZE. Sappiamo di essere in chiusura di campagna elettorale e quindi a tutti gli argomenti trattati dai politici, sia di proposta che di accusa della parte avversa, va fatta un po' di tara. Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli però certe cose le afferma da tempo: «Il governo si sta accingendo a borseggiare gli italiani perché saranno i contribuenti a pagare le centrali nucleari che costeranno almeno 30 miliardi di euro. E, oggi stiamo vivendo una situazione bruttissima: si sta nascondendo la verità agli italiani e non si ha il coraggio di dire dove verranno fatte le centrali prima del vota».
E fin qui nulla di nuovo, poi Bonelli aggiunge: «il ministro Scajola non dice che da ottobre in Francia sono state chiuse 18 centrali (ufficialmente sono "in manutenzione". ndr) per degli incidenti nucleari e che ora importano energia dall'estero e nessuno dice che l'Agenzia Usa per la sicurezza nucleare non ha voluto sul proprio territorio, per motivi di sicurezza, il reattore nucleare francese che invece abbiamo comprato, prendendo un vero e proprio pacco».
Dubbi sull'acquisto della tecnologia nucleare francese ad oggi disponibile sono stati espressi da molti, ma il punto anche per il presidente dei Verdi è un altro: è la filosofia e la strategia di fondo che va cambiata. «Dopo le elezioni regionali depositeremo il quesito per il referendum contro il nucleare che si legherà anche a quello sulla privatizzazione dell'acqua e per l'abolizione dell'articolo 842 del codice civile che consente ai cacciatori di entrare nei fondi privati, per aprire una nuova stagione in questo Paese».
E la nuova stagione, rimanendo in campo energetico, è quella in cui si affermano definitivamente le energie rinnovabili, anche in campi oggi ancora non completamente esplorati in cui c'è necessità di investire in ricerca. Un esempio è quello del solare organico.
«Il solare organico, spiegano alcuni ricercatori guidati da Thomas Brown- è una nuova generazione di celle fotovoltaiche senza silicio e più sostenibili. Si ispira al principio della fotosintesi clorofilliana: l'ossido di titanio con al centro una molecola organica, un pigmento colorato che assorbe la luce e trasporta la carica elettrica».

dal sito http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%204113

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Il Brambilla Magic Moment

Come uscire dalla crisi? Tutti i cassaintegrati, i disoccupati, i precari d'Italia e coloro che non gliela fanno ad arrivare alla fine del mese, tranquilli finalmente qualcuno che pensa a voi.
"Al prossimo Consiglio dei ministri presenterò un disegno di legge per promuovere e sostenere lo sviluppo del turismo del golf con la nascita di nuovi campi da gioco e strutture ricettive in Italia".
Per dare questo annuncio il ministro per il Turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha addirittura convocato una conferenza stampa. Poi la Michela fa l’affondo finale:
"Una soluzione comoda e alla portata di tutti, dopo gli incentivi per l'acquisto delle barche da diporto, ci sembra un'opportunità che le migliaia di operai in cassa integrazione potranno cogliere al volo". Un Magic Moment da un milione di campi da golf e palle per tutti è la nuova ricetta del governo per superare la recessione economica.
Sara' un caso, ma da quando certe tipe stanno a Palazzo in quel di Roma noto che sulla Via Emilia la sera ci sono un pò di falò in meno........ GPS 


dal sito http://ilseniomormora.blogspot.com/

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Serve una rivoluzione

di Mario Monicelli

Gli italiani, gli intellettuali, gli artisti, sono poco coraggiosi? Sì, lo sono sempre stati. Sono stati vent’anni sotto un governo fascista, ridicolo, con un pagliaccio che stava lassù. Avete visto quello che ha combinato. Ci ha mandato l’Impero, le falangi romane lungo Via dell’Impero; ha fatto le guerre coloniali, ci ha mandato in guerra. Eravamo tutti contenti, che c’era uno che guidava lui, pensava lui, “Mussolini ha sempre ragione”, tutti stavano “bòni e zitti”. Adesso il grande imprenditore ha detto: «Lasciatemi governare, votatemi, perché io mi sono fatto da solo, sono un lavoratore, sono diventato miliardario, vi farò diventare tutti milionari».
Benissimo, hai voglia: sono 15 anni che aspettano e credono. Gli italiani sono fatti così: vogliono che uno pensi per loro. Se va bene, va bene. Se va male, poi lo impiccano a testa sotto. Questo è l’italiano. Gassman e Sordi ne “La Grande Guerra”? Avevano una loro spinta personale, un orgoglio, una dignità della persona che noi abbiamo perso, completamente.
Ormai nessuno si dimette, siamo tutti pronti a chinare il capo pur di mantenere il posto, di guadagnare. Pronti a sopraffarci, a intrallazzare. Uno la prima cosa che fa è di mettersi d’accordo con un altro per superare le difficoltà. Non c’è nessuna dignità, da nessuna parte. E’ proprio la generazione che è corrotta, malata, che va spazzata via. Non so da che cosa, non so da chi. O meglio: lo saprei. Ma lasciamo andare.
La speranza è una trappola. Una brutta parola, non si deve usare. La speranza è una trappola inventata dai padroni, quelli che ti dicono «state buoni, zitti, pregate, che avrete il vostro riscatto, la vostra ricompensa nell’aldilà, perciò adesso state buoni, tornate a casa – sì, siete dei precari, ma tanto fra 2-3 mesi vi assumiamo ancora, vi daremo un posto. State buoni, abbiate speranza». Mai avere la speranza. La speranza è una trappola, è una cosa infame, inventata da chi comanda.
Come finisce questo film? Non lo so. Io spero che finisca con quello che in Italia non c’è mai stato: una bella botta, una bella rivoluzione. C’è stata in Inghilterra, in Francia, in Russia, in Germania, dappertutto meno che in Italia. Quindi ci vuole qualcosa che riscatti veramente questo popolo che è sempre stato sottoposto, che è trecent’anni che è schiavo di tutti. Se vuole riscattarsi, il riscatto non è una cosa semplice. E’ doloroso, esige anche dei sacrifici. Se no, vada alla malora – che è dove sta andando, ormai da tre generazioni.

Mario Monicelli, Raiperunanotte, 25 marzo 2010

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Rifiuti che bluff

di Emiliano Fittipaldi e Claudio Pappaianni - espresso.it

Discariche nel caos. Impianti mai costruiti. Lavoratori senza certezze. Infiltrazioni dei clan. Raccolta a singhiozzo. Nonostante i proclami di Berlusconi la Campania resta sull'orlo dell'emergenza

IL VIDEO Campania, il disastro delle discariche 

Le piramidi di rifiuti sono tutte lì, lasciate a marcire sotto il primo sole di primavera. Tra le 500 mila tonnellate di sacchetti putrescenti spuntano qua e là copertoni, bidoni arrugginiti, qualche tubo di ethernit. Milioni di buste puzzolenti, ammassate sui terreni sequestrati dallo Stato a Francesco 'Sandokan' Schiavone, formano gigantesche torri di monnezza, mentre sul terreno enormi pozze di acqua piovana si trasformano sotto l'occhio annoiato dei gabbiani in percolato tossico destinato a tracimare nei canaletti dei Regi Lagni. Acque che vengono utilizzate per irrigare i campi vicini, coltivati a cocomeri o ad agrumeti, e territorio di pascolo delle bufale; acque nere che alla fine del loro percorso scaricano i loro veleni direttamente in mare. Un panorama infernale: 'L'espresso' è riuscito a entrare all'interno della discarica di Santa Maria la Fossa, il buco dentro cui in piena emergenza-rifiuti sono state nascoste le schifezze di Napoli e dintorni. Un viaggio che permette di raccontare, anche attraverso foto e filmati esclusivi, cosa succede realmente nelle discariche volute da Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso per risolvere lo scandalo che due anni fa ha messo in ginocchio la Campania e il suo capoluogo. Un'emergenza che, tra promesse e bugie, è in realtà ancora da risolvere.

Viaggio all'inferno. A presidiare Ferrandelle c'è l'Esercito, più otto guardie giurate della Gesa, una società di Casagiove. Fuori, c'è un via vai di camion che vanno e vengono dalla vicina discarica di San Tammaro. Dentro, c'è un quartiere costruito con i sacchetti, con cui sono state erette 17 strutture alte una trentina di metri. Molte non sono coperte dai teli speciali. Di fronte alla 'piattaforma delta' (la chiamano così), in una piazzola svuotata si è formata una 'piscina di percolato' lunga una ventina di metri. Sembra una di quelle regolamentari, ma qui non si azzarderebbe a nuotare nemmeno una rana. Appena dietro l'angolo si staglia una collinetta di detriti realizzata fuori dagli spazi allestiti, che 'galleggia', letteralmente, sopra un'immensa pozza d'acqua.

Ogni giorno, solo da qui, partono 20 autobotti per smaltire altrove il percolato. Quello, almeno, che non scompare infiltrandosi nel terreno. Ogni viaggio costa alle casse pubbliche 1.800 euro tondi tondi. Un servizio quotidiano da 36 mila euro, che in due anni fa un totale mostruoso che supera i 20 milioni. Ferrandelle, Italia, è solo uno dei quartieri che formano la grande città dei rifiuti nata in provincia di Caserta: in 3 chilometri quadrati si contano quattro mega discariche, di cui una sola ancora attiva. Quattro milioni di tonnellate di monnezza 'tal quale', circondata da frutteti e allevamenti che producono cibo che arriva sulle tavole degli italiani. "L'emergenza è finita. Abbiamo fatto interventi concreti, seri e reali che rispettano l'ambiente, a differenza di quello che alcuni vanno dicendo", aveva spiegato Bertolaso lo scorso novembre, replicando a chi sosteneva che il piano non stava funzionando a dovere. Le immagini di Ferrandelle e di San Tammaro su www. espressonline.it dimostrano come l'ambiente e la salute siano in realtà l'ultimo dei problemi che si sono posti i governanti affrettati a pulire le strade dai sacchetti. Le conseguenze potrebbero essere devastanti, e la storia dei sopravvissuti di Maruzzella, la prima discarica dell'area San Tammaro, fa da monito. "Nel 1996 eravamo in 20 a lavorarci dentro", racconta il direttore Antonio De Gennaro: "Oggi siamo rimasti in 12, tutti a ripulire le ecoballe destinate ad Acerra dai materiali ferrosi. In cinque sono morti di tumore e altri tre, incluso il sottoscritto, stanno lottando contro il cancro".

Inceneritori? No grazie. Dopo i giorni della vergogna, il 2010 doveva essere l'anno che sanciva definitivamente il ritorno alla normalità. Invece è iniziato nel peggiore dei modi. Prima la condanna all'Italia della Corte di Giustizia europea "per non aver creato una rete adeguata di smaltimento" e il blocco di 500 milioni di fondi comunitari, poi le immagini sui giornali del centro di Napoli nuovamente sommerso dai sacchetti. Se le foto sono simili a quelle scattate nel 2008, il lezzo è identico. È la puzza di monnezza bruciata, di sacchetti in decomposizione, è odore di affari e camorra, che come un avvoltoio non ha mai abbandonato uno dei suoi business preferiti: pure in questa fase - sospetta la Digos di Caserta che ha aperto un fascicolo - i boss dei Mallardo e delle famiglie di Casal di Principe hanno probabilmente continuato a guadagnare, piazzando imprese colluse nell'affare della raccolta. Di fatto, il miraggio evocato come un mantra da Berlusconi&Bertolaso si è dissolto al primo problema amministrativo. È bastata una protesta dei lavoratori del consorzio Napoli-Caserta per il mancato pagamento degli stipendi e il blocco dell'accesso a uno dei siti aperti negli ultimi 18 mesi per mettere in ginocchio l'intero sistema.

I limiti del decreto 195, che sulla carta sanciva la fine del disastro, sono evidenti. Il sottosegretario ha varato cinque nuove discariche per liberare subito le strade dai rifiuti, in attesa di dotare la regione degli inceneritori necessari e di una raccolta differenziata che riducesse al minino la quantità di spazzatura da bruciare. Ma l'unico termovalorizzatore funzionante è quello di Acerra che, tra continui stop and go, a fine febbraio ha finalmente terminato il collaudo e presto funzionerà a pieno regime. Sempre che il controllo delle emissioni nocive non determini altre fermate: le prove generali avevano generato più di un allarme, con il continuo sforamento dei limiti consentiti. Qualcuno si è pure divertito a manomettere le attrezzature da migliaia di euro che l'Arpac ha sistemato a ridosso del camino. Tanto da spingere l'Agenzia regionale per l'ambiente a lamentarsi, nero su bianco, con il nuovo gestore, la milanese A2A. Gli altri impianti vaticinati da Bertolaso non esistono: il progetto di Santa Maria La Fossa, adocchiato subito dai clan e finito nelle carte dei pm che hanno chiesto l'arresto di Cosentino, è bloccato. Per quello di Napoli c'è solo l'indicazione di massima dei suoli, mentre a Salerno la gara indetta dal sindaco Vincenzo De Luca, candidato governatore per il centrosinistra, è ferma tra ricorsi e controricorsi. Se tutto va bene, ci vorranno altri quattro anni, forse anche di più, prima di avere il secondo inceneritore utile. A quel punto, tutte le discariche aperte oggi in Campania saranno strapiene.

Miraggio differenziata. Con una raccolta differenziata ancora inchiodata al 22 per cento (ma Napoli sfiora il 18, Caserta non arriva nemmeno al 14), i cinque siti rischiano di reggere massimo due anni. L'invaso di Chiaiano è pieno per metà, quello Terzigno è quasi colmo. Ecco perché, malgrado il parere negativo della Conferenza di servizi, a poche centinaia di metri dalla ex Cava Sari sarà presto inaugurata Cava Vitello, con un invaso ancora più grande: oltre un milione di tonnellate di capacità. Con buona pace dei soldi (1,2 milioni di euro) che ogni anno il ministero dell'Ambiente versa nelle casse del Parco nazionale del Vesuvio per tutelare la biodiversità dell'area naturale. E dei cittadini di Boscoreale, comune limitrofo, raggiunti ogni giorno dalle zaffate dello sversatoio: esasperati, nelle scorse settimane hanno assediato per protesta il Municipio, e in occasione della visita elettorale del ministro Mara Carfagna hanno lanciato contro la sua auto un po' di spazzatura.

Ogni anno in Campania si gettano 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti: la ricetta di B&B non è riuscita a far diminuire la produzione. I comuni che non raggiungono le percentuali di raccolta differenziata previste dalle nuove regole, dovrebbero essere sciolti all'istante. Ma finora sono stati firmati solo sette decreti, che poi sono stati puntualmente annullati dal Tar. Oggi appena 500 mila tonnellate l'anno vengono riciclate, oltre un milione finisce direttamente in discarica, il rimanente continua a essere compresso e avvolto nel cellophane per essere poi distrutto negli inceneritori. Ma visto che l'arretrato è da record, il 40 per cento di quello che dovrebbe essere trattato nei compattatori finisce in sversatoi tradizionali. Raggiungere i dati del Nord, vicini al 50 per cento, sembra pura fantascienza: la differenziata è un'operazione che non conviene ai campani, costretti a smaltire l'umido in impianti lontani dalla regione, per un costo che supera i 200 euro a tonnellata. Eppure esiste un sito per produrre compost già bell'è pronto, proprio di fronte a Ferrandelle. Incredibilmente è stato utilizzato per accatastare ecoballe. I macchinari all'interno non sono mai stati usati e le vasche sono vuote. "Una tristezza", commenta laconico un tecnico che conosce il deposito.

Debiti, consorzi e promozioni. Con l'addio di Bertolaso, le province della Campania hanno ereditato, oltre a tutti i poteri, anche problemi di una gestione folle durata 16 anni. È un serpente che si morde la coda: la gente non paga, i Comuni accumulano debiti verso la struttura commissariale (siamo oltre i 300 milioni di euro), i consorzi provinciali ereditano il buco e non pagano gli stipendi dei dipendenti. Non solo. I consorzi sono strutture ingolfate con personale spesso inutilizzato, che sprecano soldi a go-go. Il consorzio Napoli-Caserta (sulla cui gestione i pm stanno indagando da mesi) è, per esempio, gestito di fatto dal direttore generale Antonio Scialdone, uomo di fiducia di Nicola Ferraro, consigliere regionale uscente dell'Udeur coinvolto in numerose inchieste di camorra. 


dal sito http://espresso.repubblica.it

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Santoro, lo share e la rivoluzione.

di Debora Billi - Crisis

Beh, aspettate a festeggiare, non è che cambi niente in concreto.
Ieri sera lo spettacolo (ricordiamoci di non chiamarlo "programma", perché non risiedeva in alcun palinsesto) Raiperunanotte ha ottenuto un successo strepitoso, definito da più parti una rivoluzione nell'informazione. E lo è per molteplici motivi, essendo un evento forse senza precedenti in tutto il globo, avvenuto proprio nel Paese più ingessato del mondo dal punto di vista giornalistico. Nessuno aveva mai mescolato prima TV, web, piazza, radio, satellite, TV locali, blog, in un'unica piattaforma informativa in diretta e in contemporanea. Da togliere il fiato, obiettivamente.
Tale mix ha reso anche quasi impossibile il quantificare gli spettatori: l'ansia nevrotica di ravanare tra i numeri si trova dinanzi il muro della frammentazione. Il 13% di share televisivo, ok, sono milioni; e poi? Quanti erano nelle 200 piazze, cosa dice la questura? E quanti nei blog collegati, quanti a sentire la radio in autostrada, quanti a fare zapping sulle TV locali? Il grafico Twitter qui sopra mostra che alle 22 i twits mondiali #raiperunanotte hanno raggiunto i twits #obama, e su Facebook migliaia di persone commentavano in diretta. Un eccezionale groviglio inestricabile che invita a gettare la spugna con i conti e ad abbandonarsi semplicemente alla soddisfazione di un evento condiviso.
Qualcuno azzarda che alla rivoluzione di una sera seguirà un cambiamento epocale per l'informazione. Eh no, il cambiamento epocale non seguirà proprio per niente, o almeno non in tempi misurabili dalla sveglia sul comodino. Basta riesumare i numeri, e fare due conti: lo spettacolo di ieri è costato almeno 125 mila euro, i due euro e mezzo donati da 50 mila cittadini; poi, fior di maestranze RAI di assoluto livello, tecnici e giornalisti hanno lavorato gratis; inoltre, erano presenti personaggi di grandissimo richiamo; infine, proprio per questo, i Comuni hanno concesso le piazze, i siti il proprio spazio web, le TV locali hanno rinunciato alle astrologhe. Quante volte credete che potrà ripetersi, un simile esperimento? Come potete pensare che possa diventare "sistema"?
Per i sistemi ci vogliono gli sghei, o almeno ci vuole che non ci sia alcuna alternativa, proprio nessuna. Si sa, la disperazione compie miracoli. Ma finché ci sono in onda le De Filippi con gli "Amici di Silvio" (per dirla alla Cornacchione) e il relativo corteo di sponsor e quattrini, Raiperunanotte resterà l'esperimento di una notte e non una rivoluzione.

Rivoluzione che però ieri sera è stata più volte menzionata, e apertamente: dal regista Monicelli, che dall'alto dei suoi 95 anni può permettersi di dire ciò che vuole, e da una ricercatrice precaria che dall'alto del tetto su cui ormai risiede in pianta stabile non ha più nulla da perdere. Rivoluzione ma con il suo significato antico, più pericoloso, quello solitamente appena sussurrato persino sul web e da tempo assoluto tabu sui mezzi di informazione. Scroscio d'applausi liberatorio, a momenti viene giù il Palasport.
Ecco forse il più grande miracolo di Raiperunanotte: aver sdoganato una parola.

dal sito http://crisis.blogosfere.it/

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Ultime ore di propaganda elettorale

di Pietro Salvato - giornalettismo.com

Silvio mi scrive, io gli rispondo

“Caro Pietro, ti chiedo di essere al mio fianco in questa decisiva settimana…” Così, comincia la lettera di Silvio Berlusconi che ho ricevuto per posta proprio ieri. Il tono della missiva è colloquiale, amichevole a tratti quasi confidenziale, come si è solito fare tra vecchi amici, insomma. In allegato, poi, ho trovato pure un comodo depliant pieghevole, in carta patinata ripieno di foto, grafici e tabelle. Un gesto gentile quello del nostro premier, al quale ho deciso di replicare, approfittando dell’ospitalità concessami da Giornalettismo.com, pubblicamente.


Caro Silvio, ho deciso di risponderti dandoti del tu, senza inutili formalismi e convenzioni che il tuo ruolo e grado istituzionale pure m’imporrebbero. Ho letto la tua cortese lettera così come la colorata brochure acclusa che gentilmente hai voluto inviarmi. Un atto generoso che, come sappiamo, ha certamente avuto un costo non indifferente. Tra le altre cose, mi hai scritto: “A te il compito di coinvolgere i tuoi amici. Fai loro conoscere quanto abbiamo fatto e quanto ci impegniamo a fare nei prossimi anni, fai loro capire che la scelta di campo di domenica e lunedì riguarda tutti”. Ti ringrazio per la fiducia che hai voluto accordarmi, ti assicuro che nel mio piccolo provo quasi quotidianamente a far conoscere quanto hai fatto e quanto t’impegni a fare.


Proprio per questo carissimo Silvio, devo dire che la tua lettera ricca di spunti e di trame l’ho trovata, in verità, assai povera di contenuti. Continui a ripetere oramai da più di quindici anni sempre le stesse cose. E “la scelta di campo”; e il “bene e il male”, e “l’amore e l’odio”, e “la magistratura militante”. Continui a scrivere che “la sinistra, invece di misurarsi democraticamente col voto, semina menzogne, invidia e odio”. E da cosa la evinci? Dal fatto che esisterebbe (uso il condizionale) “Un’opposizione che sa dire solo dei no”. Silvio, a posta si chiama “o-ppo-si-zio-ne”. Prova a ragione, cribbio! In democrazia, funziona proprio così.


Ma tu niente, imperterrito e sprezzante del ridicolo, due righe sotto scrivi: “La scelta di campo è oggi più che mai tra il Governo del fare e l’opposizione delle critiche a vuoto delle chiacchiere e degli insulti. Una sterile propaganda che non può nulla contro i nostri risultati concreti”. Ho letto con attenzione quello che sostieni di aver fatto, ed ho controllato, quasi con diligenza certosina, questi tuoi “risultati concreti”. Sostieni, ad esempio, di aver risolto l’emergenza dei rifiuti a Napoli quando, non più di una settimana fa, proprio sotto i tuoi occhi rigidi e tirati, è bastato uno sciopero dei lavoratori dei Consorzi di bacino per far riversare migliaia di tonnellate di rifiuti per le strade. Eppure tu e “l’eroe” Bertolaso avete aperto un paio di discariche, persino in un parco naturale (quello del Vesuvio) in deroga a precise normative europee, per farci riversare dentro tutta la “monnezza” possibile ed immaginabile, nella speranza che poi non saturino nel giro di un paio d’anni. Intanto, la differenziata funziona poco e male e nelle periferie sia delle grandi, sia delle piccole città, il degrado è sotto gli occhi di tutti, tranne quelli di alcuni tg… Anche se adesso, grazie a certe tue telefonate, sappiamo “il perché”.


Continui ad intestarti il merito di aver cancellato l’Ici omettendo di dire che il 60% di quel taglio, praticato a cominciare dai redditi più bassi, l’aveva già operato (e coperto) il governo Prodi. Affermi di aver dato una casa a tutti i terremotati de L’Aquila, mentre ancora oggi il centro antico di quella bella quanto martoriata città è inaccessibile, ricoperto da enormi cumuli di macerie e la gran parte della popolazione vive ancora in alberghi o in fabbricati isolati, denominati beffardamente C.A.S.E. posti per di più in località sperdute e disagiate. Confermi di aver disposto su tutto il territorio nazionale la costruzione di ben 10.000 case popolari (questa volta, si spera vere), trascurando il non secondario particolare che in materia decidono, innanzitutto, gli enti locali e che nessuno o quasi vuole accollarsi l’aggravio di un ulteriore cementificazioni selvaggia.


Scusami caro Silvio ma le bugie – proprio non saprei come altro definirle – più grosse te le sei riservate laddove vorresti dimostrare che il tuo governo è stato a fianco delle famiglie, dei lavoratori e dei giovani che, al più, sono stati solo sfiorati dalla perdurante crisi economica. Dichiari di aver predisposto ben “9 miliardi per i lavoratori dipendenti finora senza tutele, la detassazione dei premi di produzione e le buone pratiche per favorire il reimpiego dei lavoratori in cassa integrazione o mobilità”. Silvio, sinceramente, ma ci fai o ci sei? I precari continuano ad essere senza tutele. Il tuo governo non ha nemmeno i fondi necessari per allungare di soli 6 mesi (sei mesi!) la cassa integrazione, e quei famosi 9 miliardi che ti attesti, tu e Tremonti li avete sottratti dai fondi per le Aree sottosviluppate (Fas) e dalla formazione regionale. Nonostante questo, il Debito pubblico è schizzato ai livelli del 1993 (al 116% del Pil). La Spesa pubblica si mangia quasi metà del nostro prodotto interno lordo. La pressione fiscale è aumentata ulteriormente, nonostante gli scudi e i condoni “salva evasori” che hai copiosamente promosso. Nel triennio 2008-2011 saremo gli ultimi in Europa per crescita economica. Questo, mentre l’inflazione, il costo della vita, sale oltre la media europea e la disoccupazione, quella “reale” come conferma Bankitalia, è ben oltre il 10%. Altro che “uscirne prima e meglio degli altri dalla crisi” come sostieni nelle minuziose didascalie delle tue foto spensierate o nelle quotidiane comparsate televisive, in spregio alla “par condicio”.


Machiavelli sosteneva che “Colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare”. Silvio, quindi non temere più di tanto. Queste elezioni, ancora una volta, non saranno un giudizio di Dio. Gli stronzi sono come i funghi, spuntano sempre dove meno te l’aspetti.

Distinti saluti, tuo Pietro.

Post Scriptum. Silvio vorrei chiederti un’ultima cortesia. Potrei sapere dove hai raccolto i miei dati anagrafici? La legge 675/96, quella che tutela la “privacy”, ossia la tutela del trattamento ed utilizzo dei dati personali, di fatto lo vieterebbe. Grazie.

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Alimentari: caro cibo e caro petrolio?

di Debora Billi

Oggi sulla home di Repubblica campeggia il titolone: Istat, crollano le vendite di prodotti alimentari. Un calo del 3,3% rispetto a Gennaio 2009. Urca, aiuto, ci cade il cielo sulla testa.
Poi mi ricordo che ci sono le elezioni tra qualche giorno, e il cielo che cade sulla testa è un allarme che si lancia spesso in questi casi. La morte per fame è uno spettro valido come tanti altri, come se la nostra stampa si ricordasse delle catastrofi incombenti solo quando abbiamo la scheda elettorale in mano. Tutto il resto del tempo, ottimismo a scatafascio e Italia in cima al mondo.
Però... appena dieci giorni fa usciva, meno strombazzato, un altro articolo stavolta su La Stampa. L'autore fa notare che, proprio dal Gennaio 2009 ad oggi, il prezzo del petrolio è raddoppiato: e con esso, i prezzi dei generi alimentari. La "ripresa" per il momento è trainata quasi solo dalla Cina, ma
Quando anche l'Occidente riaccenderà il motore dell'economia la domanda si impennerà: sarà complicato tenere fermi i prezzi del barile. Nessuno si aspetta moti di piazza per il cibo in Europa o negli Stati Uniti, ma è un fatto che alcune abitudini diventeranno estremamente costose: per esempio far arrivare un salmone dall'Atlantico del nord e un avocado dai tropici per un antipasto giapponese. O mangiare carne di manzo tutti i giorni - e far viaggiare i bovini per migliaia di chilometri -, mangiare ortaggi indipendentemente dalla stagione. (...) Uno studio ha calcolato l'incidenza del petrolio sulle tavole americane: col petrolio a 70 dollari, per sfamare quattro persone la cifra minima è 188 dollari al mese. Se si tornasse ai livelli del 2008, si arriva a 424. Presto il cibo a chilometri zero non sarà più questione di ambiente ma di portafoglio.
Curiosamente, nel Gennaio 2008 parlavamo dello stesso argomento, qui. Ovvero, che il prezzo dei generi alimentari è destinato comunque a crescere, prescindendo dal governicchio all'opera al momento. Ce lo ha spiegato molto bene anche Lester Brown, che ha dedicato quattro libri alla questione.

dal sito http://petrolio.blogosfere.it/2010/03/alimentari-caro-cibo-e-caro-petrolio.html

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BRUTTI E ARRABBIATI

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Una brutta, feroce, inutile campagna elettorale

di Luigi Pecchioli

''Se il presidente della Cei, cardinal Bagnasco, intervenuto nella campagna elettorale fornendo precise indicazioni di voto, desse quanto meno la stessa importanza riservata all'aborto ai temi della criminalita' (pedofilia compresa), della mafie e della corruzione, avremmo un'etica pubblica degna di questo nome, una qualita' della vita piu' accettabile e una minore sofferenza umana''. Dichiarazione di Luigi De Magistris, eurodeputato, IDV.

“Gli esponenti della sinistra al governo nazionale rimetterebbero l'Ici, raddoppierebbero le imposte, imporrebbero gli assegni per ogni pagamento superiore ai 100 euro, introdurrebbero la patrimoniale per porre rimedio ai disastri da loro stessi provocati nei conti pubblici. Ci sarebbero le intercettazioni a tappeto, saremmo spiati in casa nostra, spalancherebbero le porte agli extracomunitari in modo che, una volta ottenuto per loro il voto, lo userebbero per ribaltare la maggioranza dei moderati. L'Italia sarebbe un Paese meno libero". Dichiarazione di Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio, PDL.

Questa dovrebbe essere una campagna elettorale per il voto amministrativo, ma tant’è.
Nessuno dei due affronta neanche lontanamente una questione di competenza locale, esamina un problema, prospetta una soluzione. E’ in generale una delle più brutte, delle più feroci e delle più inutili campagne elettorali amministrative mai viste.
De Magistris ha una scusante: nella dichiarazione riportata, reagisce all’intervento del cardinale Bagnasco, il quale, in palese violazione di ogni più elementare regola di rispetto dell’autonomia dello Stato italiano, è intervenuto, si ribadisce in una tornata elettorale amministrativa, per ammonire i cattolici a non votare chi non segue i principi etici cristiani (leggi Bonino e Bresso), come se queste, diventando governatrici del Lazio o del Piemonte potessero modificare la politica statale in tema di salute o procreazione o famiglia, che sono i temi che stanno a cuore della Chiesa (oltre all’otto per mille ed al finanziamento della scuola cattolica…). Secondo i Patti Lateranenzi, la Chiesa attraverso la CEI può sempre intervenire per indirizzare le coscienze dei cittadini italiani di fronte a problematiche etiche o di interesse religioso, ma cosa c’entra la scelta del sindaco o del consigliere provinciale o del presidente della regione? Mistero.
Berlusconi non ha neanche questa scusante. Egli vede ogni elezione, amministrativa o meno, come un giudizio, un’ordalia nei suoi confronti. Il suo egocentrismo e, diciamolo francamente, la sua megalomania - per la quale è convinto che senza la sua faccia, senza la sua unzione, nessuno possa essere eletto e che solo in suo nome e con il suo aiuto il candidato sindaco del PDL di, mettiamo, Rocca Pizzopapero, possa prevalere sull’avversario - lo rendono partecipe in prima persona ad ogni tornata elettorale anche locale e la sua ormai ossessione per i giudici e la sinistra gli fanno dichiarare cose come quella riportata sopra. Ci sarebbe da sorridere se non fosse il capo del governo.
La sfilza di assurdità inanellate, dal raddoppio (!) delle imposte, con una pressione fiscale che neanche nel Medioevo, agli assegni obbligatori sopra i cento euro, con buona pace della Banca Centrale e del valore legale del pagamento in contante previsto dalla legge (che l’assegno non ha), dalla introduzione della patrimoniale, cavallo di battaglia e spauracchio contro la Sinistra fin dai tempi della DC, alle intercettazioni a tappeto di tutti gli italiani, senza ovviamente ipotesi di reato, possono essere giustificate solo in due modi: o Berlusconi crede che i suoi elettori siano tutti dei bambini deficienti, e quindi li spaventa con l’equivalente politico del baubau, o è talmente disperato che tenta ogni mossa per screditare l’avversario di cui teme la vittoria.
Ci sarebbe anche un’altra ipotesi: il Cavaliere è andato completamente fuori di testa, e “l’uomo che non sta bene e deve essere aiutato”, secondo le parole di Veronica Lario, è diventato vittima delle sue ossessioni e crede veramente a quello che dice.
Il pensiero mette i brividi.

dal sito  http://www.giornalisticamente.it/index.php?option=com_content&view=article&id=482:una-brutta-feroce-inutile-campagna-elettorale&catid=34:politica&Itemid=57