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Per i figli, si fa tutto

di Rita Pani

La crisi c’è e si vede. Non la possono più negare, sebbene CONFINDUSTRIA dica che tutto va meglio del previsto. C’è e bisogna in qualche modo arrangiarsi per continuare ad avere un’esistenza dignitosa per sé e soprattutto per i nostri figli. È un momento che dà tristezza a molti di noi, che vedono le bollette da pagare riempirsi di polvere come un soprammobile, per questo non mi sento proprio di condannare chi meglio di me, riesce a sbarcare il lunario.
I ladri. Io non so rubare. Ho subito il torto d’essere stata educata in modo gretto, condizionata dalla nascita dal cattolicesimo imperante, con quella cantilena di regole numerate, e sciorinate a mo’ di ritornello: settimo non rubare.
Rubano i vecchi nei supermercati: formaggi impacchettati e petti di pollo, infilati nella tasca interna della giacca, proprio là dove una volta infilavano il portafogli che oggi è un oggetto superfluo, di cui si trasporta solo il peso della finta pelle che ne ricopre il cartone.
Rubano le madri, per i figli. E chissà perché rubano anch’esse da mangiare. Sempre più spesso si vedono in giro bambini con le scarpe e i maglioni troppo grandi. Ci cresceranno dentro, pazientemente. Ma per crescere hanno bisogno di mangiare e per questo le madri rubano. Ne ho visto una che piangeva proprio ieri, aveva un barattolo di Milupa dentro il passeggino, e la vecchiaccia che l’ha vista – sicuramente ligia alle regole di dio – ha dovuto fare la spia.
Bisognerebbe ammettere che ormai la vita non è facile per nessuno, ed essere comprensivi e solidaristici, guardando ai figli altrui come se fossero nostri. Questo ho pensato stamattina leggendo che a Perugia si indaga su un assegno di 500.000 euro che Anenome avrebbe dato al ministro scajola, per l’acquisto di una casa per sua figlia.
Ma ammettiamo anche che non siamo così ecumenicamente avanti. Non abbiamo ancora raggiunto quel grado di civiltà che ci renda tutti uguali davanti alla vita. E c’è una sostanziale differenza tra chi si lorda e la mani e l’anima volgarmente rubando da mangiare, e chi invece “distrae” fondi per garantire un prezioso tetto sopra la testa della figlia. La differenza è che i primi vanno in galera o almeno in tribunale, i secondi fanno i ministri della Repubblica Italopadana.
Rita Pani (APOLIDE)

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