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Capiamo la vergognosa legge sulle intercettazioni


Bisogna mirare in alto se vuoi prendere il centro. Questo, il Governo più scandaloso degli ultimi 150 anni lo sa bene. E’  la sua strategia di affossamento del paese da molto tempo. Prendete per esempio il Disegno di Legge sulle intercettazioni, provvedimento non molto simpatico nemmeno agli elettori di destra tanto che non è stato possibile farlo passare come Decreto, anche se all’inizio ci avevano provato.
Ecco, prendete quella legge vergogna, è difficilmente digeribile dalla maggior parte degli italiani. Ditemi quale cittadino onesto ha come priorità abolire le intercettazioni? Quale brava persona ha paura di essere continuamente spiato? penso nessuno sano di cervello. La paura di essere ascoltati e quindi pizzicati ce l’hanno i corruttori, i tangentari e molti parlamentari. In alcuni casi le tre categorie coincidono fra loro.
Come fare dunque a far ingoiare una palese legge ad coruzzionem al popolo italiano? Basta farla davvero spudorata all’inizio (mirare in alto), per poi togliere qualcosina e beccare così il centro. All’inizio infatti il disegno proponeva che per fare intercettazioni bisognava avere “gravi indizi di colpevolezza”, cioè quasi come dire: “posso intercertarti solo dopo che sei già stato arrestato”. Sai che bello ascoltare le discussione dei delinquenti dietro le sbarre? Un ottimo passatempo. Ora si è tornati al vecchio: “gravi indizi di reato”.
Adesso vedrete che il popolo imbambolato dalle TV comincerà a mandar giù il boccone un po’ meno amaro. Se proverai a farli ragionare ti diranno: “Ma non cambia niente, hanno rimesso anche i gravi indizi di reato”.
Peccato che non è vero che non cambia niente, anzi… Se questo scempio passerà, la criminalità festeggerà alla grande. Soprattutto la criminalità in Parlamento che era già quasi intoccabile. Attualmente, infatti, non è possibile intercettare un Parlamentare senza il permesso del Parlamento, un po’ come chiedere ad un evasore il permesso di far entrare in casa sua un finanziere.
Prima però i Parlamentari, se era il telefono dell’interlocutore non parlamentare ad essere intercettato, potevano entrare benissimo nelle indagini. Se il Parlamentare X parla con il mafioso Y il cui telefono è sotto controllo, il Parlamentare X (come è giusto che sia) si mette nei guai. Troppo scomodo. Dopo questa legge non sarà possibile più tutto questo. Se il magistrato si accorge che dall’altro capo del telefono c’è un parlamentare deve subito riattaccare anche se, per esempio, si sta parlando di un omicidio.
Inoltre dopo questa legge sarà:
vietato piazzare cimici nell’auto o nella casa del mafioso o dello stupratore (ma anche telecamere allo stadio per prevenire eventuali atti di violenza), a meno che non si abbia la certezza che in quel luogo si sta commettendo un delitto. E, siccome la certezza non c’è mai, le cimici e le telecamere non si piazzeranno mai più. Non è meraviglioso? Intatte anche le follie dei 60 giorni di durata massima delle intercettazioni (poi, fosse anche la vigilia di un omicidio, si stacca tutto) e del divieto di usare intercettazioni in un’inchiesta diversa da quella per cui sono state disposte (intercetto uno per furto di bestiame e scopro che sta per ammazzare la moglie? Il nastro non è più utilizzabile per incastrarlo per uxoricidio). (Marco Travaglio)
Senza dimenticarci del bavaglio alla stampa. Un bavaglio degno da regime sudamericano. Il giornalista che pubblica un atto d’indagine rischia 2 mesi di galera più 10 mila euro di multa (20 mila se è un’intercettazione pubblicata o raccontata o riassunta) più la sospensione dalla professione; e il suo editore fino a 500 mila euro ad articolo.
E tenetevi forte perché, tanto per cambiare, pare che per Napolitano sia tutto ok. La penna è già bella calda. Evviva il difensore della nostra Costituzione.

dal sito http://www.byteliberi.com

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