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Berlusconi festeggia il Legittimo Impedimento con Ghedini e Marina

Questo non è un blog contro Berlusconi. Questo è un blog contro il berlusconismo. Il berlusconismo è l'arte di curare i propri interesse usando le cose degli altri.

 Il berluscones si appropria di un oggetto che non gli appartiene, con la scusa che è il suo turno, e poi non lo cede più, impedendo di fatto a chiunque altro di servirsene. E' come se nel corso di una gara di staffetta qualcuno ricevesse il testimone e poi uscisse di corsa dallo stadio. E tutti dietro a urlargli di restituirlo, o perlomeno di correre verso il traguardo. Invece no, il berluscones ruba il testimone e se lo porta via. Poi, quando la gara sta per interrompersi, i giochi stanno per essere fermati, le olimpiadi stanno per essere dichiarate nulle, glli spettatori iniziano a sciamare verso l'uscita e l'incasso sta per volatilizzarsi, il berluscones si ferma e inizia a trattare. Se rivolete il vostro pezzo di legno, dovete togliermi le penalità che ho subito per essere stato trovato positivo all'antidoping.

 A quel punto l'arbitro, insieme alla giuria, dovrebbe interrompere la gara, squalificarlo e far tornare gli atleti ai blocchi di partenza. E anche qui invece no. Firma un pezzo di carta che annulla le penalità inflitte e fa ricominciare la corsa dal punto in cui si era interrotta. Non importa se poi verrà dichiarata nulla e tutti avranno solo perso tempo: lui firma.

Questo è, oggi, il parlamento italiano ostaggio del berlusconismo. Un luogo dove si dovrebbero amministrare gli affari per conto e nell'interesse di tutto il popolo italiano, viceversa paralizzato da uno che ha il testimone in mano, non lo cede e minaccia di tirare già tutto lo stadio, di cambiare tutti i regolamenti se non gli si tolgono i processi penali a carico.

 Lo dico io? No, lo dice l'evidenza. Lo dice chiunque non sia stato completamente rincoglionito da Maria De Filippi, dalla D'Urso, dalla D'Eusanio, dalla Bignardi, dalla Marcuzzi, da Fede e da Minzolini. E poi lo dicono i suoi legali, quelli che Berlusconi porta in Parlamento per metterli sul libro paga degli italiani, al solo scopo di cambiare le regole e la Costituzione in modo da non finire dentro. Lo dice Carlo Taormina, l'avvocato che una volta ricopriva il ruolo odierno di Ghedini e al quale il Presidente del Consiglio chiedeva non già di studiare buone norme per gli italiani, ma di studiare norme incostituzionali per sé. Con piena cognizione di causa sulla loro incostituzionalità. E lo dice Bruno Tinti, ex magistrato, che in questa intervista rilasciata a Byoblu.Com spiega il semplice meccanismo attraverso il quale, con una quindicina di leggi incostituzionali una dietro l'altra, Berlusconi potrà arrivare finalmente al suo mausoleo di Arcore senza avere mai messo piede in un tribunale.

  Berlusconi non fa niente di male, in fondo. Fare una legge incostituzionale non è mica reato. Esiste la Consulta apposta. Non è colpa sua se la Consulta ci mette un anno e mezzo a esprimersi, e quando avrà bocciato la legge precedente ce ne sarà una nuova che resterà in vigore per un altro anno e mezzo. Forse, se proprio dobbiamo cercare una colpa, si potrebbe dare a Giorgio Napolitano, che è lì per fare da primo argine al sospetto di incostituzionalità. Peccato che non gliel'hanno spiegata bene e lui l'abbia capita così: se uno ha il sospetto non firma, se invece ha la certezza può firmare senza problemi.

 Così, mentre i lavoratori vengono licenziati e le banche portano via le case alle famiglie, ovvero mentre l'Italia si impoverisce, lui e Niccolò Ghedini festeggiano la riuscita dei loro progetti. E siccome sono sempre più ricchi (ve lo ricordate che Ghedini dichiara un milione e trecentomila euro l'anno?), dopo l'autografo di Napolitano sul Legittimo Impedimento si vogliono fare un regalo: una tenuta da oltre mille ettari in Toscana, la Tenuta della Selva.

 Invidia? No, se se la volesse comprare Sting sarei stato contento per lui: è un bravo cantante e non li ruba a nessuno. Il fatto è che, a questo punto, i soldi con cui il Presidente del Consiglio conduce una vita da nababbo cominciano ad essere i nostri. Sono nostri gli stipendi pagati a Ghedini, a Pecorella e a mezzo PDL che occupa il Parlamento esclusivamente per toglierle le castagne dal fuoco al loro presidente, e non per legiferare nell'interesse degli italiani. Sono nostri i soldi che ogni anno non guadagniamo grazie alla legge 488, art.27 comma 9 del 23 dicembre 1999 (pagina 32) voluta da Craxi prima e D'Alema poi (e Prodi non ha cambiato le cose), in forza della quale lo stato chiede a Mediaset solo l'1% dei ricavi in cambio della concessione delle frequenze statali sulle quali i Berlusconi accumulano fantastilioni e fanno campagna elettorale in barba a qualsiasi par condicio. Sono nostri i soldi degli incentivi statali erogati dallo stato per favorire le aziende produttrici di decoder per il digitale terrestre, ove il fratello del premier, Paolo Berlusconi, figurava come azionista. Sono nostri i soldi dei processi che restano aperti a vita perché lui trova sempre il modo di sottrarvisi: centinaia di milioni di euro in fumo per gli stipendi di magistrati, pm. avvocati, personale, scartoffie che forse avrebbero potuto essere evitati quasi al 100%, se il primo processo si fosse svolto e concluso regolarmente perché  una volta in carcere, vuoi per il falso in bilancio, vuoi per falsa testimonianza, vuoi per corruzione di testimoni, vuoi per avere acquistato la sentenza Mondadori dal giudice Vittorio Metta, vuoi per i diritti televisivi, sarebbe stato difficile, se non impossibile, commettere tutti i reati successivi.

 Forse per gli italiani non sarebbe cambiato niente, vista la scarsità di alternative, o forse no. In ogni caso io avrei preferito verificare.

dal sito www.byoblu.com

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