GRECIA: PERCHÉ IL DEFAULT È MENO PEGGIO DEL "SALVATAGGIO"
L'EPICENTRO È ATENE
MA IL TERREMOTO È EUROPEO
L'11 febbraio scorso,  nell'articolo dal titolo «IL LETTO DI PROCUSTE», sostenevamo, di contro  agli "ottimisti", che la Grecia quasi certamente si incamminava sulla  via della bancarotta, e avanzavamo una tesi "provocatoria", che il  default, se nazionalizzato e pilotato, sarebbe stato, per le masse  popolari, un'alternativa migliore della cura da cavallo richiesta dai  mercati, ovvero dai grandi predatori finanziari. 
Scrivevamo: «Ma che accadrebbe se la Grecia  decidesse d’un botto d’uscire dall’Euro e dall’Unione? Se decidesse  unilateralmente di nazionalizzare e pilotare il default, ripristinando  la sua moneta e svalutandola decisamente? O addirittura annullando il  debito? Accadrebbe che i creditori sarebbero gabbati, che l’economia  greca, pur restando nel quadro del capitalismo, riprenderebbe a  camminare e ad esportare, attirerebbe non solo una gran massa di  turisti, probabilmente anche di investimenti stranieri a causa del  vantaggio rappresentato dal differenziale di cambio e dai bassi costi di  produzione. Accadrebbe, questo è quel che più conta per milioni di  greci, che eviterebbero la cura da cavallo».
Propio in queste ore giunge  la notizia che  l'agenzia di rating Standard  & Poor's ha tagliato a livello junk , ovvero bond SPAZZATURA, i titoli di  credito emessi da Atene,  i quali dunque rischiano di diventare  inutili anche come 'merce di scambio' con la Bce per ottenere liquidità.  S&P stima che "in caso di ristrutturazione del debito greco o di default,  la percentuale di recupero per i bondholder (i proprietari dei  titoli greci, Ndr) sia compresa tra il 30 e il 50 per cento. Standard  & Poor's, considera infine ineluttabile un aumento del costo del  debito. Le stime sono per un rapporto fra debito e pil al 124% nel 2010 e  al 131% nel 2011 a fronte di una crescita del pil reale piatta nel  periodo 2009-2016 mentre il pil nominale tornerà a livello del 2008 solo  nel 2017.
Così le borse, non solo  quella di Atene, sono crollate, trascinando anche l'Euro all'in giù,  mettendo immediatamente a repentaglio il Portogallo, mentre i rendimenti  delle obbligazioni decennali della Grecia hanno superato la barriera  del 9% per la prima volta dal 2001, anno di ingresso della Grecia nella  zona euro e quelli dei titoli biennali sono schizzati al record del 12%  (livelli che gli "ottimisti" solo un mese fa ritenevano impensabile!). 
Per questo, alle prese con una crisi che potrebbe  travolgere anche il nostro paese, consigliamo di rileggere, o leggere  per chi ancora non l'avesse fatto, quanto scrivevamo ne «IL  LETTO DI PROCUSTE».
dal sito http://sollevazione.blogspot.com


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