Ingroia: ''la controriforma delle intercettazioni tutela la privacy della mafia''
di Eleonora Mastromarino
Antonio Ingroia, allievo di Falcone e Borsellino e attuale   procuratore  aggiunto a Palermo, di questa materia se ne intende e ci   tiene a  spiegare quali potrebbero essere gli effetti negativi della   nuova  legge. Per farlo ha anche scritto un libro, ‘C’era una volta    l’intercettazione’.
Innanzitutto per Ingroia sono state troppe le  bufale della politica   su  questo tema: “Ho vissuto momenti  d’indignazione, da cittadino oltre    che da magistrato, rispetto  all’utilizzo continuo della menzogna e di    una campagna di stampa  nella  quale i fatti vengono costantemente   capovolti”.
Per esempio, il governo giustifica questa riforma perché necessaria    per la tutela della privacy e la riduzione della spesa per le    intercettazioni, considerata troppo elevata. Per settimane abbiamo    sentito politici di entrambi gli schieramenti dare i numeri a proposito    della quantità di persone intercettate. Il ministro Alfano è arrivato a    dire che si tratterebbe di almeno 2 milioni di italiani. Ingroia però   ci  tiene a dimostrare come “in realtà le persone intercettate non  sono  più  di 20.000 ogni anno, molto meno del 1% della popolazione”. 
È vero che le intercettazioni costano troppo?
“Si- risponde il magistrato- ma esistono sistemi semplici e a portata    di mano che consentirebbero di ridurre i costi senza bisogno di   ridurre  le intercettazioni, o addirittura di abolirle come di fatto    succederebbe con questa legge.”
Cos’è che fa costare tanto le intercettazioni?
“La principale voce di spesa è la cifra che lo stato deve ai gestori    del servizio telefonico, perché per ogni intercettazione si paga    l’intero costo della telefonata. In altri paesi non è così: in Germania    lo stato non paga niente e in Francia una cifra irrisoria. Allo stato    italiano, concessionario della rete telefonica, basterebbe un semplice    atto amministrativo che stabilisse i prezzi, cioè non si paga niente o    si paga poco.
Per non parlare poi degli sprechi fatti sulle intercettazioni    ambientali. Le forze di polizia e le procure non dispongono delle   attrezzature necessarie  per fare le registrazioni. Non abbiamo   microspie, né micro-telecamere,  però ne abbiamo bisogno, quindi   noleggiamo le attrezzature da società  private, che impongono prezzi   molto alti. Anche in questo caso  basterebbe dotare le forze di polizia   di tali strumenti e specializzare  personale per utilizzarli,  abbattendo  moltissimo i costi”.
“C’è poi un altro aspetto da considerare, i costi sono bilanciati dai    profitti. Grazie alle intercettazioni montagne di denaro provenienti   da  patrimoni illeciti vengono recuperate, omicidi e stragi  scongiurati,   per non parlare degli arresti di latitanti e mafiosi”.
Cosa succederà allora alle indagini? Quali reati saranno più    difficili da perseguire?
“Tutti! Perché l’intercettazione è resa di fatto impossibile. Se i    presupposti per disporne una sono i cosiddetti ‘evidenti indizi di    colpevolezza’, cioè a dire la prova che la persona da intercettare ha    commesso il reato, l’intercettazione diventa inutile. Avendo già le    prove il soggetto viene arrestato, processato e condannato, senza    spendere, stavolta davvero inutilmente, soldi dello stato in    intercettazioni”.
I reati di mafia sono esclusi?
“È quello che si affannano a ripetere ma nessuno ricorda che alle    indagini di mafia si arriva quasi sempre partendo da reati cosiddetti    satellite che con la mafia non sono direttamente collegati. Le uniche    indagini a non essere danneggiate dalla nuova legge, saranno quelle sui    ‘soliti noti’, cioè coloro che si sa già essere mafiosi. Diventerà   molto  più difficile indagare sugli insospettabili. Tra l’altro, mentre   l’ala  militare è stata duramente colpita negli ultimi anni, la mafia    finanziaria, quella dei colletti bianchi è oggi al vertice    dell’organizzazione, avendo conquistato sempre più spazi d’impunità”.
Dunque la mafia sarà favorita da questa riforma?
“Non voglio dire che favorisce le mafie, ma sicuramente danneggia le    indagini e le procure antimafia. Quando passerà questa legge noi  saremo   disarmati nei confronti di questo pezzo del sistema criminale e  voi   cittadini sarete più indifesi. Quindi di fatto, non credo ci sia  la   volontà di favorire la mafia ma il risultato sarà questo.”
dal sito http://www.megachipdue.info 


0 commenti:
Posta un commento