Bonafi: chiudere la Borsa, che rapina le aziende
Chiudere la Borsa, che razzia l’economia  reale in modo parassitario, grazie al sistema capitalistico che  favorisce il caos. L’economista Gilles  Bonafi sposa la provocazione di Frédéric Lordon, ricercatore del Cnrs, il Consiglio  nazionale francese per la ricerca scientifica. Secondo Lordon, per  bloccare la crisi  bisogna innanzitutto abolire i mercati finanziari: «Numerose voci –  rileva Bonafi – cominciano ora a porsi il problema di un sistema  economico strutturalmente irrecuperabile, che spinge l’umanità alla  catastrofe», puro riflesso della «legge della potenza» teorizzata da  Vilfredo Pareto.
«A trionfare sono dunque i peggiori (non i migliori), quelli che non  hanno scrupoli e il cui ego è più sviluppato, i superpredatori», scrive  Bonafi, in un 
intervento ripreso da “Megachip”.  «Indipendentemente dal sistema all’opera (comunismo o capitalismo  che sia)», s’impone la legge di Pareto, che è esponenziale: «Una curva,  in altri termini, che tende all’infinito: cosa impossibile nel nostro  mondo finito, la biosfera», le cui risorse sono naturalmente limitate e  non possono reggere a lungo una aspettativa infinita di crescita.
Niente può svilupparsi all’infinito: finiamo sempre con l’arrivare  alla contrazione, che nell’uomo ha il ritmo della respirazione e nelle  stelle un’evoluzione che le trasforma prima in giganti rosse, poi in  nane bianche. L’economista francese cita il famoso apologo della rana  che voleva diventare più grande di un bue, «un racconto che si applica  perfettamente alle nostre élite e a quel che sta succedendo ai nostri  giorni: è sotto questa angolatura che bisogna analizzare l’attuale crisi economica».
L’uomo, prosegue Bonafi, consuma in modo incoerente l’energia  (alimentazione, energie fossili) e quindi aumenta il disordine, il caos  (inquinamento, distruzione delle altre specie): «La finanzia non  dovrebbe più esistere perché introduce caos nel sistema». Finora, sono  state avanzate poche soluzioni. Per l’ideologia neoliberale «tutto si  riassume nella legge della giungla»: vince il più forte, mostrando «il  lato oscuro della forza». 
Cuore del sistema capitalistico è  la Borsa,  che Frédéric Lordon vorrebbe addirittura chiudere.
La proposta non è stata ripresa dai media. Bonafi la considera  rivoluzionaria, perché proprio la finanza  «favorisce l’evoluzione esponenziale dei debiti e del caos». Basti  pensare che cinque banche statunitensi «controllano quasi la metà dei  prodotti derivati (oltre 20.000 miliardi di dollari) e hanno messo in  opera un gigantesco insider trading, grazie ad algoritmi finanziari che  permettono di guadagnare sempre e, ovviamente, senza nessun collegamento  con la realtà economica».
Se la funzione iniziale della Borsa era quella  di fornire capitali alle aziende, ora la situazione si è capovolta,  avverte Bonafi: «Ed è l’intera società ad essere presa in ostaggio e  spogliata delle sue ricchezze a esclusivo vantaggio di pochi». Lo stesso  Lordon mette oramai in luce il vero funzionamento della finanza: «In Borsa, le aziende  più che approvvigionarsi di capitali 
vengono depredate, perché  quel che gli azionisti prendono (in dividendi e rastrellamento di  azioni) finisce per superare quel che concedono. In conclusione non è  più la Borsa  a finanziare le aziende, ma sono le aziende a finanziare la Borsa».
La finanza  è dunque il punto in cui si concentrano le “metastasi” di un corpo  malato, che secondo Bonafi «bisogna amputare, prima di una loro  propagazione». Avendo ben chiaro, comunque, che l’abolizione della Borsa sarebbe solo  una tappa: «Il cuore del dibattito dovrà essere la necessaria rimessa  in causa del capitalismo: pensare un sistema economico che funzioni  in circuito chiuso, al cui centro si trovi l’uomo e non il denaro,  criminalizzare la ricchezza eccessiva fissando un tetto per i patrimoni  personali, ideare un sistema distributivo (e non ridistributivo) che  metta la conoscenza al giusto posto e che innalzi l’uomo invece di  trasformarlo in animale (mito di Circe) e in schiavo» (info: www.megachip.info).
dal sito http://www.libreidee.org


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