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Nel fango affonda lo Stivale dei maiali


Ieri le notizie che occupavano lo spazio principale sui quotidiani online erano le parole di Montezemolo: “La lotta alla corruzione è un’impresa titanica che occuperà quanto meno lo spazio di una generazione” e i risultati del sondaggio di Repubblica sui falsi invalidi che si mangiano un miliardo di euro all’anno: ciechi che parcheggiano o che leggono il giornale, sindaci che promettono pensioni di invalidità in cambio di voti e via dicendo. Se poi aggiungiamo i dati della Corte dei Conti che ha stimato il danno della corruzione in 60 miliardi di euro all’anno e quello dell’evasione fiscale in 100 miliardi di euro, l’immagine del paese è abbastanza nitida.
Per quanto i nostri politici mangino e si ingrassino con i soldi pubblici dello stato, certamente la colpa del malcostume italiano non è da addossare tutta a loro. I numeri parlano chiaro ed il significato non è poi tanto nascosto: il genio italico ha sviluppato una particolare sensibilità per tutto ciò che profuma di illegalità. La regola alla base del rapporto tra stato e cittadino sembra essersi trasformata in un quesito che il cittadino rivolge allo stato: “come faccio a fotterti?”. Le risposte hanno una forte originalità, le migliori portano come risultato i più grossi scandali. Ultimo in ordine cronologico "la colossale truffa allo stato" nella quale sono coinvolti Silvio Scaglia, fondatore di Fastweb e il senatore Nicola di Girolamo (PdL): per entrambi è stato emesso l'ordine di arresto.
Detto questo, c’è da sottolineare il fatto che in Italia esistono anche persone integerrime, che dedicano la propria vita alla legalità e lavorano affinché questo paese possa diventare migliore dal punto di vista civile e politico. Il fatto è che queste poche persone sono sopraffatte, sia nel numero che nella forza, da chi preferisce sguazzare nel lerciume della corruzione.
Una classe politica pulita, civile e non corrotta sarebbe un buon inizio nonostante c’è chi sostenga che per far politica ci si deve sporcare la mani. Sfortunatamente però i politici di oggi, dopo essersi sporcati le mani e aver provato un particolare piacere, non hanno problemi a rotolarsi nel fango. Quanta somiglianza con i maiali! Quindi se da un lato dobbiamo continuare a pretendere una classe politica migliore di quella attuale (la scienza sta indaganzo se esista qualcosa peggiore), dall’altro dobbiamo capire che, visto il bacino dal quale vengono attinti i politici, la speranza di un miglioramento si riduce ad un lumicino.
Bisogna essere coscienti del fatto che la classe politica attuale rappresenta la maggioranza degli italiani, che non mangiano tanto quanto quelli che governano ma che lo farebbero se fossero al loro posto. Ragionando in questo modo bisogna chiedersi se la democrazia sia la forma di governo più appropriata per un paese fatto di cittadini irresponsabili e parassiti che vivono rubando il futuro a quei pochi che sono la parte migliore ma purtroppo nascosta. La democrazia, affinché possa funzionare, richiede un popolo civile, informato, dedito alla legalità e con un profondo senso dello stato: qualità che sembrano sconosciute a moltissimi italiani se si guarda ai fatti anzichè alla propaganda.
La soluzione al problema è un processo di ri-civilizzazione che richiede tempo e il cui risultato probabilmente nemmeno lo vedremo ma senza di questo lo Stivale dei maiali non potrà che continuare ad affondare nel fango senza la speranza di uscirne più ma con la certezza di morire affogato.

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