I Promotori della Libertà della Brambilla e Silvio Saddam
di Alessandro D'Amato
Un regolamento sobrio, aperto e per nulla dedito al culto della personalità, quello che hanno scelto i cosiddetti “Promotori della Libertà“, che sicuramente raccoglierà consensi anche in quella parte del globo che sembra ancora refrattaria ai valori occidentali, come le frange talebane in Afghanistan o gli ex componenti della guardia armata di Saddam Hussein. Basta leggerlo, per rendersi conto che l’invincibile armata messa sotto il comando del luogotenente Michela Vittoria Brambilla non è per nulla pericolosa ed è pronta a muoversi con democristiana imparzialità per salvare il paese dagli attacchi comunisti. Leggiamo qualche estratto dal regolamento per convincercene.
Articolo 1: I Promotori della Libertà dipendono direttamente dal Presidente Silvio Berlusconi, che li coordina attraverso il responsabile nazionale del Settore Iniziative Movimentiste del Pdl.
Articolo 2: Queste le finalità principali che si propone l’organizzazione dei Promotori della Libertà: – sostenere il lavoro del Presidente Silvio Berlusconi, sia a livello di movimento di opinione sia con azioni concrete sul territorio che contribuiscano alla migliore conoscenza del suo operato sia diffondendo i valori di democrazia e libertà di cui è strenuo difensore.
Articolo 3: I Promotori della Libertà si riconoscono nel Presidente del Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi, e secondo le sue indicazioni sono coordinati a livello nazionale dal responsabile del Settore Iniziative Movimentiste, in raccordo con il Coordinamento Nazionale e con il responsabile del Settore Tesseramento.
Articolo 4: 1) I responsabili territoriali e tematici dei Promotori della Libertà sono nominati dal Presidente Silvio Berlusconi
Articolo 5: Art. 5- Entrata in vigore – Il presente Regolamento entra in vigore con l’approvazione del Presidente del Popolo della Libertà.
Veramente, non si capisce proprio cosa abbia da straparlare chi accusa i Promotori di somigliare a qualcosa che poteva pensare solo Kim Il Sung o Kim Yong Il. E adesso tutti in coro salutiamo il presidente: “Eia, eia, alalà!”
Fonte articolo: http://www.giornalettismo.com
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