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Liste “pulite”. I rimpianti di La Russa

di Alessandro Bampa

La propaganda di regime è sempre piu’ spudorata, inondando il popolo italiano di falsità vomitevoli, come l’intenzione del premier di “depurare” le liste per le elezioni regionali. Non è vero niente. Le parole di La Russa, il guerrafondaio ormai a capo di “esercito s.p.a.” che avrà le sue “buone ragioni” tutte personali e legate all’arricchimento suo e di famiglia per tutelare il malaffare generalizzato, svelano la porcheria che sta sotto le “liste pulite” di Berlusconi. Infamia che s’aggiunge a infamia.
Da Bile

Leggete un po’ cosa si è sentito in dovere di precisare oggi Ignazio La Russa sulla magnifica idea berlusconiana delle liste pulite: «Fuori dalle liste anche gli indagati, ma nella decisione delle candidature alle Regionali il Pdl non accetterà un automatismo e sarà il partito a prendere la decisione finale sui singoli».

«Non ci saranno automatismi – ha proseguito il ministro della Difesa – ci riserviamo delle eccezioni: anche gli indagati sono fuori dalle liste ma la decisione finale è nostra. Convengo con Berlusconi. Non possiamo offrire alibi a nessuno e il fatto che nei confronti di Berlusocni vi sia un accanimento giudiziario non suoni come alibi per nessuno: la parola d’ordine deve essere “massima trasparenza”. E questo si sta tramutando in fatti concreti, anche dolorosamente e con sofferenza. Nonostante la Costituzione preveda che si è colpevoli solo con una sentenza passata in giudicato, noi stiamo facendo un’operazione diversa, anche con sacrifici e sofferenza personale: penso al mio amico Prosperini, che non potrà essere candidato e non verrà candidato. Cosentino non c’entra nulla, proprio per la trasparenza non l’abbiamo candidato altrimenti sarebbe stato lui il candidato in Campania».
Nessun dubbio sul fatto che il Pdl non avrebbe mai consegnato le liste elettorali ai pm, era chiaro a tutti che le scelte alla fine le faceva comunque il partito: come abbiamo già detto, se gli inquisiti del partito berlusconiano non dovessero candidarsi, salterebbero una marea di teste, soprattutto quella bitumata del capo. Figuriamoci poi se quello che se ne esce spesso con certe frasi (tipo «questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa, perché lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana») può mettere sul serio il suo futuro politico e quello dei suoi scagnozzi proprio nelle mani degli «antropologicamente diversi». Dunque nessuna sorpresa per questa parziale retromarcia. Certo ora sarebbe da chiedere a La Russa il significato di «massima trasparenza», ma forse non è il caso di approfondire. Preferiamo concentrarci su altri due aspetti della sua frase, ovvero sui casi personali citati.
L’«amico» Prosperini è l’assessore ai giovani della giunta di Formigoni balzato agli onori delle cronache per essere stato arrestato dalle Fiamme Gialle il 16 dicembre scorso con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta. Ma anche lasciando da parte le sue vicende giudiziarie, basta ripescare su youtube i video nei quali il nostro è protagonista per capire che forse il personaggio non rappresenta proprio il meglio dell’Italia. Anche certe sue frasi (come «Garrottiamoli i gay… Ma non la garrota di Francisco Franco. Alla maniera degli Apache: cinghia bagnata legata stretta intorno al cranio. Il sole asciuga il laccio umido, il cuoio si ritira, il cervello scoppia») dovrebbero far tirare un sospiro di sollievo ai colonnelli del Pdl per quell’arresto.
L’altro caso preso in esame dal ministro, quello di Cosentino, è esilarante. La candidatura del sottosegretario all’Economia sarebbe stata ritirata «proprio per la trasparenza». Se la trasparenza corrisponde ad un mandato d’arresto confermato nella sua legittimità in tutti i gradi di giudizio ma proprio per questo respinto dalla Cosca che siede in Parlamento, allora nessun problema, basta specificare la metafora. Caro La Russa, non ci pigliare per i fondelli: lo sappiamo tutti che Cosentino alla fine non si è potuto candidare perché se avesse vinto le elezioni avrebbe dovuto lasciare per incompatibilità il suo incarico da parlamentare, perdendo quindi l’immunità e finendo nelle patrie galere. Ignazio, diccelo chiaramente: le liste pulite sono solo l’ennesimo spot del capo. Fallo per la massima trasparenza.

Fonte articolo: http://www.cloroalclero.com

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