Pages

Con Berlusconi siamo tornati dove ci ha lasciato Mussolini

di Pietro Salvato

Nessun paragone irriverente, nessun grido al “regime”. Solo il risultato di una precisa analisi di “storia dell’economia” che dimostra come, per trovare un calo del Pil per abitante superiore a quello del 2009, bisogna tornare al 1945.
Lui, Silvio Berlusconi, in uno dei suoi consueti attacchi di modestia si è considerato “solo” come “il miglior premier degli ultimi 150 anni”. Il fondamento di questa espressione, ai più – e non solo ai soliti detrattori della sinistra – resta ancora un mistero, specie se ci fermiamo ai tanti record negativi raccattati in campo economico, in soli due anni, dal suo ultimo governo.

IL TELE… COMANDO - Certo, Berlusconi ogni qualvolta ne ha la possibilità, cerca di convincerci che pure sul versante economico le cose vanno tutto sommato bene. Secondo il premier, rispettivamente: “siamo usciti dalla crisi“, “abbiamo superato la fase peggiore“, “abbiamo cominciato la ripresa per primi” nelle migliori condizioni possibili e, in ogni caso, sempre “meglio degli altri“. Affermazioni, ad onor del vero, a cui è sempre mancata la possibilità di un qualsiasi contraddittorio. In passato, infatti, abbiamo già ricordato come qualche affermazione, diciamo così, “erronea” del nostro premier, fosse passata in tv senza alcuna verifica del caso. Per esempio, quando lo scorso martedì, 15 settembre dell’anno passato a “Porta a Porta” (manco a dirlo), Silvio Berlusconi sostenne che “abbiamo fatto molte misure anti crisi, ne cito una per tutte, 34 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali, per garantire chiunque perda un posto di lavoro di essere aiutato dallo stato… Noi abbiamo dato l’esempio, perché prima e meglio degli altri abbiamo esteso, questo aiuto, questa assistenza dello stato, a tutte le categorie, anche agli artigiani, che non l’avevano, anche ai commercianti che non l’avevano. Il tutto senza aumentare l’imposizione fiscale, senza mettere una tassa in più o un aumento di tassa in più“. A noi bastò semplicemente andarci a leggere la tavola III.2 dell’ultimo Dpef, alla voce “Misure volte a migliorare il funzionamento del lavoro”, stanziate per il quadriennio 2008-2011, per dimostrare come il totale spalmato su 4 anni, risulta essere di circa 15,2 miliardi di euro, ossia meno della metà dei 34 miliardi “reclamizzati” da Berlusconi nel salotto televisivo di Bruno Vespa.

IL FUOCO DI DRAGHI - Qualche giorno fa al convegno del Forex a Napoli, il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi ha sostenuto: “L’Italia sta uscendo dalla crisi con un tasso di crescita basso, ai minimi europei. In Italia lo scorso anno il prodotto interno lordo è diminuito di quasi il 5%”, evidenziando inoltre che per quest’anno se ne prevede un recupero lento, con ampie incertezze legate in particolare agli andamenti del ciclo internazionale e alle condizioni del mercato del lavoro“. Il calo del Pil è il maggiore rilevato “nelle serie storiche dell’ISTAT che partono dal 1970“. Stesso andamento hanno avuto poi sia le esportazioni, sia le importazioni. Nel 2009 rispettivamente -20,7% le prime e -22% le seconde. Anche in questo caso si è trattato del peggior dato dal 1970. Come se fossimo in un’ideale macchina del tempo, dati alla mano, possiamo perciò dimostrare come, utilizzando le statistiche elaborate dallo storico dell’economia, Angus Maddison (Statistics on World Population, GDP and Per Capita GDP, 1-2006 A.D. e i dati di The Conference Board Total Economy Database) pubblicate dall’istituto di analisi economica Nens, bisogna addirittura risalire al 1945, ovvero l’ultimo anno della seconda guerra mondiale in cui ci aveva disastrosamente condotto il regime fascista, per trovare in Italia una diminuzione del PIL totale e per abitante superiore a quella registrata nel 2009. La recessione dell’ultimo biennio, pertanto, risulta di gran lunga la peggiore dal dopoguerra. Nel 2009 il PIL totale è regredito, in termini reali, al livello del 2001. Il PIL per abitante è a sua volta sceso al livello del 2000. Davanti ad una crisi così grave, il nostro governo, come abbiamo dimostrato più volte anche noi, non ha saputo offrire risposte efficaci ed adeguate. La disoccupazione è in repentina salita. Il dato “reale”, oramai, supera il 10% e tutti gli indicatori fanno immaginare una sua ulteriore crescita anche per il prossimo biennio. Allo stesso tempo, il Debito pubblico è tornato i livelli del 1993 mentre, ciononostante, la Spesa pubblica continua ad aumentare… Schopenhauer sosteneva nella sua “Arte di ottenere ragione” che in una disputa non è necessario badare troppo alla “verità” e, soprattutto, a chi abbia effettivamente ragione. Berlusconi l’ha capito, e per cautelarsi ha tolto di mezzo proprio ogni possibile discussione!

Fonte articolo: http://www.giornalettismo.com/archives/51828/%ef%bb%bfcon-berlusconi-siamo-tornati/

btemplates

0 commenti:

Posta un commento