Pages

Bersani, Bertolaso e il povero Feltri che non capisce mai

di Alessandro D'Amato

Anche oggi Vittorio Feltri non può esimersi dal tentare il colpaccio: la prima pagina del Giornale dà conto dell’ennesimo sgùb, pubblicando uno scambio di lettere tra enti ufficiali di qualche anno fa: “Le lettere che imbarazzano il segretario Pd – Bersani chiese aiuto a Bertolaso – Il leader dei democratici vuole la testa del sottosegretario e si scandalizza perché non si occupa solo di terremoti, ma tre anni fa pretendeva l’intervento della Protezione Civile per organizzare un congresso che gli stava a cuore“.

4358841254 f93d321a1b o Bersani, Bertolaso e il povero Feltri che  non capisce maiAndando poi a leggere il pezzo, si scopre che Bersani non è che volesse l’intervento della Protezione Civile per la sagra della salsiccia alla festa dell’Unità, ma ne pretendeva l’intervento per il Congresso Mondiale dell’Energia che doveva presiedere in quanto ministro delle Attività Produttive: ciò nonostante, ha fatto benissimo Bertolaso, come scrive giustamente nella lettera di risposta, a dare all’epoca il due di picche all’attuale segretario del PD.

Quello che Feltri non capisce è però proprio il punto focale che dovrebbe insegnare la vicenda da lui riportata alla luce: che il “no” al Congresso dell’Energia non giustifica i tanti altri sì pronunciati in mille altre occasioni, in quell’”Emergenza Continua” che ha caratterizzato il comportamento della Protezione Civile nell’epoca di Bertolaso. “Un´escalation di ordinanze della presidenza del Consiglio – 330 del Governo Berlusconi dal 2001 al 2006, 46 dell´esecutivo Prodi e più di 250 dal ritorno del Cavaliere a Palazzo Chigi – ha portato sotto il cappello del super-commissario degli appalti tricolori un po´ di tutto: i lavori per mettere in sicurezza gli scavi di Pompei come i festeggiamenti per il quattrocentesimo anniversario della nascita di San Giuseppe da Cupertino, le piscine dei mondiali di Nuoto e persino la riesumazione delle sacre spoglie di Padre Pio“, ha ricordato Ettore Livini su Repubblica qualche giorno fa.

L’emergenza continua non ha risparmiato nulla: i provvedimenti per sistemare il traffico a Napoli, i rifiuti di Palermo, il via vai di gondole e vaporetti a Venezia, l´anno giubilare paolino, le rotonde per i Mondiali di ciclismo a Varese. E ha giovato ai soliti noti: sempre da Repubblica, si legge che i bilanci delle società i cui nomi sono emersi nell´inchiesta di Firenze sono esplosi: “La Anemone di Grottaferrata – che ha costruito il palazzo delle conferenze per il mancato G8 sardo e alcune piscine per i mondiali – ha visto il suo giro d´affari decollare dai 10 milioni del 2007 ai 37 del 2008 «in forza – spiega la relazione di gestione del gruppo – di appalti della pubblica amministrazione». La fiorentina Giafi del gruppo Carducci, battuta sul filo di lana da una società di Anemone nel maxi appalto da 62 milioni per il Parco della Musica nell´ambito delle celebrazioni per i 150 anni d´Italia (altra pseudo-catastrofe a gestione protezione civile) si è consolata con i lavori per l´albergo ricavato per il G-8 dall´ex ospedale della Maddalena. I suoi ricavi sono raddoppiati in due anni a 88 milioni. E il bilancio racconta bene di chi è il merito: «Il governo in carica – recita testuale – mostra di aver preso coscienza del fatto che bisogna colmare il gap infrastrutturale del paese»“. Ecco, il punto è proprio questo: invece di guardare al dito del Congresso, Feltri poteva guardare la luna. Non era difficile da capire.

dal sito http://www.giornalettismo.com

btemplates

0 commenti:

Posta un commento