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Debito pubblico e ricchezza privata

Uno dei tanti mantra dai quali, dall’inizio della crisi, gli italici sudditi sono bombardati è certamente quello del basso livello di indebitamento delle famiglie, immagine speculare di una solida ricchezza mobiliare ed immobiliare, oculatamente gestita nella maggior parte dei casi con l’intermediazione di banche che non parlano inglese. E fin qui tutto bene.

Lo slogan “noi ne usciremo meglio di altri” deriva proprio dalla mancata necessità di terremotare il bilancio pubblico per salvare le banche. Anche se poi, a dire il vero, ci è stato detto che anche in Italia le banche sono state salvate. Chissà, magari con i Tremonti Bond, che quasi nessuno ha emesso, salvo quelli che avevano necessità di raccogliere i punti-fedeltà del Tesoro e/o presentavano assetti proprietari sufficientemente fragili da impedire o sconsigliare ricapitalizzazioni. Tornando al punto, si è detto che il migliore posizionamento italiano, durante la crisi, deriverebbe dal fatto che la somma di debito pubblico e privato italiani è inferiore a quello di molti dei paesi con i quali ci confrontiamo. Il che sarebbe anche vero, in astratto. Se non fosse che, ai fini della solvibilità del paese, è il debito pubblico quello che conta.

Facciamo un esempio pratico. Ipotizzate di avere un paese con un elevato rapporto debito-Pil, diciamo intorno al 120 per cento. Questo paese da oltre un quindicennio cresce poco e nulla, per una serie di concause tra le quali possiamo citare un mercato del lavoro molto rigido, un quadro istituzionale avverso alla crescita, una spesa pubblica non solo incomprimibile ma pure in strisciante espansione, che costringe a continui aumenti della pressione fiscale. Ad un certo punto, e dopo una serie interminabile di condoni fiscali, necessari per tenere assieme i conti pubblici, i mercati iniziano ad alzare il sopracciglio, avanzando dubbi circa la capacità di rimborso del paese debitore.

Secondo voi, che può fare l’innominato paese del nostro esempio, considerato che circa metà del suo debito pubblico è detenuto da residenti, andando peraltro ad ingrossare il florido patrimonio privato? Idea: una bella patrimoniale, di quelle che compensano attività e passività. In fondo, questo misterioso paese ha molto debito pubblico ma robusta ricchezza privata, no? Naturalmente questa sarebbe una soluzione di breve termine, e finirebbe solo con il rinviare la resa dei conti, in perdurante assenza di crescita.

Morale della favola: debito pubblico e ricchezza privata sono grandezze patrimoniali, ma se non cresce la fondamentale grandezza economica, cioè il reddito, le famiglie rischiano di scoprire che avere un robusto patrimonio potrebbe essere una iattura.

Fonte articolo: http://phastidio.net

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