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Stiamo morendo ma non ce ne accorgiamo

"Popoli d'Europa, sollevatevi!". E' questo il messaggio che i cittadini greci lanciano dalla culla della cultura e della democrazia. Il Partenone ritorna per un attimo quel simbolo di sapienza che per secoli ha contraddistinto la civiltà dell'Antica Grecia. Oggi come allora quel popolo ci invita alla riflessione, all'utilizzo dell'intelletto e della ragione per comprendere ciò che sta loro accadendo, che ci sta accadendo. Riguarda tutti noi europei, dal cittadino milanese all'agricoltore polacco.

Ma la nostra ragione è ormai nel pieno torpore. Anzi, direi che è in uno stato di coma farmacologico. Mentre l'Europa dei banchieri gioca e specula sulle nostre vite, noi siamo più presi dalle lotte fra Fini e Berlusconi, dalle case di Scajola, dai calci di Totti a Balotelli e chi più stronzate ha, più ne metta. I nostri "quotidiani", anche quelli che pretendono di essere alternativi, per non parlare poi dei telegiornali, a questo argomento non dedicano altro che poche righe sgangherate e prive di senso. Quel che è peggio, il più delle volte servono per attaccare i manifestanti e non i governi o le banche che, di fatto, tengono nel loro pugno tutta l'Europa. I giornali, infatti, non sono altro che i cagnolini da guardia del potere politico e finanziario, mai si sognerebbero di andar loro contro perchè - chi in un modo, chi in un altro - sono tutti collusi con questi squallidi individui. E' bastato che tre persone morissero nelle legittime e sacrosante proteste greche che l'onda delle anime pie si lanciasse in un atto d'accusa verso i greci. Su Canale 5 il vicedirettore de "Il Giornale" (che non nomino nemmeno) si è lanciato in un'appassionante elogio alle banche e al governo Papandreu, attaccando duramente i greci che "hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità, godendo di un welfare esagerato che pagavano gli altri stati europei". In quella stessa trasmissione, anche un altro "giornalista" del Corriere della Sera approvava ampiamente le parole del succitato vicedirettore.

Insomma: dobbiamo pagare per le azioni delinquenziali di questi banchieri, andare a votare (perchè è un dovere eh!) chi di fatto glielo permette impunemente e alla fine farci indottrinare da quei servi che manovrano i mezzi di comunicazione di massa. Tra un paio d'anni mi aspetto che le nostre mogli entrino nell'harem di qualche dirigente di Unicredit e che noi andremo a pulire le loro scarpe con la lingua, credendo che sia anche giusto e doveroso. Se ci rendessimo conto di cosa sta accadendo, saremmo già in piazza a manifestare e a difendere non astratti diritti sanciti da una sempre più astratta costituzione (che, chissà come mai, è valida solo a seconda dei casi e a seconda di chi la usa), ma noi stessi. Noi, nella nostra umanità, nella nostra libertà più pura. Stiamo per diventare schiavi e ancora crediamo che le violenze greche siano il risultato di qualche disgraziato Black Bloc. Quella non è la loro lotta, non riguarda i greci e basta. Riguarda tutti noi. Perchè presto saremo nella loro stessa identica situazione.

I nostri politici hanno venduto il nostro futuro alle banche. Ora loro se lo tengono ben stretto, perchè il futuro è denaro. Ma solo per loro, naturalmente. I greci sono i primi che se ne sono resi conto, perchè di fatto lo Stato è morto. Il loro futuro è volato via. I loro diritti cancellati. I servizi minimi annullati. I loro soldi prosciugati. Tutto per difendere gli interessi di Bruxelles e dei suoi inquilini. Gli errori fatti dal governo greco, sono gli stessi fatti dal governo spagnolo, da quello portoghese, da quello britannico, dal nostro. Ora vedremo se il popolo italiano, quello che ha inventato tutto e che per secoli è stato sinonimo di cultura, avrà le palle per sfogare la sua rabbia.
 

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