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Miracolo! Ma quale crisi! Come regalare un paio di miliardi a Silvio e vivere felici

di Alessandro Robecchi

Dunque, amici. Ogni tanto una notizia non fa male. Anche se è una notizia che fa male. Vado per sommi capi e poi passo la palla a quelli più bravi di me, che non ci vuole tanto. Dunque la storia è questa: il digitale terrestre libera delle frequenze analogiche. E’ il progresso. In tutto il mondo, dunque, i governi vendono queste frequenze analogiche lasciate libere dal digitale. Chi se le compra? Gli operratori di telefonia mobile, che così hanno buone frequenze per vendere i loro prodotti. Insomma, è un affare. Un affare per lo stato, per il bilancio, e dunque alla fin fine per i contribuenti. Nel 2009 il governo degli Stati Uniti ha incassato in questo modo la bellezza di 19 miliardi di dollari. Il governo tedesco sta facendo le aste in questi giorni: incasserà dai 4 agli 8 miliardi di euro, butta via… Secondo la Commissione Europea il valore di queste frequenze libere che si potrebbero vendere è di 44 milioni di euro, non male, eh! Tutti i paesi europei si accingono a vendere le loro frequenze alla telefonia mobile, o comunque a cederle, perché quelle frequenze analogiche possono avere due tipi di valore: 1) per il mercato. 2) per la democrazia dell’informazione, infatti potrebbero servire per portare la banda larga dappertutto. E qual è l’unico paese europeo che non le vende, ma le regala? Quello italiano. E a chi le regala? Alle televisioni, cioè Rai e Mediaset. Bello, eh! Aggiungo di mio: e chi è il ministro delle Attività Produttive, che sovrintende anche le Comunicazioni, che ha questa bella trovata dopo le dimissioni di Scajola? Ad interim… Silvio Berlusconi! Ecco. Io ve l’ho fatta facile. Molto più bravi di me sono Roberta Carlini che ne ha scritto su L’Espresso (leggi qui) e Enrico Grazzini che ne ha scritto su Sbilanciamoci.info (leggi anche qui). Per il resto, silenzio di tomba. Strano, eh? Proprio mentre si stanno cercando 25 miliardi, regalarne un paio a Silvio…

dal sito  http://www.alessandrorobecchi.it/

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