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La grande truffa e la disonestà intellettuale del mondo finanziario

Scritto da Francesco su usemlab.com

28 Maggio 2010

Pensavo che la grande crisi finanziaria del 2008-2009 potesse avere spinto tanti "colleghi" nel settore delle analisi economiche ad approfondire la scienza economica. Un estremo tentativo di riuscire a capire il perchè, da una decade, annaspano nel buio e prendono granchi. Mi sono sbagliato. Di quel 99% di analisti colti di sorpresa dalla crisi, forse appena un 4% ha deciso di rimettersi sui libri. Gli altri perserverano con le loro chiacchere di sempre.
L'approfondimento, il cercare di capire, sarebbe a questo punto anche questione di onestà intellettuale, ma in questo secondo caso siamo, come si può ben capire, di fronte a pretese assurde. Come il mondo politico, quello finanziario è ricco di intellettuali disonesti e di disonestà intellettuale.

Il processo di riconversione intellettuale richiederebbe una rinuncia a dei privilegi che garantiscono uno tra i migliori stili di vita alle spalle della società produttiva. A chi converebbe mai? Chi rinuncerebbe mai a poter spendere soldi finti, creati dal nulla, in importi che il proles medio fa solo fatica a immaginare. Tipo tre, quattro mila euro per una cena! O qualche decina di milioni per una barca.

Nel mondo finanziario la peggiore disonestà, senza limitarci neanche a quella intellettuale, si trova proprio ai massimi vertici. Proprio in quei comitati di governo delle banche centrali che falsificano costantemente il denaro in maniera istituzionale, organizzata, e sistematica, producendo enormi danni non solo all'attività economica, ma anche alla società intera! Mentre i privilegiati, sempre più ricchi, se la contano tra di loro e gozzovigliano alle nostre spalle.

Ci sono articoli come questo ad opera di Ambrose Evans-Pritchard pubblicato sul telegraph e ripubblicato da wallstreetitalia (complimenti a tutti e due) che riportano il grave stato di disonestà intellettuale di economisti e alti responsabili delle politiche economiche. Disonestà che influenza le nostre vite, che sta rovinando le nostre vite.

La tragedia tuttavia è che il pubblico è ancora ingenuo, non è ancora in grado di riconoscere quella sfacciata disonestà. Solo gli ingenui potrebbero infatti digerire quell'articolo senza un qualche conato di vomito. Tutti gli altri che hanno scoperto il problema alla radice, potrebbero invece sentirsi male nel leggere come ancora nel 2010 qualcuno osi dire:
"La politica fiscale non funziona - ha proseguito Congdon - gli Stati Uniti hanno appena provato il piu' grande esperimento fiscale della storia ed hanno fallito. Cio' che conta e' la quantita' di denaro. Se la Fed non agisce, una recessione a doppia V diventera' una certezza".

Tim Congdon, che qualcuno ha il coraggio di chiamare Professore, cosa di fronte alla quale mi sentirei degno di candidatura a premio nobel, lavora per l'International Monetary Research. Non sappiamo cosa sia, ma se queste sono le conclusioni a cui arrivano, ci sarebbe da farli chiudere per attività intellettuale fraudolenta, e spedirli tutti a lezione di Huerta de Soto, insieme ai ragazzini di 20 anni. Ovviamente qualcosa che potrebbe accadere solo in un mondo onesto, dove finalmente si è compresa la scienza economica. Non lo siamo, e la dimostrazione è proprio che tali scempiaggini vengano ripetute e pubblicate ad libitum dalla stampa di regime.

Dice Congdon: "Ciò che conta è la quantità di denaro".... "se la Fed non agisce"....

!?!? ... ?!?!?!?

La quantità di denaro?? quale denaro?? quello creato dal nulla dalla stessa FED iperattiva, grazie alla quale mentre 100 anni fa bastavano 20 dollari per comprare un'oncia d'oro, oggi ne servono 1200?

Quella M3, ovvero quel denaro virtuale fisicamente inesistente, che per anni, e per mano della stessa FED è cresciuto a ritmi del 10-15% l'anno gonfiando bolle di ogni tipo, senza alcuna lamentela da parte dei professoroni servi del potere?
Quella stessa quantità di denaro che adesso, per essersi contratta di qualche punto percentuale, terrorizza gli stessi inetti che fanno propaganda inflazionistica attraverso teorie economiche fasulle, e persistono nel difendere qualcosa di veramente indifendibile a costo oramai di passare per dei poveri cerebrolesi??

Quella quantità di denaro la cui crescita, come ripetuto milioni di volte, non contribuisce a creare alcun benessere e che tuttavia, secondo qualche astrusa teoria economica, sarebbe necessiario gonfiare costantemente??
Quella quantità di denaro la cui continua crescita, invece, non fa altro che trasferire il benessere e la ricchezza con il risultato che abbiamo tutti quanti sotto gli occhi, ovverosia la polarizzazione sempre più estrema tra ricchi e poveri?

Quella quantità di denaro che non ci viene mai data direttamente, ma viene canalizzata nel sistema passando prima per gli amici più prossimi alla stampante monetaria, mentre ai proles arriva solo quando ha perso valore??
Quella quantità di denaro che, come dice Mises, sarebbe opportuno lasciare immutata, in quanto qualunque ammontare riesce a servire lo scopo: far funzionare in maniera ottimale tutti gli scambi volontari del mercato?

In un sistema bancario a riserva intera sui depositi alla vista, senza banca centrale, con un denaro ancora costituito da una determinata quantità d'oro, NON si potrebbe verificare alcuna contrazione monetaria.
Non ci sarebbe infatti alcuna possibilità di creare denaro dal nulla per il semplice motivo che ciò che non esiste non può sparire, non si contrae, non si distrugge.

Non ci sarebbe in altre parole alcuna contrazione di un denaro che nel tempo è diventato rappresentativo di debiti insostenibili, cattivi investimenti, attivi finanziari di nessun valore e che per questi stessi motivi è destinato a distruggersi.
Non ci sarebbe boom insostenibile, e non ci sarebbe crisi che cerca di riaggiustare gli errori di investmento compiuti durante il boom economico artificialmente stimolato.

Non ci sarebbe alcuna corsa o alcuna lotta verso il potere, per ottenerlo, per influenzarlo, per corromperlo, per ingraziarselo, di modo da accaparrarsi il denaro creato dal nulla.
Non ci sarebbe quindi il successivo e ben più grave conflitto sociale per cercare di preservare un denaro che viene percepito come risparmio, ma che di fatto non esiste se non a livello contabile.

Ma lo vogliamo capire o no che esiste una grande piramide rovesciata, fatta di denaro virtuale creato a volontà e dal nulla dalle banche centrali e moltiplicato per un fattore di circa 10 dal sistema bancario??

Lo vogliamo capire o no che questo processo di falsificazione istituzionale della moneta crea enormi distorsioni nella allocazione dei capitali, nel mercato, sui mercati finanziari e quindi in ultima analisi nel pacifico processo di cooperazione sociale?

Lo vogliamo capire o no che questa crisi è solo l'inevitabile conseguenza di un sistema marcio oramai fino alle fondamenta, che si protrae tra alti e bassi da quasi un secolo, ed è finalmente giunto al termine dei suoi giorni, checchè ne dicano e ne facciano i burocrati preposti alla confisca dei frutti del nostro lavoro, sia tramite il prelievo fiscale, che quello inflazionistico??

E per chiudere leggiamo dallo stesso articolo le considerazioni di quell'altro fenomeno di nome Paul Ashworth, almeno da arrivare a una bella vomitata liberatoria:
Paul Ashworth di Capital Economics ha detto che la contrazione della massa M3 e' preoccupante, precisando che indica un crescente rischio di deflazione. "L'inflazione core e' già la piu' bassa dal 1966, quindi non abbiamo molto margine di errore. La deflazione diventa una minaccia se si protrae abbastanza a lungo da diventare radicata".

Meno male che questo non è un professore. Però dice cazzate del valore equivalente se non superiore a quelle dette sopra dal compagno di merende.
Ma quale minaccia deflazionistica?? Il mercato sta distruggendo l'M3 perchè la M3 è costituita da mezzi fiduciari, ovvero denaro che esiste solo grazie all'illusione contabile, denaro che, lo ripeto ancora, è rappresentativo solo di debiti insostenibili, di investimenti che non avranno alcun ritorno economico, di attivi finanziari che valgono zero.

La distruzione di questo denaro finto non è deflazione. E' un ritorno alla normalità. E' la marea dell'illusione di prosperità che, come è giusto e inevtabile che sia, si sta ritirando, sta scoprendo il re nudo.
Il problema è che qua a questo punto, oramai quasi tutti noi siamo re nudi. Sotto la propaganda di questi stessi professoroni, negli ultimi 60 anni ci siamo vestiti di cose che non potevamo permetterci, e la tragedia è che a questo punto non siamo disposti a rinunciarci.

Non vogliamo rinunciare a tutti i privilegi che ci sono stati concessi, ai sussidi, alle sovvenzioni, in poche parole non vogliamo rinunciare, come dice Huerta nella sua 16mesa lezione, all'oppio rappresentato dal socialismo che ci siamo fumati per oltre un secolo.

Perchè stampare denaro dal nulla oltre ad essere falsificazione, violazione dei diritti di proprietà, è una forma perversa di socialismo applicata strettamente al cuore del sistema economico.
Abbiamo creduto per 100 anni a questa tragica illusione, e non vogliamo rinunciarci. Adesso, come era inevitabile che accadesse, siamo spinti al conflitto sociale e alla lotta, tutti contro tutti.

Di questo passo, il processo di cooperazione pacifica che in occidente ha funzionato tramite l'illusione per oltre 60 anni, verrà distrutto entro la fine della decade.
E questo sia che si permetta all'onda di ritirarsi come è giusto che si ritiri, mostrando che siamo tutti nudi, sia che si cerchi di coprire la nudità buttando ancora più acqua.
II risultato di queta seconda azione, che si ripete oramai sistematicamente da diversi anni, grazie agli inflazionisti come Congdon e Ashworth, sarà uno Tsunami spaventoso.

A livello sociale lo Tsunami sortirà all'incirca lo stesso effetto del ritiro della marea, ci farà capire di essere nudi, ma a livello economico questa seconda risoluzione potrebbe comportare qualcosa di peggiore.
Quindi che sia marea deflazionistica o tsunami, per noi proles si tratta in fondo solo di una questione di relativa importanza.
Da questa tragedia non si scappa se non facendo tremendi sacrifici e rinunciando all'oppio.

Tornando a un quadro istituzionale in grado di limitare quanto più possibile privilegi e parassitismo, e di stimolare invece l'esercizio della funzione imprenditoriale e il libero mercato, ovviamente nel rispetto di Leggi assolute, di fronte alle quali siamo tutti uguali, senza eccezione alcuna.
Forse, dico forse, per essere coerente e realista fino in fondo, i sacrifici da sopportare sarebbero anche in questo ultimo caso spaventosi. Siamo andati troppo oltre. Veramente troppo oltre.

Forse i primi a riorganizzarsi secondo quelle direttive potranno uscirne in maniera quasi indolore, gli altri soffriranno inevitabilmente, e tanto peggio quanto indietro rimarranno nella corsa verso il libero mercato, la funzione imprenditoriale, la moneta onesta e il fiscalismo paradisiaco.

L'alternativa, escludendo l'unica soluzione alternativa fatta da nuovi totalitarismi guerre e distruzione, è tra un dow jones che scende a un valore compreso tra 1000 e 2000 con un prezzo dell'oro che tra alti e bassi resta qua dove sta adesso.

Oppure tra un dow jones che spara a 50 e 100mila e un oro che quota altrettanto. E se non li fermano per tempo, riformando il sistema, o alla peggio togliendo qualche zero alle nuove banconote in circolazione, entrambi potranno anche arrivare a 100 milioni, miliardi, trilioni.
Accadde durante la Repubblica di Weimar. Se pensate che non possa accadere agli Stati Uniti, o all'Europa, state continuando a sbagliarvi.

Come ho scritto nel mio libro, io propendo per questo secondo scenario di risoluzione del problema. Almeno fintanto che gli inflazionisti avranno la meglio. E come non potrebbero avere la meglio? Essi sono ovunque, nei posti di comando, in tutti i media, nelle accademie, nelle scuole, nelle banche, e in tutti quei luoghi dove si influenzano le idee dei proles. Anche su internet.

Attenti quindi più allo tsunami che alla marea che si ritira. A mio avviso lo Tsunami sta gonfiando ogni giorno che passa. Pensavo che potesse scatenarsi prima, ma arriverà, è solo questione di tempo. Arriverà come è arrivata l'inevitabile crisi finanziaria del 2008-2009. All'improvviso. Intanto per fortuna la marea si sta ritirando e ci sta scoprendo sempre più nudi, cosa che deve essere di stimolo per fare studi e ricerche, per divulgare l'errore intellettuale compiuto ancora dalla totalità degli inflazionisti.

Una ultima buona notizia per il popolo italiano. Qua nella terra del sole e del mare, della pizza e del mandolino abbiamo un motivo in più per non farci spaventare dalla propaganda e dalle minacce degli inflazionisti. Come riporta questo articolo, dal titolo The Snake Swallows Itself: Odd Italian M3 Activity, nonostante le leggere contrazioni di M3 negli altri paesi, la M3 italiana sembra crescere in maniera sana e robusta intorno al 6.5% l'anno.

Quindi GIOITE POPOLI ITALICI: qua da noi non c'è ancora nessuno spettro di discesa dei prezzi a sollievo dei consumatori. I nostri prezzi al consumo continueranno a salire gradualmente, a fronte di salari fermi, o quel che è peggio, di salari che spariscono. E per questo non scordatevi mai di ringraziare gli inflazionisti: tutti i lor signori e professori che fanno la stessa propaganda inflazionistica nonché i nostri banchieri centrali sempre ben iperattivi sulle leve della stampante monetaria.

dal sito http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=469:marea-o-tsunami&catid=21:scuola-austriaca-di-economia&Itemid=51

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