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Rischio rivolta, se a pagare la crisi sono solo i poveri

da libreidee.org

Una tradizione cinese racconta che in passato i medici ricevevano la parcella dai loro pazienti per tutto il tempo che questi ultimi versavano in condizioni di buona salute, l’emolumento ai dottori era sospeso appena compariva una malattia. Con piccole correzioni si potrebbe proporre di applicare questa antica saggezza alla pratica della flessibilità rendendola criterio universale di regolazione dei rapporti socio-economici. Il lavoratore flessibile dovrebbe pagare merci e servizi nell’interezza del loro prezzo solo quando lavora a tempo pieno, dovrebbe invece riceverli a metà prezzo quando posto in cassa integrazione e gratis quando disoccupato.
Contestualmente i commercianti dovrebbero accettare la stessa flessibilità e così gli industriali, i finanzieri, i parlamentari, i “rentier”, i privilegiati a

Moni Ovadia

vario titolo e via sproloquiando. Una proposta folle? Ridicola? Forse. Ma mai altrettanto schifosa quanto il pretendere che la flessibilità tocchi solo ai lavoratori. Le vicende della Grecia mostrano che la corda si sta spezzando. Il delirio iperliberista, i suoi apologeti, i gangster di certa finanza internazionale che hanno creato voragini ora pretendono di far pagare ai danneggiati il costo della crisi speculando nel frattempo sulle loro disgrazie.
I farabutti di questa risma gozzovigliano senza ritegno spartendosi oggi bonus miliardari con i soldi dei contribuenti. Il mondo, al di là delle forme e della democrazia della retorica, è ritornato in mano al privilegio più sconcio come negli anni che precedettero lo scoppio della Rivoluzione Francese. È sperabile che ci si svegli subito da questo incubo e si prendano provvedimenti veri, altrimenti gli eventi della Grecia saranno solo il prologo di ben più deflagrante catastrofe.
(Moni Ovadia, “Flessibili e farabutti”, da “L’Unità” dell’8 maggio 2010, www.unita.it).

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