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L’iPad e il feticismo consumista

di Italo Romano

Oggi in Italia è uscito l’ultimo gingillo di casa Apple. Nonostante la crisi dilagante non sono mancate le file dinanzi gli store addetti alle vendite dei feticci della mela morsicata. Decine di persone hanno dormito all’addiaccio pur di accaparrarsi l’oggetto del desiderio. Gente disposta a percorrere lo stivale per intero, pur di appropriarsi in anteprima di un attrezzo che definire di culto è riduttivo. La magic box tanto acclamata da Steve Jobs, è stata preceduta da una campagna pubblicitaria durata circa un anno.
In questi mesi dove misteri e indiscrezioni facevano capolino da Cupertino, base operativa di Apple, è cresciuta spasmodicamente l’attesa per l’oramai celebre tablet. La strategia di marketing ha fatto centro. Greggi di adoratori belanti stamani si accalcavano dinanzi gli Apple Store, con la bava alla bocca, pronti a fiondarsi dentro guidati da profondi spasimi di consumismo.

Quella della mela morsicata è una mania, una fede indissolubile, visto i prezzi definibile elitaria. I prodotti di Steve Jobs sono entrati di diritto nella galleria degli status symbol. Acclamati, spesso, più per moda che per effettiva utilità. L’ideologia consumista che regna nel mondo, cosidetto civilizzato, ha fatto il resto. Apple, giustamente, come tante altre aziende, ha cavalcato e cavalca l’orda barbarica, arricchendosi oscenamente.
L’iPad ha avuto un successo planetario, forse inaspettato. Le scorte del prezioso tablet sono state messe a dura prova. A quei poveretti addetti all’assemblaggio, in Cina, li attendono mesi di fuoco, sudore e sangue. Noi continuiamo a vivere la nostra vita, a vendere e acquistare, consapevolmente colpevoli in un mondo ingiusto dove i vizi e i lussi di pochi, sono poggiati sulla morte e la sofferenza dei morti. Ma si sa, occhi che non vede, occhio che non duole. Viviamo la nostra falsa vita, fatta di apparenza. La follia consumista sta dando il meglio di sè. Non ci si può mica fermare sui rimorsi di coscienza. Allora  tutti all’arrembaggio di questa costosissima quanto inutile scatola vuota.
Queste resse, a cui si è potuto assistere oggi, sono lo spunto adatto per evidenziare la schizofrenia che regna nella mente collettiva. La sfrenata ricerca della felicità attraverso l’acquisto di oggetti inanimati e privi di qualsiasi peculiarità. L’ideologia materialista ha preso il sopravvento, spingendo a crederci dipendenti dallo spasmodico consumo di beni materiali. Siamo investiti quotidianamente da continue novità in ogni campo. Ci hanno ABITUATO a comprare prodotti non per quello che sono o per quello a cui potrebbero servire, ma per quello che rappresentano.
La pubblicità facilità il giochetto. Ma ciò che lo rende reale e l’ignoranza e l’ottusità diffusa nella massa. Pigra, totalmente disimpegnata, povera, conformista e schiava degli stacchetti pubblicitari.
Si sono create delle vere e proprie sette, gruppi di fedeli pronti a fare carte false pur di possedere gli oggetti con i marchi adorati. Alcune aziende, come la Apple, godono di trattamenti speciali. I suoi prodotti sono sempre giudicati a priori innovativi e rivoluzionari. Come spesso accade, non è tutto oro quello che luccica, ma i più non interessa. Taluni sono così deviati da ragionare acriticamente, o diciamolo schiettamente, fideisticamente. Le mancanze o gli errori di progettazione sono presentati e giustificati come scelte. Scelte accettata come dogmi imposti dalla Chiesa-mela.
E’ una civiltà strana la nostra. Dove regna l’alienante sillogismo di tutti colpevoli, tutti innocenti. Forse voi vivete meglio così, io non ce la faccio proprio più.

dal sito http://www.oltrelacoltre.com

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