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Nucleare: nuova lettera a Bersani, ma questa volta per dire no

Neanche due settimane fa un gruppo di scienziati, manager e politici simpatizzanti del centro-sinistra avevano scritto all’onorevole Bersani per chiedergli di favorire il ritorno italiano al nucleare. Tra i firmatari c’erano anche nomi famosi, come Umberto Veronesi e Margherita Hack. Ora, invece, Bersani riceve una seconda lettera, dai toni opposti: non si deve tornare al nucleare e si devono aumentare gli investimenti nelle rinnovabili.
Questa volta il mittente è “Energia per il futuro“, un “gruppo di docenti e ricercatori di Università e Centri di ricerca, pienamente convinti che non sia più il tempo in cui gli scienziati possono chiudersi nelle loro torri d’avorio per dilettarsi con loro ricerche, senza curarsi dei problemi della società in cui operano e di quelli dell’intero pianeta”.
Non è la prima lettera anti-nucleare che questo gruppo di studiosi invia ai rappresentanti politici italiani: durante l’ultima campagna elettorale per le regionali 2010, infatti, ne avevano mandata un’altra ai candidati delle varie regioni. In entrambi i casi, i mittenti erano 24.

Anche i motivi del no al nucleare sono gli stessi: i costi, economici ed ambientali, i problemi dell’industria nucleare all’estero, le scorie radioattive. Argomento, quest’ultimo, che viene affrontato nella lettera con queste pesanti parole:

C’è poi il problema dello smaltimento delle scorie, radioattive per decine o centinaia di migliaia di anni, che neppure negli USA ha finora trovato una soluzione. E c’è il problema dello smantellamento delle centrali nucleari a fine ciclo, operazione complessa, pericolosa e molto costosa, che in genere viene rimandata (di 100 anni in Gran Bretagna), in attesa che la radioattività diminuisca e nella speranza che gli sviluppi della tecnologia rendano più facili le operazioni. Si tratta di due fardelli che passano sulle spalle delle ignare ed incolpevoli future generazioni!
Alla prima lettera, quella di Veronesi, Bersani aveva risposto:
Il nostro no alla proposta del governo sul nucleare non ha assolutamente niente di ideologico. E’ un appello amichevole, ma noi contestiamo le velleità di un piano che non si occupa di alcuni argomenti centrali come la dipendenza tecnologica, le condizioni di sicurezza, la gestione degli esiti del vecchio nucleare, il decomissioning, le scorie, che mette le procedure di delocalizzazione su un binario complicato e assolutamente incerto e non affronta in maniera adeguata il problema dei costi
 dal sito www.ecoblog.it

azz, non capita tutti i giorni di imbattersi in un Bersani-pensiero grammaticalmente comprensibile, oltrechè condivisibile.
Mmmh, ma forse la risposta è opera di qualche suo addetto stampa ..... plausibile....

Certo che se da una parte ci sono scienziati ed intellettuali che si schierano a favore del nucleare, e dall'altra ce ne sono altrettanti che si schierano contro,
ma come minchia fa il povero italiano medio a prendere una posizione fra uno schieramento e l'altro??

Forse bisognerebbe semplicemente affidarsi al caro vecchio buon senso (sempre che ne sia rimasto abbastanza nel paese...)

Pensateci un pò: se nella civilissima e "avantissima" Finlandia sono raddoppiati i tempi e i costi di costruzione di una centrale come quelle che si vorrebbero costruire in Italia, immaginatevi cosa potrebbe accadere nel bel paese dei mandolini, della pizza, delle cricche, delle coppole e dei politici che non hanno idea di chi gli sta pagando l'appartamento!

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