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Euro, meno male che Silvio c’é…o ci fa

di Carlo Cipiciani

“Un impulso fondamentale allo sblocco dei serrati negoziati sul piano di salvataggio dell’euro ieri all’Ecofin l’ha dato il presidente Berlusconi quando, poco prima dell’1 di notte, ha chiamato al telefono il cancelliere Merkel. Fino a quel momento le trattative a Bruxelles si stavano arenando sulle diverse proposte presentate che non riuscivano a raccogliere il necessario consenso“. Questo il contenuto del comunicato di Palazzo Chigi. Un comunicato che non lascia dubbi, e che si potrebbe intitolare: Euro, meno male che Silvio c’é. Sembrerebbe, quindi, che se nelle frenetiche e convulse trattative di questi due giorni non siamo andati al disastro, se ancora esiste un’Europa, una moneta unica, una prospettiva di un futuro per il vecchio continente il merito sia in buona parte del nostro presidente del Consiglio. Palazzo Chigi ricostruisce così quanto successo in Belgio: “Nel corso della frenetica giornata di domenica a Bruxelles, il presidente del Consiglio si era mantenuto in stretto contatto con i suoi principali omologhi europei. La lotta contro il tempo per arrivare ad un risultato utile prima dell’apertura dei mercati asiatici si faceva sempre più serrata”. Ma quando la situazione sembrava in stallo, ecco la telefonata magica, e “successivamente si è materializzata sul tavolo del negoziato una nuova bozza di compromesso, poi tradotta nell’accordo finale“.


Per chi non ci crede, basta sentire Gianfranco Rotondi :”Il presidente del Consiglio si e’ mosso con pragmatismo e saggezza nella crisi europea. E’ stato fondamentale il suo ruolo”. Il ministro per l’attuazione del Programma ha proseguito: “L’opposizione tenga bene in conto tutto ciò perché l’attivismo di Berlusconi sul piano internazionale è una medaglia al petto per l’Italia.“ Per chi non fosse convinto, aggiunge Franco Frattini: “L’Italia, la Francia e la Germania hanno lavorato in modo perfetto, in stretto coordinamento tra loro, incoraggiando gli altri paesi a fare passi in avanti“. Chissà perché nessuno dei capi di stato e di governo degli altri paesi si è attribuito il merito dell’accordo raggiunto. Sarkozy è stato zitto, lasciando la parola a Cristine Lagarde, ministro dell’economia francese, che ha evitato di attribuire meriti al proprio Paese: “Abbiamo serrato le fila per salvare l’euro“. Angela Merkel, la (vera) protagonista del vertice si è limitata ad osservare che “Il maxi-piano è necessario per garantire il futuro dell’euro. E’ necessario attaccare i problemi alla radice e combattere realmente le cause delle tensioni che pesano sulla moneta unica” . Barack Obama non ha proprio rilasciato dichiarazioni.

Certo che quegli ingrati della Merkel, di Sarkozy e di Obama, che si sono consultati tra loro senza coinvolgere l’Italia molte volte in queste roventi 48 ore, evidentemente – Silvio dixit – senza approdare a nulla, un minimo di riconoscimento pubblico ai meriti del nostro premier lo avrebbero pur potuto dare. Invece, niente, neppure una parola. Chissà se sarà un complotto, se sarà invidia, o se più semplicemente in quei Paesi sanno che il segno del vero potere è l’understatement, mentre quello dei parvenu è il mettersi in mostra. O forse, ancora più semplicemente, c’è l’insostenibile ego di un leader un po’ invecchiato e sul viale del tramonto, che si sente – nonostante i soldi, il potere e tutto il resto – un calimero piccolo e nero in mezzo ai grandi della terra. E siccome grande non è, e lo sa, ci fa.

dal sito http://www.giornalettismo.com/

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