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Figli, geometri e igienisti

di Gianni Barbacetto

Dove sarebbe, invece che nel consiglio regionale della Lombardia (stipendio 10 mila euro al mese), Bossi Renzo detto la Trota, 21 anni, se non fosse figlio di Bossi Umberto? Dove sarebbe, invece che nel consiglio regionale della Lombardia, Minetti Nicole, 25 anni, se non fosse l’igienista dentale di Berlusconi Silvio? Dove sarebbe, invece che nel consiglio regionale della Lombardia, Magnano Francesco, se non fosse il geometra della nuova speculazione berlusconiana ad Arcore? Primo giorno di scuola al Pirellone: si è insediato il nuovo parlamento regionale lombardo, con grandi sorrisi del presidente Roberto Formigoni (al quarto mandato consecutivo, dunque ineleggibile, almeno secondo la legge). E gli scandali ambulanti, invece di suscitare indignazione, hanno sollevato curiosità, generato sorrisi, procurato buonumore: "Non chiamatelo Trota", si sussurrava prima dell’inizio della seduta al Pirellone. "Non chiamatela igienista dentale", raccomandavano gli addetti stampa. I flash dei fotografi erano tutti per loro. Loro i più ricercati dai giornalisti, per una risposta, una dichiarazione, una battuta. La Trota non ha deluso: "Mio padre mi dice di studiare e correre, e così faccio. La Minetti? Se è intelligente quanto è bella, faremo grandi cose insieme". Lei, Nicole Minetti, marcata a vista da una specie di tutor, ha tenuto la bocca chiusa (a parte un "sono emozionata"), così è riuscita a non dire niente di sbagliato. E alla fine della seduta, tutti a casa soddisfatti. Ma è mai possibile? Il partito nato per protesta contro Roma ladrona, contro la vecchia politica dei privilegi e dei nepotismi, oggi regala la “sedia” (ottimamente retribuita) a un ragazzo senz’altro merito che essere figlio di suo padre. Non proprio delfino, ma almeno trota, erede al trono della Padania per diritto di nascita, perché anche in Padania il capo tiene famiglia. Ma nessuno degli elettori della Lega (ce ne sono tanti in buona fede) sente stridere le buone intenzioni con i risultati? Dietro la prima fila del buonumore, fatta di Trote, spazzolini e colluttori dentali, c’è il grosso della truppa, che non fa notizia: politici, uomini di partito...

Eppure: presidente della prima seduta, per anzianità, è quel Giancarlo Abelli, parlamentare Pdl, grande amico del re delle bonifiche, Giuseppe Grossi, arrestato per lo scandalo delle aree da riqualificare a Santa Giulia, a Sesto San Giovanni. Anche la moglie di Abelli è stata in carcere per quella vicenda e ne è uscita solo dopo un patteggiamento che ha comportato anche la restituzione di 1,4 milioni di euro: quelli che Grossi aveva, non si sa perché, "parcheggiato" sul conto a Montecarlo di Abelli e signora. In quale paese d’Europa uno così sarebbe stato ricandidato ed eletto?

Sugli scranni del consiglio regionale o nella giunta di Formigoni siedono anche Massimo Ponzoni, Stefano Maullu, Angelo Giammario, Michele Colucci, Massimo Buscemi. Tutti con i nomi finiti in qualche inchiesta giudiziaria, vuoi per bancarotta, vuoi per corruzione, vuoi per mafia. Per carità: nessun reato commesso da loro. Solo contiguità incaute ma innocenti, fino a prova contraria. Ma in quale altro paese dell’Occidente, viste le frequentazioni, sarebbero stati ricandidati ed eletti? 


Il fatto quotidiano, 13 maggio 2010 
http://antefatto.ilcannocchiale.it

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