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Mr. B. promette, Bonaiuti smentisce

Sembra strano a dirsi ma ancora oggi una promessa fatta da Mr. B. fa notizia, nonostante sia difficile ricordare l’ultima che ha effettivamente mantenuto. Ma, fortuna sua, gli italiani sono dei gran smemorati quando si tratta di promesse politiche e quindi infinocchiarli non richiede un grande sforzo: tutto a portato di nano.
Ed è così che, insieme alla Befana, arriva anche la promessa per il 2010 di Mr. B.: “Il 2010 sarà l'anno delle riforme. Partiremo con quelle della giustizia, poi proseguiremo con la scuola e soprattutto con un programma di riforma fiscale per ridurre le tasse”.
Ovviamente non deve sorprendere il lettore il fatto che la prima tra le riforme elencate dal presidente del consiglio sia la giustizia, è la riforma sine qua non perché sotto il titolo generico di giustizia si trovano il folto numero di leggi ad nanum. Senza di questa il povero bersaglio di Arcore rischierebbe di finire miseramente condannato in un processo per corruzione.
Una volta sistemata la giustizia si può parlare anche di altre riforme e promettere l’oro che non c’è. In un paese messo in ginocchio dalla crisi, molto più povero di ieri e senza prospettive per il futuro non esiste soluzione migliore per mantenere alta la fiducia nel governo che promettere una fantomatica riforma fiscale con annessa riduzione delle tasse. Ridurre le tasse vuol dire ridurre le entrate da parte dello stato e questo ci può stare solamente se le spese sono inferiori alle entrate altrimenti capite che delle due l’una: o è una mossa da deficienti (e con i tempi che corrono non ci dovremmo stupire) oppure è la solita esca per far abboccare gli italiani creduloni.
La verità è che le spese sono di gran lunga superiori alle entrate e quindi anche questa è l’ennesima promessa da marinaio. Il fabbisogno, cioè le spese al netto delle entrate, nel 2009 è stato di 86 miliardi di euro con una crescita del 57% rispetto al 2008. Solamente per i beni e servizi nel 2009 sono stati spesi 5 miliardi di euro in più rispetto al 2008, il rapporto deficit/PIL ha raggiunto il 117%. Nonostante questo Il Sole 24 Ore ha nominato Tremonti miglior economista del 2009, salvo poi veder pubblicata una nota del comitato di redazione che prende le distanze dal premio assegnato al ministro facendo intendere che è tutta farina del sacco di Riotta.
Allora come fare per non deludere l’elettore che attende speranzoso la riduzione delle tasse? Semplice, ci pensa il baby sitter Bonaiuti che corre subito al riparo smentendo la fesseria di Mr B.: “Riduzione delle tasse nel 2010? Questa frase dal presidente del Consiglio non è mai stata pronunciata”. Eh vabbé, ormai siamo abituati anche a questo.

Fonte: http://www.voglioresistere.blogspot.com/

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