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Un ministro troppo buffo(ne) per essere degno

di Carlo Cipiciani

rendere sul serio il fantuttone che aspira ad essere Sindaco di Venezia, il ministro Renato Brunetta non è semplice. Nonostante l’agguerrita concorrenza di molti altri ministri, Brambilla, Matteoli, Frattini ed altri, nessuno è bravo come lui a far parlare di sé per le sue dichiarazioni a dir poco “sopra le righe”. Non contento delle recenti sparate, il ministro se ne è andato a Domenica In e ha lanciato una nuova proposta anti-bamboccioni: dare ai giovani 500 euro al mese a testa, sottoforma di sgravi, detrazioni sugli affitti, borse di studio, prestiti d’onore, incentivi per autoimprenditorialità ed altro, per aiutarli ad uscire di casa.

Le risorse sarebbero reperite agendo sulle pensioni di anzianità, quelle che partono dai 55 anni di età, intervenendo così “sulle anomalie e sulle distorsioni del sistema pensionistico e di welfare che dà troppo ai padri e quasi nulla ai figli”. Si potrebbe liquidare quest’ennesima sciocchezza – da cui si è prontamente dissociato Silvio Berlusconi in persona, che ha parlato di “un’idea del tutto personale, una posizione mai concordata all’interno del Governo” – ricordando lo slogan “Un dovere morale: Pensioni più dignitose” con cui il partito del ministro tappezzò le città italiane in una campagna elettorale di qualche anno fa.

Si potrebbe liquidare la sua idea ricordandogli che le sue azioni da Ministro della Funzione pubblica e dell’Innovazione sono un fallimento, che neppure la sua crociata contro i cosiddetti fannulloni ha avuto successo e che farebbe meglio a preoccuparsi in primis di questo, anziché di tutt’altro. Si potrebbe anche chiedergli di precisare meglio la sua proposta: quali sarebbero le pensioni da tagliare e di quanto. Come, a chi ed in che modo erogare i fondi ai giovani. Se la cifra potrebbe essere ritenuta adeguata a centrare l’obiettivo, o magari essere modulata in base a età, condizione, reddito, ecc..

Volendo fare un bello sforzo, visto che il ministro ha toccato comunque un nervo scoperto, il sistema del welfare italiano, che – come abbiamo detto più volte – è effettivamente squilibrato, tendendo a “proteggere” di più alcune categorie a scapito di altre, si potrebbe commentare che l’idea di Brunetta è socialmente regressiva, perché “toglie ai poveri per dare ai poveri”. Si potrebbe dire che il sistema delle pensioni va riformato ma non con la clava, andando ad incidere le gestioni in squilibrio e non tagliando dove capita, ricordando anche che le pensioni della stragrande maggioranza dei cittadini sono molto modeste e hanno subito recentemente persino una decurtazione. Si potrebbe dire che per le risorse per aiutare i giovani si potrebbero trovare tassando grandi patrimoni e rendite finanziarie, o combattendo l’indecente evasione fiscale che sottrae allo Stato circa 300 miliardi di euro annui di imponibile.

Ma questo vorrebbe dire prendere sul serio il signore dei tornelli. Uno che nessuno prende più sul serio. Né i suoi colleghi, né il suo presidente del Consiglio, che ha deciso di spedirlo a Venezia così la smette di dire stupidaggini tutti i giorni che fanno pure perdere voti. Forse l’unica risposta giusta per Brunetta è quella di uno che se ne intende, Giulio Tremonti, che in un recente Consiglio dei ministri gli ha detto: “Renato, se ti avvicini ancora ti do un calcio in culo”. Ministro Tremonti, per favore, glielo dia. E speriamo che i veneziani gli diano il secondo. A questo punto, è un dovere morale.

dal sito http://www.giornalettismo.com

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