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Fiat lux, per loro

by Anna Chiara Di Cagno

E mentre Lapo scorrazza con la sua Ferrari gialla e spende 300.000 euro, la FIAT continua a tenere l’Italia sotto schiaffo e mette in cassa integrazione un totale di circa 30.000 (trentamila) lavoratori.Dopo aver annunciato che un mito italiano come ALFA ROMEO verrà sostanzialmente azzerato, Fiat ha anche deciso che dell’Italia si interessa solo quando si tratta di incassare contributi. Ancora una volta gli amministratori FIAT dimostrano una incapacità nel produrre lavoro. Se è vero che una azienda non è una società di beneficienza ed i loro ammistratori devono fare profitto è anche vero che gli amministratori hanno come compito primario quello di cercare lavoro, far si che il lavoro aumenti e non affossarlo.

Credo, anche se sembrerà una proposta ideologica, che gli utili prodotti da un’azienda vadano, almeno in parte, investiti in azienda per il miglioramento dell’occupazione, i momenti di crisi, la riorganizzazione in modo da non richiedere al primo momento di crisi, incentivi, cassa integrazione, aiuti. E’ ora di smettere che c’è chi guadagna comunque alle spalle dei lavoratori e dello Stato che deve intervenire per la salvaguardia dell’occupazione, devono provvedere anche gli azionisti ed i finanziatori delle aziende che non devono solo godere degli utili e sfuggiere alle responsabilità quando ci sono difficoltà.

Sarebbe una politica chiaramente differente da quella Fiat che ogni due anni (mediamente) annuncia la cassa integrazione e ogni volta i governi ,di destra come di sinistra, intervengono con la concessione di sgravi e di incentivi. Questa volta il governo invece di concederli dovrebbe semplicemente fare uno scambio sociale:

  1. Incentivi in cambio della restituzione dei dividendi;
  2. Vendita dell’ultima acquisizione aziendale perchè altrimenti non si capisce per quale motivo si stanno facendo accomodare dolcemente gli operai nell’anticamera dei licenziamenti;
  3. Un impegno serio del governo nella salvaguardia della dignità degli operai che saranno via via licenziati.

Scambio che non avverrà perchè non ricordo nessun governo che non abbia ceduto alla Fiat in tutte le forme, concessioni di contributi, accettazione di casse integrazioni e forme varie di tutela. La Fiat si comporta come se fosse una industria statale, con la differenza che i dividendi se li sono sempre spartiti i privati. Prende contributi statali e produce in buona parte all’estero, chiude stabilimenti interi in Italia mettendo migliaia di famiglie allo sbando, però continua ad essere aiutata dallo stato con benestare sindacale, in nome della tutela dei lavoratori.

La Fiat non è un ente di beneficenza, è vero, come tutte le aziende cerca di trarre maggior profitto dal lavoro dei suoi dipendenti, ma fino ad ora Fiat si è servita degli ostaggi assunti per pompare soldi in contributi statali. Mi chiedo se qualcuno abbia mai calcolato quante sono le tasse pagate da Fiat e quanti sono i contributi erogati all’azienda. Probabilmente a conti fatti il gruppo di Torino ha ricevuto molto più di quanto ha dato.

Non parliamo poi del suo modo di fare impresa, ovunque è arrivata ha distrutto, parliamo di Autobianchi, Alfa Romeo, Seat, Lancia, Abarth, ecc. Il nostro caro ministro Scajola che ha scarsissima considerazione degli operai dovrebbe buttare sul tavolo di Fiat queste considerazioni. Lo stato italiano, Noi, abbiamo gia pagato la Fiat non una ma cento volte sarebbe ora che lo stato se la riprendesse.

Ormai Fiat Auto agisce con la totale libertà fornitale da decenni di sottomissione dello stato italiano alla famiglia Agnelli. Ci sono aziende dell’indotto che non vengono pagate da Fiat ormai da Maggio dello scorso anno, ci sono utilizzi di CIG a vanvera o meglio ad orologeria, ci sono intere aziende come lo stabilimento di Melfi, costruite per intero con finanziamenti pubblici.

Ora mi chiedo se tutto ciò abbia ancora senso, soprattutto quando Fiat continua imperterrita a fare utili e distribuire dividendi. Non è necessario inventare nulla, basta guardare la legislazione di paesi vicini (Germania, Francia) che hanno posto alcuni vincoli (magari non tutti quelli necessari ma almeno qualcuno) per frenare questo furto legalizzato.

Ieri a Ballarò si è citato lo stipendio di Montezemolo in Fiat: 3 milioni di euro (quello di Marchionne è di simile entità). Che si aggiungerà immagino a mille altre entrate dai mille altri incarichi che ricopre. Con merito, non ne dubito. Ma molti altri in Italia lavorano con merito, anche con incarichi dirigenziali, e per i cittadini medi gli stipendi sono tra i più bassi d’Europa. Mi chiedo quante persone debbano perdere il posto di lavoro per garantire questo tipo di privilegi in un’azienda che oltre tutto ha spesso usufruito di aiuti da parte dello Stato.

E a questo punto mi domando: se l’industria Fiat fosse stata acquisita dallo stato ,parlo per assurdo, altrimenti mi si da della comunista, non sarebbe alla fine costata meno ed avrebbe evitato continui ricatti in nome della tutela dell’occupazione ? Quando finirà questa partita a poker che Fiat sta giocando da almeno 50 anni sulla pelle degli italiani con giocatori competenti e governanti compiacenti?


dal sito http://www.kliggmagazine.com

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