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Fantapolitica

di Rita Pani

Leggevo un po’ di nomi di candidati alle prossime elezioni, e mi ribadivo l’idea di annullare la scheda elettorale con una sequela di parolacce, facendo ricorso alla memoria e ricercando le più difficili che so. La mia posta elettronica, accumulata in questi giorni di spostamenti casuali e convulsi, trabocca di inviti alla discussione che spaziano dalla necessità di una riorganizzazione a sinistra, all’ennesimo dibattito sulla riforma della giustizia. Mi è appena giunto anche l’invito a non smettere di sognare, e di essere sognatori, relativo alla giornata di primarie, oggi in Puglia. E a me sembra sempre più d’essere stata teletrasportata sulla terra, direttamente dall’Enterprise.

Non parteciperò a nessuna discussione politica, perché non credo che ci sia più nulla di politico da discutere. Siamo più o meno al punto di non ritorno. Con molta superficialità stiamo assistendo alla creazione di una nuova dinastia monarchica. Nessun principe è tornato vittorioso dalla battaglia in un regno vicino, così da potersi meritare la successione al trono; in Italia, berluconi il giovane, ha solo dovuto attendere di essere iscritto nel registro degli indagati per assicurarsi di poter sostituire il padre alla guida del regno, quando l’immortale deciderà di abdicare. I primi editti del principe sono chiari: a morte i giudici, viva il re mio padre.

In Lombardia l’avannotto si appresta a diventare trota, partendo dal basso come fece papà. Una seggiola alla regione, dopo essere stato educato al nazismo dalle scuole padane. Al sud, la plurindagata moglie di mastella invia video lettere agli elettori che tanto la rimpiangono. Se solo mi avessero invitato a un dibattito sulle cronache giudiziarie, forse, avrei potuto partecipare.

Il re prepara le liste delle nuove cortigiane. Estromesse per volere di Veronica durante l’ultima tornata elettorale europea, eccole riapparire, troie e ballerine, veline e dame di compagnia, coordinatrici delle loggette “silvio ci manchi”. Lo scandalo ormai è dimenticato, e l’italiota non porta rancore. Questa volta a stupirmi positivamente, sono stati i radicali che in Veneto e Lazio, candideranno Tinto Brass. L’esperto di culi per antonomasia, al quale non si potrà certo negare la carica di coordinatore di tanto materiale umano.

E poi ci sono i ministri candidati a sindaco, che chiaramente affermano dinnanzi al popolo elettore: “Mi candido ma sarò sindaco a metà.” (poi uno dice che fa battute scorrette) O l’altra … la ministra delle pari opportunità: “Mi candido ma non farò il sindaco di Napoli, perché io sono un soldato del pdl e non del governo”.

Eh! Provate a pensare alla domanda delle domande: “Mi scusi, signora ministro, ma allora che cazzo si candida a fare?”

Ma questa sì … è fantascienza.

dal sito http://www.r-esistenza-settimanale.blogspot.com/

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