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Salgono a 17 le Regioni contro il nucleare, e solo Lombardia e Veneto accetterebbero le centrali

e ti pareva, da buon cittadino veneto una notizia che non può che farmi piacere.....

Salgono da 15 a 17 (su 20) le Regioni contrarie al ritorno al nucleare deciso dal Governo. O per lo meno, alle sue modalità.
Fra le tre Regioni favorevoli, il Friuli precisa che non vuole centrali nucleari. Se ne deduce che esse potranno essere collocate in modo indolore solo in Veneto o in Lombardia.
O nel famoso giardino del ministro Scajola, che appunto lì ne vorrebbe una. Ma prima dovrebbe dichiarare la secessione dalla Liguria.
I dettagli.
Ieri all’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni c’era il parere sul decreto legislativo per la scelta dei siti nucleari.
La Conferenza è stata rinviata (le Regioni premono per lo sblocco dei Fas, fondi per le aree sottosviluppate), ma nei lavori preparatori le Regioni stesse hanno votato a stragrande maggioranza un documento che esprime parere contrario al decreto legislativo.
Oltre a Lombardia e Veneto, si è schierato a favore solo il Friuli, che però ha precisato di non volere le centrali: “Il nostro territorio è piccolo e non possiamo pensare di caricarlo di mille impianti”.
Quello richiesto alle Regioni è solo un parere. Significa che il Governo, se vuole, può continuare diritto per la sua strada. Ma è minimo minimo un netto avvertimento: quella strada sarà molto, molto in salita.
E si profila un’altra materia di contrasto: l’eredità della stagione nucleare chiusa con il referendum degli Anni 80.
Sergio Chiamparino, presidente dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni d’italia) e sindaco di Torino, con una lettera ha chiesto un incontro urgente con i ministri Scajola e Tremonti.
Bisogna parlare, dice Chiamparino, della “dismissione dei vecchi siti nucleari, a partire dalla necessità liberare le aree dai vincoli e individuare tutte le iniziative utili alla riqualificazione e rivalutazione dei territori interessati”. La lettera chiede “compensazioni” (tradotto: soldi) per gli enti locali.
Se queste istanze non fossero ascoltate, dice la lettera di Chiamparino, potrebbero portare ad ”azioni clamorose che potrebbero minare la credibilità delle istituzioni nei territori già oggetto di servitù, nonché in quelli che potrebbero esserne oggetto in futuro”.“Azioni clamorose”, anche se non meglio specificate. Un’altra bella gatta da pelare per il Governo che vuole tornare all’atomo.

dal sito http://www.blogeko.it/

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