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PD: partito disastrato

io sono d'accordissimo con questo pezzo di Paolo de Gregorio.
La mia impressione è quella di un malato terminale, ormai è giunta l'ora di staccare la spina!
Bisogna fare piazza pulita di una dirigenza che ormai è definitivamente compromessa.
Nessuna idea, nessuna azione concreta per il bene del paese, solo i soliti giochetti di palazzo.
Quella parte di italiani che non si è ancora fatta sedurre dalle sirene del berlusconismo ha bisogno di ben altri riferimenti.
Se ne facciano una ragione il baffetto e i suoi tirapiedi, devono farsi definitivamente da parte.
L'Italia ha disperatamente bisogno di un nuovo riferimento politico, facce nuove e pulite, altrimenti non c'è argine che possa contenere la deriva populista della destra e della lega.

Leggo tutti i giorni “Il fatto quotidiano” e invito a comprarlo e leggerlo, ma oggi (26 gennaio) trovo deludente l’editoriale di Padellaro, che affettuosamente accorre al capezzale del comatoso PD offrendo dei consigli, come estremo atto di fede verso una organizzazione che considera “amica”.
I consigli sono tre: il primo, giustissimo, è quello di considerare le primarie una regola tassativa ed evitare così veleni e risse tra i gruppi dirigenti centrali e periferici e lasciare decidere alla base, come è accaduto per Vendola.
Il secondo e il terzo consiglio sono riconducibili all’interno di una ormai dimenticata questione morale in cui il partito dovrebbe affidarsi a gente onesta e competente.

Ma come si fa ad aspettarsi qualcosa da un apparato e da una nomenklatura senza più identità politica, i cui dirigenti, pur avendo portato il partito di sconfitta in sconfitta, di cedimento in cedimento, al totale scollamento con la base senza più presenza sul territorio, spesso corrotti e indagati, non si sono mai dimessi e continuano con i giochi di “Palazzo”, ormai parte integrante della CASTA che vive di ospitate televisive e con i molti soldi del finanziamento pubblico ai partiti?
Non sarebbe più saggio e giusto, auspicare il definitivo declino del PD, che nemmeno con il congresso ha risolto il problema delle sue inconciliabili correnti (D’Alema, Veltroni, Marino, il ruolo dei cattolici), un partito che, arrivato al governo, non ha nemmeno affrontato la emergenza democratica di spezzare il monopolio televisivo privato facendo una legge che rendesse ineleggibile chiunque possieda mezzi di informazione di massa?
Come è possibile, come fa Padellaro, chiedere a questi signori di nominare candidati onesti e competenti senza scheletri nell’armadio?
Non sarebbe giusto essere intransigenti e definitivi verso chi ha abusivamente preteso di rappresentare la sinistra, ha marginalizzato i lavoratori, ha reso impronunciabili le parole comunismo e socialismo, ormai bruciate per sempre perché associate a tangenti, ruberie, tradimenti, con l’inamovibilità del gruppo dirigente?
Paolo De Gregorio

dal sito http://www.comedonchisciotte.org

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