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I padroni del mondo si assolvono

di Giulietto Chiesa

L'inchiesta sulla crisi finanziaria si arena fra i silenzi dei farabutti che hanno provocato il disastro.

Un funzionario tra quelli incaricati di trattare con loro qualche percento in meno delle loro prebende, si è lasciato scappare – essendo stato a contatto con loro - «è gente che pensa di vivere in un altro pianeta».

Chiedo scusa in anticipo: non sono un economista. Mi è già accaduto in passato di affrontare questioni economiche pur non essendo una specialista. L'ho fatto perché certe cose si vedono anche senza essere uno specialista e uno come me si chiede come sia possibile che la collettività non le veda o, vedendole, non si chieda cosa sta succedendo e cosa potrà succedere se non si pone rimedio. Io credo che non si vedano perché la società dello spettacolo in cui siamo a bagnomaria dalla nostra nascita ci impedisce ormai di capire. Fine della parentesi.

E veniamo al dunque. All'inizio di gennaio 2010, ormai due anni dopo l'esplosione della più grave crisi finanziaria degli ultimi 80 anni, la “Commissione d'Inchiesta sulla Crisi finanziaria” (Financial Crisis Inquiry Commission) ha cominciato i suoi lavori dalle parti di Wall Street.

Lo scopo dell'iniziativa dovrebbe essere quello di capire perché è successo il disastro. Qualcosa di simile alla Commissione d'inchiesta che gli storici ricordano con il nome del suo presidente, Pecora, e che lavorò negli anni '30 per venire a capo del disastro di allora.

Ricordarlo non è cosa oziosa, perché meno di dieci anni dopo scoppiò la seconda guerra mondiale. Come chiameranno gli storici questa commissione non si sa. Battezziamola Commissione Obama, per comodità.

Cosa sta venendo fuori? Niente. Per spiegare meglio: i banchieri che sono stati chiamati a dare i loro pareri non hanno visto niente o sentito niente.

Paul Krugman, indignato quanto me, che economista non sono, cita in un articolo su «The New York Times» (14/01/2010) , la deposizione di Jamie Dimon, della JP Morgan Chase: «Non c'è da essere sorpresi, accade ogni cinque o sei anni».

Si è dimenticato che il governo americano, cioè i cittadini (ma anche noi europei) hanno dovuto sganciare diversi trilioni di dollari e euro per ripagare i disastri compiti da quelli come lui, e dai governanti che, pagati da quelli come lui, hanno rinunciato a ogni forma di controllo sull'operato di gente come lui. Che quest'anno non ha sicuramente guadagnato meno di dieci milioni di dollari.

Un altro convocato per esprimere pareri, Lloyd Blankfein della Goldman Sachs, ha parlato della crisi come di un uragano che ti capita addosso. Come fare? Non c'è che da pregare Iddio.

Se si riferisce a noi, ha ragione. Ma loro hanno creato la crisi con le loro mani. E hanno costretto il mondo a pagarla, con l'aiuto di Obama. Il quale fino ad ora non ha cambiato una virgola delle regole che questa nuova classe ha scritto, anzi ha cancellato.

Ladri astuti che possono far crollare il tempio se li si chiama a rendere conto.

E adesso poveri noi? Adesso è peggio. Circa 60 miliardi di dollari saranno pagati ai circa 100 mila banchieri americani in premi e prebende per questo appena defunto 2009 che è stato il collasso per i redditi di decine di milioni di persone in America e per centinaia di milioni in tutto il mondo.

La appena citata Goldman Sachs ha pagato ai suoi 28mila dipendenti rimasti, dopo averne licenziati altrettanti, la cifra di 16,7 miliardi di dollari, circa 595 mila dollari a testa. JP Morgan ha fatto più o meno lo stesso con i suoi restanti 25mila addetti, con 11,6 miliardi di dollari complessivi.

La crisi loro non l'hanno vista, e neppure sentita.

Ma c'è anche di meglio. Barack Obama, il riformatore, che ha elargito denaro pubblico per salvare i ladri privati, ha messo in piedi una commissione per verificare quanto continuano a rubare. Una commissione che negozia con loro l'entità dei prossimi furti. In questo caso si tratta specificamente delle sette corporation che sono state tenute in piedi direttamente con i soldi pubblici, cioè stampando altro denaro per ripianare le loro follie.

La commissione si chiama TARP (Troubled Asset Relief Program, cioè Programma per il Salvataggio degli Attivi in Difficoltà). Gli attivi erano in realtà molto passivi, ma lasciamo stare.

Il salvataggio è per i banchieri di sette società che hanno preso i soldi pubblici. E sono, per la curiosità di molti, Chrysler Financial, General Motors, American International Group (AIG), Bank of America, Chrysler, Citigroup, GMAC. Per non perderci nei dettagli, prendiamo soltanto i vertici AIG, che hanno appena pagato 168 milioni di dollari, inclusi i premi di produzione, a un pugno di impiegati della sezione della corporation che si occupava dei Derivati Finanziari, cioè proprio quella che, se non avesse la banca ricevuto un prestito di 180 miliardi di dollari dalla Federal Reserve, “avrebbe trascinato a fondo l'intera finanza mondiale”. («International Herald Tribune», 2-3/01/2010).

Qui sono in discussione, si fa per dire, i redditi individuali delle 25 persone che stanno al vertice di quelle istituzioni private. In tutto si tratta di un pugno di farabutti comprendente 136 nomi. I quali, incuranti di ogni cosa, resistono abbarbicati alle loro montagne di denaro. E, in caso qualcuno volesse farli scendere, anche solo di qualche gradino, minacciano ritorsioni, gridano che se ne andranno altrove, rifiutano ogni compromesso.

Pochi ma potentissimi. Sono loro i veri padroni del mondo. E lo prova il fatto che nessuno ha avuto il coraggio, fino ad ora, di pubblicare l'elenco dei loro nomi sulle prime pagine dei giornali americani. E penso che questi elenchi dovrebbero essere pubblicati sulle prime pagine dei giornali di ogni paese del mondo, perché – anche se non tutti sono stati salvati con iniezioni ricostituenti delle dimensioni stratosferiche di questi ladri americani – tutti si sono salvati con gli stessi meccanismi. Ciascuno a spese dei cittadini di riferimento. Altro che Madoff, il banchiere capro espiatorio che è stato dato in pasto alla curiosità mondiale. Vittima sacrificale, non dirò poveretto perché il termine non gli si addice comunque, perché tutti questi 163, insieme agli altri 99 mila, potessero restare tranquilli al vertice del mondo.

Un funzionario tra quelli incaricati di trattare con loro qualche percento in meno delle loro prebende, si è lasciato scappare – essendo stato a contatto con loro - «è gente che pensa di vivere in un altro pianeta».

Ma la verità è all'opposto: siamo noi che viviamo sul loro pianeta. Ospiti indesiderati. C'è spazio per noi solo in quanto consumatori temporanei dello spettacolo che ci offrono e per il quale dobbiamo pagare il biglietto d'ingresso.

dal sito http://www.megachipdue.info

btemplates

3 commenti:

democrazia turnaria ha detto...

SPECULAZIONE E MOBILITA' SOCIALE

Dove non c’è libero mercato c’è la dittatura dei poteri forti, dei padroni del mondo. Gli stati sono roba loro, non nostra. E’ difficile dire la verità alla gente comune, perché normalmente non la vuol sapere, tende a rifiutare e rimuovere le informazioni sgradevoli. Chi non sa che la prima paura delle famiglie padrone è che qualche competitor più furbo di loro possa spodestarle, non sa nulla del potere. E se parla, parla a vanvera.
Nel mondo della finanza vera, delle Borse mondiali, una delle poche oasi di libero mercato rimaste, gli speculatori sono coloro che rendono possibile l’interscambio al miglior prezzo di merci e valori, così svolgendo una funzione benefica e indispensabile per l’economia. La speculazione è quindi normale, ed enormemente utile, in una economia libera.
La speculazione è anche e soprattutto l'unica via rimasta a chi è nato in una famiglia modesta per farsi strada nella vita, per accrescere il patrimonio della sua famiglia.
Tutte le altre vie di innalzamento sociale sono strettamente controllate dalle famiglie padrone e dai loro lacchè del politburò.
Minimi avanzamenti sociali vengono concessi solo a quelle famiglie di servi di provata fedeltà verso i padroni, in cambio di una totale obbedienza e di una completa rinuncia a qualsiasi sentimento di onestà e giustizia.
Coloro che instillano in un popolo completamente tenuto ignorante in materia l'odio verso lo " speculatore " vogliono solo bloccare la mobilità sociale.
Vogliono che il figlio del servo continui a fare pure lui il servo, anche se meritevole e capace; vogliono che il figlio del padrone rimanga padrone, anche se balordo, drogato e buono a nulla.
Aumentare le tasse per dare più soldi allo stato vuol dire dare più soldi ai poteri forti, che dello stato sono i padroni assoluti, contro le nostre famiglie.
Tali poteri forti, controllano lo stato e lo usano, oltre che per depredare il popolo, contro coloro che per merito avrebbero il diritto a sostituirli.
Bloccano così il ricambio delle élites, indispensabile per la salute e il buon funzionamento del sistema economico e politico.
Qualcuno di sinistra ma intelligente ha capito anche lui che le cosiddette “ rendite ” finanziarie sono in realtà i risparmi di lavoratori, pensionati e famiglie, già tartassati dall’inflazione della carta straccia che ci hanno imposto come moneta.
Un fatto che dovrebbe far riflettere anche chi di economia non capisce nulla e si lascia lavare il cervello dai giornali di regime: l’aumento della tassazione sulle rendite, cioè sui rendimenti del risparmio popolare, era nel programma di “rinascita democratica” della”P2”. Chi ha ancora un po’ di cervello non lavato dovrebbe capire da ciò in quali tasche andrebbero quei soldi rubati alle famiglie che risparmiano.

Filippo Matteucci - Economista privatista

democrazia turnaria ha detto...

(SPECULAZIONE E MOBILITA' SOCIALE Filippo Matteucci - Economista privatista )

Per chi volesse approfondire l'argomento, consiglio anche:

http://epistemes.org/2008/01/10/dieci-buone-ragioni-per-non-tassare-le-rendite/
Articolo di Benedetto Della Vedova, Piercamillo Falasca e Mario Seminerio

http://www.tradersxsempre.com/public/forum/index.php?showtopic=1253&pid=135606&mode=threaded&start=
(intervento di Luciano Priori Friggi)

http://www.lewrockwell.com/paul/paul334.html
(articolo sull’Inflation Tax di Ron Paul)

Due parole sul sistema fiscale
http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/08/cosa-serve-la-crisi-finanziaria-parte-2.html
http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/05/il-sistema-in-cui-viviamo-il-sistema.html

http://www.libertiamo.it/2010/01/12/teso-a-boeri-ma-esistono-le-rendite/comment-page-1/#comment-10224
(articolo di Adriano Teso)

http://www.italia-risparmio.it/finanza/rendite_finanziarie_ipotesi_sugli_effetti_di_un_aumento_di_tassazione.php
(articolo mio)

http://www.fff.org/freedom/0293c.asp
(articolo di Victor Niederhoffer)

Wikipedia – Mobilità sociale
http://it.wikipedia.org/wiki/Mobilit%C3%A0_(sociologia)

baggi1973 ha detto...

tutto bello e ragionevole.....se il sistema fosse gestito da gente capace ed onesta.
Peccato che sia tutto in mano a un branco di lupi affamati!
Il sistema è clinicamente morto.
Viene tenuto artificialmente in vita soltanto per spillare le ultime gocce di sangue dei soliti poveracci.

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