La lotta “selettiva” ai rifiuti campani del governo del fare
Come si spiega un Paese che al Nord chiama “uccello” un particolare anatomico che al Sud qualificano “pesce”? Non si spiega, infatti. Così, come non si spiega che il Viminale (la sede del ministro degli Interni), mentre tutti gli italiani si accingono a sedersi a tavola per il tradizionale cenone di Capodanno, decida di suo pugno di sciogliere “solo” tre comuni dell’alto casertano e di salvarne invece altri sei, distribuiti più o meno equamente tra la provincia di Napoli e quella di Caserta, ovvero quelli più “grossi” e dal peso “politico” più importante, come Giugliano e Aversa.
Il ministro dell’interno Maroni, infatti, ha firmato il decreto di scioglimento dei comuni di Castel Volturno, Casal di Principe e Maddaloni, su proposta del sottosegretario all’emergenza rifiuti, Guido Bertolaso, ma ha “salvato”, guarda caso, gli altri, tutti amministrati da giunte di centrodestra. Castel Volturno e Maddaloni, in particolare, erano gli unici comuni, tra quelli finora segnalati da Bertolaso, ad essere retti da giunte di centrosinistra. La proposta del ministro leghista, è stato poi controfirmata dal Quirinale. Un passaggio, quest’ultimo, dovuto poiché apre di fatto le procedure per lo scioglimento dei rispettivi consigli comunali. Infatti, in caso di rimozione del sindaco, l’ordinaria amministrazione viene retta in ogni caso dall’esecutivo in carica, il Comune viene sciolto e avviato verso le elezioni per il rinnovo degli organi elettivi. Una procedura, in sostanza, che evita che sia una commissione prefettizia a gestire la fase di passaggio e permette le elezioni così nella prossima tornata elettorale, prevista per fine marzo. Il provvedimento adottato fa riferimento a un decreto del 2008, nel quale lo scioglimento veniva previsto non solo per il mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, ma anche per “grave inosservanza di specifici obblighi”assegnati dalla Protezione civile nell’ambito della raccolta e trasporto dei rifiuti.
Della vicenda c’eravamo occupati già qualche settimana fa. Già allora, tra le righe, temevamo che il tutto sarebbe finito in “politica”. Quanto accaduto, evidentemente, oggi lo dimostra. In particolare, evidenziamo una dichiarazione del sindaco di Giugliano, Giovanni Pianese, uno dei maggiorenti campani del Pdl e fedelissimo del discusso sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, il quale candidamente sosteneva: “di aver avuto rassicurazioni dallo stesso Commissariato “che non fossimo più nell’elenco dei cattivi”. Ora, infatti, sembra esserne nuovamente uscito. Un gioco al rimpiattino, fatto col bilancino “politico”, davvero sconsolante.
Col nuovo anno è scaduto pure il commissariamento straordinario (in realtà, restano ancora sei mesi di proroga, per il disbrigo delle attività burocratiche, dicono). Si tratta di un’eredità pesante quella che Bertolaso lascia in Campania. Eredità che oggi lascia molti scontenti. Non solo i sindaci fatti decadere per decreto, ma anche e soprattutto, molti cittadini che non hanno visto affatto migliorare la situazione. Le periferie di Napoli e di buona parte della sua provincia sono ancora invase dai rifiuti. In molti casi sono sorte, inoltre, vere e proprie discariche abusive, come del resto abbiamo proprio noi recentemente raccontato. Si è operato, bisogna ammetterlo, bene soprattutto sul piano della propaganda. Si è parlato di “missione compiuta” e di “ritorno alla civiltà”. In realtà, la maggior parte dei comuni praticano ancora in bassissima percentuale la “raccolta differenziata” e, con ogni probabilità, anche l’anno prossimo, altri comuni rischieranno lo scioglimento per “inadempienze gravi nello smaltimento e gestione dei rifiuti”, poiché la percentuale prevista di differenziata passerà dall’attuale 23-25% al 37-40%. Fino a quanto si potrà continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto, resta un mistero. Le spazzolate di Capodanno di Maroni, come si vede, non bastano più.
di Pietro Salvatohttp://www.giornalettismo.com/archives/45919/maroni-lotta-selettiva-rifiuti/


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