Pages

Riflessioni del sabato mattina: la crisi nella provincia del nord-est

In questi ultimi giorni ho fatto un pò di chiacchiere con il mio titolare sulla situazione in zona, qua nella provincia del FU mitico nord-est. Per il tipo di lavoro che fa riesce ad avere un quadro abbastanza chiaro, seppur non esteso a tutti i settori. La situazione, com'è facile immaginare, è tutt'altro che allegra.
Della millantata ripresa non c'è purtroppo traccia al momento.
Gli ordini sono sempre scarsi, i fatturati continuano inesorabilmente a scendere.
Una frase che mi ha riferito è particolarmente esemplificativa:
ci sono in giro imprese che si trovano nella condizione di dover chiudere l'attività, ma non possono farlo perchè questo comporta un ulteriore costo che al momento non sono in grado di sostenere. Capito?
E così chi ci riesce cerca di tirare avanti, attingendo alle risorse personali o di famiglia, oppure accumulando debiti ulteriori.
Un paio di settimane fa un cliente mi ha riferito di un piccolo, produttore di mobili con nove dipendenti, che non ce l'ha fatta, ha dovuto chiudere e vendere tutto, compresa la casa di proprietà, ed è riuscito a ripagare soltanto il 30% dei debiti accumulati.
La cosa più triste è che non ci sono segnali dell'arrivo di una vera ripresa.
Qualcuno dice che a giugno, con l'arrivo delle scadenze fiscali, potrebbe esserci  una accelerazione del massacro, però dice anche che la stessa cosa si diceva anche lo scorso anno, eppure siamo ancora qua. La situazione però è sicuramente peggiore dello scorso anno, e il punto di domanda sulla parola futuro si fa sempre più ingombrante.
Allo stesso tempo si assiste a uno scollamento tra la realtà della situazione economica e la percezione della gente.
I consumi,seppur con qualche calo,tengono, i locali continuano a riempirsi, la gente si muove. I licenziamenti però ci sono, e i nuovi disoccupati hanno enormi difficoltà a farsi riassorbire nel mercato del lavoro.
Sembra che i nuclei che non sono ancora stati toccati dal macigno della disoccupazione vogliano far finta di niente, ignorare la realtà che serpeggia intorno, sembrano non rendersi conto delle difficoltà delle stesse imprese in cui lavorano.
Trovo che c'è una enorme superficialità da parte nella gente nel modo di affrontare la realtà.
Del resto questa è l'Italia, indifferenza e superficialità a palate, per tutto e per tutti.
Bisogna dare atto invece al coraggio di molti imprenditori, che pur di non essere costretti a mandare a casa i propri dipendenti stanno facendo sacrifici enormi.
E in tutto questo qual'è la parte dello stato?
Niente, il nulla assoluto.
E allora vai col pensiero al teatrino delle polemiche, delle intercettazioni, della corruzione e delle prostitute, dei giudici e dei giornalisti, del dittatore e delle piazze, e ti rendi conto che sono tutta cazzate, fumo negli occhi.

Il vero problema del paese è che il sistema produttivo, il cuore della nazione, si sta squagliando come un gelato al sole!

Ed è un processo apparentemente inarrestabile, che coinvolge non solo il Veneto, non solo l'Italia, ma tutto il mondo l'occidentale.
Andate a leggervi questo post e questo post, sono tristemente e tragicamente esemplificativi.

btemplates

0 commenti:

Posta un commento