Pages

BOLLE D'ARIA CHE SALGONO

di Leon Zingales

Le strilla degli imbonitori di turno si stanno spegnendo: è ormai evidente la crisi irreversibile del Sistema Euro. Ma, nonostante il precipitarsi degli eventi, gli spiriti illuminati rimangono stretti al dogma dell’infallibilità della moneta unica.


Un esempio lampante è l’articolo di Alesina e Perotti pubblicato sul Sole 24 Ore di Sabato scorso. I sommi economisti, malgrado l’Euro si stia sciogliendo come neve al sole e fregandosene dell’evidenza, individuano senza timore di smentita, unendosi al coro degli esploratori ipovedenti con il binocolo rotto, il punto cruciale delle criticità dell’Euro: la presenza delle cicale greche.

Non ci si rende conto che l’avvolgere l’intero sistema Euro in un unico manto che non rispettava le peculiarità dei singoli paesi ha funzionato finché splendeva il sole della Primavera economica. L’arrivo dell’inverno ha fatto emergere le deficienze strutturali, la folle rigidità, la innaturale staticità. Tutto ciò, unito alla impossibilità di usare tutti i gradi di libertà potenziali a disposizione dei singoli paesi (fra i quali, piaccia o non piaccia, la svalutazione della moneta), ha implicato un vortice che sta trascinando verso il fondo il vascello della moneta unica; ormai alla stessa stregua di un relitto che aspetta solo di essere inghiottito dal mare in tempesta (e tra l’altro contemporaneamente bombardato dai pirati).

Il dramma è che i marinai non possono salvarsi imbarcandosi sulle scialuppe di salvataggio: ormai sono incatenati ed il loro destino è unito. La Fisica insegna che non esiste il Diavoletto di Maxwell: dopo aver determinato la moneta unica i singoli paesi hanno intersecato i loro debiti pubblici in maniera inestricabile. Tagliare le catene implicherebbe sacrifici immensi, in confronto al quale il fallimento della Lehman rappresenterebbe una semplice tempesta rapportata ad un uragano.


Quando Alesina e Perotti scrivono, riferendosi all’ibrido salvataggio concordato tra Unione Europea e FMI, “..se proprio si doveva salvare la Grecia, e di questo non siamo totalmente convinti, l’esito che si sta prospettando è ragionevole”, nascondono il fatto che la Grecia non poteva essere lasciata fallire: solo le banche tedesche sono esposte per circa 500 Miliardi di Euro. Ormai non vi sono soluzioni: o ci si salva insieme, o si affonda tutti quanti (..vi lascio indovinare verso quale alternativa propendo).

Nel dramma nuota anche la involontaria comicità: il contributo della Spagna per salvare la Grecia è di circa 2.2 Miliardi di Euro; il ministro dell’Economia spagnolo Elena Salgado ha candidamente ammesso che si rivolgerà al mercato per raccogliere i soldi necessari. Mi chiedo a chi chiederà i soldi la Grecia quando sarà il suo turno di contribuire al salvataggio della Spagna o del Portogallo (..non a caso l'intelligente Stefano Bassi ha cambiato il titolo del suo blog in Il Grande Bluff).

Si sta spacciando il salvataggio come un segno di vitalità del sistema Euro, come la capacità di resistenza del sistema Euro di fronte alle sollecitazioni interne. In realtà tutto quanto sta accadendo ha lo stesso significato delle bollicine che salgono da un relitto poggiato su un fondale marino. Gli ignari potrebbero pensare che vi sono esseri viventi dentro il relitto; ma in realtà è aria che fugge dopo essere stata intrappolata durante l’affondamento. I sub non si fanno ingannare dalle bolle d’aria: sanno che dentro la stiva vi sono solo cadaveri.

btemplates

0 commenti:

Posta un commento