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Chi pagherà il conto?

di Agostino De Zulian

Il tempo di votare e, come ha già ammonito la Bce, l'Italia dovrà sistemare i bilanci. Due le strade: forti tagli o inflazione controllata. Con conseguenze diverse sulle tasche dei cittadini

La politica sta facendo la campagna elettorale per le Regionali e intanto tutti i politici si dimenticano di dire ai votanti quali saranno ad esempio i candidati che, se eletti, faranno costruire centrali nucleari nelle proprie Regioni. Lo speciale di domenica scorsa della Stampa con le sfide e i progetti dei candidati presidenti delle Regioni è stato illuminante e ben fatto. Con le mie orecchie non ho infatti mai sentito chi voglia mantenere l’addizionale Irpef: se fosse abolita, la risorsa monetaria derivante avrebbe il suo spazio nella mia misera busta paga. Ancora meglio, vorrei sentire quale candidato è in grado di dimostrare che senza l’Irap saprebbe far quadrare il bilancio regionale.

Ma la campagna elettorale tra qualche giorno sarà esaurita. Poi ci sarà da fare i conti economici dei diversi Enti Pubblici. Il giorno dopo le elezioni il ministro Tremonti potrebbe dire che i conti non tornano. Quel giorno i politici avranno davanti tre anni prima per vessare di tasse o tagli ai servizi i cittadini e poi far dimenticare quanto avvenuto sicuri della poca memoria storico-politica che hanno gli italiani.
Come ha detto Mario Deaglio, la BCE già ora ha messo in guardia l’Italia (e non solo) della necessità di sistemare i conti per non finire come la Grecia. Allora, forse la politica italiana dissiperà la nebbia con cui fino ad ora aveva offuscato gli ultimi eventi planetari raccolti sotto il nome di «crisi economica» prospettando due strade: la prima con tagli di ogni genere, la seconda facendo leva su un’inflazione controllata.
Questa eventuale seconda scelta la ritengo, oltre che pericolosa, di comodo a favore della classe politica, incapace di fare le scelte necessarie alla prima soluzione (ritocchi pesanti a favore della libera concorrenza e in sfavore di categorie/classi favorite, di pensioni e di pubblica amministrazione). Con un processo inflattivo, a pagare il maggior peso sarebbro ancora una certa operai, impiegati e pensionati.

dal sito http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=274

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