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PdL, se perde le Regionali il partito scoppia

Fantapolitica?
Non lo so, sembra di essere alla visione di un thriller, in attesa di un finale col botto.
Però lo ammetto, l'idea di toglierci dalle balle quel tipo basso e pelato mi mette di buon umore, anche se, allo stesso tempo, ho il presentimento che per il paese difficilmente arriverà una svolta veramente positiva.
D'Alema? Fini? Montezemolo?
Purtroppo sono quelli gli avvoltoi in prima fila, roba da film horror....

di Giovanni Palombo

I volontari transfughi sono tanti. E anche quelli che saranno costretti a fare un passo indietro, sull’orlo del burrone. Se il Popolo della Libertà perde le Regionali, molti pronti a scappare da Silvio. Prima del crollo che tutti pronosticano.


I sondaggi non sono chiari. L’unica cosa certa è che si parte da 11 a 2 per il centrosinistra, e il Popolo delle Libertà punta ad arrivare almeno a 9 a 4. L’ormai archiviata “normale” manifestazione a piazza San Giovanni fa discutere per un solo argomento: quanti erano in piazza. I contenuti politici (del tutto assenti) sono stati abilmente sottaciuti. Berlusconi ha sciorinato l’ennesima lista delle cose da fare dando le colpe a qualcun altro per le cose che non è riuscito a fare con il suo governo e con 100 parlamentari di maggioranza. “Faro’, faremo, si fara’ …” è l’unica coniugazione verbale propria del Partito dell’Amore. Anche perché c’è un argomento tabù. E cioé che e notizie provenienti dall’ interno del PdL non sono affatto buone: c’e’ una vera e propria rivoluzione in corso e interi gruppi che stanno aspettando l’esito delle regionali per ammutinarsi all’imperatore di Arcore in via definitiva. Dai mal di pancia del potere della sottocasta (leggasi rampelliani, ad esempio) dobbiamo spingerci con lo sguardo piu’ avanti e cercar di intravedere la luna. Il primo dei congiurati, ma ormai si sa, è il presidente della Camera.

GIANFRANCO FINI – Una data importante da tenere a mente sara’ quella del prossimo 8 maggio quando , in quel di Perugia la neocreatura finiana “Generazione Italia” prendera’ definitivamente forma di corrente politica. Uno scissionismo tutto interno, ma sufficiente a minare la compattezza del PdL. Una mossa, quella di Fini, troppo sfacciata per non risuonare come una aperta provocazione alla leadership inossidabile del Cavaliere . Il premier, dal canto suo, ha gia’ fatto sapere che non ha paura dello scontro e che e’ disposto anche ad andare alle elezioni politiche anticipate (a fine 2010) se dovesse essere proprio necessario. Ma qui è Fini invece a frenare: “Sono troppo pigro per andare alle elezioni“, scherzava con un amico. In realtà, Gianfranco sa bene che rischia molto visto che Berlusconi è un animale da campagna elettorale senza precedenti: se si entra nell’agone delle chiacchiere, è il più bravo di tutti. E la sua macchina elettorale non è da meno. Meglio lavorare sottotraccia, per ora, e non dare al premier il vantaggio di giocare nel suo campo preferito.

GIORGIO NAPOLITANO – Berlusconi, pero’, non ha fatto i conti con una manovra di accerchiamento sopraffina che intende precludergli anche questa via d’uscita. L’ asse Fini- Napolitano e’ , infatti , il fulcro di tutta la manovra poiche’ non spetta a Berlusconi indire nuove elezioni, bensì al Capo dello Stato e non e’ affatto detto che, una volta rimesso il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica, Napolitano sia cosi’ ansioso di sciogliere le Camere senza provare a dare un mandato esplorativo proprio a Gianfranco Fini. Un mandato che potrebbe rivelare al paese l’esistenza di una maggioranza trasversale (centrodestra- centrosinistra ) in grado di mettere fuori gioco tutti i berluscones in un colpo solo e fare cenere dei leghisti e del loro federalismo. I contatti tra D’Alema e Fini sono ormai quotidiani e finalizzati a preparare i rispettivi campi in vista dell’atto finale di questa partita iniziata da Fini ancor prima di sciogliere An per confluire nel PdL. Fantapolitica o governo tecnico?

VERDINI, TREMONTI E COMPAGNIA - C’è anche chi potrebbe capire che finito il suo tempo. Denis Verdini, ad esempio, non solo è formalmente indagato nell’inchiesta sul G8, ma inanella gaffes su gaffes come quella della lettera ai coordinatori abruzzesi finita sui giornali in cui chiedeva “mobilitazione” per quanto fatto dal governo alla popolazione. Se queste elezioni andassero male, ci sarebbero molti pronti a criticare l’”organizzatore” per eccellenza. E c’è anche chi si sente l’erede designato. A parte le fanfaluche su Angelino Alfano (non che lui non voglia, ma non ce la farà a essere l’erede al trono), in pole position c’è sempre lui: Giulio Tremonti. Che è l’unica, vera alternativa politica a Gianfranco Fini nella successione, tra le personalità di primo piano nel PdL. Per preparazione, intelligenza, abilità dialettica e vicinanza contemporanea sia al Sud che alla Lega. Giulio, scomparso Casini, è l’alter ego di Fini, e l’unico che abbia la possibilità di far passare la sua candidatura al “dopo” come in continuità, per lo meno mediatica, con Silvio. Il rapporto con l’elettorato storico è più saldo di Fini, ma uscire dal giro degli affezionati sarà difficile. Tremonti è pronto, ma non a far cadere Berlusconi. Semmai a prenderne il posto se Silvio cadesse da sé. O se lo facesse cadere qualcun altro: nell’ipotesi, è difficile che Giulio dica: “Dovrete passare sul mio corpo”.

LA PISTA GIUDIZIARIO-FANTASY – Poi, tra le ipotesi del crollo, c’è anche la pista giudiziaria, che a volte prende contorni credibili, altre ha più l’aria di leggenda metropolitana. Nel dicembre del 2008 che un signore piuttosto importante rivelo’, con aria da profezia biblica, che: “e’ in arrivo sul premier prima un diluvio giudiziario (e non si trattera’ delle solite minuzie ma di fatti grossi, tenuti chiusi nei cassetti da tempo e pronti per essere utilizzati con metodo) cui fara’ seguito il completo annientamento politico. Si trattera’ di una vera e propria esautorazione alla quale si giungera’ dapprima fomentando la popolazione alla rivolta con continui scandali e poi si operera’ chirurgicamente in modo da estirpare il tumore berlusconiano dal tessuto sociale italiano, proprio nel momento in cui il premier non avra’ piu’ nessuna energia per far deflagrare un conflitto interno. I fanti sono schierati da tempo sul campo di battaglia e stanno muovendo i loro passi in modo visibile ed invisibile! “. A far coppia con questa poco credibile dichiarazione c’è quella, sempre confidata agli amici, di un altissimo esponente delle istituzioni, che qualche tempo fa diceva: “Berlusconi lo stiamo rosolando a fuoco lento, ma presto arriverà il finimondo”. Il riferimento, per nulla velato, era a notizie “siciliane“, anche se forse in senso lato.

SCONFITTA/DISFATTA? – Una cosa è certa: Dopo le Regionali, se davvero andassero male (10 a 3? 9 a 4?) assisteremo a grossi scossoni all’interno del PdL che serviranno a separare i berlusconiani dai non berlusconiani, i fedelissimi dai traditori e che, i pratica, spaccherà l’attuale classe politica tra coloro che supereranno il berlusconesimo e coloro che ne saranno travolti definitivamente. Una saga appassionante e, forse, la colonna di Star Wars risuonata a piazza San Giovanni all’inizio della manifestazione di sabato scorso, può non essere considerata del tutto casuale.

dal sito http://www.giornalettismo.com/archives/56327/pdl-perde-regionali-partito-scoppia/

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