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Più IRPEF per tutti

di Rita Pani


E dopo la pajata con gli osei, esultano i leghisti, che col ricatto palesato con le promesse di prossime elezioni, portano a casa il federalismo fiscale per fisco e sanità. Ovviamente esultano perché son cretini, dato che l’unico vero effetto della spartizione del danaro ancor più localizzata, di quanto non sia già da anni, sarà quella di un vertiginoso aumento delle tasse, oltre che la sempre più capillare privatizzazione della sanità, che alla fine porterà all’obbligo di stipulare assicurazioni sanitarie, per assicurarsi d’essere curati.
Altro effetto del decreto propaganda, sarà quello di salvare la faccia del tizio, il quale proprio fino a ieri ancora prometteva “meno tasse”. Ci vuole una certa statura morale per avere il coraggio della verità, e questa non appartiene a quel tizio; vile abbastanza da elargire a piene mani menzogne e falsità. Ci vogliono palle per improvvisare una conferenza stampa e dire al popolo affamato che le casse sono vuote, e che quel poco che vi è rimasto dentro, o che ci entrerà è già stato destinato alla spartizione tra il comitato d’affari che non governa questa povera Italia.
Ma per fortuna che nulla di questo è serio. Per fortuna è solo iniziata la campagna elettorale, con un panorama così desolante che chi può corre ai ripari, cercando di conquistare un voto in più. Ai legaioli basterà credere di aver vinto la guerra, che il federalismo fiscale è realtà (vige da anni ormai, ma loro non lo sanno) e voteranno ancora il loro capo indiscusso, e persino il di lui figlio scemo, accettando questo con abnegazione e spirito di sacrificio.
È campagna elettorale, che ci traghetterà fin verso la primavera, e si spera passando per un inverno non troppo rigido e piovoso, che se piove in Italia ormai si muore. Il team della libertà è al lavoro, e presto un’altra bella porzione di italioti addomesticati, riceverà a casa in omaggio il terzo libro del tizio editore del consiglio, che per la modica cifra di 10 milioni di euro, ci renderà edotti su tutte le opere di questo governo, che immagino vadano dalla ricostruzione dell’Aquila, alle lavagnette multimediali per le scuole (che non ci sono più), passando per i tornelli negli uffici del pubblico impiego, e la democrazia esportata in Afghanistan.
Ma almeno questa volta dobbiamo ammettere che il PD si era svegliato in anticipo sulle squadre avversarie, e da tempo fuori da ogni sede del PD campeggiano immagini di Bersani con le maniche rimboccate, come chi davvero volesse fare qualcosa, finalmente. Le ho viste anche questa mattina, dopo aver letto che l’ipotesi Montezemolo piaceva sempre più al PD. Ho guardato Bersani seduto un po’ scomposto, le sue maniche rimboccate e dopo anche le mie. In effetti oggi fa caldo che sembra ancora estate. Avevo capito male.

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