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Messico, il seme della discordia?

fonte: http://it.peacereporter.net/

Scienziati di Città del Messico creano seme di mais capace di resistere alla siccità
Un seme che ha del miracoloso. Ma che ancora non sappiamo se potrà essere nocivo all’uomo o all’ambiente. O magari a tutti e due. Oppure a nessuno. Ovviamente stiamo parlando di un Ogm, organismo geneticamente modificato, e nella fattispecie di un seme di mais.
Un gruppo di ricercatori messicano, infatti, è convinto di aver prodotto un seme che genera una pianta di mais capace di resistere alla siccità e a temperature superiori ai 40 gradi centigradi.
Il progetto è ancora in fase sperimentale che potrà essere utile, una volta portato a termine, nelle tante zone aride della nazione.
Gli scienziati hanno studiato a lungo un enzima che degrada gli zuccheri responsabili di mantenere l’acqua all’interno della pianta di mais. Così facendo sono arrivati alla creazione di una pianta capace di sopportare lunghe siccità. Non solo. Se per un chilogrammo di mais piantato servono 12 litri di acqua e una temperatura non superiore ai 30 gradi, si capisce come un seme che riesca a gestire un 20 percento in meno di utilizzo d’acqua possa fare molto comodo.
Sembra una vera rivoluzione, anche se gli Ogm ormai non sono più un segreto. “Con questo seme potremmo aumentare la produzione di uno degli alimenti di base per la popolazione messicana, soprattutto per i più poveri” ha fatto sapere uno degli scienziati che hanno studiato il progetto.
Ad ogni modo i semi Ogm in questione non potranno essere utilizzati in modo intensivo fino a quando lo stato messicano fornirà le dovute autorizzazioni. Ed è possibile che accada a breve considerando che dal 2009 è finito il periodo di moratoria per la semina di mais modificato, fortemente voluta dalle associazioni di contadini e da altre organizzazioni come GreenPeace.
Il discorso di 11 anni fa fu chiarissimo: le coltivazioni transgeniche contaminano le coltivazioni convenzionali, attaccano la fertilità della terra e probabilmente sono deleteri all’uomo. Poi, come sostengono a Greenpeace è u “falso mito” quello che dice che i semi Ogm sono in grado di avere una produzione maggiore. Anzi, in molti casi, dal mais alla soia, in questi semi è stata notata una produzione inferiore rispetto alle varietà convenzionali, del 5/10 percento. Non solo. Le piantagioni di Ogm consentono la nascita di piante infestanti capaci di resistere agli erbicidi. E questo secondo gli esperti ha di fatto portato l’agricoltura indietro di anni, visto che i contadini sono costretti a usare la zappa per eliminare le erbacce.
Per capirne di più PeaceReporter ha interpellato Stefano Pescarmona, agronomo esperto in agricoltura sostenibile, che ci tiene a precisare: “Non credo che la scienza attuale, soffocata da un approccio deterministico che riduce un sistema biologico complesso come l’agroecosistema in una serie di semplici reazioni e relazioni misurabili con la chimica e la fisica, sia in grado di valutare i possibili rischi di un utilizzo in agricoltura (e quindi in spazi aperti, su vasta scala) di questa tecnologia”.
“Inoltre – continua Pescarmona – i risultati della ricerca scientifica sugli Ogm non gode della mia considerazione in quanto finanziata, il più delle volte, direttamente dalle stesse aziende produttrici; i pochi studi indipendenti in materia Ogm mettono in guardia su probabili gravi rischi per la salute del consumatore e della sostenibilità agricola più in generale. E’ comunque sufficiente il mio buon senso da agronomo impegnato sul campo a dirmi che i problema dell’agricoltura sono molto gravi e che gli organismi geneticamente modificati non solo non rappresentano una soluzione, ma l’ultimo capitolo di un approccio gretto e materialista dell’uomo nei confronti della natura (uomo compreso), iniziato con la rivoluzione verde degli anni Sessanta e non ancora concluso per gli interessi economici che sono in gioco”.
Dunque, i semi Ogm possono causare danni alla terra? “La salute della terra, almeno quella coltivata, è nelle mani degli agricoltori. Se essi saranno istruiti e messi nelle condizioni di poter lavorare sul piano agroecologico avranno gli strumenti per “salvare” la propria terra (intesa come suolo ma anche come mondo). Se invece sprofonderanno nel tunnel delle biotecnologie saranno sempre schiavi, in tutti i sensi, dei prodotti agrofarmaceutici e di costosi input esterni che, oltre a inquinare l’ambiente ed essere pericolosi per la salute, costringono l’agricoltura (e con essa gli agricoltori) a modellarsi sui criteri di un liberismo economico che, avendo come primo obbiettivo il profitto, non può che da un lato danneggiare la terra sfruttandola e desertificandola, dall’altro continuare a impoverire la civiltà contadina di ricchezza, cultura e dignità.
E quali sono i danni che possono causare alle persone? E’ impossibile dimostrare con certezza eventuali danni diretti alla salute delle persone, ma è anche impossibile dimostrare il contrario. E’ per questo motivo che l’Europa ha adottato il principio di precauzione negli ultimi decenni anche se quest’anno, dopo più di vent’anni, sembra cedere alle pressioni politiche avendo permesso, per la prima volta, di coltivare una patata Ogm sul suolo europeo. Esistono comunque alcuni studi sulle cavie che sembrano allarmanti riguardo gli effetti sulla salute, ma non sono stati pubblicati ne diffusi.
Ci sono studi che confermano che gli Ogm sono pericolosi? Certo, e si parla di pericoli a tutti i livelli e di estrema gravità. Invito i lettori a leggere il report dell’ISP (Indipendent Scientific Panel).

dal sito http://www.stampalibera.com

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