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Italia: paese di alieni, banderuole ed ignoranti

di Luigi Pecchioli


Bisogna aggiornare il detto, ormai fuori tempo, che vorrebbe gli italiani popolo di santi, navigatori e poeti: di gente in odor di santità ce n’è poca (e la Chiesa non sembra una fucina di santi…), come navigatori, visto i risultati delle Olimpiadi, siamo scarsucci e come poeti, morto Tonino Guerra, diventato peraltro famoso più per uno slogan pubblicitario (l’ottimismo è il sale della vita) che per le sue opere, ci è rimasto solo Sandro Bondi (e ho detto tutto…).
No, l’Italia del 2010 è formata da alieni, banderuole e, secondo recenti indagini, analfabeti ed ignoranti.
Gli alieni sono un bel gruppetto e sono localizzati nella fascia alta della popolazione, fra gli industriali, i mezzi di informazione e la politica, preferibilmente nei partiti di centrodestra, ma non disdegnano quelli di opposizione (PD in testa). Solo il loro essere alieni ed aver vissuto e lavorato la maggior parte del loro tempo su pianeti lontani, come Plutone o Nettuno, può spiegare infatti la genuina sorpresa e direi lo sconcerto con la quale importanti imprenditori, eminenti commentatori di prestigiose testate giornalistiche ed esperti politici di lungo corso hanno scoperto che, ohibò, il cavalier Berlusconi da anni si fa allegramente gli affari suoi, infischiandosene del governo del Paese, appaltato interamente alla Lega, vigile solo sul tema della Giustizia, che, inspiegabilmente fino a poco tempo fa per gente come Panebianco ed Ostellino, appare l’unico che realmente gli sta a cuore.
Questi alieni ci hanno messo circa sedici anni (ma si capisce, il viaggio da Nettuno alla Terra è piuttosto lunghetto) a comprendere che l’”uomo del fare” aveva tralasciato di chiarire che la locuzione completa era “uomo del fare ricco sé stesso ed i suoi sodali con qualunque mezzo in dispregio delle norme che, o vengono calpestate, o vengono abolite e distorte a proprio uso” (capisco che la frase era troppo lunga per dirla tutta d’un fiato), con la postilla “ed in c… all’Italia ed agli italiani”.
Ora che sono atterrati, gli alieni Marcegaglia, Cordero di Montezemolo, Galli della Loggia, ecc. sono giustamente indignati di come vanno le cose e piuttosto disgustati del governo di questa maggioranza (da loro votata e sostenuta). Ben arrivati.
Un cenno a parte meritano gli alieni che sono entrati in politica: questi sono i più curiosi perché sembrano aver vissuto fianco a fianco per sedici anni ai soggetti ora aborriti. Un’ipotesi ci sarebbe: poiché si annoiavano a morte (e giustamente) a dover ascoltare ogni giorno i proclami e sproloqui dei vari Bondi, Schifani, Capezzone, Lupo, e, orribile visu, Bonaiuti e Cicchitto, questi furbi extraterrestri hanno lasciato un loro avatar qui da noi e, zitti, zitti, si sono trasferiti nei loro pianeti di origine, che saranno un po’ inospitali per il clima, ma hanno l’indubbio vantaggio di non captare il Tg4 di Fede ed il Tg1 di Minzolini. Questo spiegherebbe l’impassibilità con il quale i vari Fini, Bocchino, Briguglio, Casini hanno osservato Berlusconi e soci prendere a calci la nostra democrazia e le basi del nostro diritto, hanno votato le leggi-vergogna, approvato scudi, depenalizzazioni e norme ad personam che hanno finito di scassare il nostro povero sistema penale.
Le banderuole a volte si confondono con gli alieni, poiché come questi, si indignano di cose che precedentemente sostenevano come giuste. La differenza è che le banderuole tendono ad estremizzare la loro ripulsa, diventando gli ultras della nuova posizione assunta, e che, quasi sempre, la “conversione” nasce da fatti personali ed interessi propri, spesso da delusioni per mancate nomine od incarichi.
Esempi fulgidi sono Giuliano Ferrara e Sandro Bondi, passati man mano da posizioni di estrema sinistra a falchi del PDL, ma sono notevoli anche le performance di Capezzone, da radicale antiberlusconiano a portavoce del berlusconismo più ortodosso, ed Umberto Bossi, rimasto sì alla Lega, ma facendola virare da “Berlusconi, il mafioso di Arcore” a “il nostro miglior alleato Berlusconi” con una sterzata niente male. Sterzata a cui i generosi finanziamenti e gli aiuti ricevuti dal Cavaliere, anche per interposta persona, come il salvataggio della Creditnord dalla bancarotta, tramite il banchiere Fiorani, non devono essere del tutto estranei.
E veniamo alla terza categoria, gli ignoranti: qui il discorso si fa serio.
Secondo due indagini internazionali sull’istruzione primaria e la cultura diffusa degli italiani, pubblicate in due saggi a cura della ricercatrice Vittoria Gallina nel 2000 e nel 2006 (chi fosse interessato a leggerli sono “La competenza alfabetica in Italia. Una ricerca sulla cultura della popolazione” (Franco Angeli 2000); “Letteratismo e abilità per la vita. Indagine nazionale sulla popolazione italiana” (Armando editore 2006)), la situazione culturale del paese è ad un livello di ignoranza allarmante.
Secondo le parole del linguista Tullio De Mauro “Cinque italiani su cento (sono dati spaventosi) tra i 14 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera da un’altra, una cifra dall’altra: sono analfabeti totali. Trentotto su cento lo sanno fare, ma riescono solo a leggere con difficoltà una scritta semplice e a decifrare qualche cifra. Trentatré superano questa condizione, ma qui si fermano: un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura e scrittura, un grafico con qualche percentuale è un’icona indecifrabile. Tra questi, il 12 per cento dei laureati. Soltanto il 20 per cento della popolazione adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea
Quando Berlusconi diceva che le sue televisioni ed i messaggi politici veicolati dovevano essere tarati sulle capacità intelletive e culturali di un bambino di 11 anni peccava di ottimismo. La maggior parte degli italiani adulti non ha, o non ha più, le conoscenze e l’intelligenza di un bambino delle elementari (come ha dimostrato il gioco-quiz, in onda su Sky, “sei più bravo di un ragazzino di quinta?”, dove degli adulti, spesso con lavori non modesti, sono chiamati a rispondere a domande -a dire il vero studiate per mettere in difficoltà- su materie delle elementari, con esiti non sempre scontati) e soprattutto, non ha le capacità cognitive per comprendere il contenuto di discorsi che superino l’immediatezza dello slogan.
Questo spiega due cose: la prima, la difficoltà oggettiva di essere efficaci nel tentativo di controbattere un’affermazione secca, ancorché palesemente falsa, lanciata alla popolazione, tipo “noi siamo il governo del fare“, poiché chiarire e contrastare uno slogan implica fare un ragionamento che, come dimostrano gli studi, risulta totalmente incomprensibile al 80% degli italiani. La seconda, la possibilità per gli alieni e le banderuole di prosperare in Italia, insieme ai mascalzoni: solo un popolo senza memoria e conoscenza, del tutto inconsapevole di quello che accade ed è accaduto, può permettere la beatificazione di Craxi e la persistenza in politica di soggetti come Dell’Utri e Cuffaro; solo chi non conosce nulla dei personaggi può accettare le giravolte di Casini, gli inciuci di D’Alema (nettamente il più fidato alleato di Berlusconi), le spudorate parole prima pro, poi contro, poi di nuovo pro Cavaliere della Santanché o di Storace o di Caldoro (che attualmente è contro, ma con riserva).
Forse basterebbe intervenire sull’istruzione degli italiani, sia giovani che adulti, per avere un paese più europeo e spazzare via un’intera classe politica che ci ha portato a questi livelli di abbrutimento sociale ed economico. Ed infatti, perfettamente consapevoli di ciò, hanno fatto ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Una sicurezza. Che nulla cambi se non in peggio.


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