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“Vogliono uccidere Berlusconi”: Il Giornale annuncia l’orrido complotto

Con lo stile sobrio che gli è proprio, Vittorio Feltri avverte dell’emergenza democratica. Le prove dell’imminente catastrofe: un messaggio su Facebook, un articolo di Toni Negri sulla rivista di D’Alema, un pezzo di De Magistris in cui si parla di “piazza”.

E’ ufficiale: è in atto un complotto per uccidere Silvio Berlusconi. Ad annunciarlo è Vittorio Feltri nella sobria prima pagina del Giornale oggi in edicola, che vedete qui riprodotta. Oltre al complotto di Tremonti svelato l’altroieri, secondo il direttore che qualche settimana fa prometteva scottanti dossier contro Gianfranco Fini (salvo poi non farne più accenno non appena è arrivata la querela del presidente della Camera), tutto ormai sta per esplodere: “Si è creato proprio un bel clima in questa Italia in cui i fanatici e i buzzurri hanno avuto il sopravvento sui cittadini impegnati a produrre e a superare la crisi“, annuncia il direttore bergamasco alfiere dell’eleganza in cachemire. Che poi passa ad enunciare le prove del complotto, una per una.

FACEBOOK BOIA! - “A forza di gridare dàgli al dittatore c’è chi si sta attrezzando per passare dalla teoria alla pratica. Tale Matteo Mezzadri, coordinatore di circolo del Partito democratico (guidato dal segretario transeunte Dario Franceschini) e membro della segreteria provinciale dei Giovani Democratici di Modena, ha scritto su Facebook un messaggio paradigmatico della situazione. Diciamo pure uno sfogo da considerarsi una specie di denominatore comune dei compagni. Udite: «Ma santo cielo, possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi!»”, scrive protervo nel suo pastone bergamasco di prima pagina. Il riferimento è, appunto, a una frase scritta dopo la sentenza del Lodo Alfano su Facebook da un 23enne che, quando è scoppiato lo scandalo, si è dimesso dalle cariche del partito. Ma questo, nel pur lungo articolo di Feltri, è scritto soltanto alla fine di un glorioso panegirico dove il diretùr approfitta del gesto per ricordare, come un Gianni Minà di destra, quei meravijosi anni ‘70, dove dalle scritte sui muri si passò alla lotta armata. Anche se, bontà sua, Vittorio dice che è offensivo paragonare questi fessacchiotti odierni con i maestri dell’epoca, “che di omicidi si intendevano davvero“, scrive quasi con un po’ di rimpianto.

GASTRONOMIA OPERAIA! - Poi è la volta del secondo indizio a carico del complotto per uccidere Silvio: un articolo di Toni Negri uscito nientepopodimeno che su ItalianiEuropei, la rivistona di Massimo D’Alema. Titolo dell’intervento: «Il futuro delle socialdemocrazie europee». Nel quale – scrive il Giornale - sostiene che «sarà utile programmare uno scontro sul terreno sociale», specificando, tra parentesi «dal punto di vista politico». Negri, si sa, è un fissatone di una certa età che ultimamente ha sbagliato tutte le previsioni politiche che era possibile sbagliare. E’ passato dall’annunciare la rivoluzione proletaria prossima ventura a preconizzare la rivolta nelle piazze mondiali, è passato con nonchalanche dal marxismo di stretta osservanza all’ideologia No Global, ricevendo ogni volta un successo degno della profondità delle sue iniziative: nessuno se l’è mai filato. Eppure basta questo poco per gridare all’emergenza democratica contro un articolo uscito su una rivista che leggono in quindici. Sic (Ford) transit gloria immundi.

IL PIATTO FORTE - Ma la notizia grossa, come tutti i grandi professionisti dell’intrattenimento, Feltri se l’è lasciata per la fine. Dapprima, ci informa che il ministro per i Rapporti col Parlamento, Elio Vito, rispondendo a un’interrogazione di Emanuele Fiano ha detto: «La segreteria del dipartimento delle informazioni per la sicurezza rende noto che il presidente del Consiglio è stato informato della possibilità che, in ragione della sua esposizione mediatica, possa essere oggetto di contestazione in occasione di eventi pubblici, non escludendosi al riguardo anche gesti violenti di mitomani isolati…». E poi chiosa: “Occhio Berlusconi perché, dopo le campagne di stampa ispirate a scarsa simpatia nei suoi confronti, c’è il rischio che qualcuno cerchi di sparare in faccia, spianando la strada al governo tecnico che l’opposizione e dintorni, finché lei sta lì a scassare le uova, non ce la farà mai a donare all’Italia oppressa: Sappia infine, signor premier, che se il progetto di eliminarla, per ora vagheggiato, venisse realizzato non sarebbe opera di un mitomane isolato, ma di un mitomane con parecchi tifosi mica tanto criptici. I compagni che sbagliavano ci mettono niente a sbagliare ancora, e sono ben avviati“. Olé. In realtà, a leggere per bene la frase scritta dal ministero, non sembra proprio che ci sia in atto un progetto di attentato kamikaze nei confronti del premier. Quello che i Servizi adombrano è, invece, qualcosa che darebbe molto più ai nervi a Berlusconi: che qualcuno approfitti delle occasioni pubbliche per contestare il premier. Ma si capisce: per quelli come Feltri anche questi gesti sono considerati pericolosi. E il reato è il più grave che si possa contestare: la lesa maestà.

http://www.giornalettismo.com/archives/39599/vogliono-uccidere-berlusconi-il-giornale-annuncia-il-complotto/

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