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Si dimetta Marrazzo o si astengano tutti i filistei

di Alessandro D'Amato

Piero Marrazzo si deve dimettere. E non certo per i suoi gusti sessuali. Il presidente della Regione Lazio è finito invischiato nel classico scandalo sessuale all’italiana, per un video nel quale è ritratto insieme a un transessuale: è destino, evidentemente, che nazioni fortunate come gli Stati Uniti abbiano Nixon e il Watergate, mentre noi al massimo possiamo permetterci Marrazzo e qualcosa di equivalente ai film di Lino Banfi. Pazienza. Ma Marrazzo si deve comunque dimettere perché ieri, in una giornata comunque difficile per lui, ha mentito all’opinione pubblica. E perché, a quanto pare, si è piegato a un ricatto per paura dello scandalo.

Dei gusti sessuale di Marrazzo si parla dall’epoca dello Storacegate. Battute dette di soppiatto nei salotti, e le parole degli “investigatori” di Francesco Storace, che dicevano di aver ricevuto una richiesta di mille euro per un dossier sull’attuale governatore del Lazio. Richiesta rifiutata perché non si fidavano dell’interlocutore (un pregiudicato). Ora questo video, che secondo alcuni invece sarebbe stato girato solo pochi mesi fa. E offerto anche alle redazioni di alcuni giornali, che però l’avrebbero rifiutato. Questo però non pare certo, e quindi non è importante.

Quel che è certo, e quindi importante, è che ieri Marrazzo ha ripetutamente mentito all’opinione pubblica. Affermando prima di non sapere nulla della storia, e poi via via fornendo versioni dell’accaduto sempre più strane e inverosimili. Talmente inverosimili da non essere neppure lontanamente credibili. Ha parlato prima di bufala e poi di complotto, ricordandoci qualcuno così tanto che ci mancava solo che se la prendesse con i giudici comunisti, per esserne la perfetta imitazione. “Non ho mai pagato, nego di aver mai versato soldi. Bisogna vedere se l’assegno che dimostrerebbe il pagamento l’ho firmato io. Occorrerà attendere l’esito delle perizie calligrafiche”. Peccato che durante l’irruzione nella casa del trans in cui è stato sorpreso Marrazzo (e girato il video, secondo alcuni), i carabinieri abbiano rubato dei soldi che il governatore aveva con sé. E a riferire il particolare sia stato lo stesso Marrazzo, sentito nei giorni scorsi dagli inquirenti. Se anche fossero false le firme sul libretto degli assegni del governatore, lui dovrebbe comunque spiegare perché non ne ha denunciato il furto. Forse perché avrebbe dovuto spiegarne le circostanze all’appuntato, e non gli sembrava il caso?
Ecco spiegato perché Marrazzo si deve dimettere, il prima possibile, per il bene della politica di questo paese. E soprattutto per il Partito Democratico. Perché è inutile stare lì a fare troppi distinguo: questa storia somiglia un bel po’ a “quell’altra”. Se poi fosse vero – come sembra – che il presidente della Regione Lazio non ha denunciato un ricatto, dovremmo soffrire un complesso di inferiorità anche nei confronti di Dave Letterman (che purtroppo alle primarie non è candidato), visto che il conduttore almeno ha confessato tutto in tv prima di farsi beccare con il sorcio in bocca, come dicono a Roma. Dove invece si vede che non sono nemmeno furbi, oltre a non essere intelligenti.
Insomma, qui le cose sono due. O Marrazzo, dopo “un’attenta riflessione” e “per il bene del PD”, o per qualsiasi altra formula che si può benissimo inventare sul momento, si dimette il prima possibile (e non viene ricandidato alla guida della Regione). Oppure nessun esponente locale o nazionale del partito potrà dire più in pubblico la parola D’Addario. Né ovviamente accostarla a Berlusconi. Domani ci sono le primarie: vedano un po’ loro, i candidati al posto di segretario, quale delle due ipotesi conviene di più.

Quel che è certo, e quindi importante, è che ieri Marrazzo ha ripetutamente mentito all’opinione pubblica. Affermando prima di non sapere nulla della storia, e poi via via fornendo versioni dell’accaduto sempre più strane e inverosimili. Talmente inverosimili da non essere neppure lontanamente credibili. Ha parlato prima di bufala e poi di complotto, ricordandoci qualcuno così tanto che ci mancava solo che se la prendesse con i giudici comunisti, per esserne la perfetta imitazione. “Non ho mai pagato, nego di aver mai versato soldi. Bisogna vedere se l’assegno che dimostrerebbe il pagamento l’ho firmato io. Occorrerà attendere l’esito delle perizie calligrafiche”. Peccato che durante l’irruzione nella casa del trans in cui è stato sorpreso Marrazzo (e girato il video, secondo alcuni), i carabinieri abbiano rubato dei soldi che il governatore aveva con sé. E a riferire il particolare sia stato lo stesso Marrazzo, sentito nei giorni scorsi dagli inquirenti. Se anche fossero false le firme sul libretto degli assegni del governatore, lui dovrebbe comunque spiegare perché non ne ha denunciato il furto. Forse perché avrebbe dovuto spiegarne le circostanze all’appuntato, e non gli sembrava il caso?

Ecco spiegato perché Marrazzo si deve dimettere, il prima possibile, per il bene della politica di questo paese. E soprattutto per il Partito Democratico. Perché è inutile stare lì a fare troppi distinguo: questa storia somiglia un bel po’ a “quell’altra”. Se poi fosse vero – come sembra – che il presidente della Regione Lazio non ha denunciato un ricatto, dovremmo soffrire un complesso di inferiorità anche nei confronti di Dave Letterman (che purtroppo alle primarie non è candidato), visto che il conduttore almeno ha confessato tutto in tv prima di farsi beccare con il sorcio in bocca, come dicono a Roma. Dove invece si vede che non sono nemmeno furbi, oltre a non essere intelligenti.

Insomma, qui le cose sono due. O Marrazzo, dopo “un’attenta riflessione” e “per il bene del PD”, o con qualsiasi altra formula che si può benissimo inventare sul momento, si dimette il prima possibile (e non viene ricandidato alla guida della Regione). Oppure nessun esponente locale o nazionale del partito potrà dire più in pubblico la parola D’Addario. Né ovviamente accostarla a Berlusconi. Domani ci sono le primarie: vedano un po’ loro, i candidati alla segreteria, quale delle due ipotesi conviene di più.

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1 commenti:

Unknown ha detto...

Almeno lui ha dimostrato di avere un minimo di dignità al contrario di qualcun'altro che stà molto più in alto ma che si guarda bene dal lasciare il suo posto (fisso!!...come va di moda adesso).

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