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“Uccidiamo Berlusconi”, e Costantino chi è? Il figlio della serva?

di Alessandro D'Amato

Per oscurare i gruppi su Facebook occorre una rogatoria internazionale, essendo il server in California e non potendo l’Italia agire in alcun modo contro il social network“: il ministro Angelino Alfano dovrà farsene una ragione. Così come tutte le sue iniziative da quando siede sulla poltrona più alta di via Arenula, anche quella di far chiudere un gruppo su Facebook intitolato “Uccidiamo Berlusconi” non sembra destinato ad avere vita facile. O gli admin del social network decideranno liberamente di cancellarlo, oppure rimarrà lì per mesi e mesi, in attesa che un tribunale Usa dia ragione agli specialisti del diritto nostrano. Intanto, da 11mila che erano ieri, gli iscritti al gruppo sono diventati 15mila mentre la storia è finita nelle prime pagine di tutti i giornali italiani. E viene da domandarsi perché nessuno intervenga anche a favore del gattino Virgola e di Costantino, ex star di Uomini e donne, visto che l’allarme sociale vale pure per loro: “Uccidiamo Virgola”, dedicato alla pubblicità di suonerie per cellulare, ha quasi diecimila iscritti, “Uccidiamo Costantino” è a quota 4mila. E c’è anche, per gli intenditori, un “A morte Marco Travaglio” del quale probabilmente il ministro non si è ancora reso conto.

Nel frattempo, scrive il Corriere, “La polizia postale sta inoltre monitorando il social network per valutare se tra i gruppi contro Berlusconi sia ravvisabile il reato di istigazione a delinquere. Non è facile infatti, spiegano gli esperti, intervenire per rimuovere o bloccare pagine e siti su internet. Nelle precedenti occasioni, quando sono comparsi siti violenti – come nel caso dei gruppi creati proprio su Facebook e inneggianti allo stupro di gruppo o alla mafia – o, addirittura, di fan club di pluriomicidi o serial killer non c’è stato alcun intervento della magistratura perché si tratta di opinioni, pur discutibili, e gli unici reati d’opinione perseguibili in Italia, commessi anche attraverso internet, sono quelli legati alla legge Mancino, che condanna l’apologia del fascismo e le discriminazioni razziali. In questo caso però fanno notare gli esperti, si potrebbe ravvisare il reato di istigazione a delinquere, che consentirebbe di fatto l’intervento. In ogni caso, comunque, per rimuovere le pagine dal social network, sarebbe necessario agire tramite rogatoria internazionale che deve essere richiesta dalla magistratura: il server su cui gira Facebook è a Palo Alto, in California e dunque l’Italia non può intervenire direttamente. Si può invece chiedere alla società americana – grazie agli accordi di collaborazione – la chiusura della pagina in tempi rapidi. Ma se ciò non è accompagnato dalla richiesta di sequestro preventivo, si perdono tutti i dati relativi alla pagina stessa e dunque risulterebbe impossibile poi risalire all’utente, o agli utenti, che l’hanno realizzata.“ A questo punto è lecito aspettarsi davvero che parta un procedimento di legge per permettere l’intervento in questi casi. Altrimenti il ministero dovrà accontentarsi dell’allarmismo suscitato.

http://www.giornalettismo.com/archives/40245/uccidiamo-berlusconi-e-costantino-chi-e-il-figlio-della-serva/http://www.giornalettismo.com/archives/40245/uccidiamo-berlusconi-e-costantino-chi-e-il-figlio-della-serva/

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