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E ‘Gnazio urlò: “Pedofilo!”

Ma come può permettersi un ministro della repubblica (e qui l'etichetta "delle banane" ci sta tutta) di apostrofare in questa maniera un contestatore? Ma neanche fosse stato in preda ai fumi della più allucinogena delle droghe avrebbe potuto. E' come se uno tirasse fuori un bazooka per liberarsi della zanzara che gli ronza intorno, è fuori dalla realtà. Una vigliaccheria gratuita, mi da l'idea di un uomo che ha finito gli argomenti, che sta vedendo il castello di menzogne che si è costruito attorno crollare un pezzo alla volta, che non riesce più a spacciare per qualità politica la propria furbizia ed il proprio opportunismo.


Un ministro può insultare come vuole i cittadini? Può, per rispondere ad una contestazione, apostrofarli del tutto gratuitamente con un’accusa infamante: “Pedofili”? Viene da farsi queste domande guardando un video che sta circolando in queste ore su YouTube (e che trovate in questo post). L’episodio ha come protagonista il ministro della difesa Ignazio La Russa, e l’insulto suona intollerabile. Il set è di quelli che “Gnazio” preferisce: la parata del Columbus Day; La Russa è pronto a partecipare alla sfilata: sorride, stringe mani, fa linguacce, prima di prendere posto su una Maserati biposto. La festa gliela rovinano i cittadini di “Qui New York libera”, emuli di Piero Ricca che in Italia, in vari episodi, ha contestato ministri e politici. I contestatori, armati di cartelli, gridano nei confronti del ministro: “Lo stato non può trattare con la Mafia.

Se Mangano è un eroe, Borsellino cos'è?”. La Russa tace, e la Maserati parte. I “sovversivi” però lo seguono e, appena la macchina si ferma, continuano con le loro contestazioni. Questa volta La Russa perde la testa: mette le mani alla bocca e, in tipica posa da stadio, urla: “Mi ricordo, sei un pedofilo” rivolto verso i contestatori. Rincara la dose: “Vergognati, mi ricordo cosa facevi, alle bambine”. Fa un cenno con la mano ad un uomo del suo seguito, questo si avvicina al gruppo e dice, come se chiedesse una cortesia “Ma tu sei un pedofilo, cosa parli?”. Quelli di “qui New York libera” rimangono basiti. Sono stimati professionisti da anni negli Stati Uniti e al telefono ci raccontano il loro stupore. “Ci ha fatto paura. Un ministro dovrebbe accettare le critiche” sottolineano. Ignazio, la pensa diversamente . Per fortuna che c’è YouTube.



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